"11. Seminario Angela
Vinay"
BibliotECONOMIA
L'economia della cooperazione bibliotecaria
Presentazione del
Seminario
di Chiara Rabitti
responsabile della Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia
Svolgerò come sempre la mia funzione introduttiva, di presentazione
del Seminario, cercando di illustrarne rapidamente il tema e il percorso.
Dopo aver seguito per dieci anni i diversi aspetti dello sviluppo dell'automazione
nelle biblioteche, vogliamo infatti aprire oggi un ciclo nuovo, che è
e sarà probabilmente per alcuni anni dedicato a temi relativi all'economia
delle biblioteche: l'automazione infatti è ormai una realtà
consolidata, anche se in continuo sviluppo e movimento, un ambiente in cui
muoversi, più che un problema nuovo da affrontare.
D'altra parte, se consideriamo gli interventi al Seminario dell'anno scorso (ne sono usciti gli atti in questi giorni), ci rendiamo subito conto che la necessità di affrontare organicamente questo tema ne emergeva già con forza, per esempio quando Fausto Rosa ci presentava i conti del Sistema Bibliotecario di Abano come un essenziale elemento di valutazione, o quando Giorgio Busetto sollecitava esplicitamente una nuova presa di coscienza, una maggiore consapevolezza della situazione economica delle biblioteche, dal punto di vista sia delle entrate che delle uscite.
I tempi dunque erano maturi per questa nostra discussione, anche perché a tutti è ormai evidente non solo la riduzione generale dei finanziamenti, ma anche la trasformazione degli interessi, dei meccanismi di recupero di fondi e di risorse per l'attività della biblioteca. E come sempre, quando ci si rende conto che si deve (e si può) comunque spendere meno, ci si rende conto anche che si può (e si deve) spendere meglio: ecco dunque che anche tutto il tema della cooperazione, ampiamente dibattuto in questi anni parlando soprattutto di automazione, va rivisitato sotto un nuovo punto di vista. Dopo un periodo in cui cooperare, in molti casi, comportava paradossalmente un costo maggiore che lavorare da soli, ormai la cooperazione può diventare davvero quello che deve essere, e quindi anche una risorsa di tipo economico, un effettivo risparmio.
C'è poi anche un altro aspetto relativo allo spendere meglio che dovrebbe essere affrontato, ed è quello della pianificazione, della programmazione delle spese, nel senso della scelta delle priorità. Un esempio per tutti può essere rappresentato da quello che è oggi un problema abbastanza comune: ci si trova attualmente in una situazione in cui, se da un lato è possibile ottenere finanziamenti da investire in attività di catalogazione, per il recupero del pregresso e l'integrazione dei cataloghi, dall'altro è comunque difficile reperire personale formato per questa attività. Quindi paradossalmente c'è il denaro per fare una cosa che non si può fare, perché non si è avuto il denaro (o il buon senso) per farne una che andava fatta prima: non c'è infatti produzione senza formazione. Credo dunque che un modo fondamentale di spendere meglio sia anche quello di spendere nell'ordine giusto.
In tutto questo discorso è evidente la necessità di avere effettivamente una maggiore consapevolezza del denaro che viene comunque usato per le biblioteche: come, perché, quanto. Quando ho cominciato ad affrontare questo tema, mi sono subito resa conto che in realtà i dati a disposizione erano obiettivamente pochi: quindi forse il primo passo, che costituirebbe già un risultato a cui spero di riuscire ad arrivare in questo Seminario, sarà quello di renderci conto di quanto dovremmo sapere e non sappiamo su questo argomento. Qualche anno fa, dovendo svolgere una rapida indagine, senza pretese di scientificità, sui costi di biblioteche analoghe a quella della Fondazione Querini Stampalia, mi sono accorta di a non riuscire a raccogliere dei dati coerenti: e da più parti proprio in quella occasione i bibliotecari interpellati mi hanno sollecitato ad avviare una lavoro il più possibile sistematico su questo tema, perché effettivamente i dati non c'erano, e ben poche erano le situazioni da cui potevano emergere informazioni confrontabili e in qualche modo significative. In quel contesto poi, come recentemente in altre sedi anche politiche, risultò molto facile e frequente la confusione dei costi della biblioteca con i costi degli acquisti per la biblioteca, i quali sono una cosa diversa e ne rappresentano solo una piccola parte.
Su tutti questi argomenti, come ho potuto rilevare cercando di acquisire
le basi per lavorare in questa direzione, anche la bibliografia è
molto scarsa: e quando nei giorni scorsi, da bravi bibliotecari, abbiamo
pensato di allestire una vetrina tematica, abbiamo dovuto che constatare
che in fondo c'era ben poco da esporre; infatti, se è pur vero che
è abbastanza di moda occuparsi dell'economia dei musei, dell'economia
delle biblioteche ancora molto poco si parla e ancora meno si scrive.
Durante un recente viaggio in Germania per conoscere le biblioteche di quel
Paese, mi ha sorpreso il fatto di ricevere immediate e precise risposte
alle mie quasi rituali domande (in realtà stavo già pensando
a questo Seminario), che non suonavano importune né inopportune:
ma tutto questo quanto costa, da dove vi vengono i soldi, come li spendete?
Ma cosa sta succedendo da noi in questi anni? È in corso una riforma
del Ministero per i Beni e le Attività culturali, è in corso
una riforma delle autonomie locali, si prepara - al centro di un vivace
dibattito - una nuova legge sul diritto d'autore; anche questi elementi
contribuiscono in qualche modo a formare il quadro in cui si muove l'economia
delle biblioteche, che nel nuovo contesto si organizzano intorno ai centri
servizi, creandone la struttura o assumendone le funzioni, e sviluppano
e un nuovo modo di lavorare in cooperazione.
È tenendo presenti tutti questi fattori chi si è sviluppato
il programma del Seminario, che (almeno nelle intenzioni) vorrebbe ripercorrere
quello che è uno schema di bilancio, con entrate, uscite e conti
totali, analizzando quelle che sono le fonti di finanziamento, le voci di
spesa e le possibilità di razionalizzazione, e cercando poi di stimolare
alcune valutazioni sul risultato di tutto questo giro di denaro.
Questo è dunque il percorso, forse ambizioso, che abbiamo tracciato
per questi due giorni, e che da subito intraprendiamo.