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"11. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
L'economia della cooperazione bibliotecaria

Aspetti economici della catalogazione partecipata nell'ambito del Servizio Bibliotecario Nazionale

di Claudio Leombroni

responsabile dell'Unità operativa Biblioteche e servizi informativi della Provincia di Ravenna

1. Premessa
Permettetemi innanzitutto di indirizzare ringraziamenti non di circostanza agli organizzatori per avermi invitato a questo primo Seminario del millennio.
Il mio intervento consiste nel tentare alcune riflessioni riguardanti gli aspetti economici della catalogazione partecipata nell'ambito di SBN.
Il tema che ho scelto è apparentemente circoscritto. In realtà significa parlare degli aspetti economici di una parte cospicua della cooperazione nell'ambito del Servizio Bibliotecario Nazionale. È noto infatti che, contrariamente alle finalità progettuali originarie, la catalogazione, le problematiche ad essa connesse e il sottostante sistema di automazione hanno assorbito gran parte delle risorse economiche e delle risorse umane disponibili. Tuttavia si tratta di un tema che oggi possiamo affrontare con il distacco intellettuale reso possibile dai vent'anni di storia del progetto SBN che abbiamo alle spalle e con la consapevolezza che in questi vent'anni sono cambiati l'identità e l'orizzonte operativo delle biblioteche, gli spazi reali e potenziali della cooperazione.
Analizzerò la questione adottando il punto di vista delle biblioteche pubbliche o, se si vuole, delle biblioteche di Ente locale, sia perché si tratta della realtà che conosco meglio, sia perché rappresentano, a mio avviso, la spina dorsale di una certa idea di SBN che può essere così formulata: il Servizio Bibliotecario Nazionale come infrastruttura a disposizione di tutti i cittadini per l'accesso all'informazione e alla conoscenza. Un'idea spesso non evocata nella storia recente di SBN, ma che è alla base del progetto stesso e che per Angela Vinay si traduceva nel tentativo di immaginare e realizzare un "sistema di informazione e di strutture per la formazione e l'educazione permanente del cittadino"[1] .

2. Oltre il senso del luogo "biblioteca"
Questa idea, tuttora attualissima, è l'ambito più pertinente nel quale collocare la cooperazione SBN ed è il criterio in base al quale valutare l'entità dello scarto tra risultati attesi ed investimenti.
È lecito tuttavia porsi un quesito preliminare: la cooperazione bibliotecaria che ha sinora caratterizzato il progetto SBN è ancora attuale? Personalmente credo che in buona parte non lo sia. E non solo per le caratteristiche strutturali della cooperazione SBN che ha relegato e relega tuttora in secondo piano le biblioteche subordinandole agli attori istituzionali (Stato, Regioni, Università), ma anche perché è frattanto mutata la "geografia situazionale"[2] in cui si colloca la biblioteca pubblica.
Nonostante il nostro tempo interpreti se stesso, ossessivamente e per certi aspetti retoricamente, come epoca di profonde trasformazioni, è tuttavia vero che negli anni Novanta appena trascorsi si ritrovano i tratti di una sorta di rivoluzione almeno nell'ambiente operativo delle istituzioni bibliotecarie. Che il termine "rivoluzione" non sia improprio ce lo confermano numerosi indizi: l'insorgenza di fenomeni nuovi, la comparsa di effetti innovativi prodotti dalla congiunzione di fenomeni già noti o, per un altro verso, le conseguenze collaterali, imprevedibili, prodotte da tecnologie evolute. L'orizzonte operativo delle biblioteche pubbliche è pertanto contrassegnato dall'esplosione del consumo dei servizi di rete e dall'affermarsi della globalizzazione del mercato dell'accesso all'informazione e alla conoscenza, con la nascita di nuovi servizi on-line, l'ingresso di soggetti privati, il pericolo di nuovi monopoli e nuove esclusioni. Una importante riflessione su questi fenomeni è stata avviata da Tommaso Giordano con un editoriale di prossima pubblicazione sul Bollettino AIB [3].
Nei paesi più evoluti la mutata "geografia situazionale" ha indotto a ripensare l'identità attuale e futura della biblioteca e della biblioteca pubblica in particolare. L'esito di questo ripensamento, tuttora in atto, non è ancora ben definito, poiché in parte dipende dall'impatto, per certi aspetti imprevedibile, che l'evoluzione tecnologica avrà sul nostro modo di vivere e di lavorare. Tuttavia alcuni tratti distintivi relativamente stabili, almeno nel medio periodo, di un'identità inevitabilmente in divenire sono stati individuati nella seguente tipologia di servizi [4]:

- disponibilità del più ampio patrimonio informativo e conoscitivo possibile;
- prestare documenti cartacei o multimediali;
- disponibilità di reti e supporti per la ricerca dell'informazione;
- possesso del più ampio numero possibile di stazioni di lavoro a disposizione degli utenti;
- distribuzione di pacchetti educativi per l'apprendimento a distanza;
- essere un luogo che offra la possibilità di stabilire relazioni interpersonali e di realizzare eventi;
- consentire l'accesso ad altri servizi informativi;
- fornire e distribuire documenti elettronici.

Successivamente questo grappolo di core services si è arricchito, soprattutto nel mondo anglosassone, di quei servizi tipicamente connaturati alle reti e alla loro capacità di stabilire circuiti virtuali fra database della conoscenza e fruitori: mi riferisco alla gestione degli strumenti per l'educazione lungo tutto l'arco della vita e all'informazione comunitaria, ossia il complesso di informazioni e servizi che tipicamente caratterizza un rete civica [5].
È mia convinzione che i mutamenti in atto non mettano tanto in discussione la missione della biblioteca pubblica, quanto piuttosto la coerenza della sua organizzazione attuale con quegli stessi mutamenti e con le aspettative degli utenti. In ogni caso lo scenario nel quale si collocano queste considerazioni può essere definito come una sorta di "delocalizzazione" della biblioteca, derivante dalla stratificazione, ma anche dalla possibilità di recupero dell'informazione e della conoscenza, in ambiti spesso diversi dal luogo biblioteca e dalla richiesta di un accesso integrato all'informazione, non solo bibliografica, che la biblioteca tradizionale nel nostro Paese non è in grado di soddisfare, anche per vistose lacune culturali. In Italia si è assistito ad una segmentazione istituzionale dell'oggetto informazione in più luoghi fra loro spesso non comunicanti: alle biblioteche l'informazione bibliografica, agli URP l'informazione "amministrativa", agli Informagiovani l'informazione sulle opportunità di vita e lavoro, ai centri di documentazione pedagogica le tematiche educative e così via.
Questo tipo di segmentazione, incoraggiata anche da una concezione conservatrice del servizio bibliotecario, non estranea anche a parte della nostra professione, e non la competizione, a mio avviso positiva, con servizi informativi privati, rappresenterà nei prossimi anni il vero pericolo per i bilanci dei nostri servizi bibliotecari. Per le biblioteche pubbliche, infatti, sarà sempre più difficile giustificare nel bilancio di un Comune, nel quale si riducono spese sociali e infrastrutturali, i costi di gestione di un servizio bibliotecario, pur aderente a SBN, che si limiti all'esercizio di poche funzioni tradizionali.

3. Determinazione dei costi
Determinare i costi della catalogazione SBN non è facile, perché non è facile definire la struttura dei costi della cooperazione SBN. In questo ambito, infatti, oltre ai tradizionali costi operativi si deve tener conto anche dei costi di gestione del sistema complessivo. Tali costi sono sommariamente riassunti nella tabella seguente.

Categoria di costo Voci di costo
Costi del sistema informatico Hardware utilizzato
Sottosistemi e apparati di comunicazione
Manutenzione
Eventuale affitto di risorse di calcolo
Costi del sistema informativo Licenze d'uso di software di base e d'ambiente
Manutenzione applicativo SBN

Consulenza e assistenza sistemistica

Consulenza e assistenza applicativa
Costi della rete Costi delle linee di trasmissioni dati (affitto o tariffa a tempo)
Canoni
Manutenzione del database Controllo di qualità del database
Interventi di 'pulizia' di notizie erronee
Riduzione del tasso di duplicazione
Coordinamento del Polo Oneri derivanti dal personale impiegato nel coordinamento
tecnico-biblioteconomico del POLO SBN

Da questa tabella si dovrebbe ricavare la quota di costi operativi relativa alla componente catalogazione. Sulla base dell'esperienza acquisita, nel caso di Poli che utilizzino tutti i moduli gestionali degli applicativi SBN, tale quota è di circa il 65%. Ovviamente l'entità di tale quota è strettamente dipendente da variabili implementative locali: ad esempio se la biblioteca o il Polo condividono con altri comparti dell'amministrazione locale linee di telecomunicazione e apparati; se esiste una struttura adibita alla manutenzione del database ecc. Fra le variabili locali dobbiamo ascrivere anche gli oneri derivanti da eterogenee politiche di outsourcing.
Alla quota summenzionata devono essere aggiunti i costi del personale (FTE) impiegato nelle attività di catalogazione. Un criterio per la determinazione di tali costi è stato proposto qualche anno fa da Carla Guiducci Bonanni e Giuseppe Vitello nell'ambito del progetto "Edificare" e consiste nel suddividere il costo complessivo delle ore-uomo impiegate per il numero di record catalografici collocati, ossia creati ex novo o importati dall'Indice SBN [6].

4. Un caso concreto: la Rete Bibliotecaria di Romagna
La Rete Bibliotecaria di Romagna è operativa in SBN dal 1986. Ad essa appartengono le biblioteche comunali della Provincia di Ravenna, la Biblioteca di Storia contemporanea "A. Oriani" di Ravenna, la Biblioteca Malatestiana di Cesena, la Biblioteca Saffi di Forlì e la Biblioteca Gambalunga di Rimini. La Rete è coordinata dal punto di vista tecnico-biblioteconomico dalla struttura organizzativa della Provincia di Ravenna e governata dagli organismi direttivi previsti da una convenzione. Di seguito sono riportati i costi sopportati dalla Provincia di Ravenna relativamente alla propria quota parte. Preciso che i costi di gestione SBN sono determinati nell'ambito dei piani bibliotecari annuali previsti dalla legislazione regionale.
Dal 1984 al 1998 i Piani bibliotecari provinciali, comprensivi dei trasferimenti regionali, hanno destinato al sistema e alle infrastrutture una somma pari a L. 6.848.430.000. Circa il 50% di questa somma (L. 3.362.169.143) è stata assorbita dagli oneri di outsourcing degli apparati tecnologici SBN. I costi complessivi dell'automazione, per quanto concerne gli applicativi e i relativi interventi manutentivi ed evolutivi, gli oneri di outsourcing, l'acquisizione di hardware e il relativo aggiornamento sono stati e sono a carico dei Piani bibliotecari della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Ravenna, per una percentuale prossima al 98%.
L'altra metà dell'importo complessivo (di cui L.2.076.510.000 di fondi regionali e L.1.049.750.000 di fondi provinciali) è stata destinata ai servizi e alle infrastrutture delle singole biblioteche. In questo caso la distribuzione degli interventi si è articolata in quattro voci: catalogazione, arredi, iniziative e progetti volti alla promozione delle biblioteche, hardware.
Una prima valutazione di questi dati consente di evidenziare quattro elementi:

- l'elevato costo degli oneri di outsourcing;
- l'elevato costo dell'automazione: se alla voce precedente si aggiungono le somme investite in acquisti di hardware, la percentuale sul totale degli investimenti provinciali e regionali sale al 70%;
- il non elevato budget investito in servizi (catalogazione, iniziative e progetti di promozione alla lettura, circolazione dei documenti);
- gli scarsi margini di intervento nello sviluppo di soluzioni evolute per l'automazione del sistema e delle singole biblioteche.

Tuttavia, nonostante queste considerazioni, gli investimenti nel sistema SBN, l'efficacia del lavoro della struttura di coordinamento tecnico e l'applicazione coerente dei meccanismi di cooperazione previsti nell'ambito del Servizio Bibliotecario Nazionale hanno consentito, ad un tempo, un notevole incremento quantitativo e qualitativo dei servizi e notevoli economie di scala. La tabella seguente considera il costo per record catalografico prodotto relativamente agli ultimi quattro anni.

 
1996
1997
1998
1999
Catalogatori
25
25
22
22
Ore/anno/catalogatore
1.452
1.452
1.452
1.452
Ore/anno/totali
36.300
36.300
31.944
31.944
Record prodotti
64.434
82.200
74.792
88.656
Costo singolo record
13.579
10.644
10.225
8.685
Costi gestione SBN
398.650.000
398.650.000
398.650.000
398.650.000
Costo singolo record
19.766
15.494
15.625
13.182










Come si può notare il costo della catalogazione in SBN è in costante diminuzione, anche grazie ai benefici della catalogazione partecipata.

5. Valutazione dei costi
Uno studio statunitense di qualche anno fa ha cercato di calcolare il coefficiente di inefficienza delle biblioteche dello Stato di New York. Il coefficiente di inefficienza (X-inefficiency) calcola se l'output desiderato di un servizio è stato prodotto al minor costo possibile. Ebbene si è stimato che nel 1992 tale coefficiente ammontasse al 24% e che le biblioteche pubbliche fossero di tre punti percentuali più inefficienti delle biblioteche private [7]. Sarebbe stato interessante effettuare gli stessi calcoli sulle nostre biblioteche SBN, ma poiché questo non mi è stato possibile mi limiterò a un paio di considerazioni di carattere generale.
La prima considerazione riguarda l'entità complessiva dei costi. La cifra complessiva in sé non è elevata, soprattutto considerando - è bene ogni tanto ricordarlo - che il nostro è uno dei maggiori paesi industrializzati. Tale cifra diviene elevata se rapportata al grado di copertura delle attività della biblioteca da parte di SBN. Negli anni Ottanta l'automazione dei servizi SBN copriva, almeno nella Rete Bibliotecaria di Romagna, buona parte dei servizi delle biblioteche. Attualmente il grado di copertura si è ridotto di almeno un 30% a seguito della rivoluzione nelle tecnologie dell'informazione degli anni Novanta, che ha prodotto nuovi comportamenti e modalità di consumo dei contenuti informativi e la necessità di nuovi servizi: si pensi alle tematiche delle reti civiche, dell'accesso alle risorse di rete, della multimedialità, della biblioteca digitale.
La seconda considerazione concerne la struttura dei costi. Nel caso di SBN la spesa per la gestione del sistema di automazione è molto superiore alle somme disponibili per i servizi. Nel caso della Provincia di Ravenna, ad esempio, gli oneri dell'automazione SBN sono stati pari a circa il 50% del budget annualmente disponibile. Da questo punto di vista lo smantellamento del vecchio sistema (legacy) a favore di una piattaforma più moderna dovrebbe ridurre i costi di circa il 70%. Maggiori economie di scala saranno possibili allorché sarà stata completata l'evoluzione di SBN verso una piattaforma aperta e saranno state create le condizioni per avere finalmente anche nel nostro Paese un mercato del software per le biblioteche sano e competitivo.



[1] A. Vinay, Saluto del Presidente dell'A.I.B. In: Atti della Conferenza nazionale delle biblioteche italiane sul tema 'Per l'attuazione del Sistema Bibliotecario Nazionale', Roma 22-24 gennaio 1979, "Accademie e Biblioteche d'Italia", 47 (1979), n.1-2, p. 40-42.
[2] Il concetto è utilizzato nel senso indicato da J. Meyrowitz, Oltre il senso del luogo: come i media elettronici influenzano il comportamento sociale. Bologna: Baskerville, 1993.
[3] Cfr. T. Giordano, “Futuro non problem?”: convergenza tecnologica e patrimonio culturale, «Bollettino AIB», 39(1999), 4, pp. 393-398.
[4] Public Libraries and the infomation society a study.1996. http://www2.echo.lu/libraries/en/plis/study.html.
[5] Cfr. Ch. Batt, The Heart and Brain of the Information Society: public Libraries in the 21st Century. In: Libraries for the New Millennium. Implications for Managers, ed. by David Raitt, London: Library Association Publishing, 1997, pp. 199-218; S. T. Bajjaly, The Community Networking Handbook, Chicago, London: American Library Association, 1999; J. C. Durrance, K. E. Pettigrew, Community Information: The Technological Touch, «Library Journal», 125(2000), 1, pp. 44-46.
[6] C. Guiducci Bonanni, G. Vitiello, Servizi bibliografici nazionali: dalla diagnosi al progetto, «Accademie e Biblioteche d'Italia», 43(1993), 3, pp. 55-71.
[7] D. F. Vitaliano, X-Inefficiency in the Public Sector: The Case of Libraries, «Public Finance Review», 25(1997), 6, pp. 629-643. Sul metodo di calcolo della X-Inefficiency si veda H. Leibenstein, S. Maital, Empirical Estimation and Partitioning of X-Inefficiency: A Data-Envelopment Approach, «The American Economic Review», 82 (1992), 2, pp. 428-433.


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