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"10. Seminario Angela Vinay"
L'AUTOMAZIONE DELLE BIBLIOTECHE NEL VENETO:
tra gli anni '90 e il nuovo millennio

di Maria Carla Sotgiu
direttore della Discoteca di Stato

Ho una formazione professionale bibliotecaria e la mia carriera , per la maggior parte si è svolta nell’ambito delle biblioteche, attualmente dirigo la discoteca di Stato che ha il compito di gestire la collezione nazionale di documentazione sonora. La mia attuale posizione mi offre un punto di osservazione dei cambiamenti in corso nel mondo dei servizi di documentazione abbastanza diverso perché il settore dei documenti audio e video, i materiali cosiddetti non-book, ha già dovuto affrontare il qualche misura i problemi posti dall’avvento della cosiddetta era digitale e le ricadute sui servizi gli utenti.

I documenti audiovisivi che sono documenti strutturalmente fragili, ed hanno una sopravvivenza limitata, hanno forse trovato nelle tecnologie digitali una possibile soluzione ai problemi di conservazione.
Affrontare i problemi di creazione e gestione di una collezione digitale, impone una radicale riconsiderazione dell’organizzazione di tutte le attività , ma apre interessantissime prospettive per lo sviluppo di nuovi servizi.
Tuttavia, dobbiamo fare attenzione a non farci travolgere dal mito della biblioteca digitale. Gestire una collezione digitale è straordinariamente complesso comporta costi notevoli, richiede l’impiego di risorse tecnologiche sofisticate e necessariamente risorse umane molto qualificate
Il passaggio dalla conservazione degli oggetti alla conservazione dell’informazione implica la creazione e il mantenimento accurato di un sistema di informazioni complesso e molto controllato.

La cooperazione è diventa in questo contesto uno strumento fondamentale non solo per i processi di produzione e di gestione, ma anche per stabilire criteri e modelli su cui indirizzare gli investimenti e selezionare i progetti.
E’ infatti necessario nella costruzione di archivi digitali definire adeguati criteri di selezione.
Non si può semplicemente decidere di digitalizzare una bella collezione, o di mettere in linea i periodici; le scelte debbono essere fondate su valutazioni culturali ed economiche chiare.

Purtroppo viviamo in un contesto in cui i fondi molto spesso sono indirizzati soprattutto verso iniziative di immagine, e oggi nulla sembra garantire più l’immagine dell’immagine digitale.

Alcuni anni fa abbiamo realizzato, con un finanziamento dalla Comunità Europea, un progetto sperimentale di messa in rete di documenti audio in formato digitale compresso: una rete che collegava l’Italia, l’Inghilterra, la Danimarca e la Norvegia, il servizio è stato portato e sperimentato sia negli archivi sonori nazionali sia in biblioteche pubbliche e universitarie .
I risultati di questo progetto, i commenti e le reazioni degli utenti al nuovo servizio hanno offerto a noi, e ai bibliotecari che lo hanno sperimentato, una prospettiva inaspettata sulle esigenze degli utenti. Il risultato più interessante emerso è la richiesta da parte degli utenti di avere servizi integrati tra di diverse fonti di informazione : libri, partiture , testi etc.
A partire dai risultati positivi del progetto europeo stiamo realizzando in collaborazione con la Biblioteca Marciana e la Biblioteca Nazionale di Torino un progetto,che dovrebbe costituire il primo nucleo di biblioteca digitale per la musica, che si propone di creare delle collezioni digitali che corrispondano a criteri di conservazione , e che possano essere utilizzate per la fornitura di servizi agli utenti musicali (cioè agli utenti che hanno a che fare con la musica), con la possibilità di accessi comuni a testi, partiture, suoni, immagini.

L’esperienza, accumulata in questi anni, mi ha convinto che è molto importante “aprire le finestre” e cominciare immaginare e realizzare servizi che mettano in comunicazione patrimoni di informazione e documentazione diversi da quelli tradizionali delle biblioteche creando le condizioni perché queste fonti “diverse” siano fruibili agli utenti in modo coordinato e integrato. E oggi le tecnologie digitali ci consentono di fare questo ed altro per i nostri utenti. Penso alla integrazione attraverso le reti di collezioni audiovisive, raccolte museali, penso ai documenti degli archivi.

Io credo che sia necessario ripensare in modo radicale alla costruzione dei nostri sistemi informativi, alle caratteristiche ed ai vincoli imposti dai nostri sistemi di catalogazione per arrivare a definire delle architetture che permettano l’integrazione di diverse fonti di informazione e che favoriscano l’accesso degli utenti meno esperti.



Copyright AIB, 2000-02-03, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Antonella De Robbio e Marcello Busato
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay10/sotgiu99.htm

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