[AIB] AIB. Sezione Veneto. I Capelli di Sansone, n. 3 (2000)

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Anno I, numero 3, dicembre 2000

F. CHAPRON, Les CDI des lycées et des collèges, Education et Formation, l'éducateur, PUF, Paris, 1999.
I CDI DEI LICEI E DELLE SCUOLE MEDIE IN FRANCIA (traduzione a cura di G. Indino)


Notizie sull'autrice : Françoise Chapron è maître de conférence (prof. associato) in Scienze dell'Educazione presso l'IUFM ( Ist. Univ. Form. Maestri) di Rouen ( 76, Senna Mar., Alta Normandia ) e responsabile della preparazione del CAPES di documentazione. Inoltre é stata presidente della FADBEN (Fed. Ass. Doc. Bibl. Ed. Naz.).

Prefazione ( di J. Hassenforder ).
Il CDI (Centro di Documentazione e Informazione) rappresenta una delle maggiori innovazioni degli ultimi 50 anni nel sistema educativo francese e senza dubbio la più importante del secondario superiore. La presenza dei CDI ha fatto cambiare il volto dei licei e delle scuole medie francesi facendo diventare le stesse uno spazio educativo comune aperto a tutti, fruibile da tutti: personale docente e non docente, allievi, genitori; dunque un luogo essenziale per l'applicazione di una politica educativa, le cui due grandi linee direttrici tengono conto di quelle che sono le trasformazioni a livello internazionale in ambito scolastico.
La prima é costituita dal fatto che gli studenti non solo hanno diritto ad un'istruzione, ma anche che gli stessi ne debbano essere i protagonisti; essere gli attori nel processo della loro educazione.
Il CDI mette a disposizione dei ragazzi le risorse che permetteranno loro di sviluppare un apprendimento molteplice, dall'autoformazione all'approfondimento delle discipline scolastiche, dalle ricerche personali ai lavori di gruppo.
La seconda linea é quella dell'organizzazione delle risorse in modo tale da renderle pienamente fruibili durante l'insegnamento.

Due punti, quelli appena citati, che ci invitano a riflettere sui ritardi in materia del sistema scolastico italiano e sulla realtà ed il ruolo delle biblioteche e dei centri di documentazione in Italia e nel Veneto ed i loro relativi problemi di operatività.

Nel 1958 la creazione del primo Centro locale di documentazione pedagogica, ad opera di Marcel Sire, preside del liceo Janson-de-Sailly a Parigi: é cosciente che occorre permettere ai docenti di sviluppare una pedagogia capace di utilizzare i documenti in quanto la trasmissione orale del sapere attraverso l'insegnamento magistrale non é più sufficiente.
Il modello ispiratore è la pedagogia dei paesi anglo-sassoni, dove già dal XIX sec. il libro e le biblioteche pubbliche giocavano un ruolo fondamentale nel sistema educativo. Negli anni '50 del XX sec., con l'avvento dell'audiovisuale, i supporti documentari si erano diversificati e annunciavano lo sviluppo massiccio delle tecniche di comunicazione e della conseguente velocizzazione dell'informazione; oggi Internet rivoluziona le condizioni di trasmissione dei saperi nell'ambito scolastico e quindi del ruolo dei CDI. In questi ultimi decenni, in Francia, i CDI si sono innovati e moltiplicati tanto da dare una nuova forma di pedagogia alla scuola transalpina: la loro utilità è indiscutibile ed evidente ma le resistenze a pratiche pedagogiche tradizionali hanno impedito il loro completo sviluppo. Un associazionismo di categoria, forte e militante, ha dato uno status agli operatori del settore ed ai suoi responsabili con la creazione del CAPES ( Cert. Att. Prof. Ed. Naz.) di documentazione nel 1988-89.

Il testo in questione, traccia mirabilmente la storia dei CDI, evidenziandone le origini, le dinamiche, gli obiettivi, i successi, i problemi, chiarifica una realtà complessa e in continuo divenire: un testo di riferimento in materia sia per chiarezza di esposizione sia per organizzazione dei contenuti. Un'opera fondamentale per il futuro dei CDI.
Esso è composto di due parti a loro volta divise, la prima in 2 capitoli, in 3 la seconda.
Nella prima parte si affronta il tema della nascita e dello sviluppo dei CDI nel corso del XX sec. con successi, insuccessi, disparità e paradossi registrati nel tempo. Nella seconda parte si analizzano le missioni e gli obiettivi dei CDI.

Sintesi prima parte.
Nella storia di Francia i primi esempi di "centri di documentazione" a vocazione scolastica risalgono al XVII sec. ed erano costituiti dalle biblioteche dei collegi dei Gesuiti. Molti dei libri dei collegi requisiti durante la Rivoluzione saranno affidati nel 1803 ai comuni. Con i decreti del 1838 e del 1877 furono create biblioteche scolastiche nei licei: spesso si trattava di piccole biblioteche specializzate orientate a soddisfare i bisogni dei professori e di numerose biblioteche di classe sotto la responsabilità dei docenti contenenti soprattutto opere classiche per gli alunni. Un decreto del I giugno 1862 regolava per tutto il periodo della III Repubblica il funzionamento delle biblioteche scolastiche dotate dei testi delle bibl. di classe, di dotazioni ministeriali, prefettorali, dipartimentali e doni vari. Le stesse, sono destinate ad alunni ed anche alle famiglie: l'intento di un'educazione popolare è preciso. Nel 1880, si chiameranno, infatti, " biblioteche popolari delle scuole pubbliche". Grazie anche all'impulso di numerose associazioni come la Società Franklin o la Lega dell'Insegnamento, fondata da Jean Macé, nel 1888 le biblioteche sono circa 36000, 43000 nel 1902. Ma spesso i locali a disposizione sono inadatti, manca il personale qualificato e, i maestri e professori, hanno poco tempo da dedicare; inoltre sono aperte di rado e frequentate da eruditi e studenti poco numerosi.
Nel 1945 la situazione delle biblioteche scolastiche e pubbliche in Francia é molto precaria; solo nel corso degli anni '60, si strutturavano delle moderne biblioteche pubbliche e negli anni '90 si recuperava lentamente il "ritardo francese" in materia, rispetto, soprattutto, a paesi come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna all'avanguardia in tale ambito. Basti citare Melvil Dewey, creatore della CDD nel 1876, ispiratore della prima scuola per bibliotecari e dell'American Library Association. Nel 1950, si creava il CNDP (Centro Naz. Doc. Ped.) che raggruppa il Museo Pedagogico (1879) ed i servizi di studio sull'insegnamento. Nel 1956, l'IPN (Istituto Pedagogico Nazionale) che raggruppa i precedenti. Si creavano nello stesso periodo i CRDP e i CDDP e qualche CLDP: il primo creato a Tolosa nel 1950. Accanto allo sviluppo dei centri di documentazione si assiste parallelamente alla crescita delle biblioteche nei licei grazie al piano di riforma globale Langevin-Wallon del 1947, voluto dal governo, per riorganizzare il Ministero Educazione Nazionale dopo il secondo conflitto mondiale. Tale piano, quasi mitico in Francia, mai messo in pratica, viene invocato ad ogni riforma del sistema educativo francese. Esso si fonda sul rinnovamento del sistema educativo attraverso "metodi attivi", occorre cioè concepire la scuola in funzione dei ragazzi, della loro età, delle loro attitudini; unica e progressiva, con tre gradi d'insegnamento, di tre cicli ciascuno. Tale piano, che faceva proprio l'ideale democratico della Resistenza, che la scuola doveva "formare l'uomo, il lavoratore, il cittadino" non decollerà mai completamente a causa delle divergenze politiche in seno alla IV Repubblica( Auriol, Coty). Con esso, naufragheranno le "classi nuove" introdotte da Gustave Monod tra il 1945-1949 in cui veniva applicata una pedagogia fondata sull'attività del ragazzo, l'individualizzazione e la presa in considerazione della sua personalità, dei suoi interessi e dove venivano favorite la creatività, la socializzazione e la responsabilizzazione degli alunni. Nel 1946 al liceo di Pontoise ( Parigi ), la creazione della prima biblioteca centrale in un liceo; la prima in provincia, al liceo Longchamp di Marsiglia. Alcune biblioteche si trasformeranno nel corso degli anni '60 in SDI ( Servizi Documentazione e Informazione), e ambedue trasformati in CDI nel 1974. Il primo, come già detto, sarà creato nel liceo Janson-de-Sailly da Marcel Sire. La coesistenza di biblioteche centrali e servizi di documentazione aveva creato antagonismo e rivalità tra il personale, tra bibliotecari e documentalisti: i primi legati alla diffusione ed alla conservazione a vocazione culturale, i secondi invece alla nozione di servizio pedagogico, dell'informazione, dell'utilizzo dei nuovi supporti audiovisivi. Il conflitto tra le due logiche ha portato alla creazione di due associazioni di categoria: l'ADEN (Ass. Doc.Ed. Naz.) nel 1962 e l'ABEN( Ass. Bibl.Ed.Naz.) nel 1966.
Con l'avvento dei CDI e relativo accordo tra le parti il conflitto si risolve con la creazione di un'associazione unitaria, la FABDEN( Fed.Ass.Doc.Bibl.Ed.Naz.).
Un altro problema spinoso nel corso degli anni é stato il reperimento del personale qualificato da impiegare in tali strutture: la domanda d'informazione sempre più specialistica nel mondo ha fatto nascere anche nel mondo scolastico l'esigenza di avere dei sistemi di ricerca bibliografici e documentari performanti e di conseguenza personale idoneo. In Francia, nel 1895, Paul Otlet e Henry Lafonte avevano creato il CDU
( Classificazione Decimale Universale) e dato impulso allo sviluppo di tecniche di documentazione e di figure professionali specifiche. Risale al 1932 il diploma tecnico di bibliotecario e alla biblioteca Nazionale di Francia e della Sorbonna sono attivati i servizi di ricerca bibliografica grazie a Suzanne Briet e Louise-Noêlle Malclès. L'ESNB ( Sc.Sup.Naz.Bibl.) viene creata nel 1963 e la creazione del CAPES di documentazione nel 1988-89 ed il suo inserimento effettivo nei corsi di preparazione delle IUFM, nel 1991.

Sintesi seconda parte.

Le missioni e gli obiettivi dei CDI sono sostanzialmente tre :

1) CDI inteso come sistema d'informazione a fine pedagogico quindi come centro di risorse multimediale e non semplice biblioteca. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e la connessione ai canali numerici sono supporto fondamentale per i CDI, luoghi d'incrocio dell'informazione e della comunicazione che con la documentazione in esso devono interagire. CDI inoltre é luogo di raccolta dell'informazione; luogo di trattamento e di accesso all'informazione grazie ai multimedia e internet; luogo di diffusione dell'informazione.
2) CDI come spazio di apprendimento per gli studenti e loro formazione alla ricerca documentaria a livelli diversi: iniziazione alle tecniche documentarie, acquisizione di una metodologia di lavoro sui documenti, acquisizione di capacità di espressione e di comunicazione e sviluppo di uno spirito critico.
Nel CDI la lettura come oggetto di apprendimento continuo; dare agli allievi il gusto di leggere ( il voler leggere); migliorare le competenze nella lettura ( saper leggere).
3) CDI deve preparare gli studenti alla società dell'informazione e sviluppare una cultura dell'informazione con l'apprendimento dell'uso dei nuovi strumenti di comunicazione e la modernizzazione pedagogica.
Formare l'uomo, il lavoratore, il cittadino di domani attraverso la formazione di una
cultura dei valori civici e sociali che creano l'educazione alla cittadinanza e aiutarlo nella
formazione del progetto personale e orientarlo verso il futuro.


Per fare ed ottenere dei risultati occorre definire meglio la posizione ed il ruolo dei professori documentalisti, che devono interagire in maniera trasversale e interdisciplinare con insegnanti ed allievi e soprattutto aumentare i mezzi a disposizione.


Lo stato di salute dei CDI é monitorato attraverso una serie di inchieste, ispezioni, studi, raccolti statisticamente che, seppur parziali e a volte contraddittori, evidenziano sensibili miglioramenti e che, nel 1998, ha visto un tasso di copertura di circa il 114% dei documentalisti negli istituti di secondo grado sul totale delle trenta accademie francesi (Francia e DOM) ossia di circa 1,2 documentalista per ogni scuola.
Resta molto da fare: la media di un documentalista per scuola è insufficiente soprattutto se si tiene conto della presenza di scuole ed istituti con più di 1200 alunni (per tali scuole sono previsti: 4 documentalisti bibliotecari, 1 segretario, 1 agente di manutenzione) ma spesso si deve lamentare una carenza di organici.

L'augurio è che in un prossimo futuro prosperino anche in Italia le biblioteche scolastiche, e, con esse i bibliotecari per un sistema scolastico italiano più efficiente ed al passo con i tempi.

(di Giuseppe Anton Indino)


Copyright AIB 2001-01-18, ultimo aggiornamento 2001-04-03 a cura di Marcello Busato
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/sansone/sansone0012.htm


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