AIB. Sezione Veneto. Congressi
Musei, biblioteche e archivi: una convergenza possibile
Padova, 18 gennaio 2007
Alberto Garlandini, Dirigente Musei e servizi culturali della Regione Lombardia, Vicepresidente di ICOM Italia
Introduzione: la gestione associata è uno strumento per migliorare la qualità dei servizi
Per rispondere alle sfide dell'età contemporanea, musei, biblioteche ed archivi si stanno rinnovando rapidamente e profondamente.
I musei erano istituti della conservazione, gestiti da èlite culturali a favore di un pubblico ristretto. Oggi, di fronte al dispiegarsi della società della conoscenza, non si limitano a conservare il patrimonio culturale e a trasmetterlo alle generazioni future. A questa indispensabile funzione ne assommano altre, inedite e complesse. Sono diventati centri di produzione: di servizi, di attività, di cultura, di saperi. Hanno aperto le porte a nuovi pubblici, non coinvolti in passato. Hanno imparato ad utilizzare nuovi linguaggi e nuove forme di comunicazione. Simili processi di cambiamento sono in atto anche nelle biblioteche e negli archivi.
Molti comuni, anche di dimensioni ridotte, possiedono beni culturali, musei, biblioteche ed archivi di grande valore. La crisi economica riduce le risorse a loro disposizione e ne limita i margini di azione. Per far fronte a queste difficoltà, devono maturare nuovi approcci culturali. L'autoreferenzialità e la frammentazione non permettono di gestire i servizi pubblici in modo efficiente e secondo standard di qualità. Occorre cooperare, creare reti e sinergie, fare sistema, non solo tra musei, ma anche con le biblioteche, gli archivi e gli altri istituti e luoghi della cultura.
Il mio contributo è suddiviso in due parti. Nella prima parte descrivo il quadro delle norme a favore della gestione associata dei servizi culturali e quanto è stato fatto in Lombardia per i sistemi museali. Nella seconda parte presento riflessioni e proposte che, in base alla mia esperienza, possono essere utili allo sviluppo di reti e sistemi.
PRIMA PARTE
Il quadro normativo e l'esperienza della Regione Lombardia
1. Le norme per la gestione associata dei servizi culturali
Da tempo le norme nazionali e regionali promuovono la cooperazione tra le amministrazioni pubbliche e la gestione associata dei servizi pubblici. Più che l'approvazione di nuove leggi, serve una coraggiosa e intelligente attuazione di quelle esistenti.
La Corte costituzionale ha ripetutamente affermato che i rapporti tra le pubbliche amministrazioni devono essere improntati al principio della leale collaborazione. La Costituzione riformata si fonda sulla sussidiarietà e sul federalismo solidale e collaborativo. La cooperazione tra le istituzioni pubbliche deve essere un modus operandi continuo.
Le regioni hanno responsabilità primarie nella promozione della gestione associata. La disciplina della gestione dei servizi pubblici privi di rilevanza economica rientra nella potestà esclusiva delle Regioni, come ha sancito la sentenza n. 272/2004 della suprema Corte, che ha abrogato l'articolo 113bis del Testo Unico degli Enti locali.
Anche la normativa di settore assegna un ruolo determinante alle Regioni. Secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio la legislazione regionale disciplina la fruizione e la valorizzazione dei beni presenti nei musei e negli altri istituti e luoghi della cultura non appartenenti allo Stato o dei quali lo Stato abbia trasferito la disponibilità. In altre parole, spetta alle Regioni il governo del sistema dei musei e dei servizi culturali, con l'esclusione di quelli gestiti dallo Stato.
Per coordinare gli interventi di tutela, valorizzazione e promozione, il Codice prevede numerose intese ed accordi [1] tra le amministrazioni pubbliche. Le modifiche al Codice approvate nel 2006 [2] promuovono ulteriormente la gestione associata dei servizi culturali. La nuova versione degli articoli 112 e 115 prevede che Stato, Regioni, enti locali e soggetti privati possano stipulare accordi per definire e sviluppare strategie e obiettivi comuni di valorizzazione, anche con l'integrazione nel processo delle infrastrutture e dei settori produttivi collegati. Con tali accordi si possono costituire soggetti giuridici per la gestione di musei ed altri beni culturali, regolare servizi strumentali comuni e istituire forme consortili non imprenditoriali per la gestione di uffici comuni. Inoltre, viene esplicitato che la gestione diretta di musei e beni culturali di appartenenza pubblica può avvenire in forma consortile pubblica.
4. I risultati ottenuti in Lombardia
In quattro anni si sono costituti in Lombardia 20 sistemi museali [9]. Essi sono presenti in tutte le province e coinvolgono più di 160 musei e realtà similari, di proprietà pubblica (anche statale) e privata (fondazioni, associazioni ed enti ecclesiastici). Cinque sistemi sono organizzati su scala provinciale, gli altri 14 su scala subprovinciale. Sei sono tematici e tredici territoriali. Dodici sistemi sono stati istituiti tramite convenzioni e protocolli di intesa; due attraverso un allargamento dei compiti di sistemi bibliotecari; tre da comunità montane; due da comuni che possiedono musei di diversa natura e tipologia.
La Regione Lombardia emana bandi annuali per il sostegno ai musei e dal 2003 è previsto il cofinanziamento di progetti realizzati in gestione associata. Tali progetti sono selezionati tenendo conto delle priorità individuate dalle Province. In quattro anni sono stati avviati più di 80 progetti, di cui 30 conclusi positivamente.
Le tipologie dei progetti sono simili nelle diverse province e corrispondono a quelle individuate dagli indirizzi regionali. Si tratta innanzitutto di progetti di acquisizione e formazione condivisa di professionalità, specie di quelle impegnate nei servizi didattici ed educativi. Molti progetti prevedono che musei e scuole sviluppino in comune programmi e laboratori didattici; in alcuni casi sono incaricati responsabili dei servizi educativi a supporto di più musei. Altri progetti prevedono il recupero e la formazione di professionalità al fine di aumentare l'apertura al pubblico e di promuovere la sicurezza, la conservazione, la catalogazione dei beni e l'organizzazione di visite guidate. Numerosi sono i progetti di promozione e di comunicazione, con siti internet e con la produzione di pubblicazioni, itinerari, eventi e campagne coordinate.
SECONDA PARTE
Riflessioni e proposte per lo sviluppo dei sistemi e delle reti
2. La gestione associata richiede la sussidiarietà: il ruolo delle province e delle comunità montane
Il ruolo degli enti locali sovracomunali è determinante per lo sviluppo dei sistemi. Quando nel 2001 Regione Lombardia conferì alle Province le funzioni di sviluppo dei sistemi museali locali si manifestò qualche dubbio. Alcuni operatori museali temevano che ciò potesse comportare una contrazione delle già scarse risorse pubbliche a disposizione. Al contrario, l'esperienza ha dimostrato che le Province sono un volano di attività e di risorse per i musei.
In Lombardia le province hanno condiviso la strategia regionale sin dall'inizio. Nel 2002 l'Unione della Province Lombarde espresse un giudizio positivo sul trasferimento regionale di competenze e chiese alla Regione di costruire insieme un percorso di sviluppo dei sistemi. Da allora gli incontri tecnici e politici tra Regione e Province sono stati continui e decisivi per lo sviluppo del processo.
Nel 2003, sulla base degli indirizzi regionali, ciascuna provincia ha elaborato studi di fattibilità e ha messo a disposizione dei musei e dei sistemi proprie risorse - umane, finanziarie e strumentali. Ognuna di esse ha definito propri obiettivi e azioni e, in conseguenza, ottenuto risultati diversi, in tempi diversi. Ciò non deve sorprendere: la diversificazione è l'altra faccia dell'autonomia.
Alcune Province organizzano sistemi provinciali, altre promuovono e coordinano la nascita di sistemi locali intercomunali, altre attuano un mix di azioni. Altre ancora svolgono un ruolo di coordinamento più defilato, lasciando spazio alle iniziative autonome dei musei.
Accanto al ruolo di coordinamento e di supporto, le Province hanno dato il via a progetti di promozione e comunicazione. Con il sostegno della Regione hanno acquisito professionalità museali, ma solo alcune hanno creato uffici dedicati ai musei. Per svolgere con efficacia le funzioni loro assegnate, è necessario che tutte le Province costituiscano uffici ad hoc, come già è successo per i sistemi bibliotecari. Peraltro le Province hanno rilevanti competenze in materia di governo del territorio e di sviluppo locale e quindi possono favorire la cooperazione tra i sistemi culturali, i sistemi turistici e i sistemi naturalistici.
In Lombardia le Comunità montane si sono dimostrate adatte alla gestione associata di servizi culturali, di proprietà loro o di Comuni aderenti. Nel primo accreditamento regionale sono stati riconosciuti anche musei gestiti da Comunità montane. Ciò dimostra che l'intervento delle Comunità permette sia di superare la frammentazione tipica dei musei e dei siti etnografici situati in zone montane, sia di integrare i servizi culturali con le strutture di promozione ed educazione ambientale.
4. La gestione associata valorizza le specificità e le identità: i sistemi devono coinvolgere istituti di ogni tipologia e proprietà.
Come ho evidenziato nella prima parte del mio intervento, sono esclusi dalla competenza regionale i musei e i servizi culturali gestiti dallo Stato. Ciò può causare una cesura tra i musei statali e gli altri musei, con nocumento alla qualità dell'offerta culturale del territorio. Perciò è importante che anche i musei statali partecipino ai sistemi e alle reti locali. In Lombardia già vi sono esperienze positive in tal senso [11].
I sistemi e le reti debbono coinvolgere musei di ogni tipologia e di ogni titolarità pubblica e privata. La gestione associata si basa sulla complementarietà dell'offerta e non può che valorizzare le diverse specificità e identità. Essa serve e ha futuro solo se porta valore aggiunto a tutti gli aderenti. Le ricerche fatte in Lombardia dimostrano che i musei che più si avvantaggiano della cooperazione sono quelli che si impegnano maggiormente e che assumono funzioni di leadership.
6. I sistemi devono ampliare le attività, allargare il campo d'azione e cooperare con nuovi soggetti
I sistemi si irrobustiscono e si stabilizzano se hanno obiettivi pluriennali. Poiché crescono per tappe, è normale che inizialmente sviluppino attività soft, che si possano realizzare in tempi brevi (ad esempio un sito web o un opuscolo promozionale). Dopo che tali attività hanno determinato primi risultati positivi per gli aderenti al sistema, è possibile programmare attività più impegnative e più permanenti (ad esempio l'offerta integrata di attività didattiche o programmi condivisi di formazione degli operatori).
Più difficile, e più strategico, è non solo gestire attività comuni, ma anche condividere personale e servizi. Ad esempio, organizzare laboratori didattici integrati; creare uno staff unico per catalogare e digitalizzare le collezioni; assumere conservatori al servizio di più musei; creare biglietterie e servizi di accoglienza comuni.
I sistemi museali devono allargare il campo d'azione e aprirsi alla collaborazione con le biblioteche e gli altri servizi e istituti culturali. Molto utile è la collaborazione con gli istituti preposti alla valorizzazione del territorio e all'educazione ambientale. In Lombardia non mancano esperienze positive di sinergie e di integrazione di attività tra musei, parchi, riserve, aree naturalistiche e centri di educazione ambientale.
8. I sistemi richiedono leaders: professionisti qualificati, ma anche amministratori lungimiranti.
Vi è una condizione affinché i sistemi museali e culturali possano svolgere l'ambizioso ruolo che prefiguro. Occorre mettere in campo un capitale umano di altissima qualità. La risorsa fondamentale per una efficace valorizzazione dei beni culturali è il capitale umano, la sua preparazione professionale, la sua capacità di assumere e gestire responsabilità.
I professionisti dei musei possono assumere la leadership dei processi di cooperazione se potenziano le competenze trasversali e l'attenzione al territorio. I professionisti della tutela e della valorizzazione devono saper interloquire con il territorio, farsi capire dai rappresentanti delle comunità e documentare il valore pubblico di servizi culturali ben gestiti.
Gli investimenti culturali determinano vantaggi permanenti e strutturali, ma comportano tempi lunghi di realizzazione. Sviluppare la gestione associata richiede decisioni politiche coraggiose. Per questo sono necessari professionisti seri e motivati, ma anche amministratori lungimiranti e aperti all'innovazione.
Note
[1] Segnalo le intese e gli accordi previsti in materia di tutela (artt. 5.3 e 5.4), di catalogazione e di inventariazione (art. 17.3), di vigilanza (art. 18.2), di conservazione (art. 29), di interventi conservativi (art. 40.3), di fruizione e di accesso agli istituti e ai luoghi della cultura (artt. 102.4, 102.5, 103.1), di valorizzazione (artt. 112.5 e 112.6), di livelli uniformi di qualità della valorizzazione (art. 114.1), di promozione delle attività di studio, ricerca e documentazione e di istituzione di centri permanenti regionali o interregionali (art. 118), di diffusione della conoscenza del patrimonio culturale nelle scuole (art. 119.1), di rapporti con le fondazioni bancarie (art. 121.1).
[2] Decreto legislativo del 24 marzo 2006 n. 156 Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 in relazione ai beni culturali.
[3] Il processo di sviluppo dei sistemi museali in Lombardia è descritto in A. Sinatra (a cura di), I musei fanno sistema: esperienze in Lombardia, Regione Lombardia (Ricerche & Strumenti), Guerini Associati, Milano 2005.
[4] La Legge Regionale 5 gennaio 2000, n. 1 Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi delle Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59) prevede all'art. 4, comma 134 che "... sono ulteriormente delegate alle province le funzioni amministrative concernenti: a) le attività e lo sviluppo dei sistemi museali locali; ...".
[5] Deliberazione della Giunta Regionale 14 giugno 2002, n. 7/9393, L.r. 1/2000 art. 4 comma 134, lett. a) - Sviluppo dei sistemi museali locali: approvazione dei criteri per l'assegnazione e l'erogazione dei contributi alle province e approvazione degli obiettivi e delle linee guida per l'elaborazione da parte delle province di studi di fattibilità comprensivi dell'individuazione di progetti pilota di gestione associata dei servizi
[6] Deliberazione Giunta Regionale 20 dicembre 2002, n. 11643, Criteri e linee guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1, commi 130-131.
[7] Deliberazione della Giunta Regionale 5 novembre 2004, n. 19262, Primo riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, di cui alla d.g.r. del 20 dicembre 2002 "Criteri e linee guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1, commi 130-131"
[8] Deliberazione della Giunta Regionale 31 maggio 2006, n. 8/2651 Monitoraggio del sistema dei musei lombardi e riapertura dei termini del riconoscimento per gli istituti museali
[9] Per una descrizione in dettaglio dei sistemi si può consultare il sito della Regione Lombardia, con riferimento all'area dedicata ai musei e ai sistemi museali
[10] Un importante contributo allo sviluppo della rete regionale dei musei scientifici e naturalistici viene dal progetto EST - Educare alla Scienza e alla Tecnologia, promosso dalla Fondazione Cariplo in collaborazione con Regione Lombardia, l'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e Museo Civico di Storia Naturale di Milano.
[11] Ad esempio, il sistema museale cittadino di Pavia comprende i Musei civici, il Sistema museale dell'Università e il Museo della Certosa, gestito dal MiBAC.
Copyright AIB 2008-02, ultimo
aggiornamento 2008-02-24 a cura di Giovanna
Frigimelica
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