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Il "libro antico" nelle biblioteche del Veneto

Il fondo antico della Biblioteca comunale di Adria

Silvia Roversi, Biblioteca Civica Adria


La Biblioteca Comunale di Adria (in provincia di Rovigo) possiede un patrimonio bibliografico di circa 35.000 volumi. Di questi, circa 6.000 costituiscono il fondo antico con edizioni che vanno dal XV secolo alla fine del XIX.
Gli incunaboli (7) sono stati recentemente descritti in Prime luci della stampa: catalogo degli incunaboli delle biblioteche del Polesine, pubblicazione realizzata nel 2002 dal Servizio Bibliotecario della Provincia di Rovigo a cura di Pier Luigi Bagatin.
Per quanto riguarda le cinquecentine, circa 300, la Biblioteca ha partecipato al Censimento nazionale e attualmente attraverso il catalogo in linea dell'Edit 16 sono visibili 164 titoli. Presso la Biblioteca esiste un catalogo cartaceo con schede a volume che dovrebbe avere avuto inizio negli anni '30 del '900 e che comprende sia le edizioni antiche sia quelle "moderne" (per l'epoca in cui è stato redatto). Le stesse pubblicazioni (o quanto meno - si può supporre - una buona parte di esse) si trovano descritte in altre schede cartacee, questa volta inserite in uno schedario a cassetti di epoca più recente e tuttora in uso.

Per buona parte delle edizioni antiche il passaggio - se così si può dire - dall'uno all'altro catalogo è stato accompagnato da un cambiamento di collocazione, evidentemente per operazioni di riordino e di risistemazione della biblioteca in una data al momento non individuabile e che dovrebbe avere coinvolto almeno circa la metà del fondo antico.
Le notizie che si possiedono sulla Biblioteca Comunale sono alquanto scarse e lacunose: certamente la ricostruzione precisa dei vari fondi che nel tempo ne hanno determinato l'accrescimento darebbe un contributo fondamentale per la comprensione delle varie vicende che hanno interessato la Biblioteca. Proprio per ricostruire - per quanto possibile - la storia delle acquisizioni e delle operazioni biblioteconomiche effettuate nel tempo si è iniziata una ricerca nella documentazione archivistica che sta cominciando a dare i primi frutti.

Tradizionalmente sono quattro i fondi che hanno segnato l'origine della Biblioteca agli inizi del Novecento, e cioè - ordinati cronologicamente sulla base del momento in cui la loro storia si è intrecciata con quella del Comune di Adria e della Biblioteca Comunale - il lascito Bottoni, il patrimonio della Biblioteca popolare circolante, la biblioteca della famiglia Bocchi e la biblioteca del Liceo Bocchi.

Stando alle notizie in nostro possesso, il primo lascito a giungere al Comune nel 1899 fu quello dell'avvocato Francesco Bottoni, residente a Venezia ma nato a Papozze, in provincia di Rovigo, nel 1815. Le tristi vicende famigliari, che lo avevano privato dei parenti, lo indussero a lasciare tutto il proprio patrimonio in beneficenza per l'istituzione dell'opera pia omonima e dell'asilo infantile a Papozze, mentre la sua ricca biblioteca venne destinata al Comune di Adria. Come è riportato nel testamento, infatti, il Bottoni decise di lasciare "Al Municipio di Adria, trovandosi il nativo villaggio nel mandamento, ... tutti i miei libri affinché ne arricchisca la biblioteca del suo Ginnasio, o del suo maggiore istituto altro di istruzione o in difetto ne getti le basi di una, ed all'uopo dove gli occorra, gli lascio insieme le custodie o librerie in cui stanno raccolti nel mio studio ..."
I volumi erano pronti per il trasferimento ad Adria già alla fine dell'ottobre 1899 e di certo il 9 dicembre dello stesso anno erano presso la sede loro destinata, cioè le scuole primarie maschili.
Non è stato possibile ancora reperire l'inventario del lascito, che sicuramente esisteva, mentre è stato rintracciato un "Catalogo-inventario" iniziato nel 1911 e rimasto incompiuto (si ferma al n. 435).
Dal carteggio intercorso nel 1899 tra Venezia e Adria emerge una descrizione sommaria della biblioteca da cui si deduce che dovrebbe essere stata composta di 723 volumi, tuttavia in una delibera dell'aprile 1900 si parla di 916 volumi costituenti il lascito Bottoni e di "molti altri libri pregevoli del comune che non si sa in quale modo custodire" (di questi ultimi libri, purtroppo, non si sa nulla di più].
In un'altra lettera dell'epoca si descrive la biblioteca Bottoni come costituita da "opere pregevoli di letteratura, filosofia, storia e giurisprudenza con magnifiche legature e in gran parte in lingua francese".
Nella decina di volumi esaminati in occasione di questo seminario partendo dal Catalogo-inventario parziale del 1911 si è potuto verificare che sul frontespizio dell'esemplare compare sempre nell'angolo in alto a sinistra il numero corrispondente a quello che identifica il libro nell'inventario del 1911, mentre non si sono trovati altri segni utili per l'identificazione del possessore da applicarsi ai libri non compresi nell'inventario parziale, a parte forse antiche segnature.

La Biblioteca Popolare Circolante, intitolata a Francesco Bocchi, sorse in Adria nei primi mesi del 1900. Presidente ne era il prof. Antonio Pastorello, direttore delle scuole primarie maschili. Anche su questa realtà le notizie a nostra disposizione sono piuttosto scarse. Sappiamo che il patrimonio si era andato formando anche grazie a diversi doni: in particolare sul "Corriere del Polesine" tra il 19 febbraio e il 24 aprile 1900 vengono pubblicati ben 5 elenchi di donatori per un totale di circa 2100 volumi, poi non si parla quasi più della Biblioteca. In un articolo degli inizi di maggio del 1900 viene riferito che la Biblioteca ha ottenuto un sussidio di 60 £ dal Ministero della Pubblica istruzione per l'acquisto di volumi. Non si hanno altre notizie sulla consistenza della Biblioteca.
Si sa che a fine marzo del 1900 la Biblioteca contava già 250 soci iscritti, mentre con delibera del 24 febbraio 1900 il consiglio comunale accordava "alla Biblioteca popolare circolante Francesco Bocchi l'uso del Salone del nuovo edificio scolastico [lo stesso stabile dove abbiamo visto erano stati portati i libri del lascito Bottoni] ed i libri del lascito Cav. Bottoni e del Comune ..." [!].
Nel 1924 siamo informati che i libri della Biblioteca popolare si trovavano in deposito presso la Biblioteca Comunale e che da lungo tempo erano fuori circolazione.
Gli esemplari esaminati per questa occasione e che sono stati individuati nel corso di una verifica sulle cinquecentine della Biblioteca mancando un inventario specifico presentano il timbro ovale della Biblioteca Popolare Circolante e sul frontespizio un numero, probabilmente d'inventario, poi cancellato.
In alcuni casi è stata trovata una nota di possesso, come ad esempio "Ricovero": effettivamente negli elenchi di donatori pubblicati sul Corriere del Polesine figura anche la Pia Casa di Ricovero con 139 volumi.

Il terzo fondo è costituito dalla biblioteca della famiglia Bocchi. La Biblioteca pervenne al Comune insieme al Museo della famiglia, che è all'origine dell'attuale Museo archeologico nazionale di Adria.
I Bocchi sono stati protagonisti della vita cittadina adriese, in particolare con Ottavio (1697-1749), Francesco Girolamo (1748-1810) e Francesco Antonio (1821-1888), eruditi e studiosi di storia locale, appassionati di archeologia, di vicende idrauliche e di molto altro ancora. E' Francesco Girolamo a dare origine, nella seconda metà del Settecento, al museo di famiglia, ricchissimo di materiali archeologici provenienti dal sottosuolo adriese. Alla morte di Francesco Antonio, nel 1888, iniziano lunghe trattative che sfociano nella delibera del 24 novembre 1902 con cui il Comune di Adria decide l'acquisto del Museo.
Nel contratto di acquisto, in data 5 maggio 1904, vengono descritte le varie raccolte che compongono il museo e tra queste, a fianco di monete e vasi, vengono citati l'Archivio e la Biblioteca. Nello stesso documento si dice che le raccolte sono già state trasferire presso la grande sala dell'edificio delle scuole elementari maschili. Non è dato sapere se anche la Biblioteca, di cui per altro non è stato reperito l'inventario, venisse trasferita nella stessa sede.
Il museo comunque venne inaugurato il 1 settembre 1904. E' interessante notare come l'origine della Biblioteca Comunale venga tradizionalmente fatta coincidere con l'acquisizione e la successiva apertura al pubblico del Museo. Di certo in quegli anni si parla della Biblioteca cittadina come "annessa al museo".
Nel 1912 viene nominato direttore Lorenzo Padoan, professore del Regio Ginnasio, che "riceve in consegna il museo ... e relativa Biblioteca". In un articolo del 1913 si precisa che la Biblioteca non è stata incrementata dopo la morte di Francesco Antonio Bocchi e che per questo motivo il direttore intende creare una sezione speciale per le opere pubblicate dopo il 1888.
Sempre attraverso i giornali veniamo poi a sapere che nel 1914 il Padoan crea due fondi nella biblioteca e precisamente la "Biblioteca del Museo civico" con i volumi relativi a tale argomento e la "Biblioteca comunale adriese" con le altre pubblicazioni. Le due sezioni sono individuate da due diversi timbri; non è tuttavia noto sino a quando le due diverse sezioni siano state mantenute dal momento che in anni successivi verrà utilizzato un unico timbro di possesso con la dicitura "Biblioteca comunale di Adria".
Non è facile individuare le opere appartenute alla famiglia Bocchi perché non sono disponibili gli inventari. In alcuni volumi è tuttavia presente l'ex libris della famiglia Bocchi.

L'ultimo fondo che ci interessa è costituito dalla Biblioteca del Regio Ginnasio Bocchi, o quanto meno dal suo fondo antico, che in una data imprecisata venne unita alle raccolte della Biblioteca comunale.
L'unico termine certo è post 1889, in quanto in questo anno il Ginnasio, all'origine vescovile, divenne dopo lunghe vicissitudini Regio.
All'origine del ginnasio cittadino vi era la donazione di Carlo Bocchi (1752-1838), che nel 1836 fece testamento a favore della congregazione municipale per erigere uno stabilimento di educazione che venne aperto nel 1841.
Agli atti, tra la documentazione della Fondazione Bocchi, risulta un inventario di 154 libri redatto pochi giorni dopo la morte di Carlo Bocchi nel 1838 e che quindi rappresenta probabilmente la Biblioteca del defunto passata poi al Ginnasio.
Insieme a questa documentazione sono stati trovati altri due inventari: il primo è relativo alla donazione che l'adriese Carlo Penolazzi, consigliere presso la corte d'appello di Venezia, fece nel 1856 e che comprende 364 volumi; il secondo riguarda il lascito disposto da Francesco de Lardi, nobile adriese cui venne tra l'altro affidata proprio la redazione dell'elenco delle opere donate dal Penolazzi. L'elenco che possediamo è del 1861 (anno della morte) e comprende 163 titoli.
Nei volumi esaminati per questa occasione partendo dagli inventari succitati sono variamente presenti 3 diversi timbri del Ginnasio: un timbro ovale del "Ginnasio Carlo Bocchi" un timbro tondo "Ginnasio Bocchi in Adria pari a R." (il Civico Ginnasio venne pareggiato ai Regi nel 1877) e un timbro rettangolare della "Biblioteca del Regio Ginnasio C. Bocchi".

Nei vari volumi presi in esame per questa occasione è emerso come sia difficile individuare segni sicuri che possano indicare l'appartenenza ad un fondo piuttosto che ad un altro, al di là degli inventari. Ad es. per i libri del Regio Ginnasio, ci sono volumi che pur avendo probabilmente la stessa provenienza (ad es. il lascito De Lardi), presentano ex libris diversi (ad esempio un esemplare solo con il timbro ovale ed un altro solo con quello rettangolare). Utile potrebbe essere la ricostruzione delle antiche segnature, che potrebbe chiarire quanto meno l'evoluzione nel tempo delle raccolte (ad esempio la segnatura con lettere e numeri, di cui il primo gruppo in nero e il secondo in rosso e che sembra accumunare sia i volumi della famiglia Bocchi sia quelli del Ginnasio e che andrebbe forse studiata anche in relazione ad un sistema di segnatura, simile per alcuni aspetti, utilizzato per l'Archivio Antico).

Per concludere devo segnalare che entro la fine dell'anno il fondo antico verrà trasferito nello stesso edificio in cui si è spostata la Biblioteca dal febbraio del 2004. Il trasloco dei volumi (e quindi il doverli prendere in mano uno ad uno) potrà essere l'occasione - compatibilmente con la disponibilità di personale - per cercare di chiarire almeno alcuni degli aspetti sino ad ora poco incerti, quali ad esempio la consistenza precisa del fondo antico in generale e delle cinquecentine in particolare.


Copyright AIB 2007-01, ultimo aggiornamento 2007-01-02 a cura di Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/s060406/roversi.htm


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