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AIB-WEB | Sezioni Regionali | Veneto | Notizie | Assemblea dei soci, 2006-02-24


Ci sei o ci fai? Bibliotecario oggi tra professione e contratti
Seminario di aggiornamento sulla professione bibliotecario

"Difendiamo il futuro" perché "Il lavoro precario chiude la speranza"
Le biblioteche tra esternalizzazioni e precariato e il gruppo sul lavoro discontinuo dell'AIB

Fabio Tassone, Gruppo sul lavoro discontinuo AIB


Non so se le campagne mediatiche e l'uso da parte dei movimenti politici delle vecchie forme di comunicazione siano ancora realmente utili, ma le due frasi presentate nel titolo molte persone dovrebbero averle viste sui muri delle loro città in questi giorni. Si tratta di due campagne che mettono in luce rispettivamente due aspetti molto significativi del lavoro precario. Sono campagne di sensibilizzazione in cui mi sono imbattuto e che ho scelto di mettere in relazione. Naturalmente, per par condicio, sono una del movimento di destra Azione Giovani e l'altra della campagna per le prossime elezione del partito della Margherita.

A voler continuare sul tema si evidenzia come non mancano riferimenti al problema del lavoro precario in nessuna delle campagne viste finora da parte di tutti i partiti e gli schieramenti e partiti. Ma, personalmente, metto in risalto questa situazione, non per motivi di interesse politico, ma solo per evidenziare come, su questo fronte, pare che l'attenzione si stia facendo sempre più pressante e non solo nel mondo bibliotecario, che noi qui oggi rappresentiamo, ma anche a livello sociale e politico in generale. Del resto anche nelle scorse elezioni alle cariche associative dell'AIB il tema ha assunto una certa rilevanza e come ricorderete i candidati sono stati invitati in quell'occasione a firmare un patto di particolare attenzione al problema del precariato nelle biblioteche. Infatti a nostro parere l'uso di contratti di lavoro atipico nel settore dei servizi pubblici ed in particolare nelle biblioteche ha avuto dei risvolti particolari. Il ricorso a queste forme di lavoro, infatti, legato al tema delle esternalizzazioni, sta cambiando in una certa misura la stessa fisionomia dei servizi bibliotecari o quanto meno la loro gestione e la loro programmazione. Infatti programmare servizi bibliotecari sempre più efficienti contando su risorse instabili e sempre più ridotte, non essere certi del personale impiegabile, fare affidamento su ditte che vincono appalti al massimo ribasso, affidare la gestione di servizi a stagisti e ragazzi del servizio civile, rendono evidenti delle incoerenze e amplificano i problemi già evidenti nella gestione dei servizi culturali in Italia. I concetti di efficienza, efficacia, economicità e qualità dei servizi, non possono essere disgiunti da una adeguata qualità del lavoro. Non sto facendo, in questa sede, una crociata contro i contratti atipici o contro le esternalizzazioni, ma vorrei solo evidenziare come ci troviamo di fronte ad un fenomeno che non ha dei risvolti solo sul fronte umano e dei lavoratori, ma porta con sé delle conseguenze di tipo organizzativo e gestionale anche sulle strutture bibliotecarie in termini di gestione e programmazione dei servizi.

Il problema delle esternalizzazioni ha trovato una prima risposta nelle linee guida che sono state pubblicate a cura dell'Osservatorio lavoro nel 2004 (Linee guida sui requisiti di qualificazione dei gestori in esterno di attività dei servizi bibliotecari. A cura dell'Osservatorio lavoro. Roma: AIB, 2004). C'è da dire, d'altra parte, che nella gestione dei servizi esternalizzati la politica italiana non si è ancora impegnata a sufficienza e i bibliotecari ancora non sentono come imprescindibile il ricorso a criteri più coerenti con i principi biblioteconomici e non solo con l'ottica del risparmio di gestione. Per quanto riguarda la precarizzazione delle figure professionali impegnate a vario titolo nelle biblioteche , invece, ancora il discorso è tutto da fare, e come vedremo la storia del Gruppo AIB sul lavoro discontinuo e le sue, per la verità, poche, azioni concrete, ne sono sostanzialmente l'unica manifestazione. Anche in questo caso, d'altra parte è evidente come l'impegno dei bibliotecari è imprescindibile.

La tesi, la anticipo fin d'ora, è la seguente: il problema della gestione delle biblioteche di fronte al futuro tra esternalizzazioni e precarietà e sì un problema legislativo di scelta politica e culturale del Governo e del Parlamento, ma è ancora prima, e soprattutto lo è per noi bibliotecari più direttamente, un problema di coscienza professionale, nel senso di ciò che i bibliotecari pensano di se stessi, e di deontologia professionale, nel senso dei diritti e dei doveri che appartengono alla nostra categoria professionale. Il movimento del bibliotecari atipici ha trovato nel 2004 una forma di espressione all'interno dell'AIB con la creazione di un gruppo sul lavoro discontinuo. Si può dire che l'AIB ha, grazie ad un movimento nato dal basso, preso coscienza dell'esistenza di un problema degli atipici all'interno dell'associazione. Certo, questa presa di coscienza è venuta quando già quasi il 30 % dei soci persona è costituito da persone che vivono nel mondo delle biblioteche con contratti di lavoro precario. La nascita del gruppo e la redazione del primo programma, d'altra parte, si è collocata, in un periodo particolarmente infelice della nostra associazione. Nato sotto una stella non proprio brillante nell'ultima riunione del CEN del 16 ottobre 2004, veniva a decadere dopo circa dieci minuti dalla sua istituzione per lo scioglimento di tutti gli organi statutari.
Nonostante il blocco formale, nel periodo successivo abbiamo tentato lo stesso di perseguire alcuni obbiettivi minimi e soprattutto di lavorare in prospettiva della realizzazione di alcune attività. Nel corso delle scorse elezioni, come si diceva poco prima, si è proposto ai candidati di firmare l'impegno a operare concretamente sui temi della formazione, del riconoscimento e tutela della professionalità, dei contratti di lavoro diretti e indiretti e della visibilità dei lavoratori atipici.

Dopo le elezioni dei nuovi organi statutari il gruppo è stato confermato ed ha approvato il seguente programma indicando a titolo esemplificativo alcune azioni miranti alla soluzione degli elementi di disagio che caratterizzano la nostra situazione:

La prima attività, che il gruppo si proponeva di fare, per dipanare un po' la nebbia che circonda questa realtà era quella della "realizzazione di un'indagine/censimento sui lavoratori atipici nelle biblioteche, centri di documentazione e simili in sinergia con le Sezioni regionali dell'Associazione". Questo censimento ancora non si è potuto realizzare per le difficoltà che l'associazione sta continuando ad affrontare, ma è sicuramente tra le priorità che il gruppo si è dato, e la preparazione del convegno sulla professione del prossimo autunno dovrebbe essere l'occasione per soddisfare questa necessità.

Nel frattempo alcuni piccoli passi sono stati fatti soprattutto nella direzione, che noi reputiamo -per la nostra situazione- di particolare importanza, che è fatta di relazioni con le forze che si muovono nel settore del precariato e quindi soprattutto dei sindacati e delle altre associazioni del mondo dell'informazione. In questo senso l'AIB, su proposta del gruppo che ha collaborato alla sua stesura ha firmato insieme ad AIDA, IAML, ANAI ed alle sigle sindacali delle tre confederazioni la Piattaforma nazionale per gli specialisti dell'informazione e della documentazione operanti con contratti di lavoro non dipendente nel settore pubblico e privato, in cui "Le organizzazioni sindacali, di concerto con le associazioni professionali, hanno deciso di iniziare un percorso che, attraverso lo strumento principe dell'attività sindacale, cioè la contrattazione collettiva, ottenga anche per questi lavoratori e lavoratrici diritti e tutele".
Parallelamente si sono intrattenute relazioni dirette anche con le altre associazioni del settore ed in particolare con la Iaml, che ha creato a sua volta un gruppo sul lavoro atipico, e con la quale è stata sottoscritta un'intesa atta a coordinare le attività in difesa della professione e per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori discontinui.

Si può dire, e in questo senso stiamo lavorando, che in questo settore molto si gioca o si può e si deve giocare attraverso il raccordo tra le organizzazioni che operano nel settore e i professionisti della difesa del lavoro in senso più sindacale. Se infatti, tra gli scopi associativi ci deve essere l'impegno per la difesa dei valori della professione e per le sue specificità, la lotta per i diritti del lavoratore deve essere lasciata al suo ambito più proprio che è quello sindacale.
Questo ci conduce direttamente al nocciolo del problema ed alla tesi che all'inizio di questo intervento ho delineato. Il problema dei bibliotecari atipici è, per quanto ci riguarda come associazione professionale, un problema di coscienza e di deontologia. È su questo argomento che ci stiamo oggi movendo e stiamo sollecitando tutti gli interlocutori, e anche la nostra stessa associazione, in vista dell'appuntamento del Congresso autunnale.

Prima della scorsa assemblea nazionale abbiamo, come soci atipici, proposto e firmato la lettera indirizzata al CEN, e firmata anche dalla vostra sezione regionale, in cui si chiedeva un maggiore impegno nell'affrontare il problema del lavoro atipico nelle biblioteche e si facevano alcune proposte concrete di prime iniziative: Da allora, in questi ultimi quattro mesi, alcune cose sono successe: Primi positivi segnali di un'attenzione nuova, certo, ma se è importante che qualcosa stia succedendo, ancora più importante quanto dovrebbe succedere nel futuro. Devo, prima di concludere accennare a cosa vorremmo che accadesse in questo anno in vista del congresso e soprattutto cosa vorremmo che succedesse al termine di questo anno.

A nostro parere, al congresso dovremmo arrivare con fatti e non parole, e qui intendo dire, che avremmo bisogno di arrivare con alcune esperienze significative e con dati: dati su cui riflettere per promuovere strategie e per tracciare sentieri di azione insieme con tutti gli altri attori del settore.
Ci servono dati sullo stato del lavoro precario nelle biblioteche, e sarebbe il caso che l'AIB promuovesse il censimento dei lavoratori atipici nelle biblioteche, ci servono dati sul personale impiegato nelle biblioteche, sul tasso di invecchiamento e sull'andamento, nell'immediato futuro, dei pensionamenti e della necessità di ricambio, ci serve una proposta di modifica del codice deontologico che ci siamo dati, perché contempli i doveri dei bibliotecari nei confronti della professione (rispetto alle esternalizzazioni al ribasso, all'uso del servizio civile e degli stage, ai contratti capestro o di copertura).
In tutto questo il gruppo e le sezioni regionale dell'AIB devono avere un ruolo di primaria importanza, un ruolo di stimolo, e di sensibilizzazione che parta dal basso. Alle sezioni già in passato è stato richiesto, dal nostro gruppo, la designazione di un referente regionale che si occupi di fare da ponte sul territorio e che sia una longa manus e un longus oculus del gruppo per la realizzazione dei progetti e per la creazione di una sorta di sportello regionale del lavoro, e di quello atipico in particolare, come sta proficuamente succedendo in altre regioni.

Diciamo che quest'anno può essere l'occasione opportuna che aspettavamo per una serie di azioni concrete di conoscenza e di proposta; a tutti noi soci AIB è richiesto un impegno maggiore e fattivo, per il futuro della professione bibliotecaria e per il futuro delle stesse biblioteche. Interessi specifici e interesse generale vanno di pari passo e non possono non riguardare tutti i protagonisti impegnati nel settore delle biblioteche.


Copyright AIB 2006-05-01, ultimo aggiornamento 2006-05-01 a cura di Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/ass060224/tassone.htm


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