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AIB-WEB | Sezioni regionali | Toscana | Materiali e contributi | "Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali" (L.R. 21/2010)

Osservazioni della Sezione Toscana

(Testo presentato in occasione della Consultazione svoltasi il 18 dicembre 2009 presso la V Commissione del Consiglio Regionale della Toscana su Proposta di Legge 356 - Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali)

Ringraziamo la Commissione Consiliare per avere permesso alla Sezione Toscana dell´Associazione Italiana Biblioteche di partecipare a questa audizione. E´ intendimento della nostra Associazione professionale portare un positivo contributo di idee alla stesura definitiva di questa proposta di Testo Unico in materia di cultura, mettendo a disposizione il patrimonio di competenze professionali specializzate e l´esperienza di servizio che i bibliotecari toscani hanno maturato nel tempo, operando ogni giorno all´interno dei propri istituti.

Vogliamo per prima cosa auspicare che la stesura definitiva dell´articolato di legge, grazie anche alle proposte provenienti dai diversi rappresentanti delle istituzioni culturali toscane, possa maturare quella organicità che ad oggi rileviamo ancora insufficiente per comporre un integrato quadro d´insieme nel quale vadano efficacemente a collocarsi gli scenari dell´azione culturale in Toscana. I diversi comparti di attività risultano giustapposti piuttosto che solidamente integrati tra loro, non riuscendo a far emergere in modo chiaro una strategia unitaria che invece sarebbe importante evidenziare.

A titolo esemplificativo, desideriamo segnalare la rilevante diversità di trattamento assegnata al comparto Musei, oggetto di una disciplina ampiamente articolata a partire da un impianto definitorio chiaro e ben definito, rispetto al comparto Biblioteche e Archivi, che risulta invece oggetto di un trattamento più disorganico, privo di apparato definitorio e soprattutto orientato a limitare l´ottica alla semplice disciplina dei finanziamenti regionali, piuttosto che ad offrire il punto di vista generale della politica regionale in materia di biblioteche. Segnaliamo altresì che la proposta di un organismo di coordinamento regionale prevista per i Musei è ancora più funzionale al caso delle biblioteche, in ragione del fatto che possono vantare una tradizione cooperativa più lunga e consolidata nel tempo, realizzano da anni cospicui progetti di integrazione interistituzionale e quindi necessitano di più stabili forme di coordinamento a livello regionale.

Art. 1 punto D)

In un articolo così generale e "di principio" si introduce l´espressione "servizi bibliotecari e documentari" piuttosto che introdurre il vero oggetto di riferimento, rappresentato dalle biblioteche, dagli archivi e dai centri di documentazione. Proponiamo che il riferimento ai citati "bisogni della contemporaneità, dei giovani, della scuola" sia sostituito da un riferimento più inclusivo ai diversi bisogni di informazione, formazione e impiego del tempo libero dei cittadini, giacché il riferimento alla "contemporaneità" risulta di difficile focalizzazione, mentre il riferimento specifico ai giovani e alla scuola risulta espressamente parziale e non rappresentativo di quella pluralità di azioni di cui le biblioteche sono ogni giorno protagoniste nei confronti di un ampio spettro di pubblici e di una ampia gamma di esigenze.

Sdoganare le biblioteche pubbliche dal tradizionale destino di servizio limitato al pubblico dei ragazzi in età scolare è difatti un obiettivo importante che le biblioteche pubbliche anche in Toscana si impegnano a perseguire con determinazione, anche grazie all´aiuto della Regione.

Complessivamente il punto risulta poco chiaro e non sufficientemente rappresentativo degli obiettivi che invece la Regione persegue a questo riguardo nella direzione di sostenere nelle biblioteche pubbliche il raggiungimento di alti livelli di servizio per garantire a tutti i cittadini il libero e democratico accesso all´informazione e alla conoscenza.


Art. 2, Principi generali:

Il seminario di studi "Vitamina biblioteca", promosso lo scorso aprile dalla Regione Toscana e dalla Biblioteca di Scandicci, con la collaborazione dell´AIB, ha permesso di focalizzare e socializzare nella comunità bibliotecaria toscana l´intreccio dei temi inerenti l´impatto economico e la ricaduta sociale del servizio bibliotecario. A partire da tale seminario si è costituito un gruppo di lavoro coordinato dagli uffici regionali competenti in materia, volto a mettere a punto strumenti di analisi e misurazione dell´impatto sociale delle biblioteche.

Riteniamo che sia utile arricchire il contesto dei principi generali con un riferimento non soltanto all´impatto economico e alla sostenibilità economica degli interventi pubblici per la cultura (come recita il comma c), ma anche all´impatto sociale e alla misurabilità della ricaduta dei servizi culturali sul territorio in termini di ricchezza collettiva, permettendo a tutte le istituzioni culturali di dotarsi di quegli strumenti di misurazione e valutazione che offrano loro l´opportunità di presentarsi alla cittadinanza e agli amministratori non soltanto come semplici fonti di spesa da ottimizzare, ma anche come significative fonti di creazione di ricchezza e valore aggiunto da difendere.


Art. 11:

L´articolo risulta disorganico. Mentre i commi 1-2 risultano essere generali, i commi 3-4-5 risultano essere di pertinenza esclusiva delle biblioteche, pur contenendo alcuni riferimenti che potrebbero essere utilmente fatti valere per tutti gli istituti (come ad esempio il diritto di accesso indipendentemente dal luogo di residenza, citato al comma 3, con una ripetizione del riferimento agli impedimenti di carattere fisico e culturale già presenti al comma 1).

Al comma 3 si introduce il concetto di "sistema documentario pubblico", che non risulta corrispondere a nessuna entità identificabile nella realtà bibliotecaria, non attestata in letteratura né peraltro auspicata nell´articolato successivo. Si segnalano in particolare alcune debolezze linguistiche al comma 5 ("il prestito librario dei volumi in loro possesso"), che possono essere facilmente rimosse introducendo un più corretto riferimento generale al prestito tout court, che già da tanti anni si è ampliato ad accogliere tipologie di documenti diverse dai libri.


Art. 14:

I commi relativi alla gestione in forma indiretta degli istituti culturali presentano una diversità di trattamento che vogliamo evidenziare, nell´intento di sottolineare positivamente il fatto che la Regione abbia ritenuto importante richiamare alcune garanzie (procedura pubblica, selezione di progetti, valutazione qualitativa) che peraltro sono disciplinate dal Codice dei Contratti Pubblici, e perciò in questo contesto risultano di semplice richiamo, piuttosto che di efficacia prescrittiva, mentre invece non si è ritenuto di effettuare un richiamo altrettanto esplicito all´esigenza della qualità nel caso citato al comma 5 (affidamento diretto ad associazioni o fondazioni costituite o partecipate dall´amministrazione stessa).

L´associazione professionale dei bibliotecari intende sottolineare a questo riguardo che il soggetto gestore, sia esso una struttura organizzativa interna alle amministrazioni, sia esso un soggetto giuridico pubblico o privato, deve essere individuato non soltanto nel rispetto delle procedure di legge, ma anche attraverso la ricerca di una qualità di prestazione che richiede il rispetto di requisiti prestazionali dettagliatamente esplicitati e definiti.

Capo III - Complessivamente il capo dedicato a biblioteche e archivi soffre di una significativa mancanza di organicità.


Art. 24:L´articolo introduce il concetto di "rete documentaria regionale" definendolo come costituito dalla Regione e dall´insieme delle reti locali (introdotte nell´articolo 28): l´articolo ha l´effetto di prefigurare un soggetto al momento non rilevato, là dove l´esperienza reale della cooperazione ha permesso il positivo consolidamento di una rete relazionale a bassa o bassissima formalizzazione che si estende anche ai sistemi bibliotecari di ateneo e ad alcune biblioteche statali e di pertinenza universitaria.

La limitazione introdotta dall´articolo rappresenta un impoverimento della situazione reale, la cui forza si è storicamente attestata sulla apertura alle diverse tipologie istituzionali.

Al comma 1 si rileva una attribuzione alle reti documentarie locali, che risultano complessivamente in chiara evidenza e priorità rispetto ai singoli istituti documentari, di un ruolo operativo ("svolgono tutte le azioni mirate alla conservazione, valorizzazione, incremento e fruizione del patrimonio e dei servizi degli istituti aderenti alle reti stesse") estraneo di fatto e di diritto alle reti medesime. Il testo proposto al comma 1, forse per l´effetto distorsivo causato dalla focalizzazione sui soli aspetti dei finanziamenti, delinea uno scenario che affida alle reti una impropria funzione totalizzante, configurando scelte organizzative lontane dalla realtà e neppure auspicabili nei termini indicati.


Art. 25:

Il suo sviluppo, pur contenuto, risulta quantitativamente sovradimensionato rispetto al resto del corpo dell´articolato dedicato alle biblioteche, mostrando ancor più la necessità di strutturare con maggiore dettaglio (analogamente a quanto positivamente avvenuto per i musei) la disciplina relativa al settore in questione.


Art. 26:

Manca una "definizione" di biblioteca e archivio, a cui si tenta di supplire con l´elencazione delle attività che essi sono chiamati a svolgere.

Si desiderano segnalare alcune debolezze espressive che impoveriscono e rendono meno significativo il testo, come ad esempio:

La sequenza di funzioni risulta in gran parte di tipo tradizionale, anche nel linguaggio ("assistenza", "promozione della lettura"), là dove invece sarebbe stato utile fare riferimento alla esigenza per le biblioteche di adeguare costantemente l´offerta di servizio ai cambiamenti sociali in atto, di integrarsi attivamente nell´offerta culturale cittadina, di aprirsi alla collaborazione con gli altri soggetti operanti nella comunità, inverando sul fronte operativo delle attività quel richiamo di principio all´innovazione ("promuovendo l´innovazione degli spazi, dei linguaggi e delle tecnologie della biblioteca, in coerenza con i bisogni della contemporaneità…") che pure è presente nel comma d) dell´art. 1.

Manca un richiamo alla funzione di inclusione sociale e di "piazza cittadina" che soprattutto alcune nuove realizzazioni bibliotecarie in Toscana stanno realizzando, ma che si rilevano anche in realtà più piccole.

L´elenco degli strumenti attuativi degli obiettivi che le biblioteche pubbliche sono chiamate a perseguire potrebbe essere utilmente riformulato in modo più coerente e dettagliato, attraverso l´articolazione degli specifici segmenti (spazi, collezioni, tecnologia, accesso all´informazione, lettura, promozione e marketing).

Vogliamo in particolare richiamare l´attenzione del legislatore sulla necessità di introdurre il rispetto di REQUISITI MINIMI di servizio per le biblioteche e gli archivi (da definire in dettaglio in sede di regolamento attuativo) che permettano di distinguere con estrema chiarezza una biblioteca pubblica da una "raccolta di libri" e un archivio da una "raccolta di carte".

La definizione di riconoscibili "livelli diversi" di biblioteca (dal punto di lettura e prestito alla biblioteca metropolitana) avrà il compito maieutico di impegnare gli amministratori ad investire sulla propria biblioteca in termini di risorse umane, finanziarie, strutturali e tecnologiche.

E´ decisivo introdurre un saldo riferimento ai REQUISITI DI QUALITA´ chiaramente fissati dalle Linee Guida UNI-EN ISO 9001 in materia di biblioteche, nell´intento di ancorare i livelli prestazionali delle biblioteche a solide basi organizzative e procedimentali.


Art. 27:

L´articolo sulla cooperazione risulta generico e meramente descrittivo, allontanandosi dalle finalità di una norma di legge. Non si rilevano infatti riferimenti stringenti (e quindi significativamente utili) alla opportunità di introdurre scelte organizzative forti, come ad esempio quelle derivanti dall´adozione di un reale coordinamento nella gestione delle raccolte, nella scelta degli orari di apertura al pubblico, nella progettazione e realizzazione di azioni promozionali integrate. Non si fa riferimento alle campagne coordinate di promozione delle biblioteche né si ritiene di aprire l´ambito cooperativo a soggetti esterni al tradizionale ambito culturale.

Non si parla di premialità per economie di scala da attuare sul fronte della gestione del documento (ad esempio operando risparmi sul fronte del trattamento catalografico).

Si introduce peraltro il concetto di "servizio documentario integrato" che costituisce un riferimento tecnicamente spurio e poco comprensibile nell´economia dell´articolo.


Art. 28:

L´articolo riprende sostanzialmente numerosi passi della Legge 35, già incentrata sulle reti, peraltro presentando solo in ultimo quel soggetto che invece è ritenuto primario nello scenario bibliotecario toscano.

Si esprimono alcune perplessità sulle espressioni usate nella frase "essa è lo strumento che assicura le necessarie competenze professionali e realizza la condivisione delle risorse interne nonché la piena utilizzazione delle risorse esterne alla rete", là dove il concetto di "necessarie competenze professionali" richiede un più esplicito riferimento ai PROFILI PROFESSIONALI da definire in sede di regolamento attuativo.

La Sezione Toscana dell´AIB si rende disponibile a collaborare con gli Uffici regionali preposti per offrire tutto il supporto che sarà ritenuto utile a supportare l´intervento di revisione del testo, ed in particolare intende sostenere, nelle forme che ci saranno indicate, il lavoro di stesura del regolamento attuativo che permetterà di definire i requisiti minimi di servizio per le biblioteche e per le reti nonché i profili professionali a cui gli operatori sono chiamati ad aderire nei diversi istituti, mettendo in valore la positiva esperienza maturata anche in altre regioni italiane.

In attesa di riscontro, si ringrazia per l´attenzione e si porgono cordiali saluti e auguri di buon lavoro.

La Presidente della Sezione Toscana

della Associazione Italiana Biblioteche

Maria Stella Rasetti


Copyright AIB 2010-03-10, ultimo aggiornamento 2010-03-10 a cura di Paolo Baldi
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/contr/contraibtuc.htm

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