AIB. Sezione Toscana. Convegni
SEMINARIO SU FRBR (Functional requirements for bibliographic records) - Firenze, 27-28 gennaio 2000
di Susanna Peruginelli
Questa comunicazione ha lo scopo di informare sui risultati dell'analisi di FRBR compiuta dall'ELAG. Si è trattato in realtà di un esame sommario, in cui sono stati toccati essenzialmente alcuni aspetti tecnici piuttosto che catalografici e strategici della possibile applicazione del modello IFLA. L'ELAG è un gruppo di bibliotecari e documentalisti, informatici, analisti di sistema che da più di 25 anni studia e lavora sui temi relativi all'uso delle tecnologie nei servizi bibliografici ed in genere nel mondo dell'informazione. (La partecipazione è libera ed ovviamente sono benvenute nuove presenze. A questo proposito si annuncia che il prossimo incontro annuale sarà a Parigi, al Museo della Villette, dal 12 al 14 aprile, dove sarà affrontato il tema dell'integrazione delle collezioni di biblioteche, musei ed archivi). Già dal 1996 il Gruppo ha iniziato ad esaminare lo studio IFLA all'interno di uno dei seminari previsti, e l'interesse da allora è continuato nelle successive riunioni annuali. Sulla base delle riflessioni emerse sono stati prodotti alcuni documenti, fra cui un comunicato all'IFLA di interesse all'approfondimento tecnico ed una proposta alla Commissione europea, poi fermatasi per motivi organizzativi e di scadenze temporali, nonostante lo stadio avanzato della proposta stessa e l'interesse dei funzionari responsabili a Lussemburgo.
Questa breve presentazione descrive in modo schematico quanto finora elaborato.
Innanzitutto alla base del lavoro dell'ELAG su FRBR sta la convinzione che a distanza di ormai 10 anni dalla maturazione dell'idea dello studio a Stoccolma, le sue motivazioni, costituite essenzialmente dall'esigenza di economicità e di risparmio di forze, dalla necessità di far fronte adeguatamente alla grande proliferazione di documenti di tipo tradizionale ed elettronico e di integrarli a beneficio di una utenza sempre più estesa e diversificata, sono oggi ancora più valide. Di qui la necessità di lavorare allo sviluppo di FRBR.
La riflessione si è indirizzata alla struttura del modello con i suoi punti di forza e di debolezza, ai benefici per l'utenza, alle implicazioni della sua implementazione.
La sua elaborazione non ha solo un elevato valore teorico, ma anche pratico ed è necessario procedere alla sua implementazione nel mondo reale dei sistemi di biblioteca, valutandone problemi e vantaggi. Innanzitutto il modello ha la potenzialità di rendere i record bibliografici in certo modo indipendenti dalla lingua, cultura e paese di catalogazione. Consentendo una chiara distinzione dei suoi elementi, questi possono essere codificati ed utilizzati nella lingua e secondo contesti ed esigenze specifiche di gruppi di utenti. La definizione di livelli opportunamente collegati consente l'attribuzione corretta di informazioni su un oggetto: ciascuna delle entita del 1. Gruppo costituisce a sua volta un oggetto che deriva dal precedente e di cui eredita le proprietà. Ne conseguono coerenza di rappresentazione ed economicità, in linea generale e in una prospettiva a lungo termine, nel lavoro di analisi.
L'esame specifico di alcune entità ha portato alla considerazione che le relazioni potrebbero essere realizzate in diversi modi. Ad esempio nel caso di opere diverse ma unite da un rapporto di connessione, è possibile collegarle orizzontalmente, lasciando al sistema di information retrieval di seguirne i legami. Oppure potrebbe essere definito un livello comune superiore alle opere stesse (la creazione originale 'capostipite'), nei casi più complessi e articolati, garantendo così un recupero più rapido e preciso. E' inutile dire che non è certo facile risalire a questa origine.
Per quanto riguarda l'espressione (in accordo con le riflessioni del Gruppo di studio sulla catalogazione dell'AIB), risulta problematico l'accorpamento di diverse categorie come edizioni diverse, traduzioni, edizioni parallele, supporti diversi. Anche l'assegnazione delle relazioni è operazione complessa, in quanto le relazioni fra espressioni non sono sempre orizzontali, potendo una espressione essere basata su un'altra (ad esempio una traduzione basata su una specifica edizione o traduzione). E' utile poi raggruppare le espressioni secondo la loro forma (testo, suono, braille..) o secondo il supporto (materiale a stampa, o elettronico..), lasciando ad un attributo dell'espressione il compito di identificarla correttamente e di correlarla in modo coerente alle altre.
Concetto-soggetto. Attualmente di proposito il modello non include, (ugualmente per le persone-enti collettivi), nessuna struttura per il concetto-soggetto. In una implementazione concreta dovrebbero essere previsti i dovuti livelli e le relazioni fra concetti e termini che li identificano. Il legame inoltre avviene all'opera, ma anche all'espressione? E allora l'espressione può essere connotata con concetti diversi dall'opera?
Entità obbligatorie e sistemi di biblioteca. Il modello IFLA ha un numero maggiore di entità rispetto a quello trattato dagli attuali sistemi di biblioteca, in cui sono generalmente gestiti i livelli della manifestazione e della copia. I sistemi dovranno farsi carico anche dei livelli opera e espressione, prevedendo controlli e funzionalità adeguate.
Gestione del copyright. Il catalogo non solo può diventare lo strumento per la gestione dei diritti di proprietà dei documenti, ma dovrebbe essere gestito anche il copyright dei record bibliografici, stabilendo a chi appartiene tale diritto, chi (e come) se ne assume la responsabilità e se è possibile ipotizzare il copyright per i record delle varie entità.
FRBR consente una maggiore chiarezza e precisione nel recupero e nella comprensione della catena delle relazioni grazie anche alla assegnazione degli elementi bibliografici al corretto livello di astrazione, garantendo allo stesso tempo una maggiore flessibilità di rappresentazione. Dal punto di vista informatico il modello risulta più facile da mantenere grazie alla scomposizione chiara dei suoi elementi e può assicurare una elaborazione accurata, secondo regole precise. La sua struttura è inoltre in linea con le caratteristiche delle risorse digitali, consentendo da una parte la rappresentazione delle varie 'versioni' di un oggetto e dall'altra di integrare i documenti elettronici con le risorse tradizionali.
In particolare per gli utenti finali i benefici sono costituiti da una migliore possibilità di ricerca e recupero, accorpando singoli oggetti (ad esempio materiale a stampa o video) sotto una singola opera. L'OPAC consentirà di navigare fra oggetti diversi, ad esempio presentando solo le opere o le espressioni e, in cascata, le altre entità. Sarà facilitata inoltre l'integrazione di materiali e contesti oggi ancora separati, ad esempio il collegamento fra cataloghi di biblioteca e cataloghi di musei e archivi.
Per quanto riguarda i catalogatori e in generale gli operatori di biblioteca, l'assegnazione precisa degli attributi alle diverse entità favorirà ulteriormente lo scambio e la cooperazione nella catalogazione: ciò avverrà ai singoli livelli, piuttosto che sull'attuale monolitico record MARC. I record, riferiti alle varie entità, saranno più brevi e la mappatura da un formato ad un altro dovrebbe essere più lineare.
Gestione dei record. Una volta implementato il modello, il controllo e la gestione dei record richiederanno un impegno maggiore rispetto alla situazione attuale per l'articolazione e l'inevitabile dinamicità dei record stessi e delle loro relazioni. La storia dei record avrà una importanza fondamentale e sorgerà inevitabilmente il problema di chi sarà responsabile di questa gestione.
Lavoro di catalogazione. Vi sarà una maggiore quantità di dati da immettere e sarà necessario un lavoro supplementare per la definizione degli attributi nelle entità opera e espressione e delle relazioni fra opere, fra opera ed espressione e fra queste ultime e le manifestazioni. Il compito di preparazione dei record delle opere e delle espressioni dovrebbe essere centralizzato e i record relativi dovrebbero essere messi a disposizione dei catalogatori della comunità delle biblioteche.
Sistemi di gestione di biblioteca. Attualmente quasi tutti i sistemi sono basati sul modello del record singolo, nonostante siano usati sistemi di gestione di basi dati. Quei pochi sistemi che hanno implementato un diverso modello bibliografico (SBN è uno di questi) si avvicinano in certo modo al modello IFLA. I sistemi applicativi dovranno essere modificati essenzialmente nel modulo di catalogazione e in quello di ricerca per usare al meglio i dati e le relazioni previste da FRBR. Dovrà essere valutato l'impegno sia minimo che massimo derivante dal nuovo modello ed affrontare quindi il problema della conversione dei sistemi.
Le regole di catalogazione dovranno essere rivisitate, specie nell'impianto organizzativo delle loro istruzioni.
I formati tradizionali dovranno essere modificati per incorporare adeguatamente le relazioni e le specificità delle singole entità. UNIMARC, con la sua enfasi sui legami, sembra il più vicino a FRBR. I formati nuovi, o comunque riadattati, che sorgeranno dovrebbero essere strutturati come documenti XML per consentire lo scambio anche all'esterno del mondo delle biblioteche.
Preparazione di esempi di record sul modello FRBR. L'iniziale, timido lavoro di preparazione di esempi a cura di un piccolo gruppo di volontari dell'ELAG ha dimostrato inevitabili incertezze e difficoltà, derivanti non solo dalla indisponibilità di informazioni sulla storia bibliografica di un'opera, ma legate anche alla problematicità in diversi casi nello stabilire le relazioni, specie fra espressioni, e di assegnare gli attributi ai vari livelli. C'è quindi ancora molto lavoro da fare su vari fronti e l'ELAG è pronto a collaborare con le iniziative di sviluppo in questo settore.
Copyright AIB 2000-01-28, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Vanni Bertini
URL:
http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/frbr/perug.htm