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SEMINARIO SU FRBR (Functional requirements for bibliographic records) - Firenze, 27-28 gennaio 2000

Le funzioni del catalogo dall'ICCP a FRBR

di Mauro Guerrini
Università di Roma La Sapienza, Scuola speciale per archivisti e bibliotecari

La Great Tradition

Functional requirements for bibliographic records emanato dall'IFLA nel 1998(1) si inserisce nella linea che Michael Gorman ha chiamato Great Tradition nel messaggio rivolto a Seymour Lubetzky in occasione del festeggiamento dei cento anni dell'illustre bibliotecario di origine polacca tenuto all'UCLA il 18 aprile 1998, una tradizione che inizia dal 1839 con le 91 regole di Antonio Panizzi per il catalogo a stampa del British Museum (edito a partire dal 1841) e che prosegue con On the construction of catalogues of libraries, and their publication by means of separate, stereotyped titles, with rules and examples, pubblicate dalla Smithsonian Institution come draft nel 1852 e in veste definitiva nel 1853, redatte da Charles Coffin Jewett(2) e che si sviluppa e si consolida con Charles Ammi Cutter a cavallo fra Otto e Novecento. Nel 1941 Andrew D. Osborn pubblica The crisis in cataloging che delinea lo stato dell'arte della teoria e della pratica catalografica recente, con la divisione fra "legalisti" e "principisti" ("un codice deve richiamare i principi basilari o deve elencare una casistica vasta ed articolata?"), ed evidenzia il caos e la contraddizione nei codici di catalogazione statunitensi editi fino ad allora. Da questo contributo parte la ricostruzione della teoria catalografica su basi moderne che annovera Studies of descriptive cataloging. A report to the Librarian of Congress by the Director of the Processing Department, conosciuto come Report Henkle, del 1946 e i contributi di Seymour Lubetzky (Cataloguing. Rules and principles del 1953 e Code of cataloging rules del 1960), di Eva Verona (Literary unit versus bibliographical unit del 1959) e, in un filone a sé, i basilari studi di Shiyali Ramamrita Ranganathan, riflessioni che hanno il culmine nell'approvazione dei Principi di Parigi, pietra miliare nella storia della catalogazione, che segna un arrivo e insieme una partenza, zenith completato dall'IMCE di Copenaghen del 1969, l'Incontro internazionale di esperti di catalogazione, dalle cui risoluzioni scaturisce lo standard ISBD.

Negli anni successivi l'elaborazione teorica non viene meno, tuttavia la redazione degli standard ISBD a partire dal 1971 e dei nuovi codici di catalogazione nazionali fa prevalere gli aspetti normativi su quelli speculativi.

Fra ICCP e IMCE da una parte e FRBR dall'altra vi è Functions and objects of author and title cataloguing di Àkos Domanovszky, edito nel 1975,(3) testo che si pone in una via di mezzo fra il riferimento a principi e l'individuazione di requisiti funzionali; da una parte rispetta i principi e afferma che sono essenziali, dall'altra auspica una normativa "stringente" che non lasci adito ad interpretazioni individuali. Domanovszky afferma che il catalogo per autore ha una terza funzione, oltre alle due stabilite al punto 2.2 dei Principi di Parigi: ricostruire l'opus, l'oeuvre, l'opera completa di un autore. Il bibliotecario ungherese riprende l'importante distinzione operata da Lubetzky in Code of cataloging rules del 1960 fra libro ed opera su cui si basa la moderna concezione del catalogo quale strumento bibliografico e non solo quale lista di reperimento.(4) Domanovszky - protagonista della Conferenza di Parigi e collaboratore di Gorman all'indagine comparativa sul comportamento descrittivo delle principali agenzie bibliografiche nazionali commissionata dall'IMCE e che sta alla base della redazione delle ISBD - sposta l'obiettivo dai principi alla loro applicazione; con la terminologia di FRBR, possiamo dire che anticipa lo studio delle entità e degli attributi quali elementi costitutivi dell'oggetto della catalogazione.

FRBR è l'elaborazione teorica più originale dai Principi di Parigi di Parigi del 1961 e si presenta come perno per la costruzione di strumenti necessari alla revisione della normativa catalografica attualmente in vigore. FRBR è il "rapporto finale" di uno studio che delinea "con l'uso di termini chiaramente definiti, le funzioni svolte da un record bibliografico rispetto ai vari media, alle varie applicazioni ed ai vari bisogni dell'utente". Definisce il record un "aggregato di dati che è associato ad una entità descritta in un catalogo di biblioteca e in una bibliografia nazionale".(5) FRBR presenta un modello di record essenziale ed esauriente per le esigenze e le aspettative del lettore. Il modello tiene "conto dell'intero spettro di funzioni di un record bibliografico nella sua accezione più ampia",(6) ossia delle funzioni che riguardano gli elementi descrittivi, i punti di accesso (nome, titolo, soggetto, etc.), altri elementi organizzativi, quali gli schemi di classificazione, e le note. FRBR studia su basi nuove cosa debba fornire un record e quale sia il suo fine, in un ottica di economia dei costi e dei tempi di catalogazione e, al contempo, di garanzia di qualità.

FRBR elabora il modello concettuale utilizzando la metodologia tipica della progettazione delle basi di dati relazionali, tecnica che fornisce un approccio strutturato all'analisi dei requisiti dell'oggetto, facilita i processi di definizione dei termini di riferimento e permette di isolare gli oggetti chiave. La struttura relazionale dell'entità funge da cornice per determinare la rilevanza di ciascun attributo e di ciascuna relazione nella prospettiva degli obiettivi perseguiti dal lettore.

Se consideriamo che il pensiero catalografico si è incentrato in passato soprattutto sui principi, lo spostamento prospettico di FRBR sulla definizione dei requisiti funzionali del record è fortemente innovativo. L'ICCP del 1961, come sappiamo, stabilisce principi di catalogazione, scelta e forma dell'intestazione nel catalogo per autore, alla fine di un lungo "processo di decantazione".(7) FRBR del 1998 individua i requisiti funzionali del record, risultato di una ricerca sperimentale.

FRBR ripara la carenza di riflessione sulla descrizione da cui è nata l'elaborazione delle varie ISBD dalla fine degli anni Sessanta, lacuna denunciata più volte da Michael Gorman(8) e da Àkos Domanovszky,(9) e ribadita anche da studiosi italiani, ad esempio, alla giornata di studio Il futuro della descrizione bibliografica tenutosi a Firenze nel 1987(10) e da Diego Maltese in Introduzione critica alla descrizione catalografica del 1988,(11) e da Alfredo Serrai in numerosi suoi scritti.

Principi, funzioni (obiettivi), requisiti

Possiamo tracciare lo sviluppo della teoria catalografica in tre fasi:

  1. la formulazione di principi;
  2. l'individuazione di funzioni;
  3. la definizione di requisiti.

I principi sono teorici, le funzioni sono pragmatiche, i requisiti sono funzionali.

  1. I principi(12) sono orientati alla costruzione di norme catalografiche. La loro formulazione ha consentito di porre le basi della catalografia moderna, come i principi elaborati da Lubetzky per la costruzione degli accessi,(13) che hanno costituito la base delle decisioni assunte dall'ICCP.
  2. Le funzioni(14) - ad esempio, quelle stabilite da Charles A. Cutter nelle sue Rules for a dictionary catalogue del 1876,(15) da Shiyali Ramamrita Ranganathan in Classified catalogue code del 1934,(16) da Seymour Lubetzky in Code of cataloging rules del 1960 o da S. Michael Malinconico alla fine degli anni Settanta(17) - hanno lo scopo di connotare il catalogo come un insieme coerente, logico e sistematico di registrazioni di documenti. La funzione di localizzione (finding or location function) facilita il reperimento "di una particolare pubblicazione, ovvero di una particolare edizione di un'opera che si trova in biblioteca",(18) e la funzione di raggruppamento (gathering or collocation function) persegue l'obiettivo di riunire, collegare ed organizzare i record.
  3. I requisiti(19) sono gli elementi di funzionalità che permettono al catalogo di essere efficace; FRBR li definisce in relazione alle operazioni che gli utenti compiono quando ricercano informazioni in bibliografie nazionali e in cataloghi.(20)

È in base alle esigenze di trovare, identificare, selezionare ed ottenere che FRBR definisce i requisiti funzionali.(21)

ICCP, IMCE e FRBR: un cambio di filosofia

I principi e le funzioni riguardano l'intero, l'insieme del catalogo; i requisiti riguardano il particolare, il record; i principi sono generali, i requisiti sono specifici. L'obiettivo si focalizza sulla descrizione, sugli elementi che debbono costituire il record e, soprattutto, sulla qualità dei singoli componenti. Non si può parlare di catalogo di qualità senza dare indicazioni sulla creazione di record di qualità. FRBR smonta ogni singolo pezzo del record, lo analizza, lo descrive e lo rimonta in modo funzionale.

Tutto ciò non va confuso con un pragmatismo fine a se stesso; è un nuovo approccio scientifico. Da una visione di "buoni propositi generali" FRBR passa ad una visione che privilegia la concretezza del lavoro di valutazione, di definizione e di costruzione. Questa trasformazione prospettica, questo cambio di filosofia è reso possibile proprio grazie al successo internazionale dei Principi di Parigi e degli standard ISBD.

FRBR individua l'oggetto della catalogazione e lo analizza senza vincoli di principi e di norme catalografiche, senza preconcetti; studia l'oggetto per ciò che è e per la funzione che svolge; tende così ad individuare le caratteristiche assolute (nel senso etimologico di sciolte) dell'entità, a definire l'oggetto secondo gli elementi distintivi e funzionali al ricupero e li evidenzia uno ad uno; analizza la rispondenza delle notizie selezionate ai fini del reperimento dell'oggetto. FRBR non si occupa delle tecniche, bensì della filosofia della catalogazione, partendo dalla realtà oggettuale, all'interno di un quadro estremamente concreto. Si muove in una prospettiva antitetica rispetto a quella utilizzata per l'elaborazione dello standard ISBD, quando fu comparato il modo di descrivere i documenti praticato dalle principali agenzie bibliografiche nazionali, senza indagare sull'oggetto e sulle finalità della descrizione. È lo stesso Gorman al sopra ricordato incontro Il futuro della descrizione bibliografica ad affermare che "il programma ISBD non è sostenuto da nessun principio, perché era fondato su un'analisi pragmatica della pratica corrente, piuttosto che creato da una ricerca basata su principi scientifici o filosofici".(22)

Lo schema dello standard nasce ed è modellato sulle caratteristiche del libro e ne rimane fortemente condizionato nella struttura e nella terminologia. La redazione di ISBD(S) a metà anni Settanta impone la necessità di rivedere lo schema originario e di prevedere un'area in più, passando dalle sette iniziali alle otto attuali. Materiali relativamente recenti, come le risorse elettroniche, impongono riflessioni ulteriori, perché le loro caratteristiche esulano da quelle dei documenti tradizionali; ISBD(ER), ad esempio, comprime le caratteristiche che denotano le ER nella rigidità dello schema. Come è possibile che i requisiti minimi di sistema di una risorsa ad accesso locale e le modalità di lettura di una risorsa ad accesso remoto siano registrati in area 7, ovvero come è possibile che una notizia decisiva per la lettura della risorsa elettronica non abbia spazio nelle aree iniziali dello schema? Nonostante queste critiche, ISBD è uno dei pochi standard che abbia riscosso consenso universale e che sia stato assunto come base per la redazione di norme descrittive dai codici moderni. Gli aspetti positivi di ISBD sono innumerevoli, come aver riservato l'autonomia alla descrizione catalografica e aver contribuito in modo determinante al programma UBC (controllo bibliografico universale). FRBR è una evoluzione genetica di ISBD, che a sua volta ha le radici nel processo di standardizzazione avviato dall'ICCP.

In definitiva FRBR tenta di sviluppare il modello ripensandolo ad initio, senza filtri ed intermediazioni potenzialmente limitanti.

FRBR ricompone il record bibliografico nella sua unitarietà catalografica logica e strutturale. Negli anni Settanta è stata sottolineata la indipendenza fra descrizione e intestazione; della seconda se ne era occupata ICCP, della prima IMCE. Negli anni Novanta viene ricomposta l'unità concettuale fra descrizione e punto di accesso.

Audience

I Principi di Parigi e gli standard ISBD si rivolgono principalmente ad esperti e a rappresentanti di agenzie bibliografiche nazionali. FRBR considera interlocutori i lettori, i bibliotecari, gli editori, i distributori, i venditori al dettaglio, i fornitori e gli utenti di servizi di informazione. Il report, pertanto, riguarda l'ampio "raggio di applicazione" dei record "nel contesto degli acquisti o delle acquisizioni, della catalogazione, della gestione dell'inventario, della circolazione, del prestito e della conservazione così come delle informazioni bibliografiche e della ricerca. Come risultato, gli attributi e le relazioni identificati nello studio riflettono la varietà di uso che viene fatto delle informazioni bibliografiche e l'importanza per gli utenti degli aspetti, sia di contenuto sia di forma, dei materiali descritti nei record bibliografici".(23) FRBR sviluppa un approccio focalizzato su qualsiasi tipo di utente del record, dal ricercatore al commerciante, "in quanto si sforza di definire in modo sistematico quale informazione l'utente si aspetta di trovare in un record bibliografico e come quell'informazione viene utilizzata".(24)

Entità, attributi e relazioni

Dicevo prima che la novità di FRBR consiste nel tentativo di elaborare un modello concettuale che permetta di identificare entità, attributi di ciascuna entità e tipi di relazione tra entità.(25)

Le entità sono gli "oggetti chiave di interesse per chi usa i dati bibliografici" e rappresentano "i differenti aspetti degli interessi degli utenti per i prodotti del lavoro intellettuale o artistico".

Gli attributi dell'entità sono gli strumenti attraverso i quali gli utenti formulano "richieste e interpretano i risultati della ricerca bibliografica nel momento dell'interrogazione su una determinata entità".(26) Gli attributi sono divisi in due grandi categorie:

  1. gli attributi direttamente collegati all'entità;
  2. gli attributi esterni all'entità.

La prima categoria comprende gli aspetti formali che distinguono una manifestazione (p.e., la formulazione che compare sul frontespizio, sulla coperta o sul cofanetto di una pubblicazione a stampa). La seconda categoria comprende gli identificativi dell'entità (p.e., il numero del catalogo tematico di una composizione musicale) e le informazioni contestuali (p.e., il contesto politico in cui un'opera è stata concepita). La selezione degli attributi avviene sulla base dell'analisi del documento e dell'analisi degli elementi generalmente presenti nei record. FRBR assume quali fonti principali per l'analisi del record ISBD, GARE, GSARE e UNIMARC Manual, mentre ricupera i dati addizionali da AITIF categories for the description of works of art. FRBR prende in considerazione solo gli attributi per le entità persone, enti, concetto, oggetto, evento e luogo che, convenzionalmente, sono mostrati come parte del record, mentre esclude gli attributi addizionali, quelli che, ad esempio, sono tipici dei record di autorità.

Le relazioni sono strumenti che assistono l'utente "nell'esplorazione dell'universo rappresentato in una bibliografia, in un catalogo o in una base di dati bibliografica".(27) Un utente formula generalmente una richiesta utilizzando uno o più attributi dell'entità. Le relazioni che esistono nel record forniscono un'informazione addizionale che permette all'utente di costruire connessioni fra l'entità trovata ed entità correlate. FRBR analizza, esemplifica e commenta le relazioni fra opera, espressione, manifestazione e item,(28) ovvero fra testo originale e traduzione, fra opera musicale originale e interpretazioni (p.e., il rapporto fra le Variazioni Golberg di J.S. Bach e l'interpretazione di Glenn Gould registrata nel 1981 e, a sua volta, la registrazione in 33 1/3 rpm su disco in vinile del 1982 della CBS Records), le relazioni dell'entità autore personale e dell'entità ente, le relazioni relative al soggetto.(29) In particolare lo studio mette in relazione il modello concettuale e gli obiettivi perseguiti dall'utente (sintetizzati nei quattro termini trovare, identificare, selezionare e ottenere(30)) e attribuisce un valore relativo al rapporto che intercorre fra essi e gli attributi dell'entità. L'attributo titolo è essenziale per trovare un libro, così come per identificarlo e per selezionarlo, ma le coordinate geografiche hanno maggiore importanza del titolo nella selezione di una mappa.(31)

In definitiva FRBR parte dalla cosa, dall'oggetto d'interesse catalografico, e cerca di definire le caratteristiche per cui esso viene comunemente individuato sulla base delle entità che lo rappresentano, dei suoi attributi logici e delle relazioni che intercorrono fra entità ed attributi.

FRBR prende atto che nel tempo si sono consolidate consuetudini e sono state redatte norme catalografiche. Studia l'oggetto catalogabile e la sua rappresentazione, cercando di modificarlo sulle necessità del lettore. Se volessimo compiere un paragone potremmo dire: una ditta produce un'auto secondo principi affermati da tempo in base a studi meccanici ed estetici, la inserisce nella galleria del vento, dopodiché la modella sull'effetto ottenuto, rendendo la struttura più aerodinamica, più funzionale. Non solo, è come se una ditta desiderasse costruire un'auto di piccole dimensioni confortevole come un'auto di classe maggiore ad un costo più basso ed in un tempo minore rispetto a quelli necessari per produrre una utilitaria.

FRBR cerca di chiarire e di razionalizzare la funzione del record, tramite un migliore controllo, una maggiore funzionalità ed un più alto livello qualitativo.

Il Gruppo di lavoro ha voluto che il modello fosse indipendente da qualsiasi codice catalografico, ma, inevitabilmente, non ha potuto sottrarsi del tutto all'influenza della prassi corrente. Il modello, il quadro logico, aiuta indubbiamente la comprensione delle attuali convenzioni per la registrazione catalografica dei documenti e pone le basi per la futura elaborazione di nuovi strumenti di indicizzazione. Il modello, infatti, definisce le raccomandazioni che riguardano il livello minimo della registrazione nelle bibliografie nazionali, ma suo scopo finale è aiutare le agenzie che dovranno articolare in modo logico e coerente i concetti di base in future redazioni di standard e di codici. Il Gruppo di studio è ben consapevole dell'importanza di proseguire la ricerca con l'analisi dettagliata di vari aspetti ora solo annunciati, ad esempio, l'indicizzazione per autore e per soggetto della registrazione, la natura delle entità centrali nelle liste di autorità per soggetto, nei thesauri e negli schemi di classificazione, la nozione di serialità e la natura dinamica delle entità registrate in formati elettronici (o digitali).

A circa trenta anni dalla pubblicazione delle ISBD e a venticinque dalla pubblicazione di Functions and objects of author and title cataloguing, ovvero dalla pubblicazione dello standard descrittivo condiviso su scala internazionale e dalla critica teorica di Domanovszky ai Principi di Parigi, FRBR cerca, con la consapevolezza di oggi, di offrire un modello convincente per affrontare l'analisi del record in un contesto che presenta problemi nuovi posti da materiali nuovi, da tecnologie in continua evoluzione, da esigenze di ricerca variegate, dalla necessità di risparmiare sui costi e sui tempi di lavorazione.


1. Functional requirements for bibliographic records: final report / IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records ; approved by the Standing Committee of the IFLA Section on Cataloguing. - München : Saur, 1998.

2. On the construction of catalogues of libraries, and their publication by means of separate, stereotyped titles, with rules and examples. - Washington, D.C. : published by the Smithsonian Institution, 1853. - Edizione italiana: Della compilazione dei cataloghi per biblioteche e del modo di pubblicarli per mezzo di titoli separati stereotipati : regole e esempi / Charles C. Jewett ; a cura di Guido Biagi. - Rist. anastatica / introduzione di Mauro Guerrini. - Manziana (Roma) : Vecchiarelli, c1996. - Trad. di: On the construction of catalogues of libraries, and their publication by means of separate, stereotyped titles, with rules and examples. Washington, D.C. : published by the Smithsonian Institution, 1853. - Ripr. Facs. dell'ed.: Firenze : Sansoni, 1988.

3. Functions and objects of author and title cataloguing : a contribution to cataloguing theory / by Akós Domanovszky ; English text edited by Anthony Thomson. - München : Verlag Dokumentation, 1975.

4. L'organizzazione catalografica per autore tiene conto di tre realtà: 1. la pubblicazione; 2. le materializzazioni di una particolare opera; 3. le materializzazioni delle opere di un particolare autore. Il perseguimento della terza funzione implica l'analisi (chiamata comunemente spoglio) dei contributi pubblicati all'interno di una pubblicazione o editi come sue parti complementari o sussidiarie, ad esempio i saggi contenuti in un volume miscellaneo, in un periodico o in un documento allegato alla pubblicazione principale (p.e., un opuscolo, un disco sonoro, una carta geografica). Domanovszky non ritiene necessario redigere una nuova registrazione bibliografica per i contributi subordinati (analisi) e con ciò dà implicitamente un valore di funzionalità alla terza funzione del catalogo. Il requisito funzionale è il ricupero dell'opera.

5 FRBR, p. 7.

6. FRBR, p. 2.

7. Cfr. Elementi di catalogazione per autori : scelta e forma dell'intestazione / Diego Maltese. - p. 209-223. - In: Accademie e biblioteche d'Italia. - Roma, a. 34 = 17 n.s., n. 4 (luglio-ag. 1966).

8. Gorman ha rilevato cinque incongruenze. La prima è nella presenza nel titolo dell'aggettivo bibliografica, termine che privilegia il supporto cartaceo, mentre lo standard vorrebbe coprire tutti i media; la seconda è che, nelle ultime versioni, le ISBD specifiche (musica, seriali, ...) presentano una crescente ambiguità nel proporsi insieme come standard e come codice per il loro alto grado di dettaglio descrittivo; la terza riguarda un difetto di coordinamento con il MARC (MAchine Readable Cataloging); la quarta è un'accusa di astrattezza, individuata nella contrazione delle informazioni nella griglia preordinata, con privilegio dello schema sulle caratteristiche di ciascuna tipologia documentaria; la quinta, forse la più importante, è la mancanza di un'originaria riflessione teorica sui principi della descrizione.

9. Cfr. Il parente povero della catalogazione : la descrizione bibliografica dal Rapporto Henkle all'Incontro di Copenaghen / Rossella Dini. - Milano : Editrice bibliografica, 1985, p. 13, 16 e 19.

10. Il futuro della descrizione bibliografica : atti della giornata di studio, Firenze, 13 novembre 1987 / a cura di Mauro Guerrini. - Roma : AIB, 1988.

11. La necessità di procedere a una definizione dei principi riguarda anche il codice angloamericano, come ha ribadito Ralph W. Manning, attuale chair del Joint Steering Committee for Revision of AACR2, all'International Conference on the Principles and Future Development of AACR (titolo emblematico) di Toronto dell'ottobre 1997 e alla 64th IFLA Conference di Amsterdam dell'agosto 1998.

12. Principio.3.a "Concetto, affermazione, enunciato che forma uno dei fondamenti di una dottrina, di una scienza o di una disciplina, di un particolare sistema, o che, più semplicemente, sta alla base di un ragionamento, di una convinzione [...]. Con altro sign., principi, al plur., le basi, i presupposti e anche le nozioni generali su cui è costruito un sistema, una disciplina e sim.: principi di economia, di linguistica, ecc." (Da: Vocabolario della lingua italiana. - Roma : Istituto della Enciclopedia italiana, c1987).

13. Code of cataloging rules : author and title entry : an unfinished draft for a new edition of cataloging rules prepared for the Catalog Code Revision Committee / by Seymour Lubetzky ; with an explanatory commentary by Paul Dunkin. - Chicago : ALA, 1960, p. XII-XIII.

14. Funzione.1. "Attività svolta abitualmente o temporaneamente in vista di un determinato fine, per lo più considerata nel complesso di un sistema sociale, burocratico, ecc. [...]. Sotto l'aspetto giuridico, potere esercitato per un interesse puramente oggettivo o per l'interesse di altri soggetti" (Da: Vocabolario della lingua italiana. - Roma : Istituto della Enciclopedia italiana, c1987).

15. 1. mettere in grado una persona di trovare un libro di cui si conosca: a) l'autore; b) il titolo; c) il soggetto; 2. mostrare che cosa la biblioteca possiede: d) di un determinato autore; e) su un determinato soggetto; f) in un determinato genere letterario; 3. facilitare la scelta di un libro: g) attraverso la sua edizione (in senso bibliografico); h) attraverso la sua caratterizzazione (in senso letterario o topico).

16. Le funzioni del catalogo sono individuate dalle cinque leggi della biblioteconomia, quindi: 1. mostrare ad ogni lettore il documento di suo interesse; 2. assicurare ad ogni documento il proprio lettore; 3. far risparmiare tempo al lettore e al personale. Più specificamente (secondo un approccio cutteriano): 1. permettere di reperire un libro di cui sia noto; a) l'autore, o; b) il titolo, o; c) il soggetto; 2. mostrare quali libri la biblioteca possieda: d) di un dato autore; e) su un certo soggetto; f) di un particolare tipo di letteratura; 3. assistere nella scelta di un libro in relazione: g) alla sua edizione; h) alle sue particolari caratteristiche.

17. 1. Consentire la localizzazione fisica di un particolare, ben determinato oggetto; 2. collegare le singole manifestazioni di un'opera particolare (le sue traduzioni e edizioni, comprese quelle in formati diversi); 3. collegare tutte le opere che sono il prodotto di un singolo agente responsabile della loro creazione, ovvero le opere che hanno una origine comune; collegare tutte le opere che trattano di un soggetto comune, ovvero le opere che hanno un'intenzione comune. Malinconico sintetizza gli elementi che il catalogo assume come oggetto di indicizzazione: 1. il documento; 2. le manifestazioni dell'opera; 3. le opere che hanno una genesi comune.

18. Code of cataloging rules / Seymour Lubetzky, cit., p. ix.

19. Requisito s. m. [dal lat. Requisitum, neutro del part. pass. di requirere, "chiedere, esigere"] [...]. Qualità richiesta, dote o condizione necessaria per conseguire uno scopo. [...] quali sono i r. per l'ammissione a questo concorso? [...]. Più genericam., buona qualità, pregio: un giovane con molti requisiti (Da: Vocabolario della lingua italiana. - Roma : Istituto della Enciclopedia italiana, c1987).

20. Cfr. FRBR, 2.2, p. 8.

21. I requisiti sono definiti talvolta dalle stesse regole, ad esempio dalle norme di Cutter e da AACR2 1.0D a proposito dei livelli di descrizione.

22. Il futuro della descrizione bibliografica : atti della giornata di studio, Firenze, 13 novembre 1987, cit., p 162.

23. FRBR, p. 4.

24. FRBR, p. 3.

25. FRBR, p. 3.

26. FRBR, p. 30.

27. FRBR p. 56.

28. FRBR definisce opera, la creazione intellettuale o artistica originale; espressione, la realizzazione intellettuale o artistica di un'opera nella forma alfanumerica, musicale, coreografica, sonora, visiva, oggettuale, in movimento, etc. o qualsiasi combinazione di queste forme; manifestazione, l'oggettivazione fisica dell'espressione di un'opera; item, il singolo esemplare di una manifestazione.

29. Queste relazioni fra le entità (opera opera, manifestazione manifestazione, espressione espressione, opera espressione, opera manifestazione, espressione manifestazione) sono schematizzate in un ampio apparato di tabelle valutative e dimostrative da p. 63 a p. 96 del testo.

30. FRBR, tabelle delle pagine 88-96.

31. L'appendice A compie una ricognizione degli elementi che costituiscono ISBD, GARE, GSARE, li elenca e li confronta uno ad uno con l'ambito definito da ciascun attributo logico del modello. Ad esempio, il punto 1, Attributi dell'opera, sotto l'attributo logico Titolo dell'opera, elenca:

Sotto l'attributo logico Forma dell'opera, elenca:


Copyright AIB 2000-01-27, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Vanni Bertini
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