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SEMINARIO SU FRBR (Functional requirements for bibliographic records) - Firenze, 27-28 gennaio 2000

FRBR E LE BIBLIOGRAFIE NAZIONALI

di Antonia Ida Fontana
Direttrice della Biblioteca nazionale centrale di Firenze

Lo studio

Al Seminar on Bibliographic Records di Stoccolma del 1990 fu adottata, fra le altre, la risoluzione di affidare a un gruppo di esperti internazionali uno studio diretto a definire i requisiti funzionali dei record bibliografici. Obiettivo dello studio era quello di delineare le funzioni svolte da un record bibliografico, cioè "su cosa un record bibliografico debba fornire informazioni e su quale sia il suo fine, in termini di risposta ai bisogni dell'utente".

Il gruppo di studio aveva anche un secondo compito, non meno rilevante, cioè raccomandare un livello di dati di base per i record creati dalle agenzie bibliografiche nazionali.

Cercherò con questo intervento di fare una lettura dello studio e qualche riflessione alla luce delle raccomandazioni.

Il primo punto rilevante è la metodologia adottata: è stata scelta la tecnica di analisi utilizzata per la costruzione di basi dati relazionali, cioè la definizione astratta di entità e relazioni a cui si aggiungono gli attributi di ciascuna entità. La scelta del linguaggio di comunicazione è significativa anche se gli autori sottolineano che essa non è finalizzata alla costruzione di basi dati bibliografiche automatizzate. Di fatto ormai i bibliotecari sono abituati a questo tipo di rappresentazione dei dati che evidenzia lo spezzettamento del record bibliografico necessario per la sua archiviazione elettronica. Quasi un parallelo fra il linguaggio MARC e la relativa archiviazione lineare adottata per tanti anni dalle biblioteche di tutto il mondo.

I bibliotecari italiani hanno iniziato a familiarizzare con i termini di entità e relazioni, anzi legami, fin dalla nascita di SBN e anche la Bibliografia nazionale italiana, ultimamente, ha deciso di archiviare e storicizzare i suoi record su una base dati relazionale pur mantenendo la tecnica di derivazione da SBN e i formati tradizionali di uscita, UNIMARC compreso.

Un punto rilevante e innovativo dello studio è la definizione delle categorie di utenti del record bibliografico e di conseguenza degli scopi a cui questo deve rispondere. Non sono più solo gli utenti e il personale della biblioteca i destinatari del lavoro del catalogatore, ma anche editori, distributori, venditori al dettaglio, intermediari nel settore delle informazioni, curatori di diritti sulla proprietà, ecc. Inoltre, con la visibilità dei record bibliografici su Internet, il numero delle persone e delle istituzioni pubbliche e private che utilizzano le informazioni è sempre più vasto e sempre più vario. Lo studio definisce questa varietà "fornitori ed utenti di servizi di informazioni al di fuori del contesto biblioteca". E' necessario, per noi che produciamo la Bibliografia nazionale, fare una riflessione sulla rispondenza del nostro lavoro a queste nuove esigenze in termini di copertura, tempestività e costi.

Un altro punto dello studio che merita approvazione oltre che attenzione, è la definizione delle funzioni che l'utente esercita in relazione all'entità a cui è interessato o, in altre parole, quali sono le esigenze che l'utente vuole soddisfatte. Le quattro funzioni definite: trovare, identificare, selezionare, ottenere, sono una sintesi degli usi che più comunemente l'utente fa dei dati.

Il modello entità-relazioni sviluppato nella parte iniziale dello studio, associato alle quattro categorie definite come funzioni/utente consente di sviluppare tutta la parte degli attributi, cioè l'insieme delle caratteristiche delle entità. Gli attributi sono infatti gli strumenti che utilizzano gli utenti per formulare le loro interrogazioni, per identificare, fra le notizie trovate, quella di interesse, per accedere all'informazione trovata.

In sostanza si pone l'accento sul fatto che tutti gli elementi inseriti in un record bibliografico sono funzionali alle esigenze dell'utente e questo fatto costringe a un ripensamento delle regole e dei comportamenti nazionali e internazionali fin qui seguiti.

La Bibliografia nazionale italiana e i Functional requirements for bibliographic records

Il punto 2.1 dei Requirements (Obiettivi dello studio) riporta come secondo obiettivo quello di "raccomandare un livello base di funzionalità per record creati dalle Agenzie bibliografiche". L'orientamento della Bibliografia nazionale italiana a partire dal 1994 è in realtà indirizzato in questo senso. Innanzi tutto la decisione di produrre serie separate di BNI (Monografie, Periodici, Libri per ragazzi, Tesi di dottorato) e un, sia pure limitato, servizio di annunci di prossima pubblicazione, è stata conseguente alla considerazione di base di fornire record funzionali. Funzionali, fin dall'origine, agli utenti destinatari: Libri per ragazzi e Tesi di dottorato sono state disegnate tenendo in conto proprio le loro esigenze e, pur trattando monografie, hanno una configurazione diversa da quella della serie maggiore Monografie, applicando livelli di descrizione personalizzati. In secondo luogo la produzione di queste serie ha voluto considerare anche l'aspetto economico della relativa catalogazione.

Inoltre la stessa presentazione degli indici di tutte le serie punta al recupero non solo degli autori e dei titoli propri, ma anche di titoli paralleli, titoli varianti, titoli di collezione, indici per soggetti, indici per materia (tesi di dottorato), indici per generi e ISBN (libri per ragazzi). L'orientamento della BNI a pensare non solo e non tanto a confezionare esclusivamente notizie catalografiche, ma anche a produrle in forma funzionale a un'ampia gamma di utenti, quelli raccomandati dai Requirements, si è andato rafforzando nel tempo. Del resto basterebbe arricchire le descrizioni degli indici dei fascicoli con la formulazione di edizione e con le note tipografiche per rappresentare quella forma minimale del record che lo studio ora raccomanda.

Una strada già aperta, certamente da ampliare e perfezionare, ma la consapevolezza di avere già da tempo individuato come obiettivo irrinunciabile della Bibliografia quello di una maggiore e migliore funzionalità, rimane per la stessa BNI un impegno da perseguire via via in forme nuove, pur nella coscienza dei limiti e delle carenze dell'attuale legge sul deposito obbligatorio. La BNI nel corso di questo anno intende preparare e ufficializzare tabelle puntuali da usare per la descrizione dei vari suoi documenti, tabelle che comprendano, logicamente, livelli diversi di completezza delle informazioni. L'intento è infatti quello di applicare livelli diversi di trattamento catalografico.

L'ampliamento della copertura che si vuole realizzare, metterà in pratica i suggerimenti dei Requirements per arrivare a garantire pure un minor costo delle operazioni.

La drastica scelta operata dalla Bibliografia nazionale inglese fin dal 1989 di ridurre il livello di descrizione di circa il 50% delle notizie e, contemporaneamente, di contenere i costi è stata una decisione di tutto rispetto per gli utenti; decisione da prendere in considerazione. Del resto, a margine, va fatta anche la riflessione che gli OPAC, ormai praticati in modo diffuso, permettono di raggiungere certe informazioni indipendentemente dall'intervento del catalogatore.

E' un traguardo da perseguire, da parte della BNI, anche un'accettabile tempestività e, su altro versante, la regolare produzione di CD ROM da cui catturare le notizie o in cui gli utenti possano navigare con soddisfazione.

In generale, lo confermo, là dove l'applicazione non turbi la capacità d'informazione del dato si dovranno tenere in conto livelli diversi di catalogazione. Il tutto all'interno di quelle raccomandazioni emerse dalla Conferenza internazionale sui servizi bibliografici (Copenaghen, 1998), approvate nel 1999 dal Comitato scientifico dell'IFLA, che riconoscono l'importanza della Bibliografia nazionale come strumento principale per assicurare la registrazione completa del patrimonio nazionale e che affermano, per la stessa, la possibilità di lavorare in cooperazione con altre agenzie, conservando la responsabilità del coordinamento e della produzione degli standard di catalogazione.

Dunque: applicazione da parte della BNI dei suggerimenti dei Requirements, ma applicazione all'interno delle due ultime raccomandazioni IFLA. Nella situazione attuale si pone, di conseguenza, una riflessione sul rapporto BNI/SBN.

BNI e SBN

La raccomandazione IFLA ricordata sostiene la possibilità di lavorare in cooperazione. Al riguardo va detto che durante i lavori della 2. Conferenza sulle bibliografie nazionali, sempre a Copenaghen nel novembre 1998, è stato particolarmente apprezzato il tipo di organizzazione di SBN, citato come modello da imitare.

In SBN, allora, stando all'ottica della raccomandazione IFLA, la Nazionale di Firenze si configura come agenzia per la produzione della BNI.

Ne consegue che la connessione BNI/SBN oltre che essere salvaguardata va impostata, necessariamente, come rapporto e situazione che non appesantisca il lavoro della Bibliografia. Senza entrare nel merito di disanime noiose o spicciole è davvero ormai irrinunciabile - dopo sei anni di apertura dell'Indice - una puntualizzazione pragmatica dei problemi, una riorganizzazione del rapporto. Rapporto che, è indubbio, riceverà a favore della BNI un ausilio notevole dalla riscrittura da parte della BNCF dell'archivio UNIMARC. Ma le condizioni di fondo da considerare sono almeno tre: riconoscere la funzione di controllo dei record BNI e beneficiarne; orientare la catalogazione SBN a criteri di economicità, perseguendo una drastica riduzione dei costi; consentire e favorire le personalizzazioni indispensabili per i singoli poli interessati a soddisfare proprie necessità, ma senza che queste vadano obbligatoriamente condivise da parte di tutti i partner.

Dunque:

  1. riconoscere la funzione di controllo della BNI e beneficiarne. L'idea originaria del suo ingresso in SBN successivamente all'edizione della Bibliografia, ribaltata in seguito per giuste considerazioni del momento (il 1985), va ripresa, ripensata e rimodellata rispetto alle esigenze attuali, ad esempio contrassegnando fin dall'inizio i record che saranno inseriti nella BNI;
  2. orientare l'attività di catalogazione a criteri di economicità, riducendone drasticamente i costi. Non si può certo affermare che questa sia la pratica applicata generalmente dai poli. Basterebbe riferirsi alle raccomandazioni, disattese, fatte dall'Istituto centrale per il catalogo unico, ad esempio di non toccare i dati SBL, a motivo del pesante aggravio per la BNI costretta a intervenire di nuovo record per record per inserire manualmente il numero standard eliminato dall'Indice a seguito dell'intervento; basterebbe riferirsi al fatto che si toccano, spesso non a proposito, i record BNI, quando l'ICCU raccomanda l'uso della posta elettronica o del fax per segnalare o suggerire alla Bibliografia aggiustamenti o modifiche alle sue notizie. Al riguardo va sottolineato come il costo del singolo dato subisce continue lievitazioni verso l'alto a causa dell'andare e venire sulla medesima notizia, che non di rado la BNI deve ricondurre alla situazione iniziale.
    Certamente per le due biblioteche nazionali centrali la quantità di segnalazioni, allineamenti e proposte che ricevono quotidianamente non è sostenibile e il disallineamento tra il posseduto e il catalogo di polo è preoccupante perché ingestibile. E' la situazione stessa che non è accettabile poiché antieconomica e improduttiva al massimo. Va individuata una soluzione che limiti gli interventi di correzione. La collaborazione presuppone condivisione dei problemi e chiarezza nei comportamenti e nei movimenti.
    La BNCF intende continuare a produrre la Bibliografia da SBN, ma è consapevole che un programma diverso e apposito porterebbe a risultati più soddisfacenti;
  3. favorire le personalizzazioni indispensabili per i poli e riservare all'Indice comune l'originaria funzione di localizzazione dei documenti e di banca per il programma di document delivery. Anche su questo tema è opportuno fare una riflessione appropriata.

Concludo l'intervento tornando ancora ai Requirements, al punto 2.1, raccomandando agli enti responsabili o coinvolti in SBN di volgere la propria attenzione e partecipazione - a qualunque titolo avvenga - per perseguire un reale livello di funzionalità dei record bibliografici.

Al riguardo, mi è gradita l'occasione di annunciare che nei prossimi mesi, all'interno del progetto ICCU "Valorizzazione dell'Indice SBN", sarà avviato un esperimento di miglioramento dei servizi bibliografici nazionali, che coinvolgerà sette poli. In particolare, sotto la responsabilità di personale della Nazionale di Firenze, i responsabili dei poli saranno direttamente coinvolti per costituire un primo nucleo per la produzione in SBN di record bibliografici di qualità, utilizzabili, in maniera più economica e conveniente di quella attuale, anche dalla BNI.

Il progetto, sottoscritto dalla Direzione generale dell'Ufficio centrale per i beni librari, avrà la durata di un mese, cui seguiranno undici mesi di monitoraggio. Se i risultati saranno soddisfacenti, l'esperimento proseguirà con altri poli.

Sono certa non solo dell'importanza dell'iniziativa ma anche del notevole beneficio che una collaborazione pratica tra i poli e la BNI porterà a tutti i partner del Servizio Bibliotecario Nazionale.


Copyright AIB 2000-01-27, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Vanni Bertini
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/frbr/fontana.htm


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