AIB. Sezione Toscana. Convegni
SEMINARIO SU FRBR (Functional requirements for bibliographic records) - Firenze, 27-28 gennaio 2000
di John D. Byrum, Olivia M.A. Madison
traduzione italiana di Leda Bultrini
L'International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA) ha promosso per lungo tempo standard internazionali mediante il suo Programma UBCIM e i programmi e le attività dell'IFLA Division of Bibliographic Control e i suoi tre comitati. I risultati principali nel corso degli anni sono stati vari, seri ripensamenti della teoria e della pratica della catalogazione.
Lo studio di cui ci occupiamo questa mattina è parte di un'orgogliosa tradizione che risale al 1961 e ora ci conduce attraverso gli albori del 21. secolo(1) . Come molti di voi ricorderanno, la prima iniziativa importante dell'IFLA riguardo il controllo bibliografico internazionale ebbe luogo nel 1961 in una conferenza internazionale tenutasi a Parigi, nel corso della quale fu approvato un complesso di principi di catalogazione, ora noto come Principi di Parigi. Nel 1969 si tenne a Copenaghen un'altra conferenza importante promossa dall'IFLA, il cui scopo era lavorare ad una risoluzione che fissasse degli standard internazionali per la forma e il contenuto delle descrizioni bibliografiche. I risultati di questa risoluzione di vasta portata sono stati l'International Standard Bibliographic Description for Monographic Publications, pubblicato per la prima volta nel 1971, e gli standard che sono seguiti per tutti i formati. Nel 1977 si tenne a Parigi l'International Congress on National Bibliographies, che richiese degli standard per le bibliografie nazionali a stampa. I partecipanti al congresso raccomandarono anche che si facesse uno sforzo maggiore a livello nazionale e internazionale per assicurare la compatibilità fra i formati di scambio bibliografico delle comunità delle biblioteche e dell'informazione e l'istituzione di centri ISDS. Un altro evento di rilievo ha avuto luogo nel 1977 quando lo Standing Committee dell'IFLA Section on Cataloguing ha approvato il rapporto conclusiovo di uno studio sui requisiti funzionali delle registrazioni bibliografiche. Il rapporto conteneva una serie di raccomandazioni che potrebbero avere conseguenze di vasta portata sugli standard per il controllo bibliografico internazionale.
La genesi dello studio dell'IFLA si è sviluppato a partire da una serie di raccomandazioni che hanno avuto origine dalle deliberazioni di un autorevole seminario sul controllo bibliografico tenutosi nell'agosto del 1990 a Stoccolma. Portò a questo seminario dell'IFLA condusse un contesto cambiato in maniera radicale, un contesto che operava all'interno dei confini di sistemi automatici per la creazione, l'elaborazione e l'accesso alle registrazioni catalografiche leggibili dalla macchina. Questo contesto si è rapidamente evoluto in quello di basi di dati condivise e cataloghi in linea e caratterizzato da costi di catalogazione aumentati e diminuiti in maniera difficilmente immaginabile due decenni prima.
Promossero il seminario l'IFLA UBCIM Programme e l'IFLA Division of Bibliographic Control. Dalle discussioni tenutesi nel seminario emersero visioni diverse del record bibliografico e delle funzioni da esso svolte, visioni che ponevano in potenziale conflitto due interessi sostenuti con forza. Un interesse era l'abbassamento degli alti costi legati al controllo bibliografico e di autorità. L'altro interesse era la conservazione e la crescita della qualità in reazione al crescente interesse nazionale per la condivisione dei dati bibliografici con una crescente enfasi sull'emergere di tecnologie che impattavano sulla natura dei materiali di biblioteca. Indipendentemente dalla grande varietà dei punti di vista dei partecipanti, tutti avvertivano che era necessario un riesame fondamentale della registrazine bibliografica, soprattutto per raggiungere un equilibrio fra questi punti di vista potenzialmente divergenti e soddisfare un ventaglio sempre più ampio di esigenze e aspettative degli utenti.
I partecipanti al seminario adottarono nove risoluzioni, una delle quali conduceva direttamente alla formazione di ciò che divenne lo studio Functional requirements for Bibliographic Records (FRBR). Quella risoluzione avanzava la richiesta di commissionare uno studio che definisse i requisiti funzionali delle registrazioni bibliografiche. Facendo seguito a questo seminario la Conference of directors of National Libraries (CDNL) e l'IFLA Division of Bibliographic Control espressero le stesse esigenze. L'una e l'altra ritennero che uno studio di questo tipo avrebbe rispecchiato un varietà di bisogni e richieste degli utenti , di forme del materiale in evoluzione e nuove e la natura in rapido mutamento dell'accesso elettronico. C'era, inoltre, reciproco interesse a che si riconoscesse che l'agenzia bibliografica nazionale dovesse assumersi la responsabilità di assicurare la registrazione del prodotto nazionale pubblicato in tutti i formati.
In risposta alle raccomandazioni del seminario, nel 1991 lo Standing Committee dell'IFLA Section of Cataloguing commissionò uno studio che definisse i requisiti funzionali delle registrazioni bibliografiche. Il gruppo di studio fu composto da sei membri del comitato (Olivia Madison presiedeva il gruppo e Jhon Byrum ne era membro), quattro esperti (alla fine del processo) che erano responsabili della prima stesura del rapporto, e tredici commentatori. Il compito del gruppo di lavoro era duplice e fu definito in un documento dal titolo Terms of reference for a study of the functional requirements for bibliographic records(2). Il primo compito era così descritto:
Lo scopo di questo studio è delineare in termini definiti con chiarezza le funzioni svolte dalla registrazione bibliografica relativamente ai diversi media, le diverse applicazioni e le diverse necessità dell'utente. Lo studio coprirà l'arco completo delle funzioni della registrazione bibliografica nel senso più vasto del termine, vale a dire che una registrazione comprende non solo elementi descrittivi ma anche punti di accesso (nome, titolo, soggetto, ecc.), altri elementi di organizzazione (classificazione ecc.) e annotazioni.
I termini di riferimento comprendevano un secondo mandato: raccomandare un livello base di funzionalità e dei requisiti base dei dati per le registrazioni create dalle agenzie bibliografiche nazionali. Si sperava che mediante l'accordo internazionale relativo i requisiti base dei dati il nucleo fondamentale di uno standard avrebbe consentito alle agenzie bibliografiche nazionali di ridurre i costi di catalogazione grazie ad una crescente condivisione dei dati bibliografici ed una potenziale riduzione dei dati meno importanti contenuti nelle registrazioni bibliografiche. Accordi di questo tipo avrebbero anche assicurato che le registrazioni prodotte delle agenzie bibliografiche nazionali incontrassero le necessità sostanziali degli utenti.
Lo studio doveva fondarsi sulle funzioni primarie che gli utenti svolgono quando usano le registrazioni bibliografiche e tenere conto di tutti i tipi di materiali ai quali possono essere interessati. L'intento era che avesse basi teoriche e facesse uso di tecniche di costruzione di modelli del tipo entità-relazione (E-R), evitando nel contempo ogni pregiudizio verso qualunque tipo di codice di catalogazione esistente. Il risultato dello studio fu un complesso di elementi raccomandati per i dati che una registrazione bibliografica nazionale avrebbe dovuto includere per svolgere le sue funzioni fondamentali.
Dopo quattro anni di deliberazioni, gli esperti Gruppo di studio stesero la bozza di un rapporto che nel 1996 fu sottoposto a revisione per sei mesi in tutto il mondo. La revisione tirò fuori quaranta risposte provenienti da sedici paesi. La maggior parte dei commenti riguardava l'organizzazione della bozza del rapporto, la definizione dei termini e le conclusioni relative ai requisiti per specifici tipi di materiali. La maggior parte dei revisori chiese un numero maggiore di esempi ad affiancare il testo allo scopo di chiarire definizioni e concetti. Il rapporto finale fu sottoposto allo Standing Committee dell'IFLA Section on Cataloguing in occasione della 63. conferenza generale dell'IFLA tenutasi a Copenaghen nel 1997. Lo Standing Committee approvò il rapporto all'unanimità e K. G. Saur pubblico successivamente, all'inizio del 1998, il rapporto finale come parte delle sue UBCIM Publications - New Series, vol. 19. Il rapporto finale è disponibile anche in formato elettronico su IFLANET <http://www.ifla.org/VII/s13/sc.htm>.
A partire dalla sua pubblicazione, FRBR ha ricevuto un riconoscimento internazionale positivo, con recente adesione alle sue raccomandazioni per il nucleo della registrazione bibliografica nazionale avvenuta nella International Conference on National Bibliographic Services (ICNBS) tenutasi a Copenaghen nel 1998. Un'altra misura dell'interesse che investe Functional Requirements sono i più di cento riferimenti a FRBR presenti in documenti disponibili in Internet.
FRBR è stato anche accuratamente studiato dallo European Library Automation Group (ELAG) in un seminario tenutosi durante la conferenza dell'ELAG del 1998 nella Koninklijke Bibliotheek de L'Aia. Scopo del seminario era proseguire la discussione in corso sulla modellizzazione bibliografica utilizzando il rapporto FRBR di recente pubblicazione. I partecipanti al seminario hanno presentato successivamente un documento sull'analisi svolta e le conclusioni del seminario nella 64. Conferenza generale dell'IFLA tenutasi ad Amsterdam e il documento, intitolato "User benefits froma a new bibliographic model: follow-up of the IFLA Functional Requirement Study" fu pubblicato più tardi in International Cataloguing and bibliographic Control(3). L'analisi concluse per un forte sostegno per la tecnica di modellizzazione a quattro livelli proposta da FRBR costituiti da opera, espressione, manifestazione, item, che sarà ampiamente discussa nel proseguo di questa presentazione. I partecipanti al seminario conclusero che il modello FRBR è "più facile da mantenere, ha una maggiore flessibilità di rappresentazione, si presta meglio essere oggetto di ricerca e può essere trattato con maggiore accuratezza secondo trattamenti definiti da norme. E' molto più in linea con i risultati dell'analisi delle risorse digitali, la cui integrazione con i materiali 'tradizionali' è oggi di grande importanza"(4). I partecipanti al seminario conclusero anche che la realizzazione bibliografica del modello a quattro livelli e la registrazione bibliografica nazionale base potevano servire ad abbassare i costi della catalogazione mediante la catalogazione partecipata a livello internazionale.
L'IFLA Section on Cataloguing ha continuato a promuovere lo studio e le sue raccomandazioni e il suo attuale piano d'azione ne fa esplicita menzione fra i suoi nove obiettivi:
Obiettivo 3: Promuovere lo studio Functional Requirements for Bibliographic Records (FRBR) e le sue raccomandazioni e intraprendere un'azione di promozione dello sviluppo di nuovi standard descrittivi e di standard per i punti di accesso e per lo sviluppo di un nuovo approccio all'universo bibliografico.
3.1 Continuare a seguire gruppi quali ELAG, il Joint Steering Committee for Revision of AACR e gruppi come i comitati per le norme di Germania, Russia ecc.
3.2 Mantenere la rappresentanza nell'IFLA working Group on Functional Requirement and Numbering for Authority Records (FRANAR) che estende FRBR alle registrazioni di autorità.
3.3 Promuovere in altri paesi il modello danese che vede l'insegnamento di FRBR nelle scuole di biblioteconomia
3.4 Lavorare con la Section on Bibliography per sviluppare una relazione per i direttori e i manager di biblioteca che spieghi FRBR.
Iniziative particolari connesse con alcune di queste azioni saranno trattate subito perche cominciamo prendendo in considerazione aree per uno studio ulteriore.
Aree per uno studio ulteriore
Quando FRBR fu fatto circolare per la revisione a livello mondiale, come avviene di solito per tutti i documenti importanti prodotti sotto l'egida della Section on Cataloguing, esperti di molti paesi presentarono, come si è detto, delle osservazioni. Anche se i documenti presentati furono molto utili al gruppo di studio per valutare FRBR e procedere ad un certo numero di interventi migliorativi, fu chiaro che almeno in alcuni casi non tutti avevano compreso l'ambito e gli obiettivi di FRBR. Di conseguenza il Gruppo di studio rese significativamente più accurata la spiegazione di cose FRBR si proponeva di ottenere ma aggiunse anche una sezione chiamata "aree per uno studio ulteriore". Questa sezione si proponeva di chiarire a che cosa FRBR non si rivolgeva, mentre introduceva concetti e argomenti cui potevano senz'altro dedicarsi in seguito altri. "Si spera ... che il modello stesso servirà come utile punto di partenza per una serie di studi interessanti per coloro che si occupano della definizione di codici di catalogazione e sistemi di supporto alla creazione, la gestione, e l'uso di dati bibliografici."(5)
Elencando altri potenziali oggetti di investigazione, FRBR menziona in primo luogo la possibilità di usare l'approccio del modello entità-relazione (E-R) per determinare gli elementi dei dati adatti alle registrazioni di autorità. Ci fa piacere riferire che l'IFLA ha in realtà deciso di avviare uno studio nell'area del controllo di autorità, che sarà descritto con maggiori dettagli tra breve. Inoltre FRBR menziona la "serialità" come altro argomento per un esame più dettagliato, soprattutto in relazione con risorse elettroniche dinamiche come le basi di dati collettive. Sarebbe particolarmente tempestivo giacché nella revisione di AACR2 e ISBD(S), l'una e l'altra attualmente in corso, c'è una grande attenzione ai problemi della descrizione di questo tipo di materiali digitali.
Gli autori di FRBR sottolineano anche la possibilità di applicare la metodologia di FRBR ai codici di catalogazione nazionale e in seguito nel corso della presentazione diremo dove questo sta accadendo. Tuttavia, possiamo riflettere qui se le Regole italiane di catalogazione per autori (RICA) risulterebbero un candidato possibile per uno studio di questo genere dal momento che questo codice esiste sin dal 1979, ben prima dell'avvento delle pubblicazioni elettroniche che sembrano richiedere uno studio sempre maggiore dal punto di vista bibliografico poiché si trasformano in pubblicazioni sempre più mutevoli. La responsabilità delle risorse elettroniche ad accesso remoto, per esempio, è il più impegnativo dei problemi di catalogazione oggi sul tappeto, come ha sottolineato Isa de Pinedo in un recente scritto su "Cataloguing Rules in Italy and Impact on the Exchange on Records"(6). Forse la Commissione permanente per la revisione delle RICA troverebbe la metodologia FRBR utile per indirizzare questa e altre questioni relative ai problemi della responsabilità. Come sottolinea FRBR: "I responsabili dello sviluppo dei codici di catalogazione nazionale potrebbero utili un adattamento del modello che riflettesse le "regole di lavoro" o principi operativi che si applicano all'interno del loro particolare contesto culturale e della loro tradizione bibliografica".(7)
Il riuso di registrazioni catalografiche diventa piuttosto complesso a livello internazionale. Facendo ancora riferimento al testo già citato di Isa de Pinedo, ci viene detto che in Italia "una percentuale di revisione superiore al 60-70% rende il riuso di record prodotti altrove non più vantaggioso della catalogazione originale". Degli studi in altre aree, per esempio in Germania, conferma il costo della copia della catalogazione fra tradizioni bibliografiche diverse. Ancora, il fatto che OCLC e RLG compilino entrambe grandi basi di dati internazionali e abbiano sottoscrittori in tutto il mondo rende ancora più imperativo oggi che venga fatto uno sforzo particolare in direzione dei problemi che fanno sì che il riuso scenda al disotto delle sue potenzialità rispetto al risparmio. Su questo tema FRBR stabilisce: "A livello internazionale l'applicazione del modello di attributi individuali e relazioni al modo particolare in cui i dati bibliografici sono usati potrebbe servire come utile struttura per una nuova valutazione delle convenzioni e degli standard di registrazione dei dati, con lo scopo di razionalizzare l'impegno speso nella 'normalizzazione' dei dati bibliografici"(8).
Un'altra area passibile di esplorazione è quella dei formati MARC usati per comunicare dati bibliografici, soprattutto se i codici di catalogazione cominciano ad allontanarsi dall'approccio per "classe di materiale" oggi così prevalente. Su questo soggetto FRBR stabilisce: "Si potrebbe compiere uno studio ulteriore sulle implicazioni pratiche della ristrutturazione dei formati dei record MARC che rifletta in maniera più diretta le relazioni gerarchiche e reciproche delineate nel modello. Un esame di questo tipo potrebbe offrire un nuovo approccio alla così detta pubblicazione 'a versioni multiple'". Il problema delle modalità di trattamento di pubblicazioni che appaiono in una varietà di formati è stato a lungo controverso, almeno nella comunità dei catalogatori secondo AACR. Malgrado gli sforzi considerevoli, la questione non è ancora risolta completamente con soddisfazione di tutti. Forse il rigore intellettuale e l'attenzione alle relazioni fra gli oggetti che caratterizzano FRBR potrebbero condurre il problema entro una prospettiva più chiara e aprire in questo modo la strada ad una soluzione che raccolga il consenso generale. Come ha sottolineato Tom Delsey, sviluppare un modello di questo genere per il record MARC nel suo insieme richiederebbe l'estensione dell'analisi al di là degli elementi dei dati che si ricavano dai codici di catalogazione: "La classificazione dei tipi di record e dei livelli bibliografici che sono inclusi nell'etichetta del record, la strutturazione e le interrelazioni dei campi di dati a lunghezza fissa e la struttura dei campi delle voci di collegamento sono parte integrante di una logica che è interna al MARC"(9).
Nel suo articolo "Versioni multiple rivisitate" Edgar Jones scrive: "Il modello entità-relazione in ... [FRBR] fornisce un meccanismo utile per riesaminare il problema delle versioni multiple nella catalogazione dei seriali"(10)Questo articolo prende in esame il problema cronico delle versioni multiple dal punto di vista del modello E-R, in particolare in quanto collegato con i documenti elettronici e giunge a conclusioni che potrebbero allarmare qualcuno: per risolvere la questione delle versioni multiple Mr Jones chiede "l'introduzione di classi o record che rappresentino non documenti fisici, ma piuttosto caratteristiche bibliografiche condivise da alcuni insiemi di documenti fisici (espressioni, opere) e l'abbandono di principi al centro assoluto della attuale catalogazione dei seriali (accessi successivi e descrizioni bibliografiche basate sul primo fascicolo consultato)"(11)
Delsey sostiene anche che "il passo logico successivo, dopo aver analizzato le regole di catalogazione e le strutture del formato MARC, consisterebbe nel prendere i modelli e usarli per esaminare le possibilità di migliorare la progettazione delle basi di dati"(12). Lo scopo sarebbe quello di valutare fino a che punto le nuove tecnologie potrebbero essere sfruttate per migliorare il modo in cui gestiano i dati dalla creazione fino al recupero in un ambiente in rete in linea. Questa applicazione potenziale è menzionata anche in FRBR.
FRBR richiama l'attenzione anche su altre applicazioni internazionali che potrebbero trarre beneficio dall'uso del modello E-R e delle raccomandazioni emerse dallo studio, in particolare il record bibliografico nazionale di livello base; alcune di queste applicazioni saranno descritte quando prenderemo in considerazione "Sviluppi attuali: l'impatto di FRBR sugli standard per i record bibliografici" alla conclusione di questa esposizione.
Riteniamo che la decisione di usare il modello entità relazione abbia determinato la forza dei risultati dello studio e l'accoglienza positiva generale a livello internazionale. Riteniamo, inoltre, che, combinando il modello E-R con il concetto delle modalità di uso che un utente potrebbe fare di un record, il modello e la metodologia dello studio possono essere estesi con facilità ad una serie di griglie analitiche. Griglie del genere potrebbero mettere alla prova e valutare nuove teorie bibliografiche come pure essere di supporto al riesame delle strutture usate per archiviare, presentare e comunicare dati bibliografici. Come con qualunque modello E-R, le entità sono il fondamento per l'analisi delle relazioni corrispondenti.
Questa parte della nostra esposizione sintetizza il modello e la metodologia dello studio FRBR. In primo luogo esamineremo le entità bibliografiche identificate, in particolare quelle entità che sono in correlate con i principi raccomandati per il record bibliografico nazionale di base. Dopo quell'esposizione, passeremo in rassegna i principi raccomandati per il record bibliografico nazionale di base e la metodologia E-R utilizzata nello studio. Prima di poter comprendere a pieno questi principi, bisognerebbe procedere allo studio delle definizioni fornite per una specifica categoria di entità, categoria alla quale lo studio fa riferimento come Gruppo 1 (entità di opera, espressione, manifestazione e item). Pertanto, esplorando i tre gruppi di entità di FRR, concentreremo la maggior parte delle nostre osservazioni relative a questa sezione sullo prima categoria delle entità.
Lo studio includeva tre categorie di entità, delle quali i gruppi due e tre esistono attraverso le loro relazioni con le entità del Gruppo 1.
Come si è detto prima, le entità del Gruppo 1 sono costituite da entità, di importanza cruciale per la comprensione dell'universo bibliografico. Alle entità del Gruppo 1 è dedicata la maggior parte delle decisioni del gruppo di lavoro, dei commenti formulati nel corso della revisione in tutto il mondo e delle discussioni e delle analisi che hanno fatto seguito alla pubblicazione dello studio. Queste entità coprono un area che va da un concetto astratto all'oggetto fisico che si può tenere in mano. Negli incontri dell'FRBR Study Group le decisioni avevano ad oggetto l'effettiva necessità di quattro entità, la necessità di questo livello astratto di dettaglio per la definizione delle funzioni del record bibliografico. In altre parole, per definire queste funzioni dovevano esserci tre o quattro entità? Quale livello di precisione bibliografica sarebbe stato necessario? Analizzate e discusse con attenzione le definizioni delle entità potenziali mediante l'uso di esempi, il gruppo di studio concluse che quattro livelli sarebbero stati necessari per rappresentare con accuratezza la complessità crescente dell'universo bibliografico. Di seguito c'è una breve descrizione delle entità del Gruppo 1 con esempi che mostrano il livello di chiarezza bibliografica che si ritenne necessario per questo modello.
A. Opera
L'opera è la distinta creazione artistica o intellettuale. E' un'entità astratta priva di oggetto materiale. L'opera viene riconosciuta attraverso singole realizzazioni o espressioni dell'opera, ma l'opera stessa esiste solo nella comunanza di contenuto esistente fra le varie espressioni dell'opera. L'opera ci consente di dare un nome e di tracciare delle relazioni con l'astratta creazione intellettuale o artistica. Quando parliamo di Sense and Sensibilità di Jane Austen in quanto opera, non ci riferiamo ad una specifica edizione o ad uno specifico testo; si tratta piuttosto di una creazione intellettuale.
Un interrogativo posto di frequente è: quando un'opera diventa un'opera nuova? Lo studio riconosce le difficoltà interne alla questione e fornisce una guida, ma stabilisce che "le convenzioni bibliografiche fissate dalle varie culture o dai vari gruppi nazionali possono differire per quel che riguarda i criteri usati per determinare i confini fra un'opera e l'altra"(13). Esempi quali testo corretto, aggiornamenti, sintesi, ampliamenti, traduzioni, parti aggiuntive o accompagnamento di una composizione musicale, versioni doppiate o sottotitolate di un film potrebbero essere considerate espressioni diverse di una stessa opera.
Esempi:
W1 Henry Gray's Anatomy of the human body E1 testo e illustrazioni della prima edizione E2 testo e illustrazioni della seconda edizione W2 La dolce vita [film] E1 la versione originale in lingua italiana E2 l'originale con il dialogo doppiato in francese E3 l'originale con sottotitoli in inglese
tuttavia, quando un'opera ha subito modifiche tali che ne risulta un grado significativo di lavoro intellettuale o artistico indipendente, dovrebbe essere considerata un'opera nuova. Queste opere nuove sono spesso il risultato di riscritture, serie riconsiderazioni di teorie o eventi storici, parodie, adattamenti per bambini, riassunti analitici, riassunti o adattamenti di un'opera da una forma letteraria ad un'altra (p.e. drammatizzazioni o adattamenti da una forma di arte visiva ad un'altra).
Esempi:
W1 Il dramma di William Shakespeare King Lear W2 Il romanzo di Jane Smiley, A Thousand Acres (trama basata su King Lear) W1 Il dramma di William Shakespeare,Hamlet W2 Il film di Franco Zeffirelli, Hamlet (1990) W3 Il film di Kenneth Branagh,Hamlet (1996)
L'opera in quanto entità fornisce la possibilità di nominare e tracciare le relazioni con la creazione intellettuale o artistica astratta che copre tutte le espressioni intellettuali dell'opera. L'opera consente anche la creazione di relazioni fra espressioni della stessa opera quando le relazioni dirette possono non essere appropriate. Inoltre, l'opera fornisce un percorso efficiente per raggruppare le espressioni interrelate.
B. L'espressione
L'espressione rappresenta la realizzazione intellettuale o artistica dell'opera. Essa include le parole specifiche, le frasi, i paragrafi, e così via, che sono il risultato della realizzazione o dell'espressione di un'opera e consente la distinzione, riguardo al contenuto intellettuale, fra una realizzazione e un'altra della stessa opera. Tuttavia, differenze nell'occhio o nell'impaginazione non costituiscono una nuova espressione. Vorremmo qui sottolineare che il concetto di copyright protegge l'espressione.
Come si è accennato indirettamente in precedenza, parlando dell'opera, la forma dell'espressione (p.e. da notazione alfanumerica a parola parlata) definisce espressioni diverse. Ancora, una traduzione da una lingua ad un'altra costituisce una nuova espressione. Lo studio stabilisce che qualunque cambiamento del contenuto artistico o intellettuale costituisce un cambiamento dell'espressione. Per esempio, una traduzione italiana del testo originale inglese dell'Ulysses di James Joyce rappresenta due espressioni della stessa opera [sic]. Come si è detto in precedenza in un esempio relativo ad un'opera, due diversi adattamenti per un film di Hamlet di Shakespeare costituiscono due diverse espressioni di un'opera. Ciascuno dei corrispondenti record bibliografici farebbe riferimento all'opera, ma non all'altro adattamento del film. Espressioni varianti, dovute ad una versione rivista di una versione precedente, anche in assenza di una dichiarazione esplicita, saranno descritte indirettamente mediante la registrazione della versione o edizione (p.e. 2. ed.) .
Definire l'espressione ci consente di:
La manifestazione rappresenta l'oggettivazione fisica di un'espressione di un'opera o, in altre parole, l'espressione che viene diffusa o pubblicata. La manifestazione rappresenta una vasta gamma di tutti gli oggetti fisici (o items) che presentano le stesse caratteristiche per quanto riguarda tanto il contenuto intellettuale quanto la forma fisica e permette al catalogatore di descrivere le caratteristiche comuni. In alcuni casi potrebbe esserci un solo esemplare fisico della manifestazione, come nel caso di un manoscritto o di un nastro magnetico originale, o in termini di conservazione, una copia di conservazione. In altri casi potrebbero esserci 2.000.000 di esemplari fisici o item di un'edizione a stampa di un editore o produttore, tutti questi esemplari fisici insieme rappresenterebbero una manifestazione.
Le differenze fra una manifestazione e un'altra sono basate sia sul contenuto intellettuale che sulla forma fisica e possono includere:
Un esempio dal catalogo di una biblioteca:
W Wolfgang Amadeus Mozart Symphonia N. 40 in Sol minore E Registrata dall' Orchestra da camera d'Europa sotto la direzione di sir George Solti a Francoforte, Germania nel giugno 1984 M1 Audiocassetta realizzata nel 1985 da London Records M2 Compact disc realizzato nel 1985 da London records
Lo scopo centrale della manifestazione è quello di consentire al catalogatore di nominare e descrivere l'insieme di item che deriva da una singola espressione e di descrivere le caratteristiche comuni alle copie che ne risultano. Questa descrizione include le caratteristiche fisiche e le caratteristiche relative a come identificare e acquisire una copia della manifestazione.
L'item è un singolo esemplare di una manifestazione. Nella maggior parte dei casi l'item è un singolo oggetto fisico, ma potrebbe anche rappresentare l'articolo elettronico recuperato in Internet. E' l'oggetto fisico che si possiede o si vede in concreto in una biblioteca elettronica o virtuale. Di norma l'item condivide con la manifestazione le caratteristiche fisiche e intellettuali. Potrebbero, tuttavia, esserci dei casi in cui un item è costituito da più di una parte, come un insieme monografico in tre volumi o una copia in microforma pubblicata in due bobine. Inoltre gli item possono non condividere tutte le caratteristiche, un particolare item potrebbe aver perduto delle pagine, avere a margine annotazioni di un proprietario precedente o un autografo (p.e., due copie dello stesso libro, di cui una sola firmata dall'autore). E' bene notare che i requisiti dei dati a livello dell'item sono pertinenti solo al possessore reale dell'item, per esempio una singola biblioteca.
Definire l'item come un'entità consente al catalogatore di tracciare relazioni fra singole copie di una manifestazione. Per esempio, un sistema di biblioteche può avere due copie della stessa manifestazione, una nella biblioteca centrale e un'altra in una biblioteca decentrata.
In conclusione, L'FRBR Study Group ha definito le relazioni fra queste quattro entità in questa sequenza:
Nei termini delle entità discusse in precedenza, il Gruppo di studio ha analizzato poi le entità del Gruppo 1 in termini di compiti dell'utente, che il gruppo ha identificato come sempre richiesti per la navigazione di un utente nell'universo bibliografico, per la precisione: trovare, identificare, selezionare e ottenere. Ne è risultato che le seguenti funzioni dell'utente, correlate con le entità del Gruppo 1, sono state identificate come importanti per il record bibliografico nazionale di base. Si noti che non sono incluse nella lista le funzioni correlate con l'item, perché di norma i record bibliografici nazionali non rispecchiano i dati che attengono all'item. La funzione correlata all'ottenimento di un item è stata considerata di importanza cruciale per una singola biblioteca, ma non era pertinente alle raccomandazioni di base.
Come si è detto in precedenza, con qualunque modello E-R l'identificazione delle entità e delle opportune funzioni dell'utente costituiva i primi due gradini della metodologia FRBR. Dopo questi due gradini il Gruppo di studio ha identificato gli attributi associati con ciascuna entità (attraverso tutti i formati, e sia descrittivi che organizzativi) e le relazioni opportune fra le entità. Dopo il processo di identificazione degli attributi per ciascuna entità e delle relazioni appropriate fra le entità, Il Gruppo di studio ha assegnato un 'peso' relativo a ciascuno degli attributi e delle relazioni, basato sulle funzioni proprie dell'utente di trovare, identificare, selezionare o ottenere una particolare entità o gruppo di entità. E' stato un processo lungo e accurato e ha comportato il coinvolgimento di esperti degli specifici formati che fossero di aiuto nei processi di identificazione e valutazione. Risultato di quest'analisi è stato che tutti gli elementi e le relazioni valutati di grande o moderata importanza sono diventati elementi richiesti per il record bibliografico nazionale. Vorremmo ricordare che a livello nazionale o istituzionale questi valori potrebbero cambiare in maniera sostanziale per effetto della finalità e/o degli obiettivi di una certa raccolta di risorse.
Inoltre, le decisioni relative all'importanza di un certo attributo, come il titolo per un'opera, un'espressione o una manifestazione, variavano rispetto alle funzioni di recupero, identificazione e selezione e queste differenze sono riportate nelle tavole del rapporto finale che si trovano nel Capitolo 6 (User Tasks).
L'IFLA è stata a lungo interessata a promuovere l'internazionalizzazione del lavoro sull'autorità. Tom Delsey ha sintetizzato gli sforzi precedenti nel suo scritto "Authority Control in an International Context", pubblicato nel 1989. Delsey ha osservato che l'interesse dell'IFLA verso questo settore risale già ai principi di Parigi. Altri passi furono fatti nel 1963 con la pubblicazione di Name of persons, un lavoro che è stato aggiornato dall'IFLA Section on Cataloguing, e nel 1980 con la pubblicazione di Form and Structure of Corporate Headings(14). Come ha sottolineato Barbara Tillett "Tutte queste pubblicazioni riconoscevano le tradizioni nazionali relative a lingua, cultura e strutture sociali e cercavano di rispettare quelle relative alle convenzioni catalografiche"(15)
Tillett ci ricorda anche che l'IFLA ha istituito nel 1978 un Working Group on International Authority System che ha proposto un sistema per ottenere il controllo di autorità e scambiare dati relativi all'autorità su scala internazionale. "Il gruppo ha proposto una rete di basi dati nazionali di record di autorità con una struttura centrale per il controllo del sistema; per esempio, per gestire i collegamenti fra autorità correlate a partire da diversi centri nazionali e reindirizzare pacchetti di dati relativi all'autorità al centro nazionale competente."(16) Il Gruppo di lavoro ha preso anche in considerazione un International Standard Authority Data Number (ISADN), un numero standard per una voce di autorità che dovrebbe comparire in tutte le diverse registrazioni per fungere da identificativo. L'IFLA, tuttavia, ha scoperto ben presto, che realizzare una sistema di questo genere con le risorse e la tecnologia oggi disponibili sarebbe stato troppo costoso e troppo complesso.
Ciononostante, la necessità e il desiderio di una standardizzazione internazionale nell'area dei record di autorità e del controllo di autorità si sono mantenuti. A metà degli anni novanta l'IFLA ha riunito un altro gruppo di lavoro per esplorare le possibilità esistenti. Questo gruppo aveva l'incarico di formulare delle raccomandazioni relative ai record di autorità di livello minimo e a ISADN e ha completato il suo lavoro nel 1998. Il rapporto finale è disponibile su IFLANET a <http://www.ifla.org/VI/3/p1996-2/mlar.htm> (17)
Il compito principale di questo gruppo di lavoro era identificare degli elementi di base del record di autorità, definire ciascun elemento e formulare all'IFLA Permanent Committee for UNIMARC delle proposte in merito a quali fossero gli elementi da raccomandare per l'aggiunta al formato UNIMARC/Authorities. Il gruppo sottolineò quanto fosse importante "consentire il mantenimento delle differenze nazionali o fondate sulle norme nelle forme autorizzate per le intestazioni da usare nelle bibliografie nazionali e nei cataloghi di biblioteca, che soddisfano al meglio le necessità della lingua e della cultura degli utenti di una particolare istituzione".
Il gruppo di lavoro riteneva che l'uso di numeri di identificazione dei record, da includere nell'archivio di autorità di ciascuna agenzia, potesse essere utile a collegare forme correlate di intestazioni da un archivio di autorità all'altro. Pertanto, gli archivi di autorità delle agenzie nazionali dovrebbero essere accessibili in Internet mediante il protocollo Z39.50. "In questo contesto, il recupero verrebbe significativamente potenziato dall'uso di meccanismi numerici di collegamento fra i record di autorità associati creati dalle varie agenzie, tanto numeri di record del sistema locale che un International Standard Authority Data Number (ISADN) per l'entità, come era stato suggerito dall'IFLA negli anni Settanta". Su questo punto Isa de Pinedo, nell'intervento già citato, sosteneva: "Questo strumento [un numero unico di identificazione, parte di un sistema di numerazione locale, nazionale o internazionale] dovrebbe essere accettato e disponibile in tutto il mondo, dal momento che attraverso questo numero la stessa entità sarebbe cercata, presentata e riutilizzata nella forma che si adatta meglio alle necessità normative di una biblioteca e alle abitudini dei suoi utenti"(18)
Il rapporto finale del gruppo di lavoro si esprimeva anche sulle possibilità di cooperazione con i produttori di record analoghi della comunità degli archivi e dell'editoria, come pure delle associazioni e di altre organizzazioni che conservano basi dati di membri e titolari di diritti d'autore a fini di percezione dei diritti.
Fino ad ora il lavoro dell'IFLA nell'area del controllo di autorità è andata avanti senza usufruire dei vantaggi della tecnica di analisi entità-relazione orientata agli oggetti descritta in Functional Requirements for Bibliographic Records. Tuttavia, in FRBR, gli autori stabiliscono con chiarezza che:
il modello sviluppato per lo studio non copre il vasto ambito degli attributi e delle relazioni normalmente rispecchiati dalle registrazioni di autorità. Il modello definisce le entità che sono il focus delle registrazioni di autorità ... e delinea le relazioni fra quelle entità e le entità descritte nel record bibliografico per se stesso. Il modello definisce anche gli attributi di quelle entità nella misura in cui tali attributi sono rispecchiati in maniera tipica nel record bibliografico. Ma non analizza i dati aggiuntivi che di norma vengono riportati in un record di autorità ne' le relazioni fra quelle entità che sono in genere rispecchiate dall'apparato sindetico del catalogo ... Ciononostante, il gruppo di studio riconosce la necessità di estendere in futuro il modello in modo da trattare i dati relativi alle autorità.(19)
Poiché il rapporto del Working Group on Minimal Level Authority Record and ISADN non è stato considerato del tutto soddisfacente, soprattutto per la sua mancanza di attenzione alle necessità della numerazione standard internazionale, sono continuate le richieste di un lavoro ulteriore in questo settore. Nel corso di un seminario su "The function of bibliographic control in the global information infrastructure" (giugno 1998), i partecipanti si sono trovati d'accordo sul fatto che: "Bisognerebbe intraprendere una revisione di UNIMARC/Authorities [come pure] lo sviluppo di veicoli coerenti e duraturi di scambio internazionale dei dati di autorità e tornare a prendere in considerazione un sistema di numerazione sul tipo dell'ISADN". L'International Conference on National Bibliographic Services del 1998 ha anche affermato che "Le agenzie bibliografiche nazionali dovrebbero ...sviluppare e promuovere standard, linee guida e metodi per il controllo di autorità in modo da facilitare lo scambio internazionale di dati relativi alle autorità"
Nell'aprile del 1999 L'IFLA Division of Bibliographic Control ha, pertanto, istituito il Working Group on Functional Requirements and Numbering for Authority Records (FRANAR), presieduto da Françoise Bourdon della Bibliothèque nationale de France. Questo gruppo ha concordato su tre obiettivi principali:
Il FRANAR working Group ha una vasta rappresentanza internazionale, comprendendo esperti provenienti da Croazia, Inghilterra, Germania e Russia.
Questo gruppo di lavoro ha tenuto la sua prima riunione in coincidenza con l'IFLA Conference del 1999. Nella riunione sono stati assegnati incarichi da portare a termini per il secondo incontro nella primavera o nell'estate del 2000. Questi incarichi comprendono: l'adozione del modello entità-relazione per i requisiti funzionali; la raccolta di informazioni relative ai vari sistemi di numerazione; la valutazione dell'utilità di questi numeri. Il presidente sta preparando anche una bibliografia annotata degli studi e dei rapporti significativi, ad uso del gruppo; inoltre, farà una sintesi del lavoro presentato dai membri del gruppo; oltre a ciò, sarà a disposizione del FRANAR Working Group Tom Delsey, uno degli architetti dello studio FRBR.
Nel settembre del 1999, la British Library, la Library Association e la Book Industry Communication si sono riunite in un seminario su "Cataloguing Standards and Metadata for E-Commerce: Converging Goals and Emerging Opportunities for Cross-sector Cooperation". (Per uno schema dei diario dei lavori e l'accesso alle diapositive preparate dai partecipanti, si veda <http://www.bl.uk/information/news/seminar.html>) (20).
A questo seminario hanno partecipato sia Delsey che Bourdon. Un risultato del seminario è stata la costituzione di un Joint Interim Committee, istituito dai membri dell'INDECS per esaminare il progetto FRANAR. Nella sua assemblea plenaria tenutasi a novembre, il Consortium of European Research Libraries (CERL) è stato anch'esso concorde sul prendere in esame il progetto FRANAR. Sebbene questo progetto sia ancora in formazione e il suo completamento possa richiedere ancora molto tempo , la professione dovrebbe prestare un'estrema attenzione alle sue finalità e al suo avanzamento, considerata l'importanza che l'argomento ricopre per il controllo bibliografico e anche l'uso che sta facendo delle tecniche di modellizzazione E-R.
Un prodotto essenziale dello studio FRBR è stata l'individuazione di relazioni di fondamentale importanza e del loro modo di operare fra entità del Gruppo 1, opera, espressione, manifestazione e item, così come i collegamenti fra le entità del Gruppo 1 e quelle che si trovano nei Gruppi 2 e 3. In questa sezione prenderemo in considerazione l'importanza delle relazioni all'interno dell'universo bibliografico e per FRBR e quindi passeremo in rassegna le relazioni all'interno dei tre gruppi e fra le entità ad essi appartenenti.
Le relazioni sono usate per fornire collegamenti fra un'entità e un'altra e in questo modo aiutare gli utenti a navigare nell'universo bibliografico - sia esso nazionale o internazionale - o all'interno di un catalogo locale o di una bibliografia o di una base dati condivisa. Questi collegamenti in genere consentono all'utente di formulare l'interrogazione per un ricerca utilizzando uno o più attributi dell'entità (punti di accesso) oppure servono ad illustrare una relazione con un'altra entità, ma senza necessariamente fornire un collegamento. In altri termini: le relazioni consentono (idealmente) all'utente di individuare, mediante una ricerca, tutte le opere di un certo autore, tutti i libri pubblicati in una certa serie di monografie, tutti gli atti di congressi di una certa società, tutti i materiali (indipendentemente dalla loro forma) che trattano un certo soggetto, ecc.
Il gruppo di studio ha esaminato una grande varietà di relazioni potenziali all'interno delle funzioni recuperare, identificare, selezionare e ottenere. Tutto questo costituisce una parte essenziale dello studio, poiché le relazioni sono state "esaminate nel contesto delle entità definite per il modello, vale a dire che sono analizzate in maniera specifica come relazioni che operano fra un'opera e un'altra, fra un'espressione e un'altra, fra una manifestazione e un item, ecc."(21). Le relazioni sono, inoltre, essenziali per documentare nel record bibliografico nazionale, per esempio, la relazione che il creatore ha con l'opera o l'editore con la manifestazione.
Per il catalogatore la chiave standard per creare relazioni fra opere, espressioni e manifestazioni è data dall'uso, da parte di editori o autori, di termini come "traduzione di...", "basato su...", "continuazione di...". Queste relazioni sono descritte spesso all'interno di indicazioni di serie o in note ed elementi organizzativi forniscono l'accesso agli elementi descrittivi.
Ci sono, invece, situazioni in cui la relazione non può essere descritta con precisione e deve bastare una nota generale (p.e., basati sul precedente componimento poetico di Edgar Allan Poe) e non ci sono collegamenti con un'opera o un'espressione. Questa situazione contrasta con quelle in cui viene individuata e registrata una relazione precisa fra un'espressione e un'opera (basato su "The Raven" di Edgar Allan Poe).
Esempio delle relazioni continue fra tutte le entità del Gruppo 1:
W Tosca di Giacomo Puccini E1 Opera registrata nel 1953 alla Scala, Milano, Italia M1 Audiocassetta, realizzata nel 1984 dalla EMI I1 Audiocassetta conservata in Music Library I2 Audiocassetta conservata in Music Library M2 Compact disc, realizzato nel 1984 dalla EMI I1 Compact disc conservato in Music Library E2 Opera registrata su nastro durante le esecuzioni fatte il 20 e 27 marzo al Metropolitan Opera, New York City, New York M1 Videocassetta realizzata nel 1985 da Bel Canto Home Video I1 Videocassetta conservata in Music Library
Per concludere questa sezione, vorremmo citare direttamente il rapporto finale:
Bisognerebbe osservare che, sebbene le relazioni fra opera, espressione, manifestazione e item siano raffigurate in un diagramma entità-relazione in maniera segmentata, esse operano in una catena continua. Vale a dire che le relazioni che legano un'opera ad un'espressione si realizzano attraverso la relazione che lega l'espressione alla manifestazione e quelle due relazioni, conseguentemente, si realizzano attraverso la relazione che lega la manifestazione all'item. Pertanto, quando si stabilisce una relazione fra un'espressione e una manifestazione che concretizza l'espressione, la manifestazione è nello stesso tempo collegata logicamente con l'opera che viene realizzata attraverso l'espressione, dal momento che quell'espressione è stata collegata con l'opera che essa realizza.(22)
Esistono anche molte altre relazioni importanti fra entità del Gruppo 1, relazioni che portano chiarezza e precisione all'interno dell'universo bibliografico, servendosi di particolari tipi di relazioni di collegamento. Queste relazioni identificano i tipi principali operanti fra rappresentanti dello stesso tipo di entità o tipi di entità diversi. Esse coinvolgono relazioni fra entità dello stesso tipo o diverse. Incluse quelle opera-opera, espressione-espressione, espressione-opera, manifestazione-espressione, manifestazione-manifestazione, ecc. Il rapporto finale comprende un'analisi accurata delle diverse relazioni potenziali e del modo in cui esse potrebbero funzionare nel contesto delle quattro entità principali.
Abbiamo elencato di seguito sette esempi di relazioni che il gruppo di studio raccomandava di includere nell'area delle note, se opportuno, nel record bibliografico nazionale di livello base.
Le entità del Gruppo 2 sono collegate con le entità del primo gruppo (opera, manifestazione e item) principalmente da quattro tipi di relazioni, anche se possono fungere da soggetto delle entità del Gruppo 1. Le connessioni logiche sono la relazione "creato da" (un legame con l'opera), la relazione "realizzato" (un legame con l'espressione), la relazione "prodotto da" (un legame con la manifestazione) e la relazione "posseduto da" (un legame con l'item).
La relazione "creato da" assicura che tutte le opere (in quanto entità astratta) di una persona o di un ente siano legate a quella persona o quell'ente. La relazione "realizzato da", simile nella funzione alla relazione "creato da", assicura che ogni singola persona o ente responsabile dell'espressione (i dettagli della realizzazione o esecuzione) sia identificato e legato con quell'espressione. La relazione "prodotto da" può legare una manifestazione con la persona o l'ente responsabile della pubblicazione, distribuzione, fabbricazione o confezione della manifestazione. Questa connessione identifica la persona o l'ente e potrebbe realizzare il legame fra tutte le manifestazioni prodotte dalla singola persona o ente. La relazione "posseduto da" può legare un item ad una persona o un ente che lo possiede o lo custodisce. Questa relazione individua la proprietà di un item e consente di inventariare una raccolta di item.Tutte le entità dei tre gruppi possono essere collegate mediante una relazione di soggetto alle entità del Gruppo 1. Tuttavia, le entità del Gruppo 3 (in particolare concetto, oggetto ed evento) spesso presentano legami solo all'interno della relazione di soggetto in modo da assicurare che tutte le opere importanti per un certo soggetto possano essere legate a quel soggetto. Il controllo di autorità per le intestazioni di soggetto non era parte di questo studio, ma riteniamo che trarrebbe giovamento dalla tecnica E-R.
L'FRBR Study Group ha applicato la metodologia E-R in primo luogo per porre i dati bibliografici in relazione con le necessità degli utenti, allo scopo di produrre una lista di elementii da includere nei record bibliografici, che le agenzie bibliografiche nazionali e le biblioteche creano e distribuiscono. Questa lista, che è il risultato concreto dello studio teorico che costituisce i primi sei capitoli della pubblicazione FRBR, è l'argomento del Capitolo 7 "Requisiti di base per i record bibliografici nazionali"(23)
I dati raccomandati per il BLNBR sono quelli necessari ad aiutare l'utente a trovare le opere delle quali è responsabile una data persona o un certo ente, per trovare tutte le manifestazioni che concretizzano l'espressione di una data opera, per trovare le opere su un certo soggetto e per trovare le opere facenti parti di una certa serie. Gli elementi dei dati includono anche i campi bibliografici necessari a identificare una particolare espressione o manifestazione di un opera e anche a selezionare un'opera, un'espressione o una manifestazione e ad ottenere una manifestazione. Tutte insieme queste necessità rappresentano il livello base della funzionalità che il record bibliografico deve raggiungere.
Il gruppo di studio ha poi valutato tutti gli elementi dei dati che ha potuto immaginare allo scopo di selezionare quegli elementi che avrebbero garantito il livello base di funzionalità. Gli elementi sono stati elencati in due gruppi: elementi descrittivi - che comprendono qualunque elemento possa essere applicabile anche ad un particolare tipo di materiale - ed elementi organizzativi. Abbiamo l'idea che ci sia un vasto, ma non universale, consenso riguardo l'elenco degli elementi descrittivi, vale a dire che quelli raccomandati sono certamente necessari per soddisfare la ricca varietà delle necessità degli utenti.
Quelli che seguono sono i campi descrittivi ritenuti adatti al BLNBR:
Area del titolo e dell'indicazione di responsabilità titolo proprio (compreso il numero/nome della parte) titolo/i parallelo/i formulazione/i di responsabilità che identifica/no l'individuo o gli individui e il/i gruppo/i che ha la responsabilità principale del contenuto Area dell'edizione formulazione di edizione formulazione successiva di edizione Area specifica del materiale (o del tipo di pubblicazione) numerazione (periodici) indicazione dei dati matematici - coordinate (opere cartografiche) indicazione dei dati matematici - scala (immagini/oggetti cartografici) indicazioni della presentazione musicale - tipo di partitura (notazione musicale) Area della pubblicazione, distribuzione, ecc. luogo di pubblicazione, distribuzione, ecc. nome dell'editore, distributore, ecc. data di pubblicazione, distribuzione, ecc. Area della descrizione fisica indicazione specifica del materiale estensione dimensioni Area della serie titolo proprio della serie titolo/i parallelo/i della serie prima formulazione di responsabilità relativa alla serie Area delle note nota sulla forma di espressione nota sulla lingua nota sulle caratteristiche distintive di espressione indicazioni di periodicità (periodici) nota sul mezzo di rappresentazione dell'espressione (notazione musicale o suono registrato) nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - successore nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - supplemento nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - complemento nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - revisione nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - traduzione nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - opera originale nota sull'edizione e sulla storia bibliografica - arrangiamento (musica) nota sulla descrizione fisica - supporto nota sulla descrizione fisica - foliazione (libri stampati a mano) nota sulla descrizione fisica - collazione (libri stampati a mano) nota sulla descrizione fisica - rapporto di riduzione (microforme) nota sui requisiti di sistema - (risorse elettroniche) Area del numero standard (o equivalente) e delle condizioni di disponibilità numero standard (o equivalente)
Come si è già detto gli obiettivi di FRBR andavano oltre la tradizionale attenzione alla descrizione bibliografica per includere nella sua sfera un esame di punti di accesso o "elementi di organizzazione". Quelli considerati essenziali per il BLNBR comprendono:
Intestazioni per nome intestazione/i per nome di persona/e e/o ente/i titolari della/e responsabilità principale della/e opera/e intestazione/i per nome di persona/e e/o ente/i titolari della/e responsabilità principale della/e espressione/i Intestazioni per titolo intestazione/i titolo per la/e opera/e aggiunte al titolo uniforme - lingua aggiunte al titolo uniforme - altre caratteristiche distintive aggiunte al titolo uniforme - mezzo di esecuzione (musica) aggiunte al titolo uniforme - designazione numerica (musica) aggiunte al titolo uniforme - chiave (musica) aggiunte al titolo uniforme - indicazione di arrangiamento (musica) Intestazioni per serie intestazione per la serie Intestazioni per soggetto / numeri di classificazione intestazione/i per soggetto e/o numero/i di classificazione per il/i soggetto/i principale/i della/e opera/e
Se un elemento obbligatorio, per esempio l'indicazione di serie, non è presente nell'item che viene catalogato, allora, naturalmente, i requisiti del BLNBR pertinenti a quel dato elemento non verranno applicati. Anche per molti degli elementi dei dati riportati nella lista le agenzie bibliografiche nazionali sono autorizzate ad interpretarli e decidere se includerli oppure no. Ad esempio, i titoli paralleli possono essere inclusi nella misura in cui quelle particolari agenzie nazionali li considerano importanti per i loro utenti. Questo può significare che un'agenzia bibliografica potrebbe richiedere il primo titolo parallelo e quello ulteriore nella lingua dell'agenzia, per esempio. Un'altra potrebbe voler avere dei catalogatori che li trascrivano tutti. Qualificazioni analogo sono date per: (1) estensione del supporto; (2) dimensione del supporto; (3) titoli paralleli e indicazioni di responsabilità della serie e (4) molte note.
C'è anche una minore rigidità dei requisiti che riguardano le note tecniche, ciascuna delle quali può essere omessa se l'informazione non è direttamente disponibile, come accade a volte con le risorse elettroniche gestite manualmente, per esempio.
Come per gli elementi organizzativi, tutti sono obbligatori, quando sono applicabili, con queste eccezioni: (1) non si richiede di applicare quella lingua ai titoli uniformi tranne che per distinguere espressioni multiple della stessa opera e (2) il mezzo di esecuzione, la designazione numerica e la chiave sono richieste solo per le opere non musicali con titoli non distintivi.
FRBR riconosce che in alcuni casi le bibliografie nazionali contengono categorie di materiale che sono solo elencate e non fornite di normali accessi bibliografici. In questi casi non è richiesto il BLNRB. FRBR accetta anche che, per altre categorie come i libri rari, le agenzia nazionali vadano oltre il BLNBR. Ne consegue che il record bibliografico nazionale di livello base dovrebbe essere considerato da applicarsi alla maggior parte ma non a tutte le pubblicazioni e mentre un'agenzia nazionale può potenziare il livello base nella misura che desidera, non dovrebbe omettere nessuno degli elementi indicati se non per quei materiale che ha deciso di limitarsi ad elencare.
Alcuni di coloro che per primi hanno sostenuto lo studio FRBR e vi hanno contribuito erano parte del corpo di docenti che insegna catalogazione nelle scuole di biblioteconomia e scienze dell'informazione. Dei cinque consulenti dello studio, uno era un professore di catalogazione nella Università della California, Los Angeles (Elaine Svenonius). Uno dei cinque membri del gruppo di studio insegna catalogazione nell'Università di Toronto (Nancy Williamson). E, fra i tredici consulenti, due erano professori di catalogazione, una nel College di Oslo (Inger Cathrine Spange) e l'altra all'Università di Barcellona (Assumpciò Estivill). Prima che lo studio fosse messo in circolazione per la revisione, si è tenuta, nel 1995, una sessione preliminare di discussione in occasione della conferenza dell'IFLA a l'Havana, Cuba, e Inger Cathrine Spangen e Assumpciò Estivill hanno esposto e sostenuto gli aspetti preliminari dello studio. In occasione della revisione mondiale della bozza dello studio, presentarono delle osservazioni molti professori di scuole di biblioteconomia (rappresentanti di sei paesi diversi).
Ovviamente lo studio è ampiamente disponibile per professori e studenti laureati nei programmi professionali delle scuole di biblioteconomia, mediante l'acquisto o in forma elettronica nel sito Web dell'IFLA. Riteniamo che abbiano trovato interessante per i programmi d'insegnamento la metodologia dello studio, per la sua impostazione teorica e la sua neutralità rispetto a specifici codici di catalogazione. A partire dalla sua pubblicazione è diventato sempre più comune che lo studio venga discusso all'inizio dei corsi di catalogazione, quando si analizzano i principi che sottostanno alle regole di catalogazione o che sia utilizzato come caso di studio nell'applicazione delle tecniche di costruzione di modelli E-R.
Nel Piano d'azione 2000-2001 dell'Ifla Section on Cataloguing, c'è un punto specifico correlato con FRBR e i curricula relativi alla catalogazione della scuole di biblioteconomia, e in particolare c'è un riferimento al "modello danese". Dato l'interesse dell'IFLA per questo modello, includeremo in questa presentazione una sua breve esposizione. Per cominciare, citeremo ancora il piano d'azione della sezione catalogazione:
Obiettivo 3: Promuovere lo studio di Functional Requirements for Bibliographic Records (FRBR) e le sue raccomandazioni e intraprendere un'azione che segua lo sviluppo di un nuovi standard di descrizione e di standard per i punti di accesso e lo sviluppo di un nuovo approccio all'universo bibliografico.
E il punto di azione specifico: Promuovere il modello danese per l'insegnamento di FRBR nelle scuole di biblioteconomia di altri paesi.
Il piano d'azione fa riferimento all'uso di FRBR come fondamento teorico attualmente in uso in Danimarca per l'insegnamento della catalogazione e l'analisi, la progettazione e la valutazione dei sistemi. Kirsten Strunck, del Dipartimento di studi sull'informazione, nella Scuola reale biblioteconomia e scienza dell'informazione di Copenaghen, ha presentato alla conferenza dell'IFLA di Bangkok, del 1999, un lavoro dal titolo "About the use of 'Functional Requirements for Bibliographic Records' in teaching cataloguing"(24). Nel suo lavoro discute un modello per l'uso di FRBR nei curricula di biblioteconomia. Per ulteriori informazioni, il lavoro è disponibile in IFLANET <http://www.ifla.org/IV/ifla64/084-126e.htm>.
Che cos'è, dunque, questo modello danese e perché ha ottenuto un tale interesse e un tale sostegno dall'IFLA Section on Cataloguing?
Prima di tutto daremo qualche indicazioni sulle premesse che spiegano il forte interesse danese per FRBR. Nel suo lavoro, Strunck affermava che la ragione per cui questo approccio teorico risultava in consonanza con la comunità danese della catalogazione è che c'è lì "nell'insegnamento della disciplina, una lunga tradizione di attenzione alle ragioni della catalogazione più che al modo di catalogare"(25)
Andava avanti affermando che, prima della pubblicazione di FRBR, venivano utilizzati per fornire le basi teoriche della catalogazione gli obiettivi indicati da Cutter per il catalogo e le funzioni del catalogo definite dai Principi di Parigi. Il problema principale usando le indicazioni di Cutter era la mancanza di riconoscimento delle differenze intercorrenti fra opera e manifestazione. I Principi di Parigi individuano queste differenze, ma erano considerati di ambito troppo ristretto.
Ancora prima dell'approvazione e della pubblicazione di FRBR, i professori di catalogazione danesi cominciarono ad usare la versione in bozza del 1997 (quella utilizzata per la revisione mondiale) per particolari corsi di catalogazione. Dopo la pubblicazione formale del rapporto finale, si è cominciato ad usale FRBR nei normali corsi di catalogazione. Ma perché in Danimarca c'è stato un tale successo di FRBR nel curriculum sulla catalogazione? Nel suo lavoro Strunck spiegava questo successo con le considerazioni seguenti:
Senza fare una rilettura pura e semplice del lavoro di Strunck, vorremmo sintetizzare in che modo FRBR è utilizzato nella Scuola reale di biblioteconomia e scienze dell'informazione, in Danimarca, nell'insegnamento base della catalogazione e nei corsi di specializzazione sull'analisi e la progettazione dei sistemi.
Nella catalogazione base vengono usati vari codici di catalogazione per analizzare in che modo i dati relativi ai vari tipi di materiale sono rappresentati e utilizzati. Gli obiettivi dell'utente individuati da FRBR sono introdotti ed esaminati in termini di processo di recupero dell'informazione. Successivamente viene introdotto il livello base di funzionalità in quanto correlato agli obiettivi dell'utente e alle entità opera, espressione, manifestazione e item e ad altre entità specifiche.
In generale Strunck riferiva che gli studenti raggiungevano risultati diversi nella comprensione delle entità FRBR. Le entità persona, ente, concetto, oggetto, avvenimento e luogo risultavano più facili da capire che non le entità opera, espressione, manifestazione e item. Tuttavia, come è stato accennato prima trattando in generale le entità del Gruppo 1, quando vengono presentati esempi specifici di entità diverse correlate con la stessa opera, spesso diventa chiara la logica per cui si rendono necessarie queste quattro entità. Il contenuto del corso porta poi alla trattazione dell'opera e del modo in cui si determinano le differenze fra opere e si stabilisce quando un'opera ha subito cambiamenti sufficienti a dar vita ad un'opera nuova.
Infine, il curriculum prevede il trattamento delle implicazioni dei requisiti FRBR, comprese, crediamo, discussioni vivaci su argomenti quali:
Nel programma di specializzazione della Scuola reale di biblioteconomia e scienza dell'informazione, FRBR è usato come "esempio concreto di tecniche di analisi E/R dei dati bibliografici e per rafforzare la conoscenza dei dati bibliografici e delle loro funzioni"(26) Inoltre FRBR è stato usato come base per studi di varia importanza. In termini di valutazione dei sistemi, i docenti hanno usato FRBR come base per proporre metodologie e criteri per valutazioni orientate ai sistemi e orientati agli utenti, a vari livelli, che comprendono il livello dei sistemi, il livello delle regole e dei formati di catalogazione e il livello del record stesso.
Strunck conclude il suo lavoro affermando che FRBR "è la nostra struttura di riferimento quando studiamo i fenomeni della catalogazione. Usiamo questi requisiti come riferimento ideale o standard sul quale misuriamo le possibili soluzioni dei problemi di catalogazione. Siamo soddisfatti dell'esperienza fatta usando Functional Requirements for Bibliographic Records e intendiamo proseguire come abbiamo cominciato"(27). Nel modello danese FRBR è completamente integrato nel curriculum per l'istruzione base dei catalogatori mediante un'analisi e una progettazione dei sistemi orientata alla ricerca. La forza di FRBR risiede nel fatto che , come modello, può essere usato per analizzare e mettere alla prova i punti di forza e di debolezza di qualunque codice di catalogazione e, in conclusione, la struttura dei sistemi, componenti fondamentali di qualsiasi curriculum in materia di catalogazione.
Quando, nel 1998, lo Standing Committee dell'IFLA Section on Cataloguing approvò FRBR, decise anche che il gruppo per la revisione degli ISBD avrebbe avviato una revisione a tutto campo della "famiglia di ISBD" dell'IFLA in modo da assicurare la conformità fra le indicazioni di ISBD e quelle di FRBR, in particolare in modo da ottenere che le indicazioni di ISBD fossero coerenti con i requisiti dei dati richiesti da FRBR per il record bibliografico nazionale di livello base (BLNBR).
In ogni ISBD si richiede alle agenzie bibliografiche nazionali di "preparare la descrizione definitiva contenente tutti gli elementi obbligatori indicati nella relativa ISBD nella misura in cui l'informazione è applicabile alla pubblicazione che si sta descrivendo"(28). Per facilitare l'attuazione di questo principio ISBD indica come "facoltativi" quegli elementi che non sono obbligatori quando sono applicabili. (Nel caso di particolari ISBD, si veda il Prospetto (0.3) per verificare quali siano gli elementi facoltativi.) Pertanto, l'obiettivo fondamentale di riconciliare i requisiti di ISBD con le raccomandazioni di FRBR per il BLNRB comporterà una revisione degli elementi di ISBD che ora sono indicati come obbligatori, in modo da rendere facoltativi tutti quelli che sono facoltativi nel BLNRB. (Non ci sono casi in cui un elemento sia obbligatorio in BLNBR ma facoltativo in ISBD).
Il Gruppo di revisione di ISBD ha portato a termine la sua revisione dell'International Standard Bibliographic Description for Monographic Publications (ISBD(M)), rivista l'ultima volta nel 1987. I cambiamenti che il Gruppo sta pensando di proporre per la prossima riproposizione dello standard sono quelli elencati di seguito. Presto queste proposte saranno rese disponibili in IFLANET, seguirà un periodo di tre mesi per i commenti. Supponendo che la revisione mondiale dimostri un'accoglienza positiva, ISBD(M) sarà rivista, ripubblicata da K. G. Saur e resa liberamente accessibile in IFLANET. Trovate qui elencati i cambiamenti sotto esame in questo momento.
ISBD(M):
International Standard Bibliographic Description for Monographic Publications
Revised edition. 1987
ISBD(M) ATTUALE: | TRASFORMAZIONE IN: |
---|---|
1.3 Titolo parallelo | 1.3 Titolo/i parallelo/i (facoltativi) |
1.4 Complementi del titolo | 1.4 Complementi del titolo (facoltativi) |
1.5 Formulazioni di responsabilità | 1.5 Formulazioni di responsabilità |
Prima formulazione | Prima formulazione |
Successiva formulazione | Successiva formulazione (facoltativa) |
2.3 Formulazioni di responsabilità relative all'edizione | 2.3 Formulazioni di responsabilità relative all'edizione (facoltative) |
2.5 Formulazioni di responsabilità relative a ulteriore formulazione di edizione | 2.5 Formulazioni di responsabilità relative a ulteriore formulazione di edizione (facoltative) |
5.2 Indicazione delle illustrazioni | 5.2 Indicazione delle illustrazioni (facoltativa) |
5.3 Dimensioni | 5.3 Dimensioni (facoltative) |
6.2 Titolo parallelo della serie o della sottoserie | 6.2 Titolo parallelo della serie o della sottoserie (facoltativo) |
6.4 Formulazioni di responsabilità relative alla serie o alla sottoserie | 6.4 Formulazioni di responsabilità relative alla serie o alla sottoserie (facoltative) |
8.3 Condizioni di disponibilità e/o prezzo (facoltative) | 8.3 Condizioni di disponibilità e/o prezzo (facoltative) |
Nella sezione Specificazione degli elementi di ISBD(M):
Area delle note | Area delle note |
7.1.2 Note sulla natura, ambito, forma forma letteraria, scopo o lingua della pubblicazione | 7.1.2 Note sulla natura, ambito, forma forma letteraria, scopo o lingua della pubblicazione |
7.2 Note sull'area dell'edizione e sulla storia bibliografica della pubblicazione | 7.2 Note sull'area dell'edizione e sulla storia bibliografica della pubblicazione |
Di recente è stato completato uno studio analogo relativo all'impatto di FRBR sull'International Standard Bibliographic Description for Serials (ISBD(S)) e sull'International Standard Bibliographic Description for Cartographic Material (ISBD(CM)), che sono, entrambi, attualmente in corso di revisione. Seguiranno, uno dopo l'altro, gli interventi di modifica sugli altri membri della 'famiglia' ISBD.
I Functional Requirements for Bibliographic Records e il BLNBR sono stati argomento di discussione nella International Conference on National Bibiographic Services del 1998, nella quale, fra le risoluzioni adottate, ci si è trovati d'accordo nel raccomandare: "Le agenzie bibliografiche nazionali dovrebbero adottare i componenti del Record di livello base raccomandati nel rapporto finale dell'IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records"(29). Naturalmente una cosa è formulare un mandato così generale, un'altra è realizzarlo!
Lo Standing Commettee dell'IFLA Section on Bibliography ha incluso nel suo recente aggiornamento del Piano d'azione per il periodo 2000-2001 un punto relativo all'incoraggiamento da rivolgere alle biblioteche e alle agenzie nazionali perché studino BLNBR e attuino questa risoluzione. Lo Standing Commettee cercherà di preparare, in cooperazione con la Sezione sulla catalogazione e sulle biblioteche nazionali, un'informativa che spieghi i componenti BLNBR, per distribuirla ai membri del Council of Directors of National Libraries (CDNL), con la raccomandazione che lo adottino tutte le agenzie bibliografiche nazionali.
La Library of Congress (LC) ha introdotto, lo scorso anno, un nuovo livello di catalogazione, che viene chiamato "livello core". Il record di "livello core" (livello essenziale) è in certa misura meno completo di quanto non risultasse dall'applicazione precedente. E' assai più significativo che, per la creazione di un record di livello essenziale, al catalogatore venga lasciata maggiore discrezione nella riduzione del numero di note e dei punti di accesso. Quanti ne saranno assegnati, oltre quelli considerati essenziali per assicurare il recupero, dipenderà da quanto il catalogatore li valuta importanti per la ricerca dell'esemplare che sta catalogando. Questo livello essenziale è lo standard minimo, con livelli di maggiore completezza riservati alle opere di consultazione e a quelle scientificamente rilevanti. Quando è stato pubblicato FRBR, il personale della LC ha fatto uno studio comparativo degli elementi specificati per questo livello essenziale e gli elementi richiesti per BLNBR.
Abbiamo trovato che, in generale, il livello essenziale è più generoso di BLNRB, ma anche che dovevamo arricchire le specificazioni del livello essenziale della LC per assicurare un numero maggiore di accessi per titolo uniforme.
Altre biblioteche nazionali hanno preso visione di BLNRB e hanno trovato che i loro standard di catalogazione soddisfano o oltrepassano BLRNB, ma la campagna, citata poc'anzi, pianificata dalla Sezione sulla bibliografia e rivolta a sollecitare su BLNRB i membri del CDNL, dovrebbe assicurare che questo importante risultato del progetto FRBR giunga all'attenzione dei suoi naturali destinatari e in questo modo favorisca ulteriormente la standardizzazione dei record, in modo che possano essere scambiati o condivisi in altro modo a livello internazionale.
Il personale della Deutsche Bibliothek ci informa che anche i record catalografici prodotti da loro soddisfano o oltrepassano le specifiche BLNBR. E' significativo che anche altri stati stiano già prendendo in considerazione BLRNB. Dal rapporto dell'Advisory Group on the Future of the Australian National Bibliography giunge questa raccomandazione: "Per quanto è possibile per una risorsa sviluppata in forma cooperativa, le informazioni fornite su ciascun esemplare dovrebbero essere conformi ai requisiti dei dati per il record bibliografico nazionale di livello base", come è fissato in FRBR, tranne che, "per facilitare l'accesso agli indirizzi degli editori e le informazioni su altri contatti per le pubblicazioni non convenzionali, le biblioteche e/o l'agenzia ISBN, nel record, al momento della catalogazione, vanno incluse queste informazioni di contatto"(30) .
Sarebbe interessante determinare in che misura il BLNBR sia stato preso in considerazione dagli autori delle Regole italiane di catalogazione per autori (RICA) e in che misura le specificazioni particolari degli elementi descrittivi e organizzativi siano considerate soddisfacenti per le necessità dei record bibliografici relativi alle pubblicazioni italiane.
Appare logico che gi autori delle regole nazionali di catalogazione pestino attenzione a FRBR e mettano in pratica le sue raccomandazioni, come hanno messo in pratica, molti anni fa, quelle di ISBD. Alcuni dei principali codici di catalogazione, come AACR2 e RAK, sono al momento in corso di revisione, per cui abbiamo preso contatto con le persone che sono coinvolte in questo lavoro per chiedere loro se terranno conto delle raccomandazioni FRBR, in particolare delle indicazioni per il BLNBR.
In AACR2 sono attualmente definiti tre livelli di catalogazione, uno per i record brevi, uno per quelli normali (standard) e uno per i record più completi (preparati a volte, per esempio, per i libri rari). Nel corso dell'attuale progetto di revisione, gli autori di AACR2 prenderanno in considerazione le specifiche di BLNBR come possibili sostituti per le indicazioni date attualmente per il livello medio (o normale o standard). Rispondendo dalla Germania, i membri della Konferenz für Regelwerksfragen ci informano che "nel processo di revisione [di RAK] si sta senz'altro tenendo conto delle raccomandazioni FRBR. In particolare, sono prese in considerazione e seguite le indicazioni di FRBR 7.3 [= BLNBR]".
Tuttavia risulta che per almeno un codice di catalogazione nazionale BLNBR può risultare insoddisfacente e potrebbe essere considerato troppo riduttivo, come viene esposto nel lavoro di M. N. Smirnova e A. V. Shershova "Russian rules of Bibliographic Description and Functional Requirements for Bibliographic Records"(31). Qui gli autori affermano: "Non consideriamo i requisiti minimi relativi agli elementi descrittivi del B[ibliographic] R[ecord] la raccomandazione migliore per il nostro B[asic] B[ibliographic] R[ecord] ... BBR è la base per la costruzione di una vasta gamma di prodotti bibliografici ... deve avere elementi strutturali e descrittivi dettagliati". Vengono avanzate obiezioni specifiche alla facoltà, prevista da FRBR, di omettere titoli paralleli e complementi del titolo e alla sua richiesta che le formulazioni di responsabilità identifichino "la/e persona/e e/o i/il gruppo/i che hanno la responsabilità principale del contenuto".
Questi autori, d'altro canto, ritengono che in quest'area "dovrebbe essere vietato eliminare o abbreviare qualunque dato...". La loro posizione è quella di facilitare la "catalogazione di copia" o il "riuso"; coloro che producono i record bibliografici dovrebbero assorbire "i maggiori costi e il maggior lavoro" necessari per fornire record più completi del BLNRB in modo che coloro che lavorano nelle altre istituzioni possano usare questi record con modifiche minime. Questo livello più completo di catalogazione è quello adatto alla bibliografia nazionale, "in cui dovrebbe essere usata la lista completa degli elementi descrittivi e le strutture in più di una parte, a più livelli, gerarchiche e complesse delle funzioni del R[ecord] B[ibliografico]". Secondo gli autori, altre istituzioni possono catalogare in maniera meno dettagliata. Resta da vedere se le regole russe che sottostanno alla revisione attualmente in corso metteranno in atto realmente queste raccomandazioni.(32).
Un altro aspetto di FRBR potenzialmente interessante per chi redige i codici di catalogazione nazionali è la tecnica di costruzione di modelli E-R usata per arrivare alle raccomandazioni e che FRANAR intende applicare. A Tom Delsey, che ha molto contribuito allo sviluppo dell'analisi entità-relazione orientata agli oggetti di FRBR, è stato in seguito chiesto di applicare questa metodologia ad AACR(33). A conclusione de questo studio, Delsey raccomanda di ristrutturare le regole della Parte I (descrizione) per sostituire l'attuale approccio per "classe di materiali" (con un capitolo per i libri, un altro per le carte geografiche e così via) con un approccio per area (con un capitolo per il titolo e la formulazione di responsabilità, seguito da un capitolo sull'edizione, ecc.). Delsey ha applicato l'approccio E-R anche alle regole AACR per la scelta e la forma dei punti d'accesso e ha concluso che c'è bisogno di un approccio più coerente per soddisfare a pieno le esigenze dell'utente. Egli sottolinea che nell'una e nell'altra area - descrizione e accesso - il materiale digitale introduce un gran numero di problemi e di condizioni ai quali non fanno fronte, attualmente, le AACR2. Certamente va rivisto il concetto di "opera" e gli autori di RAK che sono interessati ad una maggiore armonizzazione delle loro regole con AACR hanno detto che seguiranno con particolare attenzione questa riconsiderazione.
Oltre i tradizionali standard bibliografici, un campo di potenziale applicazione di un approccio per costruzione di modelli sono gli schemi che stanno emergendo per i metadata. Alcuni degli schemi principali - Dublin Core, Digital Object Identifier e INDECS - hanno mostrato interesse per lo sviluppo di un modello concettuale che funga da struttura comune per gli schemi di metadata. In un'intervista recente Delsey sottolinea che, anzi, coloro che stanno perseguendo questo interesse hanno preso il modello FRBR come punto di partenza "per lo sviluppo di un modello di alto livello che rispecchi la vasta gamma dei dati richiesti per sostenere la scoperta di risorse e le transazioni che si collocano lungo lo spettro della gestione delle risorse di informazione"(34).
Questa visione è sottolineata da Norman Paskin, nel suo articolo "DOI: an interview of current Status and Outlook". Osserva Paskin:
... possiamo passare a discutere con maggiore dettaglio "che cosa individua il DOI". La topologia del contenuto - l'analisi delle entità di proprietà intellettuale nei termini di tutti gli attributi necessari per una specificazione unica - è stata portata avanti in termini teorici, in particolare dalla comunità bibliotecaria nel contesto dei requisiti di catalogazione, e, in forma pratica, nel mondo dell'editoria e del commercio della musica, dal quale il DOI ha tratto beneficio, includendo le organizzazioni della musica fra i suoi membri. La maggior parte della comunità iniziale di DOI (le organizzazioni degli editori tradizionali) è giunta a questo concetto in tempi relativamente recenti. All'epoca in cui il DOI è stato concepito (1995-97), c'era la consapevolezza che la crescita delle pubblicazioni digitali di testi stava creando la necessità di riconoscere un passaggio dalla manifestazione singola a manifestazioni multiple di una opera astratta comune ad esse sottostante (un concetto di dominio comune nel mondo dell'editoria musicale [CIS]). E' una distinzione individuata in analisi di carattere logico come i Functional Requirements of Biobliographic Records dell'IFLA, ma anche una distinzione operativa. Per esempio, un editore di riviste ha una linea di produzione che cura articoli per la pubblicazione, l'editore userà un numero per identificare l'entità sottoposta a trattamento. In un modo di sola stampa, quel processo dà vita ad un'unica entità pubblicata (una manifestazione a stampa). In un modo stampa-più-digitale, la linea di produzione si biforcherà e produrrà due (o più) entità (p.e. un articolo a stampa e un file HTML). Queste due entità sono in relazione (sono "lo stesso articolo"). L'identificativo che si trova sull'esemplare della linea di produzione ed è riportato sulle due entità pubblicate (dicendo che hanno qualcosa in comune) è un identificativo dell'opera. Questo riconoscimento, che attingeva all'analisi e alla realizzazioni concrete del mondo della musica, ha portato a delle proposte da parte del gruppo STI per identificativi delle opere astratte sottostanti, come PII (Publisher Item Identifier) e alla possibile estensione dell'ISWC (International Standard Work Code) proposto per la musica agli esemplari testuali in ISO TC 46 SC9 e ora è uno strumento essenziale, per fare un esempio, nella discussione sui collegamenti stabili dalle citazioni [reference-linking, Reflink]. Di conseguenza, queste iniziative si sono trovate a convergere con le considerazioni del DOI sugli identificativi e i metadata associati.(35)
E' certamente vero che l'ISO/TC 46/SC 9 Working Group 2 che sta sviluppando l'International Standard Musical Work Code (ISWC) si è rivolto anch'esso all'approccio di analisi delle entità di FRBR per perseguire il suo scopo, dichiarando un particolare interesse per le sezioni relative ai concetti di "opera", "espressione" e "manifestazione"(36). E, in riferimento a Reflink e alle iniziative correlate, nel loro articolo "Reference Linking for Journal Articles" (D-Lib Magazine July/august 1999 v. 5 no. 7/8) Priscilla Caplan e William Arms attribuiscono a FRBR il merito di aver fornito una struttura dalla quale far partire lo studio in questo campo, perché FRBR "fornisce un vocabolario per distinguere fra gli aspetti correlati di un'entità intellettuale".(37)
E' chiaro, così, che sia i risultati della ricerca di FRBR, la specificazione del record bibliografico nazionale di livello base, che la metodologia E-R usata per raggiungere questi risultati hanno influenzato una vasta gamma di sforzi in corso per l'avanzamento della normalizzazione bibliografica. La maggior parti di questo lavoro è in atto in questo momento, per cui è probabile che i benefici derivanti da FRBR continueranno ad essere avvertiti dalla professione nel tempo a venire.
1. Molte parti di questo intervento sono tratte direttamente oppure sono parafrasate dal rapporto di studio: IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records. Functional Requirements for Bibliographic Records: Final Report. Vol. 19, UBCIM Publications-New Series. München: K.G. Saur, 1998
2. IFLA standing Committee of the Section on Cataloguing. "Terms of Reference for a Study of the Function Requirements for Bibliographic Records (1992-09-04)."
3. European Library automation Group (ELAG) Workshop 4, "User benefits from a new bibliographic model: follow-up of the IFLA Functional Requirements Study", International Cataloguing and Bibliographic Control, 28,3 (July/Sept. 1999), 80-81.
4. Ibid, p.80
5. Functional requirements; final report, p.5
6. Pinedo, Isa de. "Cataloguing Rules in Italy and Impact on the Exchange of Records." Testo presentato alla Conference on International and National Cataloguing Rules: Current Situation an Prospect for Developmen, Moscow, April 20-24, 1999 <http://www.rsl.ru/NEWS_E/pr_catal/Pine_e.htm>
7. Functional Requirements; final report, p.6.
8. Ibid, p.6
9. Delsey, Tom and Heaney, Mike, "An interview with tom Delsey", Cataloguing and Classification Quarterly (in uscita nel 2000)
10. Jones, Edgar A. "Amultiple Version Revisited", Serials Librarian 32, 1/2 (1997), pp. 177-198. (Pubblicato anche in Cataloguing and Classification Quarterly 1997, pp. 177-198)
11. Ibid, p. 197-198
12. Delsey, "An interview with Tom Delsy"
13. Functional requirements; final report, p.16
14. Delsey, Tom. "Authority Control in an International Context". Authority Control in Online environment: Considerations and Practices. Ed. Barbara B. Tillett. New York : Haworth, 1989. (pubblicato anche come Cataloguing & Classification Quarterly, v.9, n.3 (1989), pp.13-28).
15. Tillett, Barbara B. "International Shared Resources Records for Controlled Access" ALCTS Newsletter, v.10, n.1 (Dic.1998). (From Catalog to Gateway, the Briefing from the CCFC) <http://ala.org/alcts_news/v10n1/gateway.html>
16. Ibid.
17. IFLA UBCIM Working Goup on Minimal Level Authority and ISADN "Mandatory Data Elements for Internationally Shared Resources Authority Records" 1998 <http://www.ifla.org/VI/3/p1996-2/mlar.htm>
18. Pinedo, Isa de "Cataloguing Rules in Itay and impact on the Exchange of Records"
19. Functional requirements; final report, pp. 5-6
20. Seminar on "Cataloguing Standards and Metadata for E-Commerce: Converging Gols and Emerging Opportunities for Cross-sector Cooperation" <http://www.bl.uk/information/news/seminar.html>
21. Functional requirements; final report, p.56
22. Functional requirements; final report, p.60
23. Functional requirements; final report, p. 97-116
24. Strunck, Kirsten, "About the use of Functional Requirements for Bibliographic Records in teaching cataloguing" IFLA 1999 Bangkok Conference Proceedings (Numero di codice: 1089-131-E)
25. Ibid.
26. Ibid.
27. Ibid.
28. ISBD(M): International Standard Bibliograhic Description for Monographic Publications. Rev. Edition. London : IFLA UBCIM, 1987, p.1
29. Per una sintesi e un commento delle raccomandazioni dell'ICNBS, vedi Madsen, Mona, ICNBS 1998: New Recommendations for the National bibliography", a <http://www.ifla.org/IV/ifla65/papers/015-123e.htm>
30. <http://www.nla.gov.au/ANBreport.html>
31. <http://www.rsl.ru/NEWS_E/pr_catal/Smir_e.htm>
32. Ibid.
33. Riportato in Delsey, "An interview with Tom Delsey".
34. Ibid.
35. Paskin, Norman, "DOI: An overview of Current Status and Outlook" D-Lib Magazine (May 1999) v.5, no. 5 <http://www.dlib.org/dlib/april99>
36. <http://www.nlc-bnc.ca/iso/tc46sc9/iswc.htm>
37. Caplan, Priscilla e Arms, William, "Reference Linking for Journal Articles" D-Lib Magazine (July/August 1999) v. 5, no. 7/8 <http://www.dlib.org/dlib/july99>
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