[AIB] AIB. Sezione Toscana. Convegni

AIB-WEB | Sezioni regionali | Toscana | Seminario su FRBR


SEMINARIO SU FRBR (Functional requirements for bibliographic records) - Firenze, 27-28 gennaio 2000

ESPRESSIONE E MANIFESTAZIONE

di Pino Buizza

1. Espressione e manifestazione fra opera e copia

Mentre opera, esemplare, copia, così come documento, edizione, pubblicazione appartengono al vocabolario tradizionale e corrente del bibliotecario, i due termini espressione e manifestazione che appaiono nel titolo di questo intervento, erano finora privi di un'accezione tecnica, quale è stata introdotta con l'analisi dell'Ifla sui record bibliografici secondo il modello entità-relazioni.

Con opera intendiamo il prodotto di un'attività creatrice originaria intellettuale o artistica nella sua dimensione immateriale e astratta; con documento (e con esemplare e copia che ne sottolineano la singolarità) intendiamo l'oggetto materiale che trattiamo in biblioteca proprio perché supporto di permanenza e veicolo di comunicazione dell'opera.

Le due nature sono indissolubilmente compresenti nell'oggetto: non esiste opera (se non, inconoscibile, nella mente dell'autore) finché non esiste oggetto in cui essa si posi, non esiste documento se non perché un'idea lo anima.

Pure queste due nature sono gli estremi iniziale e finale di un processo che possiamo idealmente considerare un continuum, ma che in realtà di solito si svolge con una serie di ritorni e riprese: l'opera ideata è materializzata in una prima bozza, poi ripresa corretta e integrata fino ad una forma definitiva per l'autore, poi sottoposta alle operazioni redazionali, editoriali, tipografiche, ecc. fino al prodotto finito e distribuito. Operazioni in cui attività intellettuali si esplicano in gesti ed oggetti materiali, che sono a loro volta strumento per successive attività intellettuali: dei due aspetti è cioè possibile riconoscere sia la contemporaneità, sia la successione ed alternanza.

Le azioni intervenute fra l'ideazione e le concretizzazioni danno le caratteristiche distintive degli oggetti, gli attributi delle edizioni. Distinguendo queste azioni e le caratteristiche conseguenti secondo due ampi gruppi, rispettivamente secondo il carattere intellettuale e materiale, FRBR individua le azioni e gli attributi tipici dell'espressione e della manifestazione.

Espressione (liberamente pescando nelle etimologie) è spingere fuori perché ciò che è racchiuso e "inespresso" prenda forma esterna. È, nella nostra accezione, il risultato di un'attività intellettuale o artistica che realizza l'opera dandole una forma riconoscibile, visibile o udibile.

Manifestazione è prendere per mano e condurre all'evidenza palpabile del fatto, rendere noto, palese, di dominio pubblico, visibile a tutti. È, nella nostra accezione, l'insieme degli oggetti prodotti dall'attività materiale che concretizza e rende effettivamente sensibile e fruibile quella forma.

È così possibile delineare le tappe del processo che dall'intuizione creativa e dall'elaborazione dell'autore porta all'oggetto che la biblioteca tratta. Altrettanto, per via induttiva, partendo da documenti diversi e riconoscendone caratteristiche comuni è possibile ricostruire le classi di documenti che condividono gli elementi fisici (sono la medesima manifestazione), quelli che condividono i caratteri intellettuali o artistici (sono la medesima espressione), quelli che condividono il contenuto intellettuale o artistico (e sono la medesima opera).

2. Espressione come classe di entità

Diversi sono i modi di realizzare una stessa opera (un testo scritto e una recita, una notazione e un'esecuzione musicale..), anche combinati fra loro (la traduzione di una revisione di un testo, l'esecuzione di una trascrizione di una partitura...).

Osservate più analiticamente, le singole azioni comportano l'uso di un mezzo espressivo (il testo scritto, la notazione musicale, il suono registrato, le immagini fisse o in movimento, la grafica...) e di un codice linguistico (espressioni verbali) o strumentale (musica) o d'altro genere convenuto per quel mezzo espressivo. Le espressioni attraverso cui si realizzano le opere possono essere distinte quindi secondo diversi criteri: secondo il mezzo espressivo impiegato, secondo il codice linguistico o strumentale adottato. Inserendo la variabile tempo si osserva che esse possono presentarsi come originarie realizzazioni dell'opera o successive realizzazioni che differiscono dalla precedente per un cambiamento intellettuale (per aggiunta o riduzione, per correzione o per adattamento o per aggiornamento).

Si possono di conseguenza così categorizzare le azioni/modificazioni che caratterizzano un'espressione

Sulla base di queste azioni/modificazioni le espressioni possono essere così categorizzate:

Dovendo ordinare in sequenza i record relativi ad una varietà di espressioni della stessa opera, un ordinamento ontogenetico delle espressioni (secondo la "tradizione dei testi") citerebbe nell'ordine: redazione, codice, mezzo espressivo, consentendo così di tenere riunite le espressioni derivate da una stessa redazione, disperdendo invece quelle che condividono il codice e il mezzo espressivo(1).

Un ordinamento delle espressioni secondo concretezza decrescente (cioè secondo il probabile massimo vantaggio per l'utente, se le differenze concrete sono più determinanti per l'uso) citerebbe: mezzo espressivo, codice, redazione, consentendo così di tenere riunite le espressioni realizzate secondo lo stesso mezzo espressivo (partiture unite, separate dalle registrazioni), disperdendo quelle che utilizzano lo stesso codice e quelle derivate da una stessa redazione.(2)

In FRBR qualsiasi espressione è in relazione all'opera, ed è corretto, perché ne è una realizzazione; le espressioni così accomunate non hanno però tutte lo stesso rapporto con l'opera: per alcune è diretto, per altre mediato da altre espressioni. Si può quindi affermare che il modello è in realtà non a 4, ma a 4 o più livelli, o almeno che all'interno del secondo livello sono possibili più gradini intermedi (in modo meno evidente anche negli altri livelli).

Un modello è uno strumento di analisi e descrizione, la cui precisione di dettaglio non è vincolata alla complessità della realtà cui fa riferimento, ma dipende da una scelta effettuata in rapporto agli obiettivi posti al suo uso. Pertanto di questa scelta di appiattimento delle espressioni su un unico livello, già discussa nel commento inviato all'Ifla e qui richiamata, più che una incongruente verifica teorica, mi interessa esaminare le ripercussioni nelle altre parti del rapporto, quindi sugli altri momenti del lavoro bibliografico.

Proverò a esaminare, con l'attenzione rivolta ad espressioni e manifestazioni, gli attributi e le relazioni, anche con le entità dei gruppi 2 e 3 e la loro rilevanza, nonché le funzionalità in rapporto agli obiettivi dell'utente e alle tradizionali registrazioni ISBD ed intestazioni.

3. Espressione attraverso FRBR: attributi e relazioni

Il primo attributo, il titolo dell'espressione è un elemento che pare in sospeso, ed è comprensibile, perché non ne esiste dato oggettivo, come per la manifestazione, né la tradizione di attribuirlo, come per l'opera; forse anche perché difficilmente risulta identificante. Quando opera e manifestazione hanno titoli diversi, il titolo dell'espressione a quale delle entità due si deve associare?

È il caso soprattutto delle traduzioni e sembrerebbe ovvio assumere per l'espressione il titolo tradotto, come si presenta nella manifestazione, ma ciò può non valere se la stessa traduzione è pubblicata sotto titoli diversi. D'altra parte utilizzare il titolo dell'opera con l'aggiunta della lingua come qualificazione ha più la funzione di raggruppamento e di ordinamento in una lista che di identificare l'espressione. "Moby Dick, or The whale, in italiano" non è la stessa espressione nella traduzione di Cesare Pavese o di Cesarina Melandri Minoli o di Nemi D'Agostino, le cui manifestazioni hanno titoli differenti fra le diverse traduzioni, ma anche fra diverse edizioni della stessa traduzione.

Resta il fatto che lo stesso titolo è spesso attribuito ad espressioni diverse; l'identificazione sarà allora fornita dall'associazione con gli attributi più tipici dell'espressione, quelli che rappresentano le caratteristiche differenziali di cui si diceva: il mezzo espressivo, la data, la lingua (quando applicabile) o, per specifici materiali, il tipo di partitura o l'organico strumentale d'esecuzione (musica), la scala e la proiezione (materiale cartografico), la frequenza (pubblicazioni in serie).

Per le responsabilità pertinenti all'espressione sono previste relazioni con le corrispondenti entità del gruppo 2, e sono giustamente considerate importanti, dato che la specificità o la variabile introdotta a livello di espressione è un contributo di carattere intellettuale. Porre una responsabilità come relazione anziché trattare il dato come attributo è funzionale alla ricerca e al convergere intorno alle entità persona e collettività di molteplici relazioni d'autore o realizzatore, di curatore, traduttore, interprete ... nonché soggetto di opere ed espressioni.

L'opportunità prima segnalata di una distinta declaratoria delle relazioni ed espressioni successive attraverso cui si giunge all'espressione concretizzata nella manifestazione in oggetto, appare rafforzata se si considerano le relazioni con le entità, persone o enti, che ne sono responsabili.

Esemplificando con rientro aumentato per ogni relazione successiva:

w Sei solo a violino senza basso accompagnato, di Johann Sebastian Bach

pt.w Partita n. 2 BWV 1004 in re min.

pt.w 5° movimento: Ciaccona

e Partitura, vl.

e Esecuzione di Salvatore Accardo

e Trascrizione (Partitura) per pianoforte, mano sinistra, di Johannes Brahms

e Esecuzione di Anatol Ugorski

e Trascrizione (Partitura) per pianoforte, di Ferruccio Busoni

e Esecuzione di Arturo Benedetti Michelangeli

Sono legati alle due trascrizioni Brahms e Busoni, alle tre esecuzioni Accardo, Ugorski e Benedetti Michelangeli, ma il legame dei primi vale per tutte le realizzazioni della loro trascrizione (in notazione musicale e in registrazione sonora), mentre quello dei secondi vale soltanto per la specifica realizzazione in cui essi sono direttamente coinvolti; ovvero l'esecuzione di Benedetti Michelangeli presuppone l'opera di Bach e la trascrizione di Busoni. L'autore della trascrizione risulta avere un ruolo simile all'autore dell'opera, perché ne resta responsabile per tutte le espressioni e manifestazioni successive. In questo senso considerare espressioni come quelle di trascrizione alla stregua di nodi ad un livello intermedio fra l'opera e le espressioni-esecuzione sembra un'utile operazione di chiarificazione.

Si noterà che in questo caso l'ordine di citazione utilizzato è: redazione, codice, mezzo espressivo, cioè quello che rispecchia meglio la successione logica e cronologica dei passaggi; è quello che facilita anche l'attribuzione corretta ad ogni persona della propria responsabilità, a partire, in senso retrogrado, dall'esecutore, poi all'autore della trascrizione e al compositore. Ma proprio per quest'ultimo, e analogamente per l'intermedio, l'attribuzione di responsabilità, riguardando l'insieme delle espressioni e/o manifestazioni, comporterà anche l'aggiunta, come qualificazione nei singoli record, di quegli elementi che, per ogni manifestazione indicizzata caratterizzano la concretizzazione dell'opera, secondo un ordine di citazione che procede dal concreto verso l'astratto.

4. FRBR vs. ISBD: verso un nuovo record e un nuovo archivio

In fondo tutto si riduce a come si concepisce la registrazione bibliografica: appurato che la natura degli oggetti è pluridimensionale, in FRBR con l'analisi secondo il modello E-R si evidenziano le entità che entrano in gioco, i loro attributi, si collegano con relazioni di vario genere quelle che sono coinvolte a qualche titolo in una manifestazione; sempre secondo il presupposto che ci sia qualche interesse bibliografico nell'entità, nell'attributo e nella relazione. A conferma e verifica di questo presupposto si individuano ed enucleano i compiti che l'utente affronta accostandosi ad un archivio bibliografico e cui questo deve dare soddisfazione; poi si sottopongono a valutazione di interesse rispetto a questi compiti gli attributi e le relazioni evidenziate nella prima fase dell'analisi, così da selezionare attributi e relazioni più efficaci ai singoli compiti. Con ciò è pronto il modello e la sua funzionalità rispetto agli obiettivi prefissati e se ne può studiare l'applicazione. In una versione più immediata essa consiste nella compilazione di record bibliografici di tipo tradizionale, con intestazioni altrettanto tradizionali, secondo un livello base che, senza essere completo, perché persegue economia e semplificazione, comprende però tutti gli elementi importanti per soddisfare gli obiettivi dell'utente. Questo livello base è raccomandato in FRBR per le bibliografie nazionali, per garantire l'efficienza dei servizi di scambio nell'ambito del controllo bibliografico universale. Ciò non toglie che in situazioni diverse da quelle dell'agenzia bibliografica nazionale gli elementi registrati siano ridotti o aumentati: l'analisi svolta favorisce anche in questo caso scelte più consapevoli e commisurate alle situazioni in cui si applicano.

Ma in fondo tutto si riduce a come si concepisce la registrazione bibliografica: oggi con ISBD essa rappresenta tutte le dimensioni in un unico record, che ha come riferimento una pubblicazione. Nel momento in cui la pubblicazione è esplicitamente ed analiticamente riconosciuta come una manifestazione di un'espressione di un'opera, pur restando essa l'unica entità materiale, quindi l'unica oggettivamente descrivibile ed indicizzabile, è evidente la possibilità di passare ad un altro modello di rappresentazione dell'universo bibliografico, in cui ad ogni entità individuata, sia essa materiale o astratta, corrisponda un record che contenga gli elementi pertinenti a quell'entità e i legami che stabiliscono le relazioni con le altre entità. La completezza del record onnicomprensivo tradizionale viene raggiunta quando il percorso tra i legami significativi abbia dato accesso a tutti i record delle entità coinvolte, oppure quando un accorpamento di record (come una visualizzazione cumulata) li presenti tutti insieme.

Quale potrebbe essere allora il record di un'espressione?

Seguendo gli attributi di FRBR 4.3, ripresi nell'appendice A con i riferimenti all'ISBD e ad UNIMARC, si può costruire una mappa degli elementi significativi per rappresentare un'espressione. Ovviamente ogni tipologia di materiale escluderà gli elementi non pertinenti.

Quanto al titolo, elemento non specificamente definito, si è già detto quali difficoltà di scelta e di formalizzazione possano insorgere. Nella maggior parte dei casi sarà il titolo comune tanto all'opera come alla manifestazione. Sarà come il titolo della manifestazione finché non appaiano manifestazioni di quella stessa espressione con titolo diverso. In quest'ultimo caso potrà essere scelto il primo utilizzato, oppure un altro più simile al titolo uniforme dell'opera: si tratta comunque di effettuare una scelta analoga a quella per il titolo uniforme delle opere, quindi secondo l'origine o il consenso della tradizione su una forma diversa.

Andrà prevista l'opportunità di aggiungere qualificazioni al titolo uniforme per garantirne il carattere distintivo, e gli elementi adatti saranno proprio quelli più caratteristici del livello espressione, secondo l'analisi condotta prima.

La forma di espressione, data, lingua, altre caratteristiche distintive, l'aspettativa di integrazione o di revisione, l'estensione e le limitazioni all'uso (4.3.2-4.3.8 e 4.3.12) sarebbero elementi da registrare tutte le volte che siano pertinenti perché utili a caratterizzare e distinguere l'espressione nei confronti di altre espressioni. Altri elementi tipici di specifici materiali andranno pure registrati.

Legami vanno allacciati con l'opera, direttamente o attraverso altre espressioni, e con le manifestazioni che concretizzano l'espressione. Le persone e le collettività che rivestono una responsabilità nella realizzazione dell'opera in quell'espressione, escluso l'autore dell'opera, già collegato ad altro livello più appropriato, vanno collegate con l'espressione in relazione di responsabilità, che sarà tanto più da specificare quanto più complicate possono essere le relazioni opera-espressioni-manifestazioni. Se la partitura di Busoni per la Ciaccona non è distinta dall'esecuzione di Benedetti Michelangeli, perché non ne è registrata una manifestazione e non è stato effettuato legame esecuzione-partitura-trascrizione, sarà più pressante l'esigenza di qualificare le rispettive responsabilità, anche perché nell'espressione non è data una formulazione di responsabilità che precisi la funzione svolta da ciascuno, come nella manifestazione.

La parte del rapporto dedicata al livello base per le bibliografie nazionali, dettagliando i compiti dell'utente prevede per le espressioni di trovare le espressioni di un'opera, identificare un'espressione di un'opera, selezionare un'espressione.

Il primo obiettivo è raggiunto trovando, dopo l'opera, il legame con le sue varie espressioni; ovvero trovando tutte le manifestazioni dell'opera si trovano implicitamente, ma disordinatamente, tutte le espressioni.

Ma un altro trovare impegna l'utente di alcuni materiali documentari e credo andrebbe focalizzato: trovare tutte le manifestazioni che incarnano espressioni di cui una data persona o ente collettivo sia responsabile e trovare una particolare manifestazione quando è noto il nome della persona o dell'ente collettivo responsabile dell'espressione in essa incarnata (tornando agli esempi musicali, è evidente l'interesse che può suscitare la ricerca di tutte le manifestazioni in cui siano concretizzate trascrizioni o esecuzioni di un dato musicista o interprete). Fra i dati minimi richiesti, nella sezione degli elementi organizzativi, sono infatti previste le intestazioni al nome delle persone e enti collettivi con responsabilità principale dell'espressione, ma la loro funzione sembra scomparsa dai compiti dell'utente; già i codici di catalogazione prevedono, fra le intestazioni secondarie, accessi relativi all'espressione dell'opera e in questo la BNI sopravanza le regole attribuendo sistematicamente intestazioni ai traduttori.

Al secondo e terzo compito identificare e selezionare provvedono gli elementi caratterizzanti l'espressione riportati nella registrazione come attributi. Va però notato che nel selezionare risulta difficoltosa una scorsa fra record non ordinati secondo gli elementi più significativi nel diversificare le espressioni dell'opera (che variano secondo il genere di opera), come avviene quando questi sono riportati in nota e non fungono da elemento ordinatore (di nuovo la forma di espressione, la lingua, lo strumento, la data...).

5. Manifestazione

Mi sono soffermato sull'espressione trascurando un discorso specifico sulla manifestazione, perché questa entità ci è molto più nota; è ciò che chiamiamo pubblicazione da cui sono stati estrapolati, per attribuirli all'espressione, gli elementi intellettuali e artistici che hanno portato dall'opera alla sua concretizzazione fisica. Ma la natura complessa della pubblicazione non scompare parlando di manifestazione, tant'è vero che le sono ancora attribuiti in FRBR elementi relativi ai due livelli superiori in essa incarnati (le responsabilità per esempio) ed essa resta la base del record bibliografico, conformemente all'ISBD. Il passaggio ad un modello bibliografico che rappresenti le diverse entità con record singoli comporterebbe quindi uno snellimento del record della manifestazione, che dovrebbe ridurre a legami gli elementi relativi ad altri livelli (titoli e responsabilità di opere ed espressioni, dati di edizione non materiali, legami con titoli di altre opere...), conservando come propri quelli inerenti alla pubblicazione, distribuzione e manifattura e alla forma materiale, relativi cioè al momento editoriale e ai dati fisici.

Si perderebbe quell'unità della notizia bibliografica che, anche se a volte è confusa e non perspicua, torna molto utile e andrebbe sostituita da una altrettanto efficace e sintetica rappresentazione complessiva, attraverso l'associazione dei record delle singole entità coinvolte.

Ma la manifestazione è caratterizzata anche di un altro aspetto problematico della realtà bibliografica. Come dall'opera si possono ramificare molteplici espressioni e poi manifestazioni, in senso inverso nella manifestazione possiamo trovare affiancate molteplici espressioni di opere e di parti di opere diverse. Proprio in questi casi sarebbe valorizzata la funzione materiale di contenitore svolta dalla manifestazione, se, rinunciando a indicare nella sua descrizione tutte le opere ed espressioni in essa contenute, le si registra in record distinti e collegati con i dati propri per una più precisa rappresentazione e identificazione. Un modello che voglia rappresentare e percorrere la complessità dell'universo bibliografico dovrà tener conto di questa proiezione verso l'alto, anziché verso il basso degli spogli (volendo utilizzare una metafora spaziale).

6. FRBR come premessa

Sono così più volte tornato su una questione di fondo, che coinvolge tutta l'impostazione di FRBR: nel lavoro di analisi e di riorganizzazione logica degli oggetti e degli elementi del record bibliografico alcune esigenze di semplificazione delle relazioni sono state considerate necessarie per la frequente mancanza di elementi informativi o ritenute opportune perché corrispondenti ad esigenze poco diffuse fra gli utenti. Ho cercato di supportare la proposta di fare un passo di più per giungere ad un pieno sviluppo del modello e alla sua applicabilità efficace mostrando alcune carenze derivate dall'appiattimento delle tipologie di espressioni su un unico livello. Molte delle osservazioni, peraltro, possono essere rimandate, per una soluzione, alla tematica o agli elementi organizzativi delle intestazioni ed FRBR, che giustamente riunisce descrizione bibliografica, intestazione per autori e indicizzazione semantica, con una visione unitaria della comunicazione bibliografica, si focalizza sulla descrizione, lasciando scoperta la modellizzazione delle intestazioni e la piena integrazione dei due versanti.

Mi pare allora interessante raccordare il discorso su FRBR agli studi sulla visualizzazione negli OPAC e in particolare alle Guidelines for OPAC displays / prepared for the IFLA Task Force on Guidelines for OPAC displays by Martha M. Yee, del novembre 1998. Non vi è riportato, se non con un cenno lessicale, il contributo di FRBR, ma viene posta attenzione ad organizzare la visualizzazione in liste dei risultati delle ricerche, ed è prevista una sorta di gerarchia dei titoli riferiti ad un autore, con i passaggi successivi per raffinare secondo la logica desiderata e poi per selezionare e identificare opere ed espressioni/manifestazioni. Ciò conferma l'importanza di offrire possibilità di ricerca diverse, modulate da ciascun utente sul proprio bisogno e conferma quindi la richiesta di una costruzione strutturata del catalogo, che può passare attraverso l'articolazione dei record-manifestazione onnicomprensivi degli elementi e delle relazioni fra le entità, in una molteplicità di record-opera, record-espressione e record-manifestazione correlati fra loro e ciascuno specifico della propria natura, oppure può passare attraverso una riconsiderazione dell'intestazione che, senza perdere la caratteristica essenziale dell'uniformità per quanto riguarda il nome, si articola però in sottointestazioni per genere e titolo, in grado di dare accesso e raccogliere ordinatamente le espressioni e le manifestazioni delle singole opere, e le manifestazioni delle espressioni se il legame è a questo livello.

Credo che con FRBR le premesse per un rinnovamento esteso e profondo della catalogazione e del controllo bibliografico siano poste. Dall'incontro di FRBR con questa e con altre analoghe elaborazioni in corso o da avviare (penso allo studio delle registrazioni d'autorità secondo il modello entità-relazioni, ad una revisione di ISBD che non sia solo riduzione degli elementi obbligatori, penso alla revisione logica dei codici di catalogazione...) potremo aspettarci un'organicità e completezza di analisi e di proposte che permettano di utilizzare al meglio i dispositivi messi ora a disposizione dalle tecnologie telematiche, per ricominciare, un'altra volta da capo, a mettere ordine nella quantità di documenti e informazioni che, come ad ogni innovazione tecnica che tocchi la comunicazione, spettano al bibliotecario.


1. Ecco la sequenza secondo un ordinamento ontogenetico:

2. Ecco la sequenza secondo un ordinamento per concretezza decrescente:


Copyright AIB 2000-01-29, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Vanni Bertini
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/frbr/buizza.htm


AIB-WEB | Sezioni regionali | Toscana | Seminario su FRBR