Mentre il disegno di legge regionale per le biblioteche si trova alla discussione della Commissione Cultura del Consiglio Regionale, il Comitato esecutivo toscano dell’Aib, riunitosi su questo tema ed alla luce degli incontri avuti recentemente con l’Assessore Marcucci, la Coordinatrice del Dipartimento Dini e la Presidente della Commissione Cultura Pecini, vuole esprimere la propria posizione a conferma delle osservazioni già formulate nella scorsa primavera e delle richieste di modifica alla legge già presentate alla Commissione e pubblicate sul precedente numero di Bibelot.
Tenendo in considerazione anche i risultati dell’indagine della Sezione sulle biblioteche pubbliche, recentemente pubblicata, la nuova legge assume una grandissima importanza nella convinzione che questa possa essere motivo di nuovo impulso per l’organizzazione e il buon funzionamento dei servizi bibliotecari e informativi in Toscana.
In particolare, il Comitato vuole richiamare ulteriormente l’attenzione sulla necessità che la legge definisca i principi per la programmazione nel settore delle biblioteche pubbliche e degli archivi storici di ente locale. Si tratta infatti di porre su buone fondamenta l’organizzazione documentaria e informativa regionale: per far questo occorre evidenziare il carattere pubblico delle biblioteche oggetto della legge, in riferimento anche ai compiti per esse previsti dal Manifesto Unesco per le biblioteche pubbliche”, e occorre anche istituire un rapporto con gli archivi storici degli enti locali, rimasti esclusi dal disegno di legge. Questo rapporto infatti è sostanziato dal concorso al perseguimento di finalità comuni, che sono quelle della documentazione, dell’informazione, della comunicazione, ed anche della tutela e valorizzazione delle culture locali per la diffusione della loro conoscenza. Non voler riconoscere questo rapporto significa voler sottrarre alle biblioteche pubbliche una parte sostanziale delle loro funzioni.
Un altro punto che il Comitato vuole porre ancora all’attenzione riguarda l’importanza che la legge affermi il principio della professionalità del personale che opera nelle biblioteche e negli archivi. La qualità dei servizi non può che fondarsi sulla competenza e la qualificazione del personale. Non si tratta di definire nel dettaglio i profili di questo personale, cosa che certamente non è di competenza di questa legge, ma di gettare un ponte verso quanto si sta predisponendo a livello di regolamentazione nazionale per la certificazione delle professioni non riconosciute. Si tratta quindi di affermare un principio generale, che possa costituire una indicazione finalizzata al perseguimento di un miglioramento qualitativo dei servizi bibliotecari e archivistici al cittadino.
Le reti bibliotecarie di cui la legge parla possono essere intese unicamente come forme di organizzazione per la cooperazione. Le reti telematiche sono solo uno degli strumenti per il perseguimento di questa cooperazione e non possono certamente essere confuse con questa. La necessità di un sostegno da parte della Regione per la realizzazione di infrastrutture indispensabili al funzionamento di un efficace sistema documentario, bibliotecario e archivistico, comprende l’esigenza di efficienti mezzi tele matici, ma non si esaurisce in essi.
In particolare si vuole sottolineare l’importanza della Biblioteca dei Servizi Bibliografici. E’ da tenersi in considerazione l’esigenza che questa resti strumento a disposizione del lavoro del personale del Dipartimento regionale per la Cultura, sia per la predisposizione dei piani di programmazione che per l’elaborazione di rilevamenti standardizzati, la loro interpretazione, la preparazione di indicatori di sviluppo e di verifica, ed inoltre per lo svolgimento dei compiti di tutela.
E’ necessario che il Dipartimento sia adeguatamente attrezzato per essere punto di riferimento altamente qualificato per gli amministratori e per gli operatori delle biblioteche e degli archivi, a sostegno dello sviluppo di questi servizi.
Il Comitato, pur non opponendosi in linea di principio a considerare altre forme di gestione di questa Biblioteca, chiede garanzia sulla prosecuzione del servizio in termini di accessibilità, incremento delle raccolte, fruibilità per tutti gli operatori del settore. Essa infatti svolge una funzione irrinunciabile per l’aggiornamento e la qualificazione del personale che opera nelle biblioteche e negli archivi e a sostegno della ricerca e degli studi nelle discipline biblioteconomiche, archivistiche e delle scienze dell’informazione. Innanzitutto il Comitato si oppone ad ogni forma di smembramento delle raccolte, che possa essere dettata dalle esigenze degli uffici regionali di trattenere parte dei materiali: l’unitarietà delle raccolte costituisce un valore di questa Biblioteca ed è funzionale ai suoi utenti, siano essi operatori del Dipartimento o operatori del mondo bibliotecario. La collocazione della Biblioteca presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze in rapporto di convenzione con la Regione Toscana, attualmente allo studio, preoccupa molto in ordine a diverse motivazioni. Innanzitutto, qualora sia risolto il problema della collocazione fisica della Biblioteca, si vuole sottolineare che una biblioteca non vive solamente grazie alla sua apertura al pubblico, ma vive del lavoro di personale qualificato che ne curi le acquisizioni, la disponibilità del materiale, la sua catalogazione, la conservazione, lo sviluppo dei servizi agli utenti. Le raccolte di questa Biblioteca sono funzionali alle esigenze dei suoi utenti per la disponibilità ampia e tempestiva che attualmente viene garantita soprattutto per le pubblicazioni di produzione straniera. Pur comprendendo che le raccolte della BNCF possono arricchire molto l’offerta di questo servizio, la preoccupazione che si vuole esprimere è relativa alla grande diversità della provenienza dei materiali alla Biblioteca Nazionale e della loro finalità, che è volta alla conservazione della produzione nazionale e alla realizzazione di servizi bibliografici nazionali. Mentre è in preparazione una riforma legislativa che prevede in materia di beni culturali una ridefinizione delle deleghe alle regioni e un più ampio decentramento delle competenze dallo Stato, desta preoccupazione la scelta della Regione Toscana di collocare altrove uno strumento tanto importante di programmazione quale è la Biblioteca e suscita sorpresa il progetto che la vedrebbe collocata presso un istituto statale.
Il CER Toscana