AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2005)
di Grazia Asta
L'Associazione di volontariato "Un Ponte per..." - nata ca. 15 anni fa in Italia con lo scopo di promuovere iniziative in favore delle popolazioni del Medio Oriente - sta portando avanti, con la collaborazione di altri soggetti, un progetto a favore della Biblioteca e Archivio Nazionale di Baghdad (BNB). In relazione a tale progetto si è svolta il 27 giugno scorso la visita di Saad Eskander, direttore della BNB, a Firenze, dove ha incontrato la Direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale e la responsabile del Laboratorio di Restauro, oltre all'Assessore regionale Massimo Toschi; in Palazzo Vecchio si poi è tenuto un incontro con l'Assessore alla cultura Simone Siliani e con Eros Cruccolini, Presidente del Consiglio comunale. All'incontro hanno partecipato alcuni bibliotecari, oltre ad esponenti delle realtà culturali fiorentine e del tessuto sociale impegnato sul tema della pace. Riportiamo uno stralcio del discorso tenuto nell'occasione da Saad Eskander.
"Gli egiziani scrivono, i libanesi pubblicano i libri, ma sono gli iracheni che li leggono" racconta un vecchio detto della Mesopotamia. Sicuramente gli antichi splendori della Biblioteca e dell'Archivio Nazionale di Baghdad confermavano questo detto, almeno fino alle giornate del 10 e 12 aprile 2003, quelle ricordate per la caduta della statua di Saddam. Nello stesso giorno, i carri armati americani si fecero strada all'interno del compound per poi andarsene lasciando incustodita la Biblioteca e, di fatto, aperta ad ogni tipo di saccheggiamento. Due incendi distrussero quasi completamente la struttura e con essa la maggior parte del patrimonio librario iracheno e della sua memoria storica. Neanche durante gli anni della dittatura di Saddam la vita della Biblioteca è stata facile; l'embargo ha impedito per anni di importare libri dall'estero e il regime ha tenuto una politica altamente restrittiva a livello culturale, tanto che lo stesso ministro della cultura finì per definire la Biblioteca "il cimitero dei libri". Ma a Baghdad restava pur sempre un grande patrimonio fatto di tavole, manoscritti, carte geografiche, libri, documenti tra i più antichi al mondo. Ora, su quasi due milioni di libri, ne sono rimasti 750.000, mentre si calcola che siano andati distrutti circa 10 milioni di documenti appartenenti all'Archivio. Non esistono più le più antiche versioni delle Mille e una Notte, le traduzioni in arabo di Aristotele, i trattati di Avicenna e di Averroè. Così come non esiste più il 99% dell'Archivio Repubblicano, che conteneva tutta la storia irachena dal 1958 alla caduta di Saddam e che documentava i processi agli oppositori del regime. Nello stesso tempo, il materiale rimasto ha subito gravi danni dovuti ad incendi ed allagamenti. Così, a partire dall'aprile 2004, "Un Ponte per..." ha deciso di collaborare con il direttore della Biblioteca realizzando il progetto "La Casa dei libri di Baghdad" sostenuto da alcuni enti locali e dalla Regione Lombardia. Dopo i primi interventi – catalogazione, inventariazione, fornitura di strumentazione, corsi di formazione per l'utilizzo dei nuovi software -, il progetto entra ora nel vivo di due nuove fasi. La prima consiste nella creazione di un sito Internet della Biblioteca che le permetterà di comunicare più agevolmente con l'esterno, la seconda nella creazione di un Laboratorio di Restauro e Conservazione. Per questo "Un ponte per..." riceverà la collaborazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ed il supporto della Regione Toscana. In Iraq, prima d'ora, non è mai esistito un laboratorio simile.
(sintesi e traduzione di Emanuela Del Frate)
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Copyright AIB 2005-10-05, ultimo aggiornamento 2005-10-05 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
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