AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2004)
di Alessandro Sardelli
Quest'estate avevo scelto come tema per l'articolo di fondo l'assenza in Italia di un'efficace politica del lavoro e bibliotecaria, a cui corrispondeva - a mio giudizio - un'assenza di politica associativa da parte dell'Aib. Per aver scritto quel fondo ho ricevuto diverse espressioni di apprezzamento, ma anche qualche critica fra cui l'accusa d'ingenuità. Sarò stato anche ingenuo, ma dopo pochi mesi da quel fondo l'Aib è collassata, segno evidente che avevo indicato un malessere reale. Inoltre proprio il tema che avevo toccato è diventato elemento di discussione tra chi nell'Associazione si lamentava dell'assenza di politica è chi invece ne vedeva troppa: taluni confondendo la politica con il politichese, pochissimi mettendo a fuoco il vero problema che è quello di avere un'organizzazione professionale in grado d'esprimere una propria politica associativa.
I fatti a tutti noti, che hanno poi portato allo scioglimento degli organi centrali e periferici dell'Associazione, mi suggeriscono oggi di affrontare un ben più impegnativo tema di fondo: il bisogno di democrazia che c'è nell'Aib e nel Paese. Sono infatti dell'opinione che le dimissioni della maggioranza del Comitato esecutivo nazionale, il cui risultato ha causato la paralisi dell'Associazione, siano state un atto irresponsabile e fondamentalmente antidemocratico. Indipendentemente dalle circostanze che lo hanno prodotto e dalle giustificazioni che si sono invocate, non essersi assunti la responsabilità di portare a termine un mandato elettorale e interrompere il funzionamento di un organismo democraticamente eletto, è stata una dimostrazione non solo di debolezza di carattere da parte dei dimissionari, ma anche di debolezza democratica di tutta la struttura associativa (su cui indubbiamente ha pesato un vincolo dello Statuto). Né possiamo nasconderci dietro al dito del ritorno alle urne elettorali, poiché non sarà certo il rituale delle elezioni a rendere democratica l'Associazione e a consentirci di superare questa crisi. Il fatto su cui dobbiamo riflettere con molta attenzione é che una società democratica per funzionare ha bisogno di associazioni democratiche che esprimano politica.
In un libro uscito recentemente, Il tempo di cambiare, Paul Ginsborg affronta il tema della democrazia moderna. Dalla sua documentata analisi emerge come in una moderna democrazia le strutture associative, essendo portatrici di specifici interessi sociali, possono portare un contributo essenziale al funzionamento della società civile. Ma perché ciò avvenga la democrazia deve essere in grado di evolvere e migliorare nel tempo; deve sapere gestire in modo equilibrato le sue istanze rappresentative e quelle partecipative; deve sapere trarre vantaggio dall'aggregazione più o meno spontanea dei cittadini.
Purtroppo la realtà che oggi abbiamo in Italia è ben diversa: il rinnovamento dello Stato è una sistematica demolizione della democrazia liberale a colpi di maggioranza parlamentare, la politica dei partiti è sempre meno compresa dai cittadini e la partecipazione diretta è sempre più vista con sospetto. Ma proprio per contrastare quest'involuzione democratica dobbiamo recuperare spazi di democrazia ovunque sia possibile. Per questo motivo credo che i tempi siano maturi per ripensare in modo più moderno la struttura associativa dell'Aib. Su questo numero di Bibelot abbiamo raccolto le opinioni di alcuni colleghi che hanno deciso d'impegnarsi in questo rinnovamento. Auguro loro di riuscirci, in modo da avere un'Associazione più efficiente e con regole di democrazia partecipativa più efficaci; in modo da avere una struttura di servizio che sappia intercettare i bisogni dei soci piuttosto che le ambizioni dei suoi esponenti; che sia orientata alla trasparenza e dove prevalga l'autodisciplina piuttosto del controllo; dove l'etica e la morale degli interessi comuni sia contrapposta agli interessi personali. La competizione elettorale che si svolgerà fra pochi giorni per il rinnovo delle cariche sociali sarà utile solo se avrà questo sbocco, altrimenti avremo perso un'occasione di cui potremo anche pentirci.
Copyright AIB 2005-01-27, ultimo aggiornamento 2005-02-06 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
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