[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2004)

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Discutendo su "Bibelot" - Attivo di redazione - 4 maggio 2004

IL DIBATTITO

Nella seconda parte della mattinata si è aperto il dibattito, col primo giro di interventi.

Sono intervenuti Massimo Rolle, membro del CEN; Vanni Bertini, redattore di AIB-WEB e responsabile del web della Sezione Toscana, oltre che della versione elettronica di "Bibelot"; Grazia Asta della Biblioteca Comunale dell'Isolotto di Firenze; Nicola Benvenuti del CER toscano; Carlo Paravano della Biblioteca Comunale di Scandicci. Massimo Rolle ha sottolineato che in passato "Bit" e oggi "Bibelot" sono lo specchio del dibattito sempre vivace della biblioteconomia toscana, e anche della positiva situazione di autonomia di cui la Sezione regionale ha sempre goduto. Quella che Panizza ha definito la "terza anima" di "Bibelot" - quella del dibattito, del confronto aperto - dovrebbe diventare la principale, cioè bisognerebbe diventare più "impertinenti" nei confronti delle istituzioni. Abbandonare il canale dello strumento informativo locale da parte delle Sezioni Regionali (in cui la Toscana, quasi l'unica rimasta, svolge un ruolo particolarmente positivo) sarebbe un grave sbaglio. Il canale delle iniziative in calendario - pur senza abbandonare il cartaceo - dovrebbe essere, anche secondo Rolle, svolto in tempo reale dal web. Vanni Bertini, dopo aver ricordato che gli indici di tutti i numeri di "Bibelot" sono in linea e che dall'annata 1999 sono disponibili gli articoli a testo pieno, ha sottolineato che quella attuale non è una vera e propria versione elettronica: si tratta infatti della messa online pura e semplice degli articoli del cartaceo, con l'aggiunta di qualche link. Oltre al fatto che la versione su carta rimane e si può anche collezionare, certi articoli possono essere anche letti due mesi dopo. Sul web della Sezione Toscana ci sono oggi solo informazioni istituzionali, mentre andrebbe curato dal punto di vista giornalistico: in questo senso, Bertini ha trovato interessante la proposta di redazione unica avanzata da Panizza. Quanto al test effettuato sul web da Santoro, Bertini ha segnalato che anche molte parti di AIB-WEB da un po' di tempo non vengono più indicizzate, nonostante esso abbia alle spalle una struttura Dublin Core: si tratta, quindi, di un problema dei motori, che andrebbe indagato. Grazia Asta, oltre alle tre "anime" di "Bibelot" individuate da Panizza, ne propone una quarta: quella di creare un servizio per i soci relativamente al piano contrattuale, sindacale e del riconoscimento della professione, in collaborazione con l'Osservatorio Lavoro dell'AIB. Nicola Benvenuti si è detto d'accordo col fatto che "Bibelot" è stato efficace quando ha creato dibattito, quando si è proposto come momento di sintesi. Se da un lato c'è stata a volte una sorta di "timidezza" a confrontarsi direttamente con enti e istituzioni, dall'altro - ha ribadito - l'articolo sulla nuova Biblioteca di Scienze Sociali non doveva farlo la responsabile del SB di Ateneo, né il resoconto sui progetti regionali dovrebbe stilarlo il dirigente direttamente implicato in essi. È "Bibelot" che deve verificare e scandagliare criticamente le notizie, ma anche preparare e accompagnare con conferenze e momenti pubblici, quello che poi andrà sul giornale. Carlo Paravano si è detto convinto che la direzione di Sardelli ha portato valore aggiunto al giornale; tuttavia ha ricordato che anche il primo "Bibelot" aveva discusso di grossi temi politici, come la legge regionale sulle biblioteche, l'indagine dell'AIB Toscana sulle biblioteche pubbliche, il "salvataggio" della Biblioteca Servizi Bibliografici con una raccolta di firme e un appello. Il problema è proprio quello - ha ricordato Paravano - di riuscire a "pesare politicamente", di fare mobilitazione, e quindi ben vengano l'editoriale su un tema forte o l'inchiesta su pagina doppia. Certamente è necessario coordinare meglio carta e web, ma senza consegnare tutto a quest'ultimo strumento, sugli sviluppi del quale è meglio andare cauti. "Bibelot" dovrebbe comunque - ha concluso - affrontare temi caldi quali, attualmente, la precarizzazione della professione e il ridisegno dell'area metropolitana fiorentina.

Dopo l'intervallo del pranzo, il dibattito è ripreso con un secondo giro di interventi. Hanno preso la parola Vanni Bertini; Carlo Paravano; Patrizia Lúperi della Biblioteca Lingue e Letterature Moderne dell'Università di Pisa; Paolo Panizza; Michele Santoro; Massimo Rolle; Maria Rita Macchi della Biblioteca di Economia dell'Università di Pisa; Silvia Bruni membro del CER Toscano; Roberto Maini; Isolina Baldi della BNCF, membro della Commissione Biblioteche e servizi nazionali dell'AIB.
Vanni Bertini ha osservato che tra i vari argomenti passati sotto silenzio c'è anche quello del passaggio da Indice1 a Indice2 di SBN, che ha comportato un fermo di due mesi: se tra vent'anni si scorresse la stampa professionale, non si troverebbe traccia di questo argomento. Forse non si parla di certi aspetti perché se ne dovrebbe parlar male; è quindi più che mai necessario un "giornalismo militante". Carlo Paravano ha aggiunto che si tace anche sul progetto dell'ex carcere delle Oblate, cioè della cosiddetta "grande biblioteca di Firenze", un argomento non certo secondario. Pur riconoscendo l'importanza di certe tematiche, Patrizia Lúperi ha messo in guardia dall'essere troppo "fiorentinocentrici", cosa in cui spesso "Bibelot" è scivolato. A suo parere, sarebbe importante trovare persone che hanno la voglia e la capacità di scrivere per il giornale, ma soprattutto parlare di più delle cose che toccano da vicino la vita concreta dei bibliotecari: per esempio, il contratto di lavoro. Paolo Panizza ha commentato che il rapporto centro/periferia si pone per "Bibelot", come anche per tutto l'AIB come organizzazione. "Bibelot" non ha funzionato molto dal punto di vista informativo per quanto riguarda l'area pisana (la più ricca, insieme a Firenze, di iniziative di cui dar conto); per quanto riguarda le altre province la cosa è forse più comprensibile, in quanto ci sono molte meno biblioteche e bibliotecari. Michele Santoro, tornando sull'interrogativo cartaceo/elettronico, ha sottolineato che forse la versione online è il "primo piano", quello dell'aggiornamento e della rapidità, mentre il cartaceo può essere il luogo dove si va a depositare un dibattito, un'inchiesta, qualcosa di valido in sé ma meno connotato da scadenze. Massimo Rolle ha avanzato la proposta di distribuire "Bibelot" a tutti i bibliotecari della regione e non soltanto ai soci AIB, magari avvalendosi di contributi della Regione Toscana, ma salvaguardando allo stesso tempo l'autonomia della Sezione [proposta che, però, non ha incontrato pareri favorevoli nei successivi interventi]. Tornando sul tema del rapporto tra "Bibelot" e "AIB Notizie" ha ribadito che deve comunque essere chiara un'autonomia, nelle tematiche da trattare e nelle posizioni politiche, da parte delle sezioni regionali. Ciò di cui si sente molto il bisogno - ha concluso - è una "cabina di regia" degli strumenti nazionali, nel riconoscimento delle diversità. Maria Rita Macchi ha riconosciuto che spesso la voce delle altre province non si è fatta sentire, ma che forse il problema non è quello di creare referenti della redazione su base geografica. Più importante sarebbe avere dei collaboratori su singoli comparti, uno dei quali è l'università: si potrebbero creare collegamenti tra bibliotecari dei tre atenei, per portare avanti una sorta di "osservatorio" congiunto. Sul fatto che la redazione di "Bibelot" dovrebbe presidiare temi di interesse omogenei o specifici comparti si è espressa positivamente anche Silvia Bruni, che sta conducendo un'inchiesta tra i bibliotecari toscani cosiddetti "atipici", quindi tra addetti alla documentazione presso teatri, aziende sanitarie, istituti di ricerca. Si tratta di persone che lavorano da sole, ma che hanno sviluppato comunque una forte identificazione con la raccolta o la biblioteca di cui si occupano: l'AIB dovrebbe sforzarsi di rappresentarli, e "Bibelot" cercare di dar voce a questo mondo sommerso, dove spesso c'è anche molta specializzazione professionale. Roberto Maini ha ripreso la parola per dire che un'iniziativa come questa dell'attivo di redazione, si inserisce nello spirito di quella che è stata l'esperienza di "BiT"; in questo senso "Bibelot" ha avuto un'intuizione che forse avrebbe dovuto avere l'AIB in prima persona. Il fatto che la Sezione AIB Toscana vada avanti nonostante il panorama asfittico - ha aggiunto - è molto interessante, ma attraverso "Bibelot" dovrebbe sforzarsi di affrontare anche temi contrattuali e sindacali, finora assenti. È necessario un ruolo più "aggressivo", che permetta di uscire dal silenzio strisciante che c'è su certi argomenti quali il recente concorso di riqualificazione che ha impegnato centinaia di bibliotecari statali, la nuova legge sul deposito legale, il ridisegno della realtà bibliotecaria fiorentina, che sta avvenendo in maniera non consapevole, nella passività generale, ecc.
Isolina Baldi si è detta convinta che è fondamentale occuparsi di ciò che sta cambiando a livello legislativo, e che cambierà la professione (legge sul deposito legale, Codice Urbani, contratti "atipici", ecc.). Non è necessario attendere di avere posizioni definite, ma iniziare senza timori a riflettere, ad avanzare dubbi, a fare ipotesi su quale futuro di potrà prefigurare.


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Copyright AIB 2004-05-23, ultimo aggiornamento 2004-06-03 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0401/b0401i-2.htm


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