AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2004)
Discutendo su "Bibelot" - Attivo di redazione - 4 maggio 2004
Alessandro Sardelli, direttore della rivista, ha ricordato come l'attuale impostazione di "Bibelot" sia stata decisa nel novembre 1997 dal Comitato Esecutivo Regionale AIB, con l'intenzione di creare uno strumento di comunicazione interna alla Sezione Toscana dell'Associazione e di offrire un'occasione di informazione e discussione ai bibliotecari toscani. Dietro a questa nuova strategia di comunicazione c'erano due obiettivi concreti: far crescere numericamente la Sezione e dare visibilità alle sue iniziative, in modo da proporsi come interlocutore delle istituzioni presenti nella regione, e impegnate a vario titolo nelle politiche bibliotecarie. In quel momento fu anche deciso che "Bibelot", il quale aveva già tre anni di vita, avrebbe continuato ad essere cartaceo, a differenza di altri periodici online che stavano nascendo in quel periodo. Per avere una gestione più immediata delle notizie, rispetto a quella garantita dalla periodicità quadrimestrale di "Bibelot", Sardelli ha ricordato che fu deciso di utilizzare il supplemento "Bacheca", uscito due o tre volte, per informare tempestivamente i soci su iniziative ed eventi.
L'introduzione di Sardelli è continuata ricordando che gli obiettivi di Bibelot erano di garantire un servizio d'informazione e dibattito, di avvicinare nuovi bibliotecari all'associazione e di far crescere un gruppo di redazione rappresentativo delle zone più diverse della regione; obiettivo, quest'ultimo, non propriamente raggiunto. Sardelli ha inoltre ricordato lo stile di "Bibelot", che ha riassunto in cinque punti:
1.garantire una presenza costante, rispettando la sua periodicità, come si addice a un quadrimestrale;
2. far scrivere delle "cose fatte" nelle biblioteche (anche se a volte chi ha scritto di proprie attività si è lasciato prendere la mano da atteggiamenti un po' troppo autoreferenziali);
3. trasmettere ai bibliotecari una nuova "cultura del servizio";
4. "lavorare senza rete", cioè essere presenti su notizie e riflessioni, anche con il rischio di sbagliare;
5. creare un equilibrio fra notizie sull'attività dell'AIB e notizie sul mondo delle biblioteche.
La realizzazione di "Bibelot" - ha ancora ricordato Sardelli - è volutamente un impegno assunto dai componenti della redazione come un'attività di partecipazione associativa, senza che sia un impegno professionale a tempo pieno, realizzando forse un prodotto meno efficace, ma coerente con l'impegno messo che resta pur sempre collaterale all'impegno principale di professionisti dell'ambito bibliotecario. Infine ha chiesto ai partecipanti di esprimersi su quello che potrebbe essere un cambiamento leggero di "Bibelot" o anche di prendere in considerazione un suo cambiamento radicale.
Elisabetta Francioni, come componente della redazione, ha brevemente ricordato il percorso di "Bibelot" dal primo numero uscito nell'aprile del 1995 (direttore responsabile Patrizia Faustini, un Comitato esecutivo regionale appena insediatosi sotto la presidenza di Claudio Di Benedetto) fino all'ultimo del 2003. Un percorso che ha visto da un lato cambiare lo scenario di riferimento (nel 1995 era ancora in discussione la legge regionale n. 35 che sarebbe stata varata quattro anni dopo; nel 1996 nasceva il web dell'AIB e nel 1997 quello della Sezione Toscana) dall'altro il rafforzarsi della testata, nella sua struttura interna e quindi anche nella sua visibilità. Tre i punti di forza, a partire dal CER insediatosi nel triennio 1997-2000, sotto la presidenza di Massimo Rolle: un'attenzione programmatica verso il tema della comunicazione - sia cartacea che elettronica - nei confronti dei soci e delle istituzioni; una periodicità quadrimestrale, sempre rispettata (ad oggi sono 19 i numeri usciti); un rinnovamento della struttura interna della rivista, suddivisa in sezioni ("Il dibattito", "L'intervista", "Il resoconto", "La lettera", ecc.), a seconda dei temi e delle scadenze del momento. Diverse anche le rubriche succedutesi nel tempo: da "A tutto volume" sul rapporto tra media e mondo dei libri, tenuta sotto lo pseudonimo di Orson Welles dallo storico Gianni Isola, prematuramente scomparso nel 2000; a "Freschi di web" a cura di Silvana De Capua, che segnalava in anni meno "internettizzati" di oggi la nascita di nuovi siti bibliotecari e OPAC; a "Notizie in breve" affidata a Simona Turbanti, rubrica che segna oggi il passo rispetto ad un link di eventi sempre aggiornabile sul web; a "Detto fra noi" di Carlo Paravano, che ha cercato di osservare con un occhio esterno l'attività e l'immagine dell'AIB; alla fortunata serie delle puntate di "Gambero rosso delle biblioteche toscane", nata sulla falsariga della famosa guida gastronomica, con visita ad una biblioteca e punteggio finale sui servizi offerti al pubblico; alla rubrica "Ipertesti e dintorni" affidata dal 2000 a Elisabetta Di Benedetto, che tenta una riflessione sull'accessibilità dei siti, sulla disorganicità di certi ipertesti, sul valore aggiunto delle nuove risorse elettroniche per gli utenti finali. Tanti anche i temi affrontati, nei sette anni della nuova direzione della rivista: dalla cooperazione nel panorama di crescita delle reti bibliotecarie in Toscana, agli scaffali e sezioni multiculturali per un'utenza ormai sempre più vasta e varia, al tema della qualità e della "cultura del servizio", ai progetti in corso nelle grandi come nelle piccole realtà bibliotecarie, alla sempre più massiccia presenza di personale "atipico" nel quadro di un radicale cambiamento dell'identità professionale. Tutto questo - ha proseguito Francioni - con un ovvio collegamento politico alle posizioni del CER, ma anche con una maggiore autonomia rispetto al passato nella scelta redazionale delle tematiche a cui dare risalto. I punti di debolezza sono stati individuati, infine, nel restringersi progressivo del comitato di redazione; nel non essere riusciti a creare referenti per le varie aree geografiche della Toscana, soprattutto periferiche; nel non poter più essere un momento di informazione tempestiva sui tanti eventi in calendario nella Regione. Nel 2005 - ha concluso - "Bibelot" uscirà con gli indici in cartaceo dei dieci anni, a cura di Francesca Tropea.
Paolo Panizza, attuale presidente del CER toscano, ha individuato tre "anime" di "Bibelot": la prima è quella che si occupa di riferire di eventi avvenuti (convegni, progetti, mostre), che ha spesso guadagnato la prima pagina, pur se con presentazioni a volte di vetrina, autocelebrative, non abbastanza verificate dalla redazione del giornale. La seconda, quella che annuncia iniziative che devono avvenire e che oggi è superata in parte dal web, ben più tempestivo di uno strumento cartaceo a cadenza quadrimestrale. La terza quella che discute e fa discutere, che indaga, che va a verificare la notizia, mettendone in risalto anche i punti critici. È questo il taglio che - secondo Panizza - dovrebbe essere privilegiato, quello dove il punto di vista del giornale è più percepibile: più approfondimento, quindi, più commento, più analisi. Il dilemma "cartaceo/elettronico" è un falso problema: per la tempestività delle informazioni il ruolo può essere svolto dal web della Sezione Toscana, senza per questo sopprimere la versione cartacea di "Bibelot", comunque sempre più comoda da leggere che sul video. Per raggiungere questo obiettivo, però, la redazione dovrebbe essere unica, con un coordinamento effettivo tra chi si occupa della versione elettronica e chi confeziona la rivista nella sua veste tradizionale.
Roberto Maini, nella veste di direttore del primo bollettino dell'AIB Toscana (lo storico "BiT-Biblioteche in Toscana", uscito dal 1984 al 1993) e oggi di redattore del mensile "Biblioteche oggi", ha ripercorso le tappe di un mutamento sostanziale avvenuto nel corso degli ultimi vent'anni per quanto riguarda sia il senso di identità e appartenenza alla professione, sia il dibattito nell'AIB nazionale e nelle sezioni regionali, sia infine il ruolo della stampa professionale anche a livello locale. Negli anni Ottanta - ha detto - era appena entrata nella professione tutta una leva di giovani bibliotecari che oggi non ha avuto il necessario e indispensabile ricambio; nel 1976, con la prima legge regionale sulle biblioteche e il fitto dibattito che l'aveva accompagnata, si assisteva ad una forte e combattiva presenza della Regione Toscana; era nato da poco il nuovo Ministero BB.CC.AA., che Spadolini venne a presentare forse non casualmente proprio a Firenze, alla Biblioteca Nazionale. Sulle riviste professionali avevano scritto, fino a quel momento, persone in qualche modo accreditate; c'era un timore reverenziale a intervenire, ma si sentiva tuttavia l'esigenza di spezzare questo cerchio, le redazioni paludate, e questo avvenne grazie proprio in larga parte a bibliotecari fiorentini. Nascevano così, intorno al 1984, prima "Biblioteche oggi" (bimestrale nei primi 10 anni, poi mensile) e subito dopo "BiT". Anche nelle sezioni regionali c'era un grosso fermento - ha ricordato Maini - soprattutto nella Sezione Toscana, che ha sempre avuto un ruolo trainante: molte erano le critiche al "Bollettino d'informazioni AIB" che usciva con numeri monografici, magari anche di valore, ma programmati sull'arco di tempo di un anno, sempre pre-confezionati e quindi assolutamente estranei al dibattito che restava al di fuori. Fu anche per questo - ha aggiunto - che alla Conferenza nazionale di Reggio Emilia (1985) si discusse del ruolo della stampa, con la richiesta da parte dell'AIB nazionale di avere una sorta di "corrispondenti regionali". I primi bollettini creati dalle sezioni non furono però visti di buon occhio, perché sembravano per alcuni entrare in collisione con "AIB Notizie" (nato nel 1988, proprio per fare da collettore delle iniziative locali), per altri avrebbero distolto energie da convogliare, piuttosto, nel rafforzamento dell'Associazione. In tutti questi anni c'e' stato - a parere di Maini - un salto generazionale, su cui però nessuno sembra riflettere: anche "Bit", nonostante abbia avuto un ruolo di punta nel fare informazione diffusa (più di 200 le collaborazioni nei suoi 10 anni di vita), e spesso anche in maniera autonoma dalla Sezione Toscana, ha chiuso proprio perché ormai era cambiata la situazione, oltre che per problemi economici. Quello di cui oggi c'è bisogno è la riflessione su tante cose, sulle quali inspiegabilmente cala il silenzio, una sorta di timore. La redazione di "Bibelot" forse non ha bisogno di corrispondenti nelle varie province se sa stare nella realtà, creandosi una rete informativa che sarà punto di riferimento per inviare contributi e segnalazioni, come per richiedere l'intervento "dentro la notizia". C'è sicuramente ancora spazio per uno strumento cartaceo - ha concluso; la stampa cartacea provinciale è in aumento, c'è un forte bisogno di conoscere e analizzare le problematiche del proprio territorio.
Gabriele Mazzitelli, come responsabile della comunicazione nel Comitato Esecutivo Nazionale AIB, e in rappresentanza anche di Giuliana Zagra direttrice di "AIB Notizie", ha parlato del ruolo dei vari strumenti a stampa e sul web, trovando molto positiva un'iniziativa sulla stampa regionale, che forse avrebbe dovuto prendere l'AIB. Se il "Bollettino AIB" è uno strumento scientifico ormai ben definito, "AIB Notizie - come newsletter mensile, peraltro in linea dal 1996 - soffre della concorrenza di AIB-WEB e si è posta a suo tempo l'interrogativo se diventare soltanto elettronica. Con la recente creazione di un Ufficio stampa dell'Associazione - ha ricordato Mazzitelli - "AIB Notizie" potrebbe raggiungere con immediatezza i soci, via e-mail. Sarebbe comunque importante che trovasse momenti di collaborazione con i bollettini delle sezioni regionali, che sono oggi tre o quattro, contro i 6 esistenti a metà degli anni Novanta.
Michele Santoro, direttore di "Bibliotime. Rivista elettronica per le biblioteche", ha spiegato come la testata abbia fatto la scelta di essere elettronica (cosa ormai ineliminabile, anche per chi mantiene il cartaceo) e come si sia resa autonoma dalla Sezione Emilia-Romagna dell'AIB, dalla quale è soltanto "promossa e gestita". Quadrimestrale, la rivista vuole essere un canale di approfondimento sui temi generali e di ricerca della biblioteconomia, e per questo ha anche un suo comitato scientifico. I collegamenti al sito di "Bibliotime", cioè le "visite" da parte dei lettori, sono facilmente individuabili per mezzo del contatore di accessi, più frequenti quando esce un nuovo numero; la rivista ha costo zero. Santoro ha anche sottolineato che a suo parere "Bibelot" presenta qualche problema di metadati, in quanto la ricerca con "Google" o con altri grossi motori non restituisce un risultato tra le prime dieci risposte; è necessario - ha concluso - effettuare tutto il percorso da AIB-WEB, Sezioni Regionali, Sezione Toscana, per arrivare alla home page della testata.
Copyright AIB 2004-05-23, ultimo aggiornamento 2004-06-08 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0401/b0401i-1.htm