AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2001)
di Massimo Rolle
I dati sulle iscrizioni all'Aib in Toscana, che in questo numero del giornale ci presenta e commenta Paolo Panizza, mostrano una sezione al suo massimo storico: siamo quasi a 500 soci e rappresentiamo ormai una quota significativa della professione nella nostra regione, sia in termini quantitativi che soprattutto qualitativi.
All'inizio del 2001 abbiamo organizzato insieme alla Regione la "Prima Conferenza delle reti documentarie della Toscana" e, in queste settimane, stiamo concordando con i competenti uffici regionali una serie di momenti di verifica del percorso della cooperazione tra le reti documentarie locali; con i sistemi bibliotecari degli atenei toscani abbiamo ormai un consolidato rapporto di consultazione e confronto; la presenza e la voce della Sezione è cercata e sollecitata nelle diverse occasioni di dibattito organizzate sul territorio regionale. Ma, nonostante tutto ciò, non possiamo dirci soddisfatti: il peso della nostra associazione in Toscana ci sembra ancora inferiore alla sua presenza politica e alla sua rappresentanza professionale.
Anche con la Regione Toscana, sulla cui rinnovata linea politica degli ultimi anni verso le biblioteche non abbiamo difficoltà a riconoscere ampie convergenze, troviamo difficoltà a far passare il nostro punto di vista sul riconoscimento della professione. Al di là delle timidezze o reticenze della Legge regionale 35/1999 e degli atti amministrativi conseguenti, due sono le direttrici su cui muoversi: da una parte il riconoscimento formale che non si può avere servizio di biblioteca degno di questo nome senza la figura professionale del bibliotecario, dall'altra il fatto che la figura professionale del bibliotecario, nella eterogeneità dei percorsi formativi e dei titoli di studio, non può che essere certificata dall'Albo professionale italiano dei bibliotecari.
Nella principale "piazza bibliotecaria" della nostra Regione, Firenze, non siamo riusciti a stabilire un proficuo confronto con l'Amministrazione comunale ed in particolare con l'Assessorato alla cultura.
Di conseguenza, tarda a prendere forma la nostra linea politica basata da una parte sulla sollecitazione nei confronti del Comune di Firenze a prendere le redini della programmazione del servizio bibliotecario cittadino (e le notizie che vengono dal Gabinetto Vieusseux sono oltremodo preoccupanti), dall'altra sulla necessità di un "tavolo interistituzionale" per dare gambe a quella programmazione. Su questo piano, crediamo diventi realistico l'obiettivo di una "conferenza dei servizi bibliotecari" della città di Firenze. Sul versante delle biblioteche universitarie la sfida per una associazione professionale come la nostra in questa fase consiste, secondo noi, nel cogliere il significato di "tutela della professione" in un comparto dove non sono in discussione le figure professionali specifiche ed i relativi profili e, del pari, è garantito mediamente un adeguato aggiornamento professionale degli addetti. A questo proposito contiamo sul puntuale contributo dell'Osservatorio lavoro e della Commissione nazionale biblioteche universitarie dell'Aib.
Sul fronte delle biblioteche scolastiche, la nostra Associazione non ha saputo incalzare il Ministero dell'istruzione sull'applicazione e lo sviluppo del pur positivo "Protocollo d'intesa" sottoscritto nel 2000, soprattutto riguardo alle conseguenze in termini di professionalità indotte dal riconoscimento del ruolo della biblioteca scolastica, contenuto nel protocollo stesso.
In particolare nella nostra regione non abbiamo saputo aprire un confronto con la Sovrintendenza scolastica regionale, poi Direzione scolastica regionale, per concertare l'applicazione del Protocollo d'intesa. Infine, il Ministero per i beni e le attività culturali. In una regione come la nostra, caratterizzata da importanti e numerosi istituti bibliotecari statali, alla luce anche del nuovo clima politico-amministrativo indotto dalle modifiche al Titolo V capo II della Costituzione della Repubblica (federalismo), l'Associazione non può eludere un confronto serrato col Ministero e con le sue strutture periferiche, in ordine a due temi di forte significato professionale. Da una parte la questione del costante e regolare aggiornamento professionale del personale bibliotecario (se è vero che su tale aspetto, insieme ai giusti profili professionali, si basa la tutela della professione), dall'altra il nodo della partecipazione alle reti documentarie territoriali di quelle biblioteche statali che non svolgono compiti di servizio nazionale (se è vero che non si può avere efficace ed efficiente servizio bibliotecario all'infuori di strutture organizzate di cooperazione).
A ben vedere, i punti sopra indicati sostanziano un vero e proprio programma politico, idoneo a coprire il prossimo scorcio di "legislatura" Aib; ed è su questi temi che l'attuale Esecutivo regionale chiede la conferma della fiducia ai soci toscani ed è pronto a far pesare la forza organizzativa della Sezione. Ad una condizione: che la nostra Associazione nel suo complesso corrisponda (per linea politica, sintesi e direzione politica, organizzazione) ai compiti che ha di fronte. Ma purtroppo, anche in questo caso, non siamo molto soddisfatti: incertezze ed oscillazioni di linea politica, incerta sintesi e discontinua direzione politica, scelte organizzative discutibili, ci dimostrano che il "fronte interno" della nostra Associazione non può essere sguarnito.
Il contributo che la Sezione Toscana può dare in questa direzione è duplice: da una parte un contributo a definire una linea politica coerente, tramite momenti organizzati di sintesi e direzione politica; dall'altra un contributo in direzione di un assetto organizzativo che porti fino in fondo il "fondamento territoriale" della nostra Associazione, riconosciuto anche dal pur discutibile Statuto di Trieste, e sia in linea con i nuovi scenari federalisti del nostro paese. Un assetto organizzativo, insomma, fondato su una direzione centrale politicamente "forte" ed organizzativamente "leggera", che controlli gli strumenti della tutela professionale (come l'Albo), ed una struttura decentrata (le Sezioni) dotata di ampia autonomia politica ed organizzativa, per corrispondere ai molteplici bisogni e caratteristiche della professione.
Copyright AIB 2002-02-18,
ultimo aggiornamento 2002-02-19 a cura di Vanni Bertini
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0103/b0103a.htm