AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2001)
di Patrizia Lùperi
Nel febbraio 2001 si è chiusa a Pisa una mostra dedicata ai progetti edilizi dell'Università, allestita nei locali dell'antica Chiesa di Sant'Eufrasia, ormai chiusa da molti anni e la cui riapertura ha richiamato numerosi pisani curiosi di visitarla, prima che essa venga incorporata all'interno del Centro bibliotecario di Antichistica, divenendo una sala di consultazione.
"1343-2000 e oltre ... Idee, progetti, realizzazioni per una città-università" era il titolo di questo evento, di particolare rilevanza per il personale delle biblioteche perché, per la prima volta, sono stati esposti pubblicamente quattro progetti relativi a nuove strutture bibliotecarie, mentre il programma edilizio complessivo raccoglieva quaranta progetti di interventi dell'Università riguardanti 10 aree cittadine, la cui realizzazione è programmata nel primo decennio del 2000.
Senza voler ripercorrere in questa sede le vicende storiche dell'Ateneo pisano, bisogna sottolineare che, nonostante l'istituzione di lauree sempre più innovative e il conseguente aumento delle iscrizioni, la principale collocazione urbanistica dell'Università è rimasta per secoli nel centro storico di Pisa, nella parte di Tramontana. Le ipotesi di diverse localizzazioni, nelle aree periferiche di Tombolo o di Cisanello, non hanno guadagnato l'approvazione degli organi accademici, nonostante la presenza di vari spazi ampiamente recuperati, come nel caso dell'ex polo industriale Marzotto, nel quale si sta gradatamente trasferendo buona parte della Facoltà di Scienze (aule, laboratori, studi e Centro bibliotecario di Matematica, Fisica e Informatica).
Il baricentro dell'Università rimane, quindi, nel centro storico, che si snoda lungo l'antica via Santa Maria, dove sono collocati i quattro nuovi poli bibliotecari, tre dei quali (Centro bibliotecario di Filosofia e Storia, di Antichistica, di Lingue e Letterature Moderne), si affacceranno su un piccolo parco verde e su un percorso pedonale pubblico. Il primo Centro resterà dislocato nel Palazzo della Carità, il cui progetto di restauro comprende anche la riutilizzazione di vani precedentemente usati come laboratori, mentre il piano di recupero relativo al Polo di Antichistica prevede la ristrutturazione di alcuni edifici e prefabbricati utilizzati sino allo scorso anno dal CNR, di indubbia bruttezza architettonica ed estetica.
Al contrario dei parametri attualmente in uso nel campo dell'edilizia bibliotecaria, secondo i quali le biblioteche devono essere contenute in edifici flessibili, multifunzionali e visibili esternamente, il complesso bibliotecario pisano dell'area umanistica è stato progettato come unificazione dei piani terra dei palazzi che circondano la zona verde, completato dalla costruzione di un nuovo edificio destinato a ospitare il patrimonio librario del Centro di Lingue e Letterature Moderne. Queste biblioteche si apriranno sul parco interno che costituirà simbolicamente il fulcro del complesso, mentre nei piani superiori saranno ospitati le sedi amministrative dei dipartimenti e gli uffici del personale tecnico e dei docenti.
Anche il Centro bibliotecario di Scienze dell'Uomo e dell'Ambiente sarà dislocato nella stessa zona, denominata nei secoli XII e XIV "quartiere di ponte"; pure in questo caso ci troviamo innanzi a un progetto caratterizzato dalla presenza di superfici per la lettura e la consultazione che si affacciano su uno spazio verde interno, utilizzabile dagli utenti grazie alla realizzazione di una tettoia brise-soleil che ospiterà attrezzature per lo studio all'aperto.
Dall'esame delle planimetrie esposte alla mostra, indubbiamente la proposta edilizia più avvincente risulta essere quella relativa al Centro bibliotecario di Lingue e Letterature Moderne, costruito interamente ex novo: la biblioteca avrà la forma di un libro di pietra, ospiterà 1025 m di scaffali con una capacità totale di 200.000 volumi e 140 postazioni di lettura e sarà dotata di una sala di lettura seminterrata, ricoperta esternamente da un'area verde del giardino comune.
Intorno all'edificio, che secondo i dettami dell'architetto progettista Albertino Linciano, si adagia sul giardino come una scultura di Gio Pomodoro, si snoda un percorso rettilineo che si muove in senso altimetrico adattandosi al terreno, arricchito da panchine di pietra e piazzette lastricate di doghe di legno.
Persino la vegetazione presente nel disegno non è stata scelta a caso, ma è frutto di un accurato studio eseguito dal direttore dell'Orto Botanico di Pisa.
Tale progetto, che nasce prioristicamente come un'operazione artistica tra l'arte concettuale e la pop art, non prevede, però, spazi per il personale ...
Dopo la biblioteca senza libri e quella senza pareti, siamo forse di fronte a un prototipo di biblioteca senza i bibliotecari?
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ultimo aggiornamento 2001-10-15 a cura di Vanni Bertini
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