AIB. Sezione Trentino-Alto Adige. Attività della Sezione
... un deposito di libri? Un posto dove leggere gratis il giornale? Una struttura che organizza eventi culturali? Le proposte avanzate dai bibliotecari per adeguarsi ai nuovi tempi.
Di Rodolfo Taiani. Articolo di Questotrentino, 18.6.2005.
Se per strada chiedessimo ai passanti cos'è e di cosa
si occupa una biblioteca, probabilmente otterremmo le riposte
più inaspettate. Qualcuno la qualificherà come
luogo di raccolta e conservazione di speciali oggetti chiamati
libri; qualcuno più informato ricorderà magari la
possibilità di leggervi il giornale o navigare in
Internet; qualcun altro, per paura di sbagliare e di confonderla
con una delle numerose altre "... teche" esistenti,
preferirà trincerarsi dietro un provvidenziale "non so",
lasciando ad altri l'onere di cimentarsi in una definizione
credibile e il più possibile corrispondente alla
realtà. La stessa domanda, peraltro, rivolta ai
frequentatori più abituali, che utilizzano le biblioteche
per soddisfare i propri bisogni di svago o di studio, o agli
amministratori, che le conoscono se non altro come voci di spesa
all'interno dei bilanci, potrebbe offrire risposte forse
altrettanto insoddisfacenti.
La biblioteca è luogo pubblico per eccellenza: lo è
perché generalmente vi possono accedere tutti liberamente
e lo è perché in essa possono trovare espressione
le più diverse istanze culturali promosse da una
società complessa. Al di là tuttavia di questa mera
enunciazione di principio e in considerazione dei risultati dubbi
che un'indagine sul territorio potrebbe registrare, affermare che
esiste oggi piena e diffusa coscienza di cosa faccia e di come
agisca una biblioteca non è certo un dato reale ma solo
proiezione di un'aspettativa.
Se a questo si aggiungono poi i segnali sempre più
evidenti che sembrerebbero indicare genericamente un
ridimensionamento dell'intervento istituzionale a sostegno delle
biblioteche e del ruolo fondamentale da esse esercitato in favore
delle comunità nelle quali operano, allora il quadro
finisce per assumere tinte ancora più fosche.
Si tratta di preoccupazioni che si collegano, per la
realtà trentina, al nuovo progetto di legge per il
riordino del settore della cultura elaborato dal competente
assessore e vicepresidente della Giunta Margherita Cogo e alla
reale capacità di questo strumento legislativo di
preservare i livelli di eccellenza raggiunti dalle biblioteche
trentine. Ma sono anche preoccupazioni legate alla riforma
istituzionale che non individua modalità certe su come il
trasferimento ai Comuni di maggiori prerogative in tutti gli
ambiti possa avvenire anche garantendo la conservazione di
sufficienti standard di qualità ed efficienza in relazione
alle biblioteche.
Non è raro, infatti, imbattersi in sindaci o assessori
alla cultura convinti che la principale se non unica
finalità di una biblioteca sia quella di funzionare
soprattutto come centro propulsore di attività culturali,
dalle rassegne cinematografiche alle sagre, dalle esposizioni ai
vari eventi-spettacolo. Con questo non si vuol affermare che le
biblioteche, e si parla evidentemente di quelle di pubblica
lettura, debbano rinunciare al ruolo di centro nevralgico della
comunità, ma forse la crescente confusione di compiti
affidati alla responsabilità delle biblioteche e dei suoi
operatori è spia di una progressiva negazione della
specificità stessa della biblioteca e fanno temere che
questa possa infine essere immolata sull'altare della
visibilità, dell'attivismo culturale fine a se stesso,
dell'effimero rispetto alla concretezza di investimenti
strutturali impostati sul lungo periodo.
Qualcuno potrebbe obiettare che un tal genere di preoccupazione
implica una pregiudiziale sfiducia nei confronti degli
amministratori locali e la volontà di ricondurre tutto
sotto il controllo unico della Provincia, a discapito di una
sorta di democrazia territoriale, ma non di questo s'intende
parlare guardando alle biblioteche. Si tratta semmai di mantenere
la rotta su quella logica di sistema che rappresenta le
fondamenta dell'edificio delle biblioteche trentine e verso il
quale dovrà continuare ad orientarsi anche l'azione futura
non trascurando il potenziamento dell'apposito ufficio
provinciale.
Di quest'impostazione del problema si trova testimonianza nel
documento elaborato dal tavolo di lavoro dei bibliotecari
convocato più di un anno fa dall'assessore Cogo e
consegnato nella sua stesura definitiva nel luglio del 2004. Da
allora, sebbene nessuna risposta ufficiale sia giunta, la Sezione
Trentino-Alto Adige dell'Associazione italiana biblioteche non ha
cessato di riconoscere in quel documento la propria posizione e
un'utile base da cui muovere per sviluppare ulteriori
riflessioni. Così è stato, ad esempio, per
l'incontro del 9 giugno 2005, tenutosi presso la Facoltà
di Sociologia e che ha visto la partecipazione, oltre che di
alcuni bibliotecari trentini, di Claudio Gamba, Romano Vecchiet e
di Paolo Ghezzi, direttore del giornale l'Adige, in veste di
moderatore. In questa sede è stato ribadito l'invito a
consolidare quei risultati che hanno portato il Trentino ad
essere per alcuni lustri punto di riferimento nazionale, capace
di concretizzare, con la rete collettiva del Catalogo
bibliografico trentino, un vero diritto alla cultura e
realizzando - per quanto riguarda l'accesso all'informazione - un
riequilibrio fra i centri maggiori, storicamente più
serviti, e le zone periferiche.
E' evidente l'importanza di queste realizzazioni, in un periodo
in cui tornano ad aumentare disuguaglianze sociali che si
credevano superate, e torna per le situazioni svantaggiate il
rischio di restare tagliate fuori dagli enormi sviluppi del
sistema dell'informazione. Le biblioteche possono essere uno dei
terminali di base del processo di apprendimento continuo e di
diffusione dell'informazione fra i cittadini, con la loro offerta
democratica di accesso pubblico alle risorse informative, e con
l'assistenza qualificata che possono offrire per questo accesso
tramite la figura professionale del bibliotecario, ormai sempre
più "esperto nell'accesso alle informazioni" su qualunque
supporto.
Perché le biblioteche possano esprimere appieno questa
loro funzione bisogna però che la Provincia di Trento
continui a svolgere il proprio insostituibile ruolo anche in
termini di coordinamento dei servizi e governance del sistema,
potenziando il proprio ufficio centrale di riferimento. Questo va
messo in grado di continuare ad essere snodo nevralgico dello
sviluppo del sistema, efficiente supporto tecnico per gli aspetti
sia tecnologici che biblioteconomici, spalla al personale
bibliotecario che fa un lavoro "di frontiera", anche nel rapporto
con gli enti proprietari delle biblioteche, quando può
crearsi qualche incomprensione "particolaristica" sulle ragioni
generali del servizio pubblico.
Chiave di volta e garanzia del buon risultato delle biblioteche
trentine negli anni settanta, ottanta e novanta è stata
una fruttuosa cooperazione fra soggetti diversi. La natura di
tale cooperazione dovrebbe tuttavia essere adeguata agli scenari
attuali. Infatti, le biblioteche in Trentino sono nate come
unità autonome ed autosufficienti, connesse l'una
all'altra dal solo progetto catalografico del Catalogo
bibliografico trentino. Tale impostazione iniziale è ormai
insufficiente. Si crede che sia ormai interesse di tutti
sviluppare strumenti collettivi adeguati per la governance del
sistema. Ed anche qui la Provincia è chiamata a fare la
propria parte, nel momento in cui mette mano alla legge,
ponendosi seriamente il problema di dare una "costituzione"
unitaria al Sistema bibliotecario trentino, prevedendo anche
strumenti di intervento appropriati alla dimensione collettiva
dei problemi.
Per questo ordine di problemi gli strumenti finanziari che la
Provincia possiede possono essere fondamentali, se adeguatamente
usati, per stimolare un riaccorpamento sul territorio dei servizi
adeguato alle esigenze effettive, accrescere il complesso di
interrelazioni fra tutte le biblioteche e garantire l'adeguato
sviluppo del progetto collettivo a beneficio dell'intera utenza
del sistema.
Copyright AIB
2005-07-29, ultimo aggiornamento 2005-07-29 a cura di Mauro di Vieste
URL:
http://www.aib.it/aib/sezioni/taa/art-qt-050618.htm