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I bibliotecari in allarme

Istituzioni sorde, ruolo depauperato, e anche da noi non siamo più all'eccellenza
Problemi e speranze all'incontro di Trento

Di MICHELE IANES, articolo di L'Adige, 12.6.2005.

I bibliotecari presenti al confronto di giovedì sera non hanno nascosto la loro preoccupazione: una buona parte di essi si sente poco riconosciuta professionalmente e oggetto di un "disinteresse istituzionale", come è stato definito, da parte delle amministrazioni da cui dipende. "Ci sono segnali preoccupanti in questo senso - ha esordito Rodolfo Taiani, presidente della Sezione Trentino-Alto Adige dell'Associazione italiana biblioteche, che ha promosso l'incontro - ma le biblioteche trentine possono ancora considerarsi fra le migliori d'Italia. Serve però un maggiore aiuto da parte della Provincia, e non per l'interesse corporativo dei bibliotecari ma per un reale bisogno della collettività".

E' l'inizio di un dibattito serrato che si protrarrà per circa due ore davanti a un attento pubblico di addetti ai lavori, e che, con il coordinamento del direttore dell'Adige Paolo Grezzi, vedrà interventi di rappresentanti di altre realtà nazionali affiancati alle parole dei bibliotecari trentini. Sono questi ultimi a raccontare, attraverso tre casi esemplari, il loro difficile rapporto con il potere politico locale. Per qualcuno, come il bibliotecario di Predazzo Francesco Morandini, il problema sono i dipendenti sottratti all'attività bibliotecaria che si trova così in difficoltà nell'organizzare l'attività culturale, mentre Paola Brocero e Rolando Iriti raccontano la chiusura di due biblioteche di Trento, rispettivamente la Biblioteca del Consiglio Provinciale, che si ricorderà essere stata per un periodo al centro di un'aspra polemica politica ed una biblioteca tematica dedicata al Servizio sociale.

Pare che quando si debba sforbiciare qualche voce in bilancio, le raccolte bibliografiche siano fra le vittime preferite. In questo senso sarebbe stato interessante sentire l'opinione dell'assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo, invitata all'incontro ma risultata assente perché impegnata nella campagna referendaria. Al centro del dibattito anche la nuova legge sulla cultura che la Provincia intende varare in questa legislatura: i bibliotecari sperano che venga promossa la peculiare funzione culturale che svolgono sul territorio, e che la legge non trascuri di regolamentare alcuni aspetti della professione. Cosa che del resto si augura anche Claudio Gamba, rappresentante lombardo dell'Associazione biblioteche: "C'è bisogno di una normativa di riconoscimento professionale, bisogna certificare in modo chiaro le competenze necessarie per il lavoro di bibliotecario".

Al centro della sua relazione una panoramica nazionale sul mondo delle biblioteche, con una menzione a Ciampi, che aveva auspicato in un discorso la presenza di una biblioteca in ciascuno degli 8000 comuni Italiani. "In alcune zone di eccellenza al nord l'obiettivo è raggiunto - ha osservato Gamba - ma nel sud permangono le difficoltà. Non aiuta in questo senso la mancanza di una legge nazionale sulle biblioteche. Le regioni hanno legiferato a volte in modo confuso". E sono le varie leggi regionali il tema dell'intervento di Romano Vecchiet, direttore della biblioteca civica di Udine, che si sofferma poi sull'aspetto professionale: "servono più concorsi pubblici, per valutare le competenze con criteri oggettivi". Nonostante le difficoltà attuali da parte dei bibliotecari non manca la volontà di pensare al futuro, per cercare di conquistare quella parte di cittadinanza che non mette mai piede in una biblioteca: purtroppo è grande maggioranza.

Tra proposte di biblioteca come "public room" di informazione o svago e piani di marketing sempre più elaborati, rimane ferma la volontà di mantenere la gratuità per l'utente dei servizi offerti. Una biblioteca aperta a tutti, quindi, per un vero diritto alla cultura.


Copyright AIB 2005-07-29, ultimo aggiornamento 2006-11-17 a cura di Mauro di Vieste
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/taa/art-la-050612.htm


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