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Associazione italiana biblioteche. Sezione Sicilia

in collaborazione con il

Consorzio universitario della Provincia di Agrigento

con il patrocinio degli Atenei di Palermo, Catania e Messina

BIBLIOTECHE E UNIVERSITÀ

STRUMENTI E PROGRAMMI PER LO SVILUPPO RECIPROCO

Agrigento, Aula Magna "Luca Crescente" del Consorzio universitario

18 e 19 febbraio 2004


Il SBA dell'Università degli studi di Messina: luci ed ombre della difficile razionalizzazione del "servizio bibliotecario" nell'Ateneo peloritano

Dario Rosso (Università di Messina)

La istituzione del Sistema Bibliotecario di Ateneo, avvenuta nell'ottobre del 1999, ha dato inizio all'interno delle strutture dell'Università degli studi di Messina ad un organico processo di riforma che non è riuscito a portare con sé una sostanziale e completa trasformazione del "servizio biblioteca".

Prima di continuare, anzi direi di iniziare, permettetemi, molto brevemente, di rispolverare alcuni ricordi personali che sono, comunque, legati, in qualche modo, alla costituzione del SBA dell'Università di Messina.

Il 19 marzo 1993 si tenne, presso la Sala Convegni del Comune di Letojanni un'assemblea provinciale dei soci AIB. In quel periodo ero il coordinatore del CEP di Messina ed in quella Assemblea intervennero anche Francesco La Rocca, nella sua veste di Presidente regionale AIB e Massimo Caminiti, allora segretario regionale. La grande passione e la lungimiranza di Francesco e degli altri componenti del CER di quegli anni, ma soprattutto di Francesco La Rocca sono note a tutti, mi piaceva però ricordarlo, proprio qui, che ci troviamo nella sua città. Tra gli argomenti all'ordine del giorno in quella riunione c'erano gli Statuti dei Comuni e quelli delle Università. Per una strana coincidenza, nello stesso periodo, a Messina, si stavano discutendo sia lo Statuto del Comune che quello dell'Università. L'impegno profuso allora, da parte dei vari CEP e da parte dello stesso CER, per incidere sia sugli statuti comunali che su quelli delle università, fu notevole. Cercammo di trasmettere alle amministrazioni degli Enti locali e a quelle degli Atenei le nostre conoscenze su quanto si era fatto e si stava facendo nelle altre amministrazioni comunali e negli altri atenei italiani riguardo alle biblioteche, quanto fosse importante promuovere lo sviluppo dei servizi bibliotecari e organizzare in forme coordinate e integrate la conservazione e l'accesso al patrimonio bibliografico e documentario, in altri termini, quanto fosse importante avere dei Sistemi bibliotecari.

A Messina le cose non andarono bene né al Comune né tanto meno all'Università. Nessun articolo dello Statuto di autonomia richiama esplicitamente le strutture bibliotecarie ed è solo con l'attuale Rettore, già in carica da sei anni, che si è riusciti a costituire il Sistema bibliotecario di Ateneo. Certo, ci avevamo provato anche con le due precedenti amministrazioni, ma ci trovammo di fronte un muro di gomma. La mia sensazione era, che allora, il disagio per il basso livello - volendo usare un eufemismo - dei servizi bibliotecari era percepito da pochi. Non lo percepivano le Autorità accademiche ché, altrimenti, avrebbero avuto modo di porvi rimedio, non lo percepivano gli utenti: docenti e studenti, se non in minima parte, perché altrimenti avrebbero avuto ben ragione di protestare, e non mi ricordo significative proteste, non lo percepiva la maggior parte dei bibliotecari, che a mio avviso, non aveva, ancora, molta coscienza del proprio ruolo. Con la dovuta modestia, necessaria in questi casi, mi sento di dire che, almeno sotto quest'ultimo aspetto, il lavoro sin qui portato avanti ha dato qualche risultato. Molti operatori oggi sono coscienti del proprio ruolo e la maggior parte di loro vuole continuare a migliorare, anche per il solo piacere di poter fare sempre meglio il proprio lavoro e questo non è certo un risultato da poco! L'unica cosa positiva - riguardo alle biblioteche - durante l'amministrazione universitaria che precedette l'attuale fu la costituzione di un gruppo di lavoro che ebbe l'incarico di esaminare diversi software per l'automazione delle biblioteche. Il gruppo operò bene orientandosi verso la scelta di un sw sviluppato con un architettura multilivello ed integralmente client/server oltre che capace di gestire differenti formati bibliografici di scambio. Si aggiudicò la gara la ATLANTIS s.r.l. di Verona, distributrice di ALEPH in Italia. Nella fase iniziale il Sistema si era prefisso due importanti obiettivi, proseguendo, di fatto, il lavoro iniziato da un nuovo Gruppo di lavoro precedentemente nominato dall'attuale Rettore per riorganizzare il patrimonio librario dell'ateneo, e cioè:

Preliminarmente il Gruppo si era preoccupato di mettere a punto una bozza di Regolamento per l'istituzione dello stesso SBA, bozza che fu poi approvata dagli Organi Accademici.
Si può, comunque, senz'altro affermare che a Messina l'automazione ha costituito il punto di partenza nell'organizzazione dello stesso SBA. La scelta, adottata dal Coordinamento del Sistema e dal Consiglio del Sistema, di dare priorità alla creazione di un Catalogo elettronico di Ateneo che partisse, in prima istanza, dalle nuove accessioni, prevedendo soluzioni diverse per il recupero del materiale librario già in dotazione alle biblioteche, si è dimostrata efficace. Il catalogo di Ateneo comprende, sino ad oggi, malgrado diversi incidenti di percorso, circa 25.000 record, quasi tutti di nuove accessioni e il Software ALEPH 500 è usato, non soltanto nei Centri di documentazione, attivati in tutte le Facoltà e nelle Biblioteche centralizzate, ma anche in alcuni Dipartimenti. Ma vediamo come si è arrivati a questo.

Si è dato avvio a un progetto di formazione di base che passo a descrivere in maniera più analitica.
Dopo l'acquisizione del software, correva l'anno 1999, è iniziata, dunque, un'attività di formazione, intensa e meticolosa, del personale appartenente all'area delle biblioteche che ha visto, praticamente, tutti i soggetti della suddetta area impegnati nell'apprendimento dei vari moduli, in particolare sono stati trattati i moduli:

Eravamo ancora alla versione 11.5 di ALEPH 500.
È stato, inoltre, necessario impartire, a quasi tutto il personale, una serie di lezioni di informatica di base indispensabili per l'utilizzo dello stesso computer e pertanto preliminari all'utilizzo degli stessi moduli del software. È stato necessario, altresì, impartire lezioni che hanno avuto come argomento lo studio e l'approfondimento degli standard internazionali, in particolare ISBD(M), ISBD(S), UNIMARC, oltre che le RICA, indispensabili per operare una corretta catalogazione.
È stato possibile formare anche un altro piccolo gruppo di personale che, per effetto dell'applicazione del CCNL, era stato inquadrato nell'area delle biblioteche, ma che era sprovvisto delle necessarie conoscenze tecnico-professionali.
Il risultato di questa operazione, veramente impegnativa, per lo sforzo compiuto da parte di chi ha avuto il compito di gestirla e per lo sforzo compiuto dagli stessi operatori, alcune volte avanti negli anni e pertanto poco recettivi all'apprendimento di una professionalità che inevitabilmente si avvale delle nuove tecnologie, è stato quello di avere, almeno in linea teorica, un congruo numero di personale in grado di garantire, anche nel nostro Ateneo, uno standard di "servizi di biblioteca" accettabile e pressoché in linea con lo standard di servizi offerto negli altri atenei, nei quali, tuttavia, " il servizio biblioteca" funziona, mediamente, meglio che da noi, per tutta una serie di altre variabili che rapidamente riassumo:

L'attività formativa di base si è pressoché conclusa nell'ottobre del 2001, la stragrande maggioranza del personale appartenente all'area delle biblioteche vi ha partecipato insieme ai tecnici-informatici del SBA. Su tutti gli argomenti trattati nei moduli sopradescritti, è stata effettuata una verifica finale della stessa attività formativa. Il risultato è stato incoraggiante. La strada da seguire era tracciata. Abbiamo continuato, pertanto, anche con altri percorsi formativi che ci sono sembrati quanto mai necessari in una professione strettamente legata all'inarrestabile sviluppo delle nuove tecnologie. Per tale motivo, l'Ufficio di coordinamento è stato costantemente impegnato nell'attività di formazione e di aggiornamento per tutto il personale delle biblioteche, sia replicando alcuni moduli di biblioteconomia e di ALEPH500, sia avviando altri progetti che hanno consentito l'approfondimento del percorso già iniziato.
A tale scopo si sono organizzati una serie di incontri volti a promuovere professionalità specifiche che mettessero i bibliotecari in condizioni di svolgere meglio compiti più complessi (reference, catalogazione del libro antico, catalogazione di documenti su supporti diversi, ecc.).

Passo ad elencare - a titolo puramente esemplificativo - alcuni degli incontri più significativi tenutisi a Messina :

Prima di terminare vi do qualche numero per chiarire meglio in che contesto "quantitativo" si è innestato il SBA. L'Ateneo ha attualmente 11 facoltà in ognuna delle quali è stato costituito un Centro di servizi bibliotecari e documentale. Un altro Centro di servizi bibliotecario e documentale opera presso l'Accademia peloritana dei pericolanti ed ALEPH è stato installato anche presso la Biblioteca provinciale dei Frati minori Cappuccini di Messina in convenzione con l'Università. Quando diventerà operativo il nuovo Regolamento del SBA approvato dal Senato accademico nella seduta del 29 luglio 2003 dovremmo avere, ci auguriamo, una biblioteca centralizzata per Facoltà diretta da un funzionario responsabile appartenente all'area delle biblioteche della categoria delle Elevate Professionalità o della categoria D. Questi responsabili si aggiungeranno alle altre figure del SBA che sono un Direttore e tre responsabili di settore. Ma per una migliore comprensione della struttura organizzativa di tutto il Sistema rimando senz'altro al testo del Regolamento testé citato.

Il bacino di utenza è costituito prevalentemente dai circa 1500 docenti e ricercatori oltre che da tutti gli altri studiosi non strutturati (borsisti, dottorandi, ecc.), dai circa 30000 studenti, oltre che dal personale tecnico amministrativo, circa 2200 persone. In molte biblioteche centralizzate di Facoltà quali Giurisprudenza, Economia, Lettere, Ingegneria, ecc. molti professionisti, avvocati, ingegneri, e via dicendo, sono ammessi alla consultazione del materiale bibliografico, mentre il prestito del materiale librario e la consultazione delle risorse elettroniche sono di esclusiva pertinenza di studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo dell'università.

Nel corso dell'anno 2001 l'ufficio di Coordinamento del SBA si è adoperato affinché l'Università aderisse ai più importanti Consorzi interuniversitari che trattano con le case editrici nazionali e soprattutto estere per ottenere migliori condizioni di abbonamento ai periodici e alle banche dati ed avere, contemporaneamente, la possibilità di consultarli on-line con recupero full-text degli stessi articoli. Abbiamo perciò aderito al CILEA (anzi al CILEA l'Ateneo aveva aderito anche prima della costituzione del Sistema) al Ciber, al Caspur.

Ancora oggi il processo di razionalizzazione appare lento e faticoso. Soltanto in 7 Facoltà su 11 esiste una biblioteca centralizzata e questo malgrado la scarsità di risorse economiche e la preoccupante carenza di personale. L'utilizzo "baronale" delle strutture e dei servizi di biblioteca - di cui parla Renato Tamburrini nel suo articolo: Sistemi bibliotecari di ateneo tra razionalizzazione e autonomia: il caso dell'Università di Pisa ("Bollettino AIB n. 39/1999) - è ancora presente nell'Ateneo peloritano.
Quello che ora preoccupa di più è la carenza di personale - oltre che delle risorse economiche, naturalmente - nel 1999 l'area contava 130 elementi, oggi ce ne sono appena 94. Ci sono anche pochissimi distributori e il personale addetto al prestito e alla custodia dei locali è pressoché estinto, per questo motivo molti spazi già attrezzati (sale di consultazione, aule multimediali, ecc.) sono poco utilizzati. Negli ultimi anni ci siamo avvalsi della collaborazione degli studenti part-time e di qualche tirocinante, ma è ben poca cosa se pensiamo alla mole di lavoro che un ateneo di medie dimensioni quale quello di Messina richiede. Lo stesso recupero del pregresso non è, del resto, procrastinabile "ad libitum". Un patrimonio librario importante, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, quale quello dell'Università di Messina, merita, senz'altro, maggiore attenzione. Credo che dovremo trovare al più presto una soluzione per non veder vanificato l'impegno già profuso sulla riorganizzazione delle biblioteche.

Hic iam plura non dicam per non abusare troppo della vostra pazienza. Grazie


Copyright AIB 2004-03-14, ultimo aggiornamento 2004-03-14 a cura di Domenico Ciccarello
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/sic/rosdar01.htm


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