La genealogia è la scienza che si occupa di studiare i rapporti di parentela, affinità e attinenza che intercorrono tra i membri di una o più famiglie. Nell'arco della propria vita ognuno viene colto dall'interesse di sapere qualcosa in più sui propri ascendenti e quindi tutti svolgono, in piccolo o in grande, una ricerca sulle origini della propria famiglia. Merita ricordare che queste ricerche non vengono effettuate solo per pura conoscenza personale, ma anche per scopi di ricaduta pratica, come la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana da parte dei discendenti di cittadini italiani emigrati all'estero. [1]

Non si tratta di una scienza di nicchia ad uso esclusivo dei genealogisti, che restano comunque i veri professionisti del settore, ma di una scienza complementare a molte altre scienze; tra le più importanti si possono citare la storia, la geografia, l'araldica, l'archivistica e dunque anche la biblioteconomia, poiché si occupa della catalogazione e della conservazione dei documenti su cui svolgere la ricerca genealogica. Inoltre la genealogia può essere utile ai bibliotecari anche al fine di redigere una migliore biografia di autori.

Negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più alla digitalizzazione di documenti cartacei sia per ragioni di conservazione che di condivisione col pubblico. Pare superfluo sottolineare che, anche se ora è possibile visualizzare questi documenti da remoto, si tratta pur sempre di documenti con informazioni basilari che non sostituiscono quella che è una completa e integrale ricerca sul campo.

Prima di andare ad analizzare quali sono le fonti disponibili per la consultazione online è opportuno procedere a un'elencazione di quelle che sono le più importanti fonti della ricerca genealogica, anche al fine di poter effettuare un confronto tra il materiale che risulta digitalizzato attualmente e quello che potrebbe essere digitalizzato in futuro.

I documenti su cui svolgere ricerche genealogiche possono essere pubblici o privati. Le fonti pubbliche si dividono in:

• atti dello stato civile, introdotto con il RD 15 novembre 1865 n. 2062, si compongono di atti di nascita, matrimonio (e relative pubblicazioni), morte, stati di famiglia e schede anagrafiche personali. Questi atti partono dal 1 gennaio 1866 (per il Veneto da ottobre 1866; per il Lazio dal 1870 e per il Trentino Alto Adige dal 1918) ed arrivano fino ai giorni nostri (anche se dal 2000 non vengono più trascritti nei registri cartacei, ma informatici, come previsto dal DPR del 3 novembre 2000 n. 369).
• atti preunitari conservati negli archivi di stato, per quanto riguarda gli atti anagrafici relativi al periodo cronologico antecedente l'Unità d'Italia si possono consultare:
• gli atti di stato civile napoleonico (1806-1815),
• gli atti di stato civile della restaurazione (Regno Lombardo-Veneto dal 1816, Granducato di Toscana dal 1817, Ducato di Lucca dal 1814, Regno di Sardegna dal 1837, Regno delle Due Sicilie dal 1820).

• gli estimi, atti del XV – XVIII secolo in cui venivano elencati i beni del proprietario e il loro valore di rendita con la menzione dell'eventuale livellario e la cifra che egli doveva al proprietario; erano tenuti a fini fiscali affinché l'esattore pubblico potesse riscuotere le tasse, ma sono molto importanti nella ricerca genealogica perché consentono di scoprire la consistenza patrimoniale della famiglia in un periodo storico in cui vi sono poche fonti;
• il catasto, ossia l'inventario generale delle proprietà immobiliari stilato per scopi tributari.

• registri mappali, che rappresentano in scala non solo i fabbricati artificiali indicati con via e numero di particella, ma anche gli elementi naturali del luogo,
• registri tabellari, che comprendono:
• catastrino o registro dei possessori, trattasi del registro in cui venivano indicati i possessori degli immobili, tali non solo coloro che avevano un diritto di proprietà sul bene, ma anche chi ne aveva il possesso a vario titolo, come ad esempio il livellari, i mezzadri, etc;
• sommarioni, ossia dei registri dove venivano indicati i lotti in base al numero di particella ed accanto il nome del titolare, la descrizione fisica del bene, la superficie e la sua destinazione d'uso (abitazione, casa colonica, giardino, orto, campi, bosco, etc);
• l'archivio degli atti giudiziari, contenente i documenti provenienti dalle magistrature giudiziarie e i processi penali, che dopo 70 anni dalla loro conclusione vengono depositati all'archivio di stato del territorio competente;
• gli archivi di arti e mestieri coi i registri delle varie corporazioni e i nomi degli iscritti;
• gli archivi militari, con i registri relativi alla visita di leva e i ruoli matricolari;
• gli atti della ruota degli esposti, comprendenti sia i registri dei bambini esposti che l'atto redatto al loro ingresso nell'istituto con il relativo segno distintivo, ossia l'oggetto lasciato per metà per poterne provare il riconoscimento.
• atti notarili (testamenti, donazioni, doti, procure, compravendite, permute, etc). Quelli degli ultimi 100 anni sono conservati negli archivi notarili distrettuali, mentre quelli antecedenti sono conservati negli archivi di stato competenti per territorio. Per una ricerca più agevole è necessario controllare i registri delle parti contraenti che sono suddivisi per lettera dell'iniziale del cognome di una delle parti e indicano la data, le parti contraenti, il tipo di contratto che hanno concluso e rimandano al numero dell'atto e al notaio che lo ha rogato.
• atti parrocchiali (battesimo, cresima, matrimonio, morte, stati delle anime), resi obbligatori l'11 novembre 1563 nella XXIV sessione del Concilio di Trento, vi sono però anche casi di atti registrati antecedentemente a questa data che riportano informazioni più sommarie. Sono conservati nell'archivio parrocchiale e la loro consultabilità è a discrezione dell'ordinario del luogo, che ha comunque l'obbligo di rilasciare copia di certificato se richiesto, trattandosi di atti pubblici. Gli atti successivi al 1917 sono presenti anche nella curia territorialmente competente [2].

Per quanto riguarda le fonti private, intese come non provenienti da un ente pubblico, possono citarsi: la consultazione di giornali d'epoca e archivi di fondazioni private.

Non mi dilungo oltre sulla descrizione di queste fonti [3], per concentrare la trattazione solo sulle fonti digitalizzate.

Prima di trattare le singole banche dati è bene chiarire alcuni punti importanti relativi alla consultabilità e alla divulgabilità dei documenti in questione in relazione alla normativa italiana in materia e in particolare a quella sulla privacy. La normativa di riferimento è composta da:

• Codice in materia di protezione dei dati personali (d.lgs 30 giugno 2003 n. 196), in particolare l'allegato A.2 Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici;
• Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi (l. 7 agosto 1990, n.241);
• Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs 22 gennaio 2004, n.22);
• Decreto Generale della Conferenza Episcopale Italiana del 20 ottobre 1999 Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza.

In estrema sintesi, per quanto riguarda la consultabilità si può dire che i documenti conservati negli archivi di stato sono liberamente consultabili (art. 122 Codice dei beni culturali, art. 63 del Codice privacy, art. 10 Codice di deontologia), tranne si tratti di:

• documenti riservati riguardanti la politica estera e interna della stato, che diventano consultabili 50 anni dopo la loro data;
• documenti contenenti dati sensibili, che diventano consultabili 40 anni dopo la loro data, salvo che la persona ne abbia fatto dichiarata o implicita ammissione;
• sentenze penali passate in giudicato e annotate nel casellario giudiziale, che diventano consultabili 40 anni dopo la loro data;
• documenti riguardanti stato di salute, abitudini sessuali e rapporti riservati di tipo familiare, che diventano consultabili 70 anni dopo la loro data.

Per quanto riguarda, invece, la divulgabilità si invita a fare riferimento all'art. 11 Codice di deontologia, che invita a rispettare la sfera privata della persona dei cui dati si è venuti a conoscenza.

In questo scritto si è cercato di dare una visione d'insieme delle fonti per la ricerca genealogica online relativa al territorio padovano in maniera sintetica ed esaustiva, ma il processo di aggiornamento delle banche dati è sempre in continuo aggiornamento.

Grazie all'apporto della tecnologia è possibile copiare e diffondere gli atti utili per le ricerche genealogiche, quali ad esempio: microfilm e microfiche, oggi bypassate dall'utilizzo sempre più frequente degli scanner, telematica e banche dati, siti internet specializzati (MyHeritage, Ancestry, etc).

Senza ombra di dubbio l'utilizzo della tecnologia è stato positivo in questo campo poiché ha consentito di accedere a grandi banche dati comodamente da casa gratis o pagando un modesto contributo e nei siti delle banche dati c'è sempre la possibilità di chiedere aiuto ad un esperto qualora vi fossero problemi.

Tuttavia vi sono anche degli aspetti negativi: si potrebbe incorrere in false informazioni o consigli sbagliati ottenuti nei forum di discussione, ditte commerciali potrebbero screditare il rigore scientifico di una vera ricerca genealogica promettendo ricerche araldiche non veritiere, per ultimo si sottolinea che l'indicizzazione generalmente avviene ad opera di volontari che potrebbero essere persone non esperte del settore e quindi si potrebbero trovare degli errori nelle banche dati, anche se a questo proposito bisogna dire che il problema è stato quasi del tutto risolto prevedendo un sistema di arbitraggio e richiesta chiarimenti per gli indicizzatori volontari.

Facendo un confronto rispetto agli anni precedenti, si può notare come nell'ultimo periodo i progetti nel campo della digitalizzazione degli archivi siano notevolmente aumentati e destinati a moltiplicarsi sempre di più [14]. Questo non può che essere visto con favore perché non c'è futuro senza memoria e la memoria della cd. Grande Storia è data anche delle piccole vicende di ogni persona che è vissuta prima di noi e di cui la genealogia può aiutarci a ricostruirne la storia.

Francesca Magagna, Biblioteca di Storia - Polo di Lettere - Università degli Studi di Padova, e-mail: francesca.magagna@unipd.it

Bibliografia