«Bibliotime», anno XV, numero 3 (novembre 2012)

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Irene Stelli

Holden Reborn: una biblioteca sulla 'Nuvola'



Abstract

The Scuola Holden - founded by Alessandro Baricco and partners in 1994 to teach the skills of writing and narrative techniques - until now has had a small library, which counted around 4000 volumes, DVDs and trade magazines. A private archive for students, a space to study in, a classroom, a container of stories. Now the Library has a big challenge lying ahead: after the school grows (moving to the Caserma Cavalli, in Borgo Dora), the library will become a digital media library and a talent hatchery, without forgetting its small and big legacy.

1. Introduzione

Per sintetizzare ciò che anima la Scuola Holden e di conseguenza la biblioteca, sua diretta emanazione, cito una frase di Alessandro Baricco: "ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo" [1]. Si tratta de I barbari, saggio sulla mutazione, una serie di articoli pubblicati su "La Repubblica" nel 2006 e poi confluiti in un libro edito prima da Fandango e poi da Feltrinelli.

L'analisi dell'autore, che non ha mancato di generare critiche, ha in oggetto l'esigenza di osservare e capire le trasformazioni di cui le nuove generazioni sono portatrici, la difficoltà di stargli dietro e il piacere nel riuscirci, senza mai smettere di leggere, conoscere e narrare le storie del passato che ci appartiene. Vediamo ora come Baricco e il suo staff intendono cavalcare la mutazione in atto. Grazie anche alla nuova linfa data dal gruppo Feltrinelli, partner del grande progetto per una nuova Holden.

[Test di ammissione 2011. Foto di Francesco Gavatorta]

2. La Scuola Holden

La sfida della Holden è quella di formare dei narratori attraverso percorsi multidisciplinari, offrendo loro tutti gli strumenti di orientamento necessari a districarsi nel vasto e complesso mondo dei mestieri della comunicazione. A tutti i livelli possibili. Esperti di storytelling. Artigiani della parola. Creatori di sogni.

Gli studenti sono giovani tra i venti e i trent'anni. I docenti sono persone che già fanno questo mestiere. Il corso, a cui si accede tramite un test d'ingresso che valuta la loro cultura generale, le loro capacità logiche e la conoscenza dell'inglese - oltre che l'abilità affabulatoria -, dura due anni. Intorno a due moduli di lezione fissi, "Racconto e romanzo" e "Narrazione cinematografica" gravitano vari corsi brevi chiamati "Cestelli" (sì, il nome viene proprio dal cestello della lavatrice), che spaziano dal fumetto a un'esperienza di storytelling allo stadio seguendo tre linee guida: Narrazione, Esperienza e Montaggio. Lo studente sceglie quali cestelli seguire e crea il proprio piano di studi.

La scuola accoglie allievi da tutta Italia (e qualcuno anche dall'estero), promuove in diverse regioni seminari e laboratori di scrittura e narrazione, organizza corsi serali, corsi durante il weekend (la "Palestra"), corsi dedicati ai professionisti oltre i trent'anni ("Fondamenta"). È un vero e proprio centro di produzione culturale dove si tengono eventi e incontri aperti al pubblico.

Dal 2008 la Holden è poi membro attivo dello EACWP (European Association of Creative Writing Programmes), una rete che promuove l'organizzazione di eventi internazionali. Non a caso la scuola prende il nome dal protagonista de "Il giovane Holden" [2], un adolescente dotato di grande senso critico e sensibilità e che, eccezion fatta per la letteratura inglese, non ama studiare. Si ribella a tutto e a tutti. Si mette in viaggio per trovare la sua strada. La Holden ci tiene alla sua indipendenza. È una fucina, un laboratorio, un luogo unico dove iniziare il viaggio.

[Aula 1. Foto di Federico Botta]

3. La biblioteca della Scuola Holden

La Holden si trova a Torino, in una zona abbastanza centrale e molto verde. Ci sono 3 aule con le sedie in legno e le lavagne di ardesia. C'è poi un'aula più grande, lo "Spazione" dove sono collocati un proiettore e la strumentazione per lezioni che prevedono visioni e ascolti.

E poi c'è la biblioteca. Usata spesso come aula, ma soprattutto come aula studio per gli studenti. Al suo centro un grande tavolo rettangolare e intorno i libri a scaffale aperto, disposti secondo la CDD. Su un lato ci sono due pc, e in tutta la scuola c'è il wifi. Il catalogo della biblioteca è ad uso interno. Ci appoggiamo alla rete delle biblioteche scolastiche, usando il semplice software Winiride che permette una navigazione essenziale. Si contano circa 4000 volumi e circa 200 DVD. Non la definirei strettamente specialistica come biblioteca, proprio perché rispecchia quella stessa idea di trasversalità alla base della didattica holdeniana. Io sono l'unica responsabile e racchiudo in me tutte le mansioni che dovrebbe svolgere uno staff di una qualunque biblioteca pubblica.

La Biblioteca ha una sezione dedicata ai libri recensiti da Alessandro Baricco su "La Repubblica" nella sua rubrica Una certa idea di mondo [3] e una sezione dedicata alle pubblicazioni degli ex-holdeniani. Ci sono poi soprattutto opere di narrativa, critica letteraria, cinema e teatro. Saggistica in misura minore. Tanti libri sono donati dagli ex allievi della scuola.

Come responsabile della Biblioteca sono sempre in contatto con gli studenti e i docenti, e metto a loro disposizione libri e DVD che servono per le lezioni. In occasione di eventi speciali, come per le lezioni inaugurali, acquisto i libri, i cd, i fumetti o i film degli autori invitati, che ci lasciano sempre un loro autografo. Seguendo questa prassi, la Biblioteca è di piccole dimensioni, ma è anche uno scrigno prezioso e in continua evoluzione.

[Biblioteca. Foto di Federico Botta]

4. Il regolamento della Biblioteca Holden

La regola è che non ci sono regole. Non poteva essere altrimenti nella biblioteca di Holden Caulfield. Puoi mangiare, bere caffé, chiacchierare, lasciare tutto in giro, ascoltare musica, appoggiare i piedi sulle sedie, restare connesso al wifi senza nessun limite di tempo. Si possono prendere tanti libri quanti te ne servono. Puoi tenerli secondo il tuo buon senso. Cioè se i libri servono per una lezione devono circolare. Ma se devi leggere "Infinite jest" [4] puoi riportarlo dopo sei mesi. Quando lo dimentichi ci sono io a mandarti un promemoria. Il risultato è questo: non ho quasi nessun problema di furti (eppure non c'è nessuno a controllare), nessuno rompe o rovina niente, e il disordine è molto contenuto. In sostanza, direi un ottimo risultato. Parliamo di 60 allievi. Una media di 50/60 prestiti al mese.

5. Il Blog

Ormai quasi una moda, anche io mi sono dotata di un Blog - <http://www.scuolaholden.it/_blog/La_Biblioteca_della_Scuola_Holden> - per comunicare con i miei utenti. Parlo di libri, riporto i consigli dello staff, curiosità, personali scoperte, novità editoriali.

È uno strumento per me nuovo che trovo molto amichevole e interessante.

6. L'Archivio

I diciotto anni di storia della Holden sono documentati da un immenso numero di registrazioni, foto, tracce audio, digitalizzati, conservati e catalogati ad uso interno della Scuola.

[Spazione. Foto di Federico Botta]

7. La grande sfida. Una media library online

Nel futuro della Holden c'è la Grande Scuola. Ci sarà una grossa trasformazione fisica e si parlerà di grossi numeri. I barbari sono arrivati! Bisognerà attrezzarsi per la loro venuta. Con essi arriva infatti l'era digitale. Anche la piccola biblioteca dovrà mutare per non fossilizzarsi.

Quali strade intraprendere? Questa è la domanda che ci stiamo ponendo ogni giorno. L'abbiamo posta anche a Sergio Dogliani, e abbiamo visitato l'Idea Store di White Chapel. Una risposta possibile la offre il modello sviluppato da OverDrive in America e in Italia da MLOL (Media Library On Line) a cui hanno aderito già tante biblioteche italiane.

Portali dove ebook, musica, film, audiolibri, quotidiani e periodici, banche dati, oggetti di e-learning sono disponibili per gli utenti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 su smartphone, tablet, eReader o PC [5]. Il concetto è quello di Cloud ("Nuvola"): un insieme ibrido di contenuti che vengono convertiti in diversi formati per diversi dispositivi, resi accessibili dovunque nel mondo grazie alla diffusione della banda larga e del wifi.

Il cuore della piccola Biblioteca continuerà però sempre a battere all'interno della Nuvola... Vi lascio con un'ultima citazione da I barbari:

Ogni volta che qualcuno si erge a denunciare la miseria di ogni singola trasformazione, esentandosi dal dovere di comprenderla, la muraglia si alza, e la nostra cecità si moltiplica nell'idolatria di un confine che non esiste, ma che noi ci vantiamo di difendere. Non c'è confine, credetemi, non c'è civiltà da una parte e barbari dall'altra; c'è solo l'orlo della mutazione che avanza e corre dentro di noi. [...]. Ognuno di noi sta dove stanno tutti, nell'unico luogo che c'è, dentro la corrente della mutazione, dove ciò che ci è noto lo chiamiamo civiltà, e quel che ancora non ha nome, barbarie. A differenza di altri, penso che sia un luogo magnifico.

Irene Stelli, Biblioteca Scuola Holden - Torino, e-mail: biblioteca@scuolaholden.it


Note

[1] Alessandro Baricco, I Barbari: saggio sulla mutazione , 4 ed., Milano, Feltrinelli, 2008.

[2] J. D. Salinger, Il giovane Holden, traduzione di Adriana Mott, Torino, Einaudi, 1989.

[3] <http://temi.repubblica.it/repubblica-baricco/category/i-libri/>.

[4] David Foster Wallace, Infinite jest, traduzione di Edoardo Nesi, con la collaborazione di Annalisa Villoresi e Grazia Giua, Torino, Einaudi, 2006.

[5] Testo desunto da <http://www.medialibrary.it/home/home.aspx>.




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