Desidero innanzitutto ringraziare tutti coloro che con il loro impegno hanno reso possibile l'organizzazione di questo importante convegno nazionale. In primo luogo l'Università di Bari e in particolare il prof. Erriquez e il dott. Paradiso; i comitati delle biblioteche ACNP e NILDE, i gruppi di lavoro e i bibliotecari volontari che hanno collaborato all'organizzazione, i relatori, i coordinatori delle sessioni e gli ospiti stranieri.
L'Università di Bologna, fin dal 1989, cura la gestione e lo sviluppo del catalogo ACNP, mettendo a disposizione le risorse, l'infrastruttura tecnico-informatica e il personale necessario per la sua conduzione. L'Ateneo bolognese e i suoi organi di governo hanno sempre appoggiato con convinzione l'iniziativa, consapevoli del grande prestigio del catalogo e della fondamentale importanza che riveste per l'intera comunità scientifica nazionale.
Posso confermare che l'Università di Bologna e in particolare l'Area Sistemi Dipartimentali e Documentali, diretta dal dott. Leonardo Piano, continuerà a garantire il coordinamento e lo sviluppo del catalogo, nonostante le ben note difficoltà economiche in cui versano tutte le università italiane.
Il pagamento, da parte delle biblioteche aderenti, di un contributo economico alle spese di gestione ha garantito, pur senza coprire per intero i costi di gestione, la sostenibilità nel tempo di tale importante iniziativa.
La crisi economica purtroppo ha posto tutti di fronte a scelte difficili: come utilizzare le limitate risorse a disposizione per mantenere attivi i servizi senza tuttavia rinunciare all'innovazione e allo sviluppo di nuovi progetti e iniziative. Devo dire che, almeno per ora, l'Università di Bologna è riuscita a garantire questo binomio: lo dimostra la realizzazione del nuovo programma gestionale grafico di ACNP che viene presentato domani e che ha richiesto l'investimento di notevoli risorse economiche.
Approfittando del prestigio della sede e della competenza dei partecipanti, mi permetto, a conclusione di questo mio breve saluto, di fare qualche considerazione aggiuntiva che di fatto vorrebbe essere un auspicio.
E' ormai necessario ripensare il tradizionale criterio di cooperazione che ha caratterizzato il rapporto tra bibliotecari tra gli anni '90 e primi anni del nuovo secolo. Sino ad ora infatti la sola cooperazione tra bibliotecari si è manifestata soprattutto nell'ambito dei progetti di catalogazione condivisi: in particolare la gestione di cataloghi collettivi, la cooperazione per il document delivery e così via. Molto scarsa è stata invece la collaborazione sul piano tecnico tra sistemi e organizzazioni diverse, la gestione di servizi condivisi e l'individuazione di soluzioni innovative comuni.
Oggi, soprattutto alla luce della crisi economica, cooperare deve significare mettere in comune risorse (umane e finanziarie) e gestire insieme i servizi. Non basta interfacciare tra di loro i vari servizi realizzati in autonomia ma occorre lavorare insieme per costruire e condividere servizi innovativi e progetti ai quali ciascuno partecipa con la propria professionalità e il proprio know-how. E' questo il primo passo verso una condivisione senza la quale, data l'attuale contingenza economica, si rischia di bloccare completamente l'innovazione. Il convegno che si apre oggi d'altronde è un importante esempio di questa auspicata collaborazione.
Fulvio Cammarano, Sistema Bibliotecario d'Ateneo - Università di Bologna, e-mail: fulvio.cammarano@unibo.it