In occasione del Seminario di studio "I periodici in biblioteca tra crisi e opportunità, tenutosi lo scorso 10 dicembre 2009 presso la Fondazione San Carlo di Modena, in qualità di responsabile della sezione periodici della Biblioteca Comunale di Milano, ho illustrato l'esperienza della biblioteca nella quale opero. E' chiaro che, trattandosi di una biblioteca comunale di una grande città, la realtà che ho descritto non può rappresentare un modello per tutte le biblioteche comunali; spero comunque di aver fornito qualche spunto utile anche per le biblioteche medio-piccole. Quello che vorrei emergesse da questo intervento è che, a mio avviso, non esiste una ricetta universale per guarire la crisi o per cogliere le eventuali opportunità che, quotidianamente, la gestione dei periodici ci propone. Gli strumenti utili per cercare di comprendere l'evoluzione dei periodici sono, in realtà, a portata di mano di ciascun bibliotecario: si tratta della biblioteca stessa nella quale egli lavora, incluse le sue raccolte, le sue tradizioni, i suoi utenti reali e potenziali. La strategia vincente quindi sarà quella di analizzare il contesto culturale, sociale e finanziario nel quale la nostra biblioteca opera e di conseguenza adottare, le scelte più opportune tenendo in considerazione le continue novità (di formati e di contenuti) che il mercato ci propone, valorizzando le preziose raccolte che già esistono in biblioteca e che spesso rappresentano la storia della biblioteca stessa.
La storia della biblioteca comunale di Milano, impropriamente conosciuta come biblioteca Sormani (in realtà Sormani è il nome del palazzo che attualmente la ospita), è una storia relativamente breve ma densa di avvenimenti e contenuti. La civica di Milano nasce nel 1886 presso la sala dell'orologio di Palazzo Marino. In breve tempo, il patrimonio aumenta in modo cospicuo e la biblioteca è costretta, nel 1914, a trasferirsi nell'ala nord-est del castello Sforzesco. La storia dell'istituto, da qui fino alla notte del 13 agosto del 1943, è una storia in crescita con un costante incremento degli spazi occupati e del patrimonio acquisito. Ma la guerra interrompe bruscamente la vita della biblioteca. La notte del 13 agosto del 1943, a seguito di un bombardamento, crollano tre piani dell'edificio e ciò che si salva dal crollo è poi distrutto da un incendio: il bilancio è tragico: tutti gli schedari e gli arredi distrutti, 300.000 volumi, tra libri e periodici andati in cenere.
Terminato il conflitto si pensa subito alla ricostruzione: negli anni Cinquanta a Giovanni Bellini, nominato direttore, è affidato il gravoso compito di ricompattare le raccolte devastate dalla guerra e di traghettare la biblioteca dal Castello Sforzesco a palazzo Sormani. Bellini, nel "rifondare", la biblioteca ha ben presente il ruolo della civica, come possiamo comprendere in questo stralcio del suo discorso tenuto, il 10 marzo 1956, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede:
Come appare evidente la biblioteca è stata concepita ed attuata a servizio di tutti coloro che studiano e non come accumulatrice e conservatrice gelosa fino a misurare l'importanza del pregio di alcuni pezzi… Il carattere di biblioteca moderna, nonostante le sue 3.000 cinquecentine e i 50.000 volumi del secolo XVII e XVIII, sarà mantenuto e accentuato perché solo così in una città come Milano, fiorente d'iniziative ricca di commerci e d'industrie e di opere feconde, essa potrà continuare a svolgere azione di primo piano nel campo degli studi ed essere un necessario complemento delle venerande e illustri biblioteche di conservazione: l'Ambrosiana, la Braidense, la Trivulziana" [1]
Già dagli anni Cinquanta quindi La Biblioteca Comunale si presenta non come forziere di tesori nascosti ma come strumento, a disposizione di tutti, per l'aggiornamento, la cultura, il piacere intellettivo. In breve tempo, oltre ai generici impegni culturali che le sono propri, la civica diventerà un centro vivo di coordinamento della cultura cittadina, affondando così le radici nel cuore stesso della città. Se ancora oggi la biblioteca è un punto di riferimento urbanistico, sociale e culturale per Milano dobbiamo ringraziare la lungimirante intuizione del nostro primo direttore del dopoguerra [2].
Oggi Sormani si colloca, nel panorama italiano, tra le biblioteche medio-grandi di tradizione umanistica. E' ubicata nel pieno centro cittadino, in un punto strategico tra l'università statale e il tribunale: conta quotidianamente circa 2000 presenze di utenti e un patrimonio di circa 640.000 opere e 20.000 periodici, che si è stratificato nel tempo non solo grazie agli stanziamenti di bilancio delle diverse amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, ma anche in virtù delle numerose donazioni e dei lasciti testamentari di mecenati milanesi. E' giusto sottolineare, infatti, che l'importanza e l'originalità delle raccolte di Sormani deriva principalmente dai rilevanti fondi presenti nell'istituto: cito tra tutti, il fondo Bucci e la raccolta Pincherle, contenenti i preziosi materiali Stendhaliani; la biblioteca di Eugenio Montale, donataci dallo stesso poeta negli anni Ottanta; e infine la collezione di libri, periodici e manoscritti dello scrittore e critico letterario Giancarlo Vigorelli di recentissima acquisizione.
Tutto ciò ha fortemente caratterizzato il nostro patrimonio creando un profondo legame tra la biblioteca e la città. Negli ultimi anni però la gestione della biblioteca comunale di Milano è condizionata da due gravi problemi: da un lato il mancato incremento dei fondi di bilancio (non abbiamo subito tagli, come è accaduto per molte realtà comunali, ma non avendo avuto incrementi, con l'aumento del livello generale dei prezzi, in pratica è un po' la stessa cosa); dall'altro lato la gravissima carenza di spazi (i depositi sono saturi e siamo costretti a spostare il materiale in magazzini esterni, dove abbiamo archiviato le raccolte meno richieste, numerose collezioni chiuse o le copie doppie). I bibliotecari sono stati così costantemente obbligati ad effettuare delle scelte, ponderate ma rigide, dolorose ma necessarie.
Mantenendo fede alla nostra missione di biblioteca pubblica di carattere generale, ma rammentando che siamo un istituto depositario di importanti collezioni e fondi storici del Novecento, dopo un attento esame delle nostre raccolte, scegliere è stata per noi un'occasione per ridefinire la fisionomia e il ruolo dell'istituto, nel vasto panorama delle biblioteche milanesi. Ripartendo dal drammatico depauperamento causato dalla guerra, passando per la ricomposizione delle raccolte, avvenuta grazie anche all'impegno costante delle istituzioni e di numerosi cittadini benemeriti, l'istituto si identifica oggi come biblioteca storica del Novecento. L'80% del patrimonio è infatti costituito da opere edite nel secolo scorso, con la presenza di raccolte di libri, periodici e audiovisivi, particolarmente significative per comprendere la storia e la cultura del XX secolo.
Che cosa ha significato tutto ciò nell'ambito dei periodici? Quali scelte siamo stati obbligati a fare per mantenere vive le nostre due anime, quella di biblioteca pubblica e quella di biblioteca di conservazione? Premetto che quando parlo di scelte, rispetto ai periodici, mi riferisco non solo agli acquisti ma anche a tutte quelle attività legate ai periodici stessi, dai metodi di gestione degli abbonamenti, alla conservazione, ai servizi al pubblico.
La biblioteca attualmente conta in catalogo circa 20.000 titoli di periodici, dei quali 2.500 con abbonamento attivo. Le voci per materia, coperte da questi titoli, abbracciano la maggior parte dello scibile umano, anche se tradizionalmente sono privilegiate le materie storico-umanistiche e le scienze sociali. La gamma delle riviste è quindi piuttosto varia e si rivolge ad un pubblico di formazione medio-alta, in considerazione sia della tipologia delle raccolte stesse ma anche del fatto che, ad esempio, Sormani non ha una sezione bambini-ragazzi e che la frequentazione ne è consigliata a coloro che, frequentando la scuola media superiore, abbiano già compiuto 14 anni di età.
Per quanto riguarda gli acquisti, cioè la scelta dei materiali e di conseguenza la sottoscrizione degli abbonamenti, abbiamo cercato di non stravolgere la fisionomia del nostro patrimonio, nonostante i citati problemi di disponibilità finanziaria e di spazio.
Sottoscrivere un abbonamento è per una biblioteca storica di conservazione qual è la comunale di Milano, un matrimonio quasi indissolubile; abbiamo pertanto considerato un obbligo - direi quasi morale - mantenere "vivi" tutti quegli abbonamenti che rappresentavano motivo di continuità per le nostre collezioni, sacrificando piuttosto qualche novità un po' "modaiola" o pubblicazioni molto tecniche già presenti in altre realtà del territorio, quali ad esempio le biblioteche delle università. In questa ottica sono stati mantenuti gli abbonamenti di molte riviste di carattere letterario, linguistico, filosofico, storico-umanistico, religioso, giuridico, presenti in biblioteca fin dal primo numero o particolarmente caratterizzanti per la biblioteca stessa.
Un secondo elemento che ha condizionato fortemente le nostre scelte sui materiali è stato quello di analizzare con attenzione in quali ambiti la città si dimostra più attiva, nonché le sue peculiarità: ricordiamo che Milano vanta primati in molti campi, dalle numerose università, alla moda, alla grafica, dalla finanza, all'editoria. La nostra preoccupazione è stata quella di garantire agli studenti, ai professionisti e a tutti coloro che operano a qualunque titolo in questi campi, un rapido e fruttuoso aggiornamento attraverso i nostri abbonamenti.
Esempi, in questo senso, sono gli accordi stipulati con l'Istituto della Moda o con la facoltà di Architettura: queste istituzioni infatti, a causa delle mancata completezza delle loro raccolte, ci hanno trasmesso esplicita richiesta di mantenere in vita abbonamenti a riviste specializzate nelle materie di loro interesse, al fine di garantire ai propri studenti precisi riferimenti bibliografici.
E ancora, negli ultimi anni, i bibliotecari degli ordini professionali degli avvocati e dei commercialisti sempre più spesso hanno indirizzato i loro utenti verso la nostra sala giuridica, ormai imprescindibile luogo di aggiornamento professionale. Nel 2003 infatti, sempre nell'ottica di seguire gli orientamenti e le esigenze della città, è stata allestita, al piano terra della biblioteca, presso la sezione periodici, una Sala giuridica, intitolata a Gian Domenico Pisapia, realizzata grazie anche a una donazione della famiglia dell'illustre giurista.
Il nostro istituto, come è già stato ricordato, è ubicato tra il tribunale e la facoltà di giurisprudenza dell'Università Statale e pertanto l'esigenza dei cittadini, dei professionisti e degli studenti di avere un luogo per l'approfondimento in ambito economico-giuridico, era già da tempo sentita e pressante. In questa sala è possibile trovare tutti gli strumenti necessari per una rapida ma anche rigorosa consultazione: personal computer per l'utilizzo delle banche dati o degli abbonamenti on line, un centinaio di riviste specialistiche, cinquemila volumi, costantemente aggiornati, sia di diritto che di giurisprudenza.
Ricordo inoltre che alcuni degli abbonamenti attualmente in corso sono frutto di una stretta collaborazione con enti culturali, circoli ricreativi associazioni di categoria della città. Sempre più spesso infatti tali istituti faticano a mantenere una qualificata biblioteca all'interno della propria sede; si sono pertanto rivolti a noi chiedendoci di subentrare nella sottoscrizione dei loro abbonamenti o cercando una collocazione fisica alle loro raccolte.
Così in breve tempo i loro utenti sono diventati i nostri, e la biblioteca comunale ha allargato in modo considerevole la varietà e la tipologia del proprio patrimonio di periodici. Esempi significati in questo senso sono gli accordi esistenti con l'Istituto culturale tedesco, il Goethe Institute, e con il Centre Culturel Francais, che sistematicamente ci trasmettono i fascicoli dei loro abbonamenti (per lo più si tratta di riviste di carattere storico-letterario), ricevendone in cambio la garanzia di una completa disponibilità di fruizione e di conservazione del materiale ricevuto.
Negli ultimi anni la biblioteca comunale di Milano ha sottoscritto numerosi abbonamenti a periodici elettronici: anche in questo caso abbiamo orientato la nostra scelta verso testate che in qualche modo, per la tipologia di materiale o per l'argomento trattato, fossero in sintonia con le nostre raccolte. La reazione dei nostri utenti, di fronte agli abbonamenti on-line, è stata generalmente positiva soprattutto quando il formato elettronico ha dato loro la disponibilità dell'intera testata senza più la mediazione del bibliotecario. Solo in pochi casi comunque la testata elettronica ha sostituito interamente il cartaceo; più spesso invece, come avviene ad esempio per numerose riviste giuridiche, il formato elettronico si è affiancato, a quello tradizionale, implementandone i contenuti, oppure rappresentando l'archivio e aiutandoci così a sgravare in alcuni casi i magazzini.
Una esperienza particolarmente felice di abbonamento on-line è stata la sottoscrizione al portale Press Display, una piattaforma canadese che permette di consultare in tempo reale circa 450 quotidiani di 70 paesi in 30 diverse lingue. Tale scelta ci ha consentito di soddisfare i nostri utenti stranieri, numericamente ormai significativi, che richiedevano insistentemente la presenza in biblioteca di quotidiani extraeuropei.
Attualmente la biblioteca acquista ogni giorno 52 testate di quotidiani tra locali, nazionali ed europei, e non era pertanto possibile integrare ulteriormente questo patrimonio senza compromettere gravemente il nostro bilancio e appesantire a dismisura i magazzini e l'attività di conservazione. La sottoscrizione dell'abbonamento on- line a Press Display consente oggi, ai nostri utenti stranieri, siano essi arabi, filippini, turchi etc., di consultare il quotidiano del loro paese senza che Sormani debba "caricarsi" dell'onere di gestire tali abbonamenti. Questa soluzione, che definirei, "ibrida", cioè un abbonamento on-line che propone un servizio al cittadino ma non intacca la fisionomia e il patrimonio dell'istituto è, a nostro avviso, un tentativo di costruire una biblioteca di qualità e di servizi dove le prestazioni offerte e le aspettative attese riescono miracolosamente a trovare un punto di equilibrio e a soddisfare entrambe le parti.
Le raccolte di quotidiani rappresentano, da sempre, un settore particolarmente ricco tra le collezioni di Sormani. La biblioteca infatti possiede numerose testate di quotidiani nazionali, complete dal primo numero, quali ad esempio il Corriere della Sera, la Repubblica, il Giornale, il Giorno, etc., nonché importanti quotidiani politici del Novecento quali l'Avanti, il Secolo d'Italia, il Popolo d'Italia etc.: l'istituto è pertanto impegnato in un'intensa attività di conservazione e di valorizzazione di tutto questo materiale. Per quanto riguarda i quotidiani più vecchi, essi vengono microfilmati o digitalizzati, a secondo della tipologia del materiale, e conservati poi in cartellette non acide. Le 52 testate di quotidiani correnti che, come è stato sopra menzionato, acquistiamo ogni giorno, vengono invece microfilmati al termine di ciascun mese, e per 19 di essi (quelli di interesse nazionale) è prevista la messa in sottovuoto al fine di garantire a queste raccolte, fragili e facilmente deteriorabili, le migliori condizioni di sopravvivenza possibili.
Negli ultimi anni, inoltre, la biblioteca si è impegnata nell'intento di ricostruire, concretamente o in microfilm, dal 1° numero di uscita, la completezza delle 52 testate per le quali attualmente è presente in sede un abbonamento attivo: a tal fine, grazie anche alla mediazione della Sopraintendenza ai Beni Librari della Regione Lombardia e alla collaborazione di numerose biblioteche universitarie, statali e comunali, è stata intrapresa una intensa attività di scambio di bobine di microfilm e di raccolte cartacee, con l'intento di colmare le reciproche lacune e giungere, a una mappatura chiara della presenza dei quotidiani nelle diverse sedi.
In pratica il nostro obiettivo è riassumibile in una semplice frase: "Chi tiene che cosa". Troppo spesso infatti le raccolte dei quotidiani delle biblioteche si presentano lacunose e frastagliate: a nostro avviso invece, se ogni biblioteca sarà depositaria anche solo di una testata ma nella sua interezza, dal primo numero di uscita, la Regione avrà messo le basi della agognata Emeroteca Regionale e gli utenti non dovranno più rincorrere i "pezzi" di raccolte di quotidiani tra le varie biblioteche della regione. Tutto ciò è chiaramente un lavoro lento e complesso, che necessita la partecipazione attiva di vari attori, tutti disponibili ad una collaborazione incondizionata ed equamente impegnati ad "inseguire" le raccolte tra le diverse biblioteche.
A questo punto, delineato il quadro del patrimonio della biblioteca Comunale di Milano, vorrei spendere due parola sulla attività di gestione di questi materiali. L'onerosa attività di gestione dei nostri 2500 abbonamenti, che è necessaria per garantire la completezza delle raccolte ma che comporta operazioni ripetitive (solleciti puntuali, preparazione degli invii al legatore etc.), dal gennaio del 2004 è stata interamente affidata al sistema di Gestione Amministrativa Periodici di ACNP.
In pratica nel catalogo ACNP, accanto all'indicazione del posseduto, le biblioteche che utilizzano la gestione amministrativa dei periodici riportano un pulsante che visualizza i singoli fascicoli pervenuti in biblioteca. Tutto ciò permette all'utente di conoscere, anche da remoto, non solo quali periodici la biblioteca possiede ma di controllare, in tempo reale, la disponibilità del singolo fascicoli. Anche questa scelta non è stata casuale ma volutamente adottata: aiutare infatti i nostri operatori a fornire informazioni puntuali e precise ed evitare ai nostri utenti di recarsi in biblioteca inutilmente, per cercare un fascicolo non ancora pervenuto, ci è sembrato un servizio aggiuntivo, importante, che poteva valorizzare il nostro operato.
Per concludere: tutte le attività che ho qui descritto rappresentano "la vita" della sezione periodici della biblioteca comunale di Milano. Non credo, alla luce di quanto ho esposto, che si possa parlare di crisi dei periodici ma piuttosto, spesso, la crisi è dei bibliotecari che devono navigare in questo mare magnum con una rotta non sempre facile. .
La biblioteca, sempre più di frequente, è chiamata a svolgere accanto al tradizionale ruolo di conservatore dei patrimoni quello più moderno di erogatore di servizi verso un utente che si identifica sempre più come un cliente. Il periodico, quindi testimone più di ogni altro documento della quotidiana mutevolezza dei nostri tempi, deve trovare nella biblioteca la sede adeguata della propria effimera e/o duratura vita: anche se il periodico cambia il proprio formato, i propri contenuti o anche il proprio supporto, la biblioteca dovrà essere in grado nel tempo, di seguire passo, passo, questi mutamenti trovando le strategie migliori per valorizzarlo e diffonderlo.
Paola Manara, Biblioteca Comunale Centrale - Milano , e-mail: Paola.Manara@comune.milano.it
* Questo articolo riprende il testo della relazione tenuta in occasione del Seminario I periodici in biblioteca tra crisi e opportunità, Modena, Biblioteca della Fondazione San Carlo, 10 dicembre 2009.
[1] Bellini Giovanni, La biblioteca comunale di Milano nella sua nuova sede Roma Palombi 1956
[2] Per quanto riguarda la storia dell'istituto:
Anna Maria Rossato "La comunale di Milano,distruzione e rinascita di una biblioteca" in: " Le biblioteche e gli archivi durante la seconda guerra mondiale; il caso italiano". A cura di Andrea Capaccioni, Andrea Paoli, Ruggero Ranieri. Bologna 2007 pag. 305-324
Anna Maria Rossato, La Biblioteca Civica di Milano nel ventennio. Milano Biblioteca comunale 2007