Biblioteche di pubblica lettura e materiali in alfabeti non latini: un po' di teoria e un po' di pratica
A partire dal 1991, quando la dicitura "biblioteca multietnica" fece capolino nel nostro linguaggio tecnico, molte sono state le definizioni date alle raccolte documentarie costituite con particolare attenzione per gli utenti immigrati. Il concetto si è evoluto negli anni, fino ad assumere recentemente una forma istituzionale: nel 2001, dopo dieci anni di dibattiti, studi e sperimentazioni in tutta Italia, nasce "Biblioteche multiculturali" [1], un gruppo di studio permanente dell'Associazione Italiana Biblioteche, appositamente creato per approfondire il ruolo e i compiti delle biblioteche in relazione non solo ai fenomeni migratori, ma al generale cambiamento della società italiana nell'ambito dell'identità culturale.
Una naturale evoluzione - e soprattutto un necessario sviluppo dello scaffale multiculturale, così come finora è stato considerato nelle biblioteche pubbliche - è lo scaffale in alfabeti non latini: dotare la biblioteca di libri, riviste e video in arabo o in cinese (o urdu, giapponese, ecc. a seconda delle necessità specifiche), rende fattivo l'approccio interculturale di cui da alcuni anni si parla. La biblioteca, attraverso queste nuove raccolte, incontra realmente, fisicamente i bisogni di una parte crescente della sua comunità di riferimento, offrendo tra l'altro anche documenti che risultano per i singoli lettori ancora difficilmente reperibili sul mercato.
Recentemente stanno cominciando ad emergere i problemi che le biblioteche pubbliche incontrano nella selezione, nel reperimento e nel trattamento della documentazione in alfabeti non latini, e cominciano ad esistere non poche raccolte già completamente catalogate, funzionanti e a disposizione del pubblico. Non si tratta più ormai di casi "pilota", e gli esperti cercano di dare risposte alle questioni più pressanti [2].
Uno dei luoghi del dibattito è stato l'interessante convegno organizzato a Venezia dalla Fondazione Querini Stampalia il 2 ottobre 2003, le cui relazioni si possono trovare al sito: <www.provincia.venezia.it/querini/biblioteca>, che ha presentato le principali problematiche relative soprattutto alla catalogazione in Sebina del materiale. Alcuni studi di casi hanno evidenziato quanto siano ancora numerosi gli ostacoli da superare in quest'ambito, che si presenta quasi come una nuova frontiera della biblioteconomia, e come siano lontane le soluzioni ottimali. Allo stesso tempo il convegno ha rivelato come sia ormai numeroso il gruppo di bibliotecari specializzati che si dedicano a questo specifico lavoro, rinfrancando nello spirito chi pensava di essere solo.
Posto che per il momento non ci è possibile catalogare il materiale direttamente nella lingua con cui è scritto, digitando sulla tastiera i caratteri della lingua che stiamo trattando (cosa che risolverebbe gran parte delle ambiguità esistenti) dobbiamo rassegnarci all'idea che il materiale in alfabeti non latini vada inserito in catalogo in modo traslitterato, ovvero riportato in caratteri latini. La traslitterazione, pur essendo una tecnica inadeguata alla catalogazione - una distorsione, per così dire - è attualmente un compromesso necessario, e l'unico modo a nostra disposizione per inserire i materiali in catalogo SBN, che a sua volta rimane l'orizzonte in cui si situa la nostra evoluzione.
In un secondo momento o contemporaneamente potremo studiare strumenti da affiancare al catalogo, che permettano la consultazione direttamente nella lingua trattata. Infatti solitamente il testo traslitterato non è comprensibile ai madrelingua, e risulta molto spesso fonte di fraintendimenti. Ciò rappresenta naturalmente la punta di un iceberg: ci si dovrebbe chiedere, a questo punto, per chi si cataloga [3]. Se il catalogo non è facilmente fruibile da parte di un madrelingua, il problema della valorizzazione dei materiali a scaffale aperto è ancora più pressante. Ma andiamo con ordine.
Di seguito verranno indicati alcuni passi utili alla creazione di una collezione in uno o più alfabeti non latini per una biblioteca di pubblica lettura, non specializzata ma attenta al territorio.
Gli esempi verranno qui forniti per due principali aree di riferimento, quella arabofona e quella cinese, per il fatto che l'arabo e il cinese sono le due lingue in alfabeti non latini maggiormente diffuse in Italia, e quindi quelle che con maggiore probabilità verranno privilegiate, almeno inizialmente, dai bibliotecari che si accingono ad affrontare questo particolare ambito di sviluppo delle raccolte. Vista la velocità con cui si evolvono i siti Internet, e anche la velocità con cui il mercato si adatta alle nuove esigenze della società, tali indicazioni sono da considerarsi una traccia, passibile di molti cambiamenti e continuamente aggiornabile [4].
Scopo principale delle ricerche, in questa prima fase del lavoro, è la costruzione della bibliografia e/o della filmografia che costituirà in seguito l'elenco del materiale da acquisire.
Come per lo scaffale multiculturale in senso ampio [5] gli esperti hanno indicato criteri di selezione del materiale, così per la scelta dei libri in lingua originale è opportuno chiarire alcuni punti:
La prima informazione da reperire per dar vita ad un servizio in altri alfabeti, è relativa ai dati statistici: quante persone e quali lingue sono presenti sul territorio in cui la biblioteca si trova? I dati ci forniscono un primo quadro della situazione, e ci portano automaticamente a stabilire delle priorità.
Alcuni repertori dove trovare i dati di maggiore utilità:
Istituto Nazionale di Statistica
<www.istat.it> - Bilancio demografico nazionale
<http://culturaincifre.istat.it> - rilevazione, elaborazione e analisi dei dati sulle principali istituzioni culturali pubbliche e private presenti in Italia e sui servizi da essi erogati
Annuario sociale / Gruppo Abele, Milano : Feltrinelli
Rapporto sull'integrazione degli immigrati in Italia / a cura di Giovanna Zincone, Bologna : Il Mulino
Rapporto sulle migrazioni / Fondazione Carialo ISMU, Milano : Franco Angeli.
I dati devono però essere necessariamente integrati dall'esperienza: se sapessimo che in città ci sono cento potenziali utenti cinesi che non frequentano la biblioteca, e solo una decina di iraniani che però la frequentano quotidianamente, sarebbe miope considerare la suddivisione del budget d'acquisto libri solo in relazione ai numeri, ma dovremmo necessariamente riservarne una parte sostanziosa ai nostri utenti affezionati.
Sono ormai numerosi i progetti di scaffale in alfabeti non latini attuati da biblioteche pubbliche in Italia. Alcuni di esse presentano le proprie selezioni bibliografiche nel sito web, altre redigono bollettini informativi o bollettini delle nuove accessioni.
La consultazione di questi strumenti deve essere preliminare alla selezione dei materiali per la propria biblioteca. Può sembrare un'osservazione ovvia, ma data la relativa novità di queste iniziative, mi è capitato di notare come ciascuno si senta in qualche modo precursore e pioniere in quest'ambito, cosa che comincia a non esser più vera. La comunicazione tra bibliotecari può migliorare, nel frattempo si possono consultare i seguenti siti:
Biblioteca Berio, Genova
<http://www.goethe.de/it/gen/Bibl/condelle.htm>
Biblioteca Delfini, Modena
<http://www.comune.modena.it/biblioteche/cataloghi.htm>
<http://www.comune.modena.it/biblioteche/bibliografie.htm#multicultura>
Biblioteca Sala Borsa, Bologna
<http://www.bibliotecasalaborsa.it/dinamic/bibliotecamondo.html>
Roma
<http://www.romamultietnica.it>
Biblioteca Lazzerini, Prato
<http://catalogo.po-net.prato.it/blp/campi.htm>
(al Passo 2 scegliere Sezione multiculturale: arabo, albanese, cinese)
Una curiosità, anzi un modello molto ambizioso su scala più ampia:
<www.finfo.dk> - catalogo consultabile in 11 lingue (120.000 volumi)
La messa in opera di uno scaffale in alfabeti non latini viene intrapresa dai bibliotecari come strategia per ampliare i servizi verso nuove tipologie di utenti, o per migliorare i servizi per utenti già presenti, coinvolgendoli sempre più nelle attività proposte dalla biblioteca. Se questo assunto di base è vero, quale metodo migliore per attivare un servizio reciproco, se non l'interazione diretta tra biblioteca e utenti immigrati?
Allo scopo di investigare su quali siano i loro bisogni di lettura, si possono approntare vari strumenti d'indagine: dal classico luogo dei desiderata (quaderno, cassetta della posta, ecc. dove l'utente può depositare i suoi suggerimenti per gli acquisti) a veri e propri questionari da distribuire in biblioteca, ma anche in altri ambienti. Ad esempio, se la biblioteca ha rapporti frequenti con le scuole, si può studiare un questionario in più lingue (quelle parlate dagli studenti) da distribuire in accordo e con la collaborazione di uno o più insegnanti. Gli studenti possono venire invitati a sottoporre lo stesso questionario ai loro genitori, in cui vengono poste domande sulle preferenze di lettura.
Questo metodo implica la traduzione del questionario in più lingue, e la capacità di formulare ed interpretare correttamente domande e risposte. Richiede un approfondito lavoro di ricerca sul territorio, e in alcuni casi l'aiuto di esperti, ma può fornire informazioni preziose su cosa la biblioteca potrebbe contenere e chi potrebbe ospitare, e anche sugli studenti stranieri che già ospita.
Alcune biblioteche si sono già rivolte ad esperti delle letterature di varie aree linguistiche, per poter effettuare scelte più consapevoli nel vasto panorama della narrativa contemporanea e dei classici di altre culture. Questa consulenza è importante perché garantisce la qualità scientifica del progetto, assicurando al di là delle esigenze specifiche del territorio, una buona base di partenza nella scelta dei documenti, e quindi una raccolta il più possibile equilibrata. E' importante anche perché può rassicurare il bibliotecario, che si sentirà così meno solo di fronte all'ignoto, e una volta completate le procedure che porteranno i documenti sullo scaffale, suggerire iniziative per valorizzare la raccolta. Presentazioni di libri e incontri con l'autore saranno più accessibili (per contatti già avviati in precedenza dall'esperto con i vari protagonisti del panorama culturale che si vuole esplorare) e meglio contestualizzate se di fianco al bibliotecario organizzatore ci sarà un esperto della materia in grado di spiegare al pubblico il contesto di provenienza dell'invitato.
Accanto al lavoro dell'eventuale esperto, i bibliotecari possono svolgere compito un altrettanto importante, ovvero l'analisi delle bibliografie e filmografie esistenti in rete e delle proposte editoriali recenti relative all'area linguistica prescelta. E' necessario di conseguenza visitare numerosi siti sulla cultura dei paesi prescelti. Anche se le conoscenze del bibliotecario in questo specifico ambito possono inizialmente non essere sufficienti ad effettuare una valutazione, attraverso questa ricerca sarà possibile selezionare una "sitologia", un elenco di siti preferiti, che faranno da punto di riferimento e costituiranno un piccolo reference desk sia per il bibliotecario sia per gli utenti, nel caso si decida di offrire al pubblico questa selezione in qualche forma. Ad esempio, la sitologia può essere pubblicata sulla pagina web della biblioteca, può venire distribuita in prossimità della raccolta in alfabeto non latino, può essere divulgata tramite la newsletter della biblioteca o come appendice tematica del bollettino nuove accessioni.
Per analizzare le proposte editoriali recenti in un modo che non implichi la conoscenza della lingua prescelta, si possono ricercare, in ambito letterario, nei cataloghi degli editori, negli opac internazionali e nei repertori a disposizione della biblioteca, gli elenchi completi delle produzioni artistiche degli autori che già si conoscono, provenienti da quell'area linguistica.
Anche se queste bibliografie saranno in italiano, in inglese o in francese, potranno fungere da base per poi richiederne al distributore la versione in lingua originale tramite l'esperto. In questo modo, oltre ad acquisire documenti in un'altra lingua, la biblioteca valorizzerà il posseduto in lingua italiana, cercando di proporre, magari in uno spazio in cui siano disposti fisicamente vicini, il volume in lingua originale e la traduzione in italiano.
Nello stesso tempo, l'acquisto di documenti in altre lingue può stimolare la crescita del posseduto in italiano: è auspicabile acquisire i libri di cui, una volta comprati in lingua originale, possiamo trovare la traduzione in italiano.
L'obiettivo di queste operazioni è di amalgamare la collezione, in modo che le sezioni nelle diverse lingue non risultino dei mondi chiusi. Riuscire a pensare alla collezione nella sua interezza è importante per la buona costruzione di ogni singola parte.
Ci sono diversi problemi da affrontare nel reperimento dei documenti in alfabeti non latini: in Italia la prima difficoltà è costituita dalla scarsità di librerie specializzate o disponibili a procurarli. Ma rimando ad altra sede il lungo discorso che si potrebbe aprire qui.
In ogni caso, una volta acquistati i libri, ci si appresta al controllo delle fatture, una fase del lavoro necessaria e delicata: è bene arrivare a questa fase avendo a disposizione il linguista o l'esperto dell'area prescelta, in modo che possa effettuare subito il controllo e segnalare eventuali mancanze o doppi. La fattura in genere è in lingua originale: se nella fase di selezione e acquisto la figura dell'esperto è in qualche modo opinabile, perché all'interno di una biblioteca possono già essere presenti le competenze necessarie per quel particolare lavoro, o perché la scelta degli acquisti viene effettuata secondo altri criteri, a partire dal controllo delle fatture è necessario che il bibliotecario sia affiancato dall'esperto.
E' opportuno analizzare la figura dell'esperto linguista, centrale in progetti di scaffale in alfabeti non latini, e soggetta a molti fraintendimenti. Le funzioni principali che si richiedono all'esperto linguista, oltre naturalmente alla conoscenza della lingua prescelta, sono: saper individuare i dati bibliografici e saperli traslitterare in alfabeto latino per inserirli in catalogo.
Per individuare correttamente i dati bibliografici, come tutti i bibliotecari sanno, è necessario conoscere almeno le RICA e gli ISBD. Come non potremmo chiedere ad una qualsiasi persona che parli italiano di saper distinguere tra intestazione principale e intestazione secondaria, così non possiamo pretenderlo da qualsiasi persona che parli una lingua non latina.
Per quanto riguarda la traslitterazione scientifica, ovvero la traslitterazione utile per catalogare, è una tecnica diffusa in ambito per lo più accademico, non fa parte necessariamente del bagaglio culturale di un madrelingua, né fa parte delle competenze richieste ad un mediatore culturale.
La traslitterazione è inoltre una tecnica che non concede scorciatoie: se un vocabolo viene traslitterato male, la notizia inserita in catalogo andrà ad appesantire l'opac e creerà ulteriore lavoro di disambiguamento in fasi successive. Si tratta quindi di un'operazione delicata, da non sottovalutare.
Esistono ormai bibliotecari specializzati, che si occupano direttamente della catalogazione completa in varie lingue, ed esistono figure professionali intermedie, di solito studiosi della lingua, che possono traslitterare i dati, i quali in seguito verranno inseriti in catalogo da un catalogatore.
Con la speranza di aver stimolato i colleghi bibliotecari a qualche utile riflessione, rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento o scambio di opinioni ed esperienze. Nell'attesa di un catalogo multialfabetico.
Stefania Marzocchi, Cooperativa Voli - Bologna, e-mail: stefania.marzocchi@fastwebnet.it
[1] Vedi Domenico Ciccarello e Chiara Rabitti, Riflessioni a proposito di una recente indagine dell'AIB, <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/cicdom01.htm>
[2] Per una panoramica generale sui servizi per l'immigrazione nelle biblioteche pubbliche, vedi Alessia Ceccarelli, Nella mia biblioteca nessuno è straniero, in Biblioteche Oggi, settembre 2003, p. 25-31.
[3] Una interessante lettura: Elisabetta Bartuli <http://www.aib.it/aib/congr/c49/bartuli.htm>
[4] Sulla catalogazione in arabo e cinese vedi anche: L. Bassanese <http://www.aib.it/aib/congr/c49/bassanes.htm>
[5] Mi riferisco alla definizione e al decalogo indicati da Vinicio Ongini, Lo scaffale multiculturale, Milano, Mondadori, 2001.