A partire dai primi anni '80 si è sviluppata in Italia una particolare attenzione nell'ambito sociale per le tematiche di carattere informativo e documentario, soprattutto grazie all'evolversi della cosiddetta "società dell'informazione" [1].
Più recentemente invece si è sviluppato un interesse verso il settore della documentazione, che è decollato definitivamente con l'esplodere della stagione del volontariato e del non profit. La formula del centro documentazione è stata quella più praticata, anche se dietro questa sigla esistono strutture diversissime per identità e operatività: alcune assimilabili a biblioteche, altre che svolgono non solo un lavoro di documentazione ma anche interventi formativi e informativi, altre infine che sono sostanzialmente sportelli informativi.
Più in generale l'interesse per queste funzioni si struttura a partire dai profondi cambiamenti nelle politiche sociali, dallo sviluppo delle nuove tecnologie che favoriscono la comunicazione anche di piccoli gruppi, e da una cultura informativa e di rete che permea anche i nuovi riferimenti legislativi.
Sicuramente quello dei centri documentazione è un mondo in evoluzione.
Un'evoluzione quantitativa, che ha visto nascere centri in quasi tutte le regioni italiane ad opera di soggetti diversi e specializzati in varie tematiche.
Dal punto di vista dei contenuti, quello dell'immigrazione e delle tematiche correlate (intercultura, rapporto nord-sud, modello di sviluppo, etc.) è l'ambito di studio e di ricerca più diffuso, scavalcando l'handicap che per molti anni è stato capofila negli interessi dei centri documentazione anche per quanto riguarda l'impegno degli enti locali.
In riferimento ad un'evoluzione qualitativa si riscontra un sicuro interesse per una professionalizzazione delle persone che operano nei centri.
Uno sviluppo da perseguire è quello volto a favorire una logica di rete con le biblioteche pubbliche, che parta anche da occasioni di incontro e di reciproca conoscenza. Collaborazione non solo tecnica, ma anche su progetti di taglio culturale che investano, ad esempio, alcuni generi letterari che sono possibili "ponti" tra i due diversi sistemi.
In Italia si stanno diffondendo le cosiddette "biblioteche multiculturali", che rientrano per lo più nei progetti delle biblioteche pubbliche. Prezioso è il lavoro che viene svolto dal 2001 dal Gruppo di lavoro biblioteche multiculturali della Commissione nazionale biblioteche pubbliche dell'AIB. Vi aderiscono alcuni operatori impegnati in prima linea nella gestione di sezioni multiculturali in biblioteche sparse in tutta Italia. Il Gruppo ha dato vita anche ad alcune pagine web che riuniscono documenti, esperienze, progetti e linee guida utili per un coordinamento tra le forze impegnate nel settore.
Le pagine, curate da Domenico Ciccarello e da Elena Boretti, si aprono con la delineazione delle caratteristiche e degli obiettivi dei servizi bibliotecari multiculturali. Nella prospettiva della condivisione e dello scambio di esperienze nella sezione Materiali e contributi vengono ospitati documenti, riflessioni ed altri materiali professionali prodotti individualmente e/o collettivamente dai componenti del gruppo di lavoro, e ritenuti di utilità generale.
Interessante punto di riferimento è il testo di Cecilia Cognigni [2], che, nella sezione Contributi delle pagine web del Gruppo di lavoro biblioteche multiculturali AIB, pubblica un'analisi delle esperienze di quei paesi in cui, per ragioni storiche e sociali, la comunità bibliotecaria già da tempo si è aperta alle problematiche del multiculturalismo. In particolare sono di grande interesse gli esempi offerti dalla penisola scandinava e dagli Stati Uniti. Tale rassegna aiuta a mettere a fuoco strategie e metodi per predisporre progetti specifici, che trovano sostegno economico e promozionale in istituzioni quali Stato, Regioni, Province e Città metropolitane, con una costante attenzione all'individuazione di sistemi di gestione di tipo cooperativo.
Danimarca, Svezia e Finlandia offrono gli esempi più significativi in Europa. Negli Stati Uniti l'attenzione delle biblioteche pubbliche per i temi dell'interculturalità e della mobilità umana è viva fin dalla metà degli Anni Settanta e si è sviluppata soprattutto nelle zone maggiormente interessate dalla presenza di stranieri, come ad esempio Queens a New York, la città di Chicago e lo stato della California.
In Italia esistono numerosi progetti con etichetta interculturale. Risulta qui difficile elencarli tutti. Le pagine web del Gruppo di lavoro biblioteche multiculturali [3] ne segnalano alcuni promossi da biblioteche, o in cui il ruolo attribuito alle biblioteche è ritenuto significativo. Alcuni progetti si sono già conclusi e vengono riportati solo a fini di documentazione, altri sono in fase di avvio, altri ancora si trovano a uno stadio di sviluppo più avanzato.
Attualmente il sito riporta i casi della Sezione Lombardia dell'AIB ("Scaffale multiculturale" [4]), delle Biblioteche civiche torinesi ("Biblex" [5]), del Comune di Perugia ("Scaffale multietnico" [6]), della Provincia di Grosseto insieme al Comune di Roccastrada ("Obzor" [7]), della Regione Sardegna ("La biblioteca del Mediterraneo" [8]) e della Regione Toscana ("Portofranco" [9]).
Si segnala inoltre che la Sezione Friuli Venezia Giulia dell'AIB ha creato in Internet [10] una pagina che propone una rassegna delle esperienze di multiculturalità nelle biblioteche della regione; è anche possibile compilare un modulo in linea per segnalare le iniziative della propria biblioteca.
Scopo comune di queste esperienze è quello di coinvolgere le strutture bibliotecarie pubbliche perché si dotino di una specifica sezione di documenti adatti ai cittadini stranieri che abitano nel nostro territorio, e a quanti vogliano conoscere qualcosa di più su culture e letterature delle comunità straniere maggiormente rappresentate sul territorio. I progetti prevedono in genere l'acquisto di riviste e libri anche in lingua originale, attinenti a lingua, storia, tradizioni di diversi popoli: africani, arabi, asiatici, latinoamericani e dell'Europa orientale; la creazione di spazi adatti per favorire la conoscenza e lo scambio reciproco tra culture; predisporre repertori e cataloghi (cartacei e su supporto digitale) di risorse sull'interculturalità, l'integrazione e la mobilità umana.
In generale un centro di documentazione cerca e raccoglie informazione utile dovunque essa sia annidata e in qualunque veste si presenti; si interessa inoltre all'analisi del contenuto concettuale dei documenti e all'elaborazione di unità informative che lo trasmettano [11].
La raccolta e la successiva diffusione dell'informazione da parte di un centro di documentazione sono le operazioni che meglio tradiscono la sua funzione dinamica, il suo ruolo attivo e propositivo. Un centro di documentazione non opera in una prospettiva di "conservazione", non ha interesse alla completezza o coerenza delle collezioni, o al possesso imprescindibile di alcuni strumenti di base quali enciclopedie, dizionari, manuali etc. Se la finalità del documentalista è fornire informazione ad un'utenza che ha determinate esigenze e che conosce in anticipo, allora andrà "a caccia" di quell'informazione per snidarla dai suoi giacimenti, qualsiasi forma questi abbiano e ovunque siano nascosti [12].
Se l'oggetto a cui punta il documentalista è l'informazione intesa come insieme di dati, comunque registrati, purché assumano rilevanza informativa per un determinato contesto (siano cioè potenzialmente ricercabili in relazione a determinate esigenze informative e fruibili nell'ottica di modificare uno stato di conoscenza, spesso nella prospettiva dello svolgimento efficace di un'attività), allora la raccolta sarà aperta non solo alla pluralità delle forme espressive e delle modalità di registrazione (diversi linguaggi e supporti), ma anche orientata a tipologie non convenzionali di documenti, cioè tali da non essere stati prodotti con l'intento esplicito di comunicare informazioni e di rivolgersi ad un pubblico (inteso come comunità aperta di potenziali fruitori), o di essere messi in circolazione attraverso i canali tradizionali attraverso cui per secoli sono state distribuite le informazioni. Spesso l'informazione si registra per fermare la memoria delle azioni svolte, magari a proprio uso e consumo, per confrontarsi con un collega o con una ristretta cerchia di addetti ai lavori, per esigenze amministrative o burocratiche, per tracciare un bilancio o una valutazione, per registrare i risultati di un esperimento o di un'attività, come tappa provvisoria di un percorso di elaborazione destinato a concludersi, e magari ad essere reso pubblico, in tempi successivi, e così via. La prospettiva del documentalista è quella di chi, prescindendo dagli obiettivi per cui tale materiale è stato prodotto e dalla sua tipologia più o meno informale, si chiede quale sia il potenziale valore informativo che esso riveste per il contesto nel quale egli opera e, una volta stabilitane la rilevanza, si attiva per recuperarlo, localizzarlo o identificarlo.
Molto di questo materiale informativo può essere considerato letteratura grigia [13]. Con tale termine, com'è noto, si fa riferimento a una produzione documentaria non convenzionale, in quanto non prodotta da editori commerciali e non distribuita attraverso i normali canali commerciali.
In tema di interculturalità e di mobilità umana in Italia si stanno diffondendo numerosi centri di documentazione. In genere si tratta di strutture di supporto ad enti o associazioni che già operano nel settore e che necessitano di strumenti di informazione e di formazione.
Si possono individuare tre obiettivi di base che un centro di documentazione specializzato sull'argomento si pone, ovvero si dovrebbe porre:
Quindi un centro di documentazione dedicato all'interculturalità e alla mobilità umana si profila non come un semplice deposito di notizie, bensì un centro in grado di trasformare informazioni, spesso parziali, in materiali organicamente ricomposti e più facilmente leggibili. Inoltre dovrebbe proporsi di fornire un efficiente e aggiornato servizio divulgativo e promuovere uno spazio di studio e di lavoro.
In questa direzione cercano di muoversi i numerosi centri che stanno nascendo o che cercano di svilupparsi, tra le numerose difficoltà economiche e la mancanza di operatori qualificati. In Internet è possibile trovare alcuni elenchi molto precisi che forniscono definizioni, recapiti, attività e link web dei principali centri di documentazione.
Segnaliamo innanzitutto la pagina curata dall'ICU - Istituto per la cooperazione universitaria [14]: in questa pagina è possibile trovare gli indirizzi e gli orari di apertura di alcune biblioteche e centri di documentazione che si occupano in modo specifico di cooperazione allo sviluppo e solidarietà.
Inoltre è utile consultare on-line alcune biblioteche universitarie attraverso l'utilizzo di parole chiave. In un'altra pagina ("Approfondimenti tematici" [15]), si possono trovare articoli sulla cooperazione internazionale.
L'Associazione CDH di Bologna ha messo in rete una banca dati con i Centri di Documentazione, Istituti di Ricerca, Sportelli informativi sui temi dell'emarginazione, politiche sociali, volontariato e terzo settore [16]: i centri sono ricercabili per regione e per aree tematiche (ad esempio: immigrazione, zingari, educazione sanitaria, terzo settore, ecc.).
Interessante è anche l'iniziativa dell'IRRSAE Toscana che ha messo in rete una lista dei centri attivi sul territorio della regione Toscana [17]. Il Centro Studi "Bruni Ciari" di Empoli ha creato, sul proprio sito web, una sezione dal titolo "Intercultura nel web" dove vengono riportati i link ai principali centri di studio e di ricerca italiani e stranieri che trattano del tema della migrazione.
Infine riportiamo il link alla Mappa dei Centri interculturali sul sito dei padri Saveriani di Brescia [18], ossia tutti i centri che in Italia si occupano di Intercultura, segnalati con indirizzi postali e Internet.
AREZZO
Centro Documentazione Città di Arezzo: <http://www.provincia.arezzo.it/biblioteche/centrodoc/servizi.html>
BARI
Abusuan: <http://www.isf.it/presenze/abusuan/presentazione.htm>
BOLOGNA
La Città Multietnica: <http://www2.comune.bologna.it/bologna/immigra/>
Centro di Documentazione e Laboratorio per un'Educazione Interculturale (CD/LEI): <http://www.media.comune.bologna.it/cdi_cdh_cdlei/sitocdlei/>
Centro Interculturale "M.Zonarelli", San. Donato: <http://www2.comune.bologna.it/bologna/immigra/progetti/centroin.htm>
BRESCIA
Punto Informa: spazio interculturale della Provincia:
<http://www.provincia.brescia.it/servizi-sociali/servizi-sociali-informa.php>
FIRENZE
COSPE: <http://www.socrates-me-too.org/INTERC.htm>
GENOVA
Servizi educativi Comune di Genova: <http://www.comune.genova.it/comunica/sportello%5Fdel%5Fcittadino/uffici/u020974.htm>
MANTOVA
CEI: <http://www.provincia.mantova.it/immigrazione/pag_3.htm>
MILANO
Fondazione Cariplo I.S.MU.: <http://www.ismu.org/Italiano/index.htm>
Associazione Macondo, Sportello legale: <http://www.ecn.org/macondo/>
PADOVA
Xena: <http://www2.padovanet.it/xena/>
Centro Dari: <http://www.provincia.padova.it/PROVVEDITORATO/CENTRODARI/index.htm>
PALERMO
Elenco degli sportelli informativi per gli immigrati in Sicilia: <http://www.cgil.it/sicilia/DOC/SALVI.HTM>
PARMA
Centro Interculturale, Borgo san Giuseppe: <http://www.biblcom.unipr.it/bibparma/intercult/index.htm>
PISA
Centro Interculturale Riviera etrusca Casale Marittimo: <http://www.worldwide.edu/ci/italy/schools/14553.html>
PRATO
Prato Multietnica: <http://www.comune.prato.it/immigra/home.htm>
REGGIO EMILIA
Migrare: <http://www.migrare.it/database/migrare/migrare.nsf?OpenDatabase>
ROMA
CSER - Centro Studi Emigrazione Roma: <http://www.cser.it/>
CIDII - Centro di informazione e documentazione su immigrazione e intercultura c/o Centro Studi Emigrazione Roma: <http://www.roma-intercultura.it/>
Fondazione Andolfi: <http://www.accademiapsico.it/fondazione.html>
CIES: <http://www.cies.it/>
TORINO
Centro Interculturale Città di Torino: <http://www.comune.torino.it/cultura/intercultura/index2.html>
Alma Mater: <http://www.women.it/impresadonna/associazioni/alm.htm>
Progetto Atlante della provincia di Torino: <http://www.provincia.torino.it/xatlante/00start.htm>
TRENTO
Centro Interculturale Millevoci c/o Scuola Elementare Sanzio: <http://www.vivoscuola.it/tematiche/intecultura.asp>
UDINE
Centro RUE: <http://www.rue.it/italiano/mediazioni/index.html>
VERONA
Centro Tante Tinte: <http://dante.bdp.it/~vrpv2/intercultura/index.html>
Centro Studi Immigrazione, CESTIM: <http://www.cestim.org/>
BELGIO
CEDEM - Centre d'études de l'ethnicité et des migrations: <http://www.ulg.ac.be/cedem/>
FRANCIA
CEFISEM - Centre de formation et d'information pour la scolarisation de migrants: <http://cefisem.scola.ac-paris.fr/>
CIEMI - Centre d'Information et d'Etudes sur les Migrations Internationales: <http://www.ciemi.org/>
GRAN BRETAGNA
CEMES - Centre for European Migration and Ethnic Studies: <http://www.cemes.org>
CRER - Centre for Research in Ethnic Relations (University of Warwick): <http://www.warwick.ac.uk/fac/soc/CRER_RC/index.html>
OLANDA
Center for Migration Law (University of Nijmegen ): <http://jur.hosting.kun.nl/rechten/default.asp?vaksectie=Centrum_voor_Migratierecht&taal=en>
STATI UNITI
CMS - Center for Migration Studies: <http://www.cmsny.org/>
Per tutti i siti web citati l'ultima consultazione è stata effettuata il 23 novembre 2002.
Barbara Fiorentini, Biblioteca - Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e-mail: barbara.fiorentini@unicatt.it
[1] Andrea Pancaldi, Documentazione ed emarginazione. L'Esperienza dei Centri di Documentazione Italiani, <http://www.accaparlante.it/cdh-bo/documentazione/centri-italiani/articolo.htm>.
[2] Cecilia Cognigni, Biblioteche multiculturali: una rassegna di esperienze straniere, <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/cogcec01.htm>.
[3] <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/prog.htm>.
[4] <http://www.aib.it/aib/sezioni/lom/scaffale.htm>.
[5] <http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/pagine/biblexnew.html>.
[6] <http://www.comune.perugia.it/biblioteca/multimediale/H%20O%20M%20E%20SME.htm>.
[7] <http://www.comune.roccastrada.gr.it/obzor/obzor1.htm>.
[8] <http://www.regione.sardegna.it/pubblicaistruzione/biblmedit/indice.htm>.
[9] <http://www.cultura.toscana.it/progetti/porto_franco/info.htm>.
[10] <http://www.aib.it/aib/sezioni/fvg/mc.htm>.
[11] Marta Marini, La funzione documentaria: l'informazione come risorsa, Lezione tenuta per il Corso di perfezionamento "Formazione bibliotecario-documentalista scolastico", a.a. 2001-2002, Università degli studi di Padova, Facoltà di Scienze della Formazione, Dipartimento di scienze dell'educazione.
[12] Vilma Alberani, Il rapporto tecnico, in: Documentazione e biblioteconomia. Manuale per i servizi di informazione e le biblioteche speciali italiane, a cura di Maria Pia Carosella - Maria Valenti, Milano: Angeli, 1992 [7. ed.]. Paolo Bisogno, Teoria della documentazione, Milano: Angeli, 1980.
[13] Altre possibili definizioni di letteratura grigia: letteratura non convenzionale, letteratura informale, letteratura effimera, letteratura fuggitiva, unpublished literature, reports literature. Elenchiamo di seguito alcune tipologie di letteratura grigia: relazioni industriali, commerciali ed economiche; rapporti tecnici; comunicazioni scientifiche; resoconti di esperienze, progetti, esperimenti; normativa; statistiche; brevetti; preprint; relazioni presentate a convegni, congressi, seminari di studio; materiali prodotti in occasione di corsi di formazione e aggiornamento; tesi di laurea, di dottorato, lavori prodotti a conclusione o nel corso di percorsi di studio. E' un materiale che si presenta in diverse forme e su diversi supporti, prodotto il più delle volte nell'ambito dell'attività di studio e di ricerca promossa da enti e istituzioni vari, che ha spesso contenuto tecnico e specialistico e a volte una forma provvisoria, aperta a successive elaborazioni. Queste modalità non convenzionali di diffusione dell'informazione hanno il vantaggio di garantire una circolazione rapida, non vincolata ai tempi lunghi dell'edizione e della distribuzione, e quindi un'informazione aggiornata; non sono inoltre condizionate dalle esigenze del mercato editoriale che difficilmente può assorbire documenti di alto contenuto tecnico o specialistico, statistiche, dati grezzi, resoconti di esperienze e progetti, elaborazioni parziali.
[14] <http://www.icu.it/attivita/eas/centri.htm>.
[15] <http://www.icu.it/attivita/eas/approf.htm>.
[16] <http://www.accaparlante.it/cdh-bo/documentazione/centri-italiani>.
[17] <http://www.irre.toscana.it/9810/inter/irs_ei019.htm>.
[18] <http://www.saveriani.bs.it/cem/mappa.htm>.