Indice
1.0. I cataloghi in
linea
1.1. Meraviglie e
difficoltà degli opac
1.2. Che cosa c'è negli
opac
2.0. Come collegarsi agli
opac
2.1. Gli opac in telnet
2.2. Repertori di opac
2.3. I metaopac
3.0. Com'è fatto un
opac: record e campi
3.1. I periodici negli opac
3.2. Le monografie negli opac
3.3. Le pubblicazioni in
più volumi negli opac
3.4. Le collezioni negli opac
4.0. L'interrogazione degli
opac
4.1. Utilizzare i diversi
campi
4.2. Le modalità di
ricerca: per liste e per parole
4.3. Come inserire le
richieste
4.4. Cercare più parole:
gli operatori logici
4.5. Ricerche raffinate con gli
operatori logici
4.6. Parole troncate
4.7. Se non si ottengono
risultati soddisfacenti
4.8. Se si ottengono troppi
risultati
5.0. Piccola
bibliografia
Grazie allo sviluppo delle reti telematiche, i cataloghi delle biblioteche possono oggi essere consultati in linea, attraverso un calcolatore collegato in rete.
Moltissime biblioteche, soprattutto quelle grandi, stanno
progressivamente trasferendo i loro cataloghi in banche dati
digitali, e li mettono a disposizione via Internet, di solito
gratuitamente. Tali cataloghi sono chiamati anche opac,
dalla sigla di on-line public access catalog,
ossia catalogo in linea accessibile pubblicamente.
I cataloghi in linea offrono grandi vantaggi:
Per sfruttare la loro potenza, occorre tuttavia imparare come funzionano, e quali sono le strategie di ricerca più appropriate. La risposta del catalogo, infatti, può essere molto diversa a seconda di come si è formulata la domanda!
Anche un elicottero permette di andare molto più lontano
di una bicicletta, ma solo a patto di saperlo pilotare...
Inserire i dati in rete è un lavoro che richiede molte energie e molto tempo, e non tutte le biblioteche se lo possono ancora permettere: alcune biblioteche, perciò, possiedono solo il tradizionale catalogo cartaceo a schede, che si può consultare soltanto sul posto. Inoltre, anche nelle biblioteche dotate di un catalogo in linea, i volumi acquisiti prima della sua introduzione (che costituiscono il cosidetto pregresso) inizialmente non vi sono compresi: anche per cercare queste pubblicazioni, quindi, l'unica possibilità è recarsi sul posto a consultare i cataloghi a schede.
Gruppi di biblioteche che dipendono da uno stesso ente (per esempio un'università o una provincia), o che sono in qualche modo accomunate, possono cooperare per creare cataloghi collettivi in linea, nei quali si trovino tutti insieme i volumi posseduti dalle diverse biblioteche. In questo caso, con una singola ricerca si troverà se una pubblicazione sia posseduta da qualcuna delle biblioteche partecipanti al catalogo. Alcune biblioteche registrano le loro pubblicazioni solo all'interno di un opac collettivo, mentre altre hanno anche un proprio opac singolo, interrogabile separatamente.
Consultando un catalogo in linea, dunque, è importante rendersi
conto di che cosa esso effettivamente contenga: quali biblioteche comprenda,
e a partire da che anno e con quali criteri le pubblicazioni siano state
catalogate.
Queste informazioni, purtroppo, non sempre sono evidenziate chiaramente
nelle schermate introduttive degli opac, e devono allora essere desunte dalle
intestazioni del catalogo, dal suo indirizzo di rete o in genere dal contesto.
Nelle biblioteche dotate di opac ci sono generalmente dei terminali a disposizione del pubblico, già configurati in modo da presentare una videata per l'interrogazione dei cataloghi.
Volendo invece consultare i cataloghi a distanza, attraverso
un altro calcolatore connesso a Internet, occorre avviare
il software per la navigazione e digitare l'indirizzo (URL)
corrispondente.
Ad esempio, l'indirizzo dell'opac dell'Università
di Pavia è:
Anche senza digitare l'indirizzo preciso, si può raggiungere
i diversi opac attraverso i link che si trovano
in molte pagine WWW, in primo luogo quelle degli enti alle
cui biblioteche si riferiscono i cataloghi. Ad esempio, l'opac
dell'Università di Pavia citato sopra è raggiungibile
anche a partire dalle pagine WWW dell'Università di
Pavia,
il cui indirizzo generale è:
In rete esistono inoltre vari repertori di opac,
che raccolgono accessi agli opac delle diverse aree geografiche.
Molti opac sono ancora oggi disponibili soltanto attraverso
la modalità telnet, che utilizza un protocollo di trasmissione
dei dati molto diffuso prima dello sviluppo del World Wide Web.
Gli indirizzi di questi opac, invece che per "http://",
iniziano per "telnet://" oppure per "tn3270://".
Per collegarsi occorre che sul proprio calcolatore siano stati
installati, rispettivamente, i software per le connessioni telnet e 3270.
Una volta stabilita la connessione telnet, appare una schermata
di soli caratteri, recante le istruzioni per dialogare con il sistema.
Di solito occorre digitare una login, ossia una parola di accesso
che identifica il tipo di utente: la parola da usare è spesso
indicata in
una schermata precedente.
Nonostante che il dialogo via telnet sia meno comodo di quello in web,
in molti casi si tratta dell'unico modo per interrogare dei cataloghi
importanti, nell'attesa che anche per questi venga predisposta
un'interfaccia web. Inoltre, a coloro che ne conoscono bene il linguaggio
di interrogazione, le interfacce telnet permettono di effettuare ricerche
più raffinate e precise che le interfacce web. Queste ultime,
infatti, traducono il linguaggio
nativo dell'opac in forme più intuitive ed "amichevoli",
perdendo però una parte della plasticità originaria.
Esistono alcune pagine WWW che raccolgono link a molti
opac diversi, sia italiani che stranieri, aiutando l'utente a
orientarsi nella ricerca del catalogo giusto. Un grande numero di cataloghi
sono elencati in poco spazio, e per collegarsi ad uno di essi è
sufficiente
selezionare con il mouse la voce corrispondente.
L'Associazione Italiana Biblioteche mantiene un repertorio
degli opac di biblioteche italiane di ogni tipo, all'indirizzo:
Il repertorio elenca dapprima gli opac collettivi nazionali
e regionali, quindi, su base geografica, gli opac riguardanti
singole province e città o singole biblioteche. La pagina è
mantenuta il più possibile completa e aggiornata,
grazie al lavoro di una redazione che controlla regolarmente i siti
bibliotecari
italiani e mantiene contatti con i curatori dei diversi cataloghi.
I principali repertori di opac del mondo sono elencati nella
relativa pagina dell'AIB, all'indirizzo:
Tra i più completi ed aggiornati si segnala
"Bibliotheks-opacs und -Informationsseiten", di Hans-Dieter Hartges,
che raccoglie opac di moltissimi paesi del mondo elencandoli
appunto su base nazionale. I titoli e i commenti sono in tedesco, ma anche
chi non
conosce questa lingua può intuire facilmente le informazioni
essenziali.
L'indirizzo è:
Un compatto elenco di opac di tutto il mondo, e in particolare
nordamericani, che aderiscono al protocollo Z39.50 per la trasmissione dei
dati
bibliografici è raggiungibile presso il sito WWW
della Library of Congress:
"Gabriel" <
http://portico.bl.uk/gabriel/en/opacs.html>
consente l'accesso alle diverse biblioteche
nazionali europee,
mentre "Hytelnet" di Peter Scott <
http://www.lights.com/hytelnet/>
raccoglie i cataloghi del mondo accessibili in modalità telnet.
I metaopac sono strumenti che permettono di interrogare numerosi
opac
contemporaneamente: in questo modo, con una sola ricerca si può sapere
se una certa pubblicazione si trova in un insieme di biblioteche.
Un metaopac presenta una maschera per l'interrogazione simile a quella
di un normale opac, con l'aggiunta di un elenco delle biblioteche sulle quali
verrà effettuata la ricerca, spesso selezionabili dall'utente. In
risposta ad una ricerca si ottengono i risultati restituiti da ciascuno degli
opac interrogati.
Un metaopac si distingue da un catalogo collettivo, in quanto non
è
esso stesso un vero catalogo, bensì uno strumento per cercare in
diversi
cataloghi (analogamente a un metamotore, che è uno strumento per
cercare in diversi motori di ricerca).
I dati contenuti nei diversi opac possono avere formati piuttosto
differenti.
Per questo, con i metaopac risultano più affidabili le ricerche
semplici,
come quelle per autore o per titolo, che funzionano allo stesso modo in tutti
i cataloghi; invece, l'uso di campi meno comuni e di operatori logici rischia
di dare risultati fuorvianti o incompleti.
Un caratteristico esempio di metaopac è il Catalogo Bibliografico
Virtuale delle Università Lombarde, che interroga contemporaneamente
gli opac delle università e di alcune altre biblioteche lombarde; lo
si può raggiungere all'indirizzo
Informazioni sul software Azalai, sul quale è basato questo
metaopac,
e link ad altri esempi europei di metaopac si trovano a
IL CILEA e l'AIB stanno lavorando anche al progetto di un
metaopac nazionale italiano, che interroghi contemporaneamente tutti gli opac
di biblioteche italiane.
I libri e le riviste sono registrati negli opac in unità
dette record, che corrispondono alle schede dei tradizionali
cataloghi cartacei. Ogni record infatti descrive una pubblicazione,
indicandone le caratteristiche bibliografiche: titolo, sottotitolo, autori,
curatori, numero dell'edizione, luogo e data di pubblicazione, editore,
caratteristiche fisiche;
e inoltre fornisce informazioni sulle copie della pubblicazione che sono
possedute dalle biblioteche in questione, come il numero di esemplari, la loro
collocazione e talvolta la disponibilità o meno al prestito.
Queste informazioni sono organizzate in diversi campi,
cioè diverse parti del record, ciascuna contenente
una porzione della descrizione: esiste un campo contenente
l'autore, uno con il titolo, uno con l'edizione, e così via.
L'insieme di tutti i record del catalogo, ciascuno suddiviso
in campi, forma virtualmente una grandissima griglia di informazioni, che
costituisce un database, cioè base di dati o banca dati.
La struttura dei record è di solito leggermente diversa a seconda
che si tratti di pubblicazioni monografiche
oppure di
periodici come i quotidiani, le riviste e gli
annali; e inoltre di pubblicazioni
singole oppure divise in più volumi o parti.
Negli opac i periodici sono descritti da un record per ciascuna testata.
Ad esempio, nell'opac SBN si trova:
Come si vede, esiste un campo (in questo caso chiamato
"numerazione")
che indica il periodo di esistenza della testata e il numero
progressivo
delle corrispondenti annate: il periodico esiste dal 1946, che corrisponde
all'anno 71 (negli anni precedenti il titolo era differente, e quindi
sarà descritto da un altro record). Il trattino non seguito da alcun
altro numero indica che il periodo è ancora aperto, cioè
il periodico continua tuttora a venire pubblicato; se dopo il trattino si
trovasse invece un'altra indicazione di annata, significherebbe che dopo
quell'anno il periodico non è più stato pubblicato. Si noti che
un'indicazione come "71(1946)",
non seguita dal trattino, significherebbe invece che il periodico è
esistito con questo titolo solo nel 1946.
Nel caso dei periodici è particolarmente importante controllare
che tra le annate possedute da ciascuna biblioteca ci siano quelle
che a cui si è interessati. Questa informazione è contenuta
in un campo chiamato spesso "consistenza" o "posseduto"
(non visualizzato nel record riportato sopra), che non va confuso con il
periodo
di esistenza della testata. Ad esempio, un'indicazione come:
Un'altra caratteristica dei record riguardanti i periodici è
l'indicazione
del tipo di periodicità, ossia la cadenza con cui il
periodico viene
pubblicato (nell'esempio sopra indicata in un campo chiamato "note
generali"):
quotidiana oppure settimanale, mensile, annuale, irregolare ecc.
Non esiste, a differenza che per le monografie, un campo per gli autori;
talvolta esso può essere sostituito da un campo
per l'ente a cui il periodico fa capo o del quale è organo
ufficiale;
per esempio, l'ente di riferimento per gli Atti della Società
Italiana
di Scienze Naturali è la Società Italiana di Scienze
Naturali.
Il fatto che il titolo sia cambiato nel tempo è espresso da un campo
("legami a titoli") che indica i titoli precedenti o successivi,
e la
relazione del titolo presente con essi ("continuazione"; in altri
casi si possono trovare espressioni come "già -", "poi -", "continua
con -",
"si scinde in -", "si fonde in -", e così via).
Alcuni periodici sono suddivisi in più parti, o serie. Ad esempio:
Journal of Environmental Science and Health. Part A: Toxic/Hazardous
Substances & Environmental Engineering; Part B: Pesticides, Food
Contaminants and Agricultural Wastes. In questo caso, negli opac
si troverà un record distinto per ciascuna parte o serie, ed
eventualmente
i record delle diverse parti saranno collegati attraverso un record di livello
superiore.
Un tipico record che descrive una pubblicazione monografica (tratto
dall'opac
SBN) si può presentare così:
Rispetto ai periodici, compaiono alcuni campi in più, come quelli
per l'autore, il numero dell'edizione (in questo esempio la
diciannovesima), il titolo dell'eventuale collana di cui
il libro fa parte ("collezione"), il titolo nella lingua
originale
("altri titoli collegati"). Può comparire (in questo caso
nel campo
"note generali") anche il nome del traduttore.
Nel campo "pubblicazione" si trova, dopo la città, anche
il nome dell'editore, seguito dall'anno di pubblicazione.
Nella descrizione fisica si può leggere, oltre al formato, anche
il numero di pagine, ed eventualmente indicazioni su illustrazioni,
materiale
allegato e così via, che permettono di avere un'idea delle
caratteristiche del libro anche senza averlo in mano.
Invece delle annate possedute, nel caso delle monografie potrà
interessare
il numero di copie possedute, e la loro disponibilità
o meno
al prestito: queste informazioni possono essere riportate, per ciascuna
biblioteca
che possiede la pubblicazione, in un apposito campo.
In molti opac, le pubblicazioni formate da più volumi sono
descritte
a livelli: esiste un record di livello superiore
che descrive l'insieme della pubblicazione, indicando il numero di volumi
di cui essa è composta; e inoltre diversi record di livello
inferiore,
uno per ogni volume, che ne descrivono le caratteristiche dettagliate:
titolo del volume, numero di pagine, eccetera. Nel caso di
volumi a loro volta divisi in tomi, esisteranno record
distinti anche per questi.
I record di livello superiore e di livello inferiore dovrebbero
essere collegati attraverso legami, che permettano di risalire
immediatamente dagli uni agli altri e viceversa. Talvolta, purtroppo,
i collegamenti fra le diverse parti della pubblicazione non sono chiaramente
espressi, a causa di problemi tecnici nella gestione di legami complessi
o di difetti nella catalogazione. Per indovinare che una certa descrizione
si riferisce a una pubblicazione in più volumi, o a una sua parte,
occorre
allora fare attenzione a certi dettagli rivelatori, come la presenza di
espressioni
quali "2. - ..." (che sta per "secondo volume"),
oppure "v." (che sta per "costituito da volumi [in numero non
precisato]"), e così via.
Quando si cercano pubblicazioni in più volumi, si può
inserire
nella maschera di ricerca il titolo generale della pubblicazione oppure
il titolo di un singolo volume. Naturalmente conviene
utilizzare il titolo generale della pubblicazione quando i singoli
volumi non hanno nessun titolo particolare, oppure quando
hanno titoli di per sé poco significativi, come per
esempio "A-D" in un'enciclopedia, oppure
"Dall'Ottocento
ai giorni nostri" in un'opera storica.
Molti editori pubblicano delle serie di monografie
che trattano un tema comune, costituenti nel loro insieme
una collana o collezione.
Talvolta negli opac si può trovare un record che descrive
la collana nel suo insieme. Ad essa sono collegati,
attraverso legami, i record delle singole monografie
appartenenti alla collana che sono possedute dalle
biblioteche in questione.
In alcuni opac è possibile, introducendo il titolo della collana nel
campo "titolo" o in un campo apposito, richiamare tutti i titoli
di volumi
appartenenti a quella collana e presenti nell'opac.
Negli opac che permettono di navigare da un record all'altro,
selezionando
uno dei titoli si potrà ottenere una descrizione più dettagliata
del volume corrispondente, nonché informazioni sulle biblioteche che
lo possiedono
e sulle segnature.
Interrogare un opac consiste essenzialmente nel verificare
se una o più parole specificate siano contenute in
qualcuno dei record che costituiscono l'opac.
L'utente quindi deve inserire le parole desiderate
negli appositi spazi visibili sullo schermo;
il sistema risponderà visualizzando quei record
che contengono le parole richieste, i quali descrivono
i volumi posseduti dalle biblioteche in questione.
Sebbene il funzionamento di base sia simile in tutti gli opac,
la sintassi dei comandi e l'aspetto delle schermate possono cambiare
a seconda dei casi. Consultando per la prima volta un opac, dunque,
occorre familiarizzare con la sua interfaccia; in molti casi sono disponibili
pagine di istruzioni (help), che conviene visionare, anche se non
sempre sono chiare e complete. In particolare è necessario capire
in quali forme e con quale punteggiatura vadano inserite le
richieste, per evitare di ottenere risultati inesatti e fuorvianti.
Poiché i record sono divisi in campi, generalmente
conviene cercare le parole desiderate nell'ambito di
un determinato campo: se per esempio si stanno cercando
le opere di Umberto Eco, si cercherà la parola eco
solo nel campo "autore"; cercando
la stessa parola nel campo "titolo", si potrebbero invece
trovare, per esempio, libri che trattano il fenomeno
acustico dell'eco!
Interrogando un opac, si troverà sullo schermo una scelta
fra i diversi campi nei quali è possibile cercare.
I campi più importanti sono generalmente quelli dell'autore, del
titolo e del soggetto.
Come nel caso
dei cataloghi a schede, quando si conoscono esattamente i dati
delle pubblicazioni che si stanno cercando, conviene cercare per
autore
o per titolo.
Quando invece si sta cercando qualsiasi pubblicazione che
tratti un determinato argomento, il metodo più logico è
cercare nel campo del soggetto; anche le pubblicazioni su un
determinato autore si possono trovare digitandone il nome nel campo del
soggetto.
Tuttavia non è detto che in questo
modo si trovino tutti i record pertinenti all'argomento cercato,
perché:
Per superare questi limiti, alla ricerca nel campo del soggetto si possono
affiancare altre strategie. Innanzitutto si possono cercare nel campo del
titolo una o poche parole
che si presume potrebbero comparire nei titoli delle pubblicazioni che
interessano
(anche le stesse usate nel campo del soggetto).
Altrimenti, si può sfruttare l'eventuale presenza di campi per
la classificazione o per la collocazione. Per esempio,
se si cercano libri sugli uccelli e si sa che la biblioteca utilizza la
Classificazione Decimale Dewey, si può introdurre nel campo
"classificazione"
le cifre 598, che in tale classificazione corrispondono
all'ornitologia.
Oppure, se si sa che la biblioteca attribuisce a tutti i libri di ornitologia
la collocazione "ORN", si può introdurre nel campo
"collocazione"
le lettere orn.
In alcuni opac è possibile cercare anche in altri campi,
ad esempio luogo e data di pubblicazione, editore, collana,
lingua: questi campi di solito non sono molto utili se
usati da soli, perché contengono le stesse espressioni per
moltissimi libri diversi: ad esempio, i libri che contengono
la parola "Rizzoli" nel campo editore saranno probabilmente
migliaia!
Alcuni opac offrono anche la possibilità di cercare se determinate
parole siano presenti in un qualsiasi campo. Ciò può essere
utile
per esempio nel caso di parole poco comuni, ad esempio nomi
di persone che possono essere sia autori di pubblicazioni che argomento
di altre pubblicazioni. Se però le parole cercate sono comuni, questa
strategia può dare risultati problematici; se per esempio,
cercando pubblicazioni che trattino della città di Milano, si cercasse
milano in tutti i campi, si troverebbero tra i risultati anche
tutti gli innumerevoli libri che hanno "Milano" nel campo del
luogo di pubblicazione!
Anche quando è possibile farlo, infine, non conviene riempire
troppi campi contemporaneamente, perché così si rischia
di restringere troppo la gamma dei possibili risultati: basta infatti che
ci sia un'inesattezza in uno dei termini richiesti, perché la ricerca
non dia alcun risultato.
Perciò, anche se si cerca un testo di cui si conoscono tutti i dati
bibliografici, conviene utilizzare solo uno o due campi per volta,
selezionando alcune parole particolarmente significative
che si desidera compaiano nei record. Se ne risulteranno
troppi record, si potrà sempre raffinare la ricerca in un
secondo tempo.
L'aspetto delle videate attraverso cui ci si muove varia
a seconda dei diversi opac. Tuttavia, esistono
essenzialmente due modi con cui si può cercare:
per liste o per parole.
Nella ricerca per liste, il sistema richiede di inserire
una sola stringa, contenente una o più parole
da cercare nel campo dell'autore, oppure nel campo del titolo,
oppure nel campo del soggetto. Quindi viene visualizzata
una lista di voci che iniziano con la parola
o le parole richieste, oppure con parole simili, che
nell'ordine alfabetico si trovano vicino a quella richiesta.
La prima delle voci che rispondono meglio alla
richiesta è di solito evidenziata, ma viene comunque
mostrato anche un certo numero di voci precedenti e
successive. Questo sistema permette di compensare una
parte dei possibili errori nello spelling delle parole
richieste; e inoltre, permette di vedere contemporaneamente
diverse voci che inizino con le stesse parole, per poi
scegliere quelle desiderate.
Nella ricerca per parole, invece, si può cercare anche
in più campi contemporaneamente; il sistema risponderà
visualizzando tutti i record che contengono le parole
cercate, non solo all'inizio ma anche all'interno dei
campi rispettivi. Non vengono invece visualizzate
le voci che contengono parole simili a quelle richieste:
quindi occorre fare particolare attenzione alle
parole che si inseriscono, poiché il risultato dipenderà
rigorosamente da queste.
Inserendo le parole che si cercano, bisogna fare attenzione
allo spelling: un banale errore di battitura può produrre
un risultato negativo, quando invece il libro che si sta
cercando è dietro l'angolo!
Generalmente non fa differenza utilizzare lettere maiuscole
o minuscole.
Con i segni diacritici (segni che si scrivono sopra o sotto le
lettere,
come accenti, dieresi, cediglia, tilde, eccetera) i diversi opac si
comportano in
modi diversi: di solito, omettendo i diacritici si trovano
anche le parole che li contengono. Eventualmente, quando non
si conosce il comportamento dell'opac con cui si ha a che
fare, si può provare sia ad usarli che a non usarli.
Nel caso dell'umlaut (segno di dieresi in parole tedesche) si può
provare sia ad ometterlo che a sostituirlo con una "e":
"Müller" può corrispondere a "Muller" oppure
a "Mueller".
Un discorso simile vale per i segni di punteggiatura (virgole,
punti,
due punti eccetera), i trattini (hyphen) e gli apostrofi.
Di solito gli opac li trascurano automaticamente, per cui la cosa
più semplice
è ometterli (in certi opac ometterli è addirittura necessario,
altrimenti non viene trovato nessun record).
Occorre fare attenzione che, laddove si troverebbe
un trattino o un apostrofo, deve essere lasciato uno spazio bianco, per
evitare
che le due parti vengano considerate un'unica parola. Ad esempio, per cercare
"Lévi-Strauss" bisogna digitare levi strauss e non
levistrauss; per cercare "D'Azeglio" bisogna digitare
d azeglio e non dazeglio.
Molti opac tralasciano automaticamente le cosiddette stop
word, cioè un insieme di parole corte che si usano
frequentemente, come gli articoli, le preposizioni e le
congiunzioni; ad esempio gli opac di lingua inglese tralasciano frequentemente
le parole "a, an, and, as, at, by, for, from, in, not, of, on, or,
the, to, with".
In tali opac, quindi, queste parole non sono ricercabili: una ricerca dei
record che contengano la parola "with" non darà nessun
risultato, anche se essa compare probabilmente in moltissimi record.
Nella ricerca per parole, le parole corte e molto comuni possono essere
omesse nelle ricerche, anche perché non sarebbero di grande aiuto
nel trovare i record giusti. Cercando un titolo come
"Istituzioni di economia e politica agraria", basterà
digitare istituzioni economia politica agraria.Nella ricerca per
liste, invece, tutte le parole contano per l'ordine alfabetico, e dunque
occorre digitarle. Gli articoli iniziali, in particolare, in molti
opac devono
essere omessi, specialmente nella ricerca per liste, in quanto vengono
trascurati nell'ordine alfabetico
(come avviene nei cataloghi cartacei): per cercare "I promessi
sposi",
quindi, occorre digitare promessi sposi e non i promessi
sposi.
Infine, quando si cerca per soggetti (o per parole chiave nelle
raccolte di abstracts) occorre stare attenti alla lingua in
cui questi si trovano nel catalogo: se per esempio sono in
inglese, bisognerà naturalmente inserire soil e non
suolo.
Negli opac italiani, i soggetti sono generalmente in italiano,
anche quelli delle pubblicazioni il cui titolo è in un'altra lingua.
Quando si inseriscono più parole contemporaneamente,
di solito gli opac cercano i record che le contengono tutte.
Ciò significa che una ricerca come
equivale a
AND ("e") è uno degli operatori logici
fondamentali,
che derivano dall'algebra di Boole e vengono impiegati dai calcolatori
per compiere moltissime operazioni. Gli altri operatori fondamentali sono
OR ("o") e NOT ("non"); talvolta
AND e NOT si possono anche scrivere, rispettivamente,
+ e -.
Se non si specifica diversamente, quasi sempre gli opac
usano come default l'operatore AND: quindi più parole
si inseriscono, più si restringe il numero dei possibili
risultati, perché i record ottenuti in risposta dovranno
contenere contemporaneamente tutte le parole richieste.
Al contrario, quando l'operatore fra le parole è OR,
il numero dei possibili risultati si allarga, perché i
record in risposta saranno sia quelli che contengono
una delle parole, sia quelli che ne contengono un'altra,
sia quelli che le contengono entrambe, eccetera:
produrrà record contenenti solo la parola "anemia",
altri contenenti solo la parola "mediterranea" ed altri che le
contengono entrambe. Qualche opac, invece (ad esempio quello della British
Library),
cerca per default l'esatta sequenza delle parole richieste (exact
phrase), mentre se si
vuole cercare le parole in una qualsiasi sequenza è necessario
specificarlo
(nel caso della British Library, separandole con una virgola).
L'operatore OR è particolarmente utile quando non si
conosce il termine esatto da cercare, ma se ne ipotizzano diversi
alternativi; se per esempio non si sa se il soggetto dei volumi che
interessano sia "terreno" oppure "suolo", si può
inserire la ricerca
che restituirà i record contenenti l'una o l'altra delle
parole.
L'operatore NOT si può usare per escludere i record
contenenti
una parola indesiderata. Si supponga per esempio di stare
cercando libri riguardanti la valutazione dei prodotti nell'industria,
e di aver ottenuto con la ricerca
Oltre che all'interno di un campo, gli operatori logici
possono funzionare anche fra campi diversi: per esempio,
la ricerca
restituisce tutti i record che contendono o la parola
"comportamento" nel campo titolo, o la parola "etologia"
nel campo soggetto.
Oltre a quelli fondamentali, alcuni opac permettono di utilizzare
operatori logici sofisticati, come gli operatori di prossimità
e di relazione. L'uso di questi operatori, e di combinazioni complesse
di operatori, permettono di effettuare anche ricerche assai raffinate.Gli
operatori disponibili dovrebbero essere descritti nelle pagine di
help di ciascun opac.
Gli operatori di prossimità sono una versione più
precisa degli operatori AND e NOT: permettono infatti
di richiedere che le parole in questione non solo siano (o non siano)
presenti nello stesso record, ma si trovino ad una determinata
distanza fra loro ed eventualmente in un determinato ordine.
Gli operatori di prossimità disponibili variano a
seconda degli opac, ma perlopiù permettono di:
La ricerca
restituirà i record che contengono le parole "impatto
ambientale"
vicine fra loro, ma non i record che le contengono in punti lontani, come ad
esempio "L'impatto dei pesticidi sull'equilibrio
ambientale".
Tuttavia è talvolta possibile richiedere che le due parole siano
adiacenti o separate al massimo da un determinato numero di altre parole:
ad esempio,
la ricerca
trova record in cui le parole "impatto" e "ambientale"
sono separate al massimo da altre tre parole; il titolo precedente
verrà
allora trovato? Sì, ma solo se nell'opac che si sta usando la parola
"dei" è considerata una stop word e quindi è
trascurata nel conteggio.
In alcuni opac è possibile utilizzare anche degli
operatori relazionali, che permettono di richiedere che
il contenuto di un campo sia maggiore (>) oppure minore
(<)
di un valore specificato. Questi operatori si applicano tipicamente alle
date ed
altri campi numerici; altrimenti assumono il significato di
"successivo/precedente nell'ordine alfabetico a -".
Gli operatori logici si possono combinare, creando stringhe di
ricerca anche complesse per particolari esigenze. In questo caso occorre
fare attenzione all'ordine con cui vengono eseguite le operazioni logiche;
secondo la gerarchia standard, l'ordine di priorità dovrebbe essere
NOT, AND, OR, ma in realtà non tutti gli
opac seguono questa regola: perciò il sistema più sicuro
è utilizzare le parentesi.
La ricerca
è ambigua, se non si conosce la gerarchia degli operatori.
Occorre allora specificare, ad esempio:
che produrrà record contenenti o la parola "valutazione"
oppure sia la parola "impatto" che la parola "ambientale"
o altrimenti, al contrario:
che produrrà record contenenti sia la parola "valutazione"
- o in alternativa la parola "impatto" - che la parola
"ambientale".
Un'altra possibilità nella formulazione della
ricerca consiste nel cercare qualsiasi parola che
inizi con una certa sequenza di lettere. Si può
cioè immettere nella maschera di ricerca delle
parole tronche, terminandole con un apposito simbolo,
che varia a seconda dell'opac (asterisco, dollaro, due punti,
o altro). Per esempio:
restituirà titoli contenenti le parole "bovino",
"bovini", "razza bovina", "razze bovine",
"bovins",
eccetera.
Il troncamento è un modo per evitare di dover digitare lunghe
sequenze di termini alternativi aventi una stessa radice, separati
dall'operatore
OR. Per esempio, la ricerca riportata sopra equivale a
Come si vede, troncare la parola può essere utile quando si vuole
richiedere un termine indifferentemente al plurale o al singolare. Certi
opac cercano automaticamente le parole italiane o inglesi sia nella
forma singolare che nella forma plurale, indipendentemente dalla stringa
di ricerca immessa.
Il troncamento è un caso particolare dell'uso dei cosiddetti
caratteri jolly, ossia simboli che possono corrispondere a qualsiasi
carattere, oppure a una sequenza di caratteri di qualsiasi lunghezza. Anche
nei
simboli usati come caratteri jolly gli opac variano molto, e occorre appurarli
in ciascun caso leggendo le relative istruzioni .
Che cosa fare quando una ricerca non produce nessun
risultato soddisfacente? Innanzitutto conviene chiedersi
a che cosa questo possa essere dovuto, e quindi regolarsi
di conseguenza. Alcune possibilità sono:
Se una ricerca produce una grande quantità di record,
la maggior parte dei quali non sembrano interessanti,
piuttosto che scorrerli tutti conviene fare una
nuova ricerca utilizzando dei termini più specifici:
scegliere parole meno comuni per i titoli e i soggetti,
specificare l'autore (eventualmente anche il suo nome,
se il cognome è piuttosto comune), specificare un
intervallo di date, utilizzare più campi contemporaneamente.
Per approfondire i temi toccati in questa pagina e allargare lo sguardo,
si possono consultare queste pubblicazioni:
Copyright AIB, a cura di
Claudio Gnoli; hanno collaborato:
Gianni Colussi, Maurizio Di Girolamo, Eugenio Gatto, Stefania Manzi,
Gabriele Mazzitelli, Riccardo Ridi, Giulia Visintin.
http://www.unipv.it
2.1. Gli opac in telnet
2.2. Repertori di opac
http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm
http://www.aib.it/aib/lis/r.htm
http://www.hbz-nrw.de/hbz/toolbox/opac.htm
http://lcweb.loc.gov/z3950/gateway.html
2.3. I metaopac
http://azalai.cilea.it/java/html/cbvul/form.htm
http://azalai.cilea.it/java/html/info.htm
3.0. Com'è fatto un opac: record e campi
3.1. I periodici negli opac
Titolo: Corriere della sera Numerazione: 71(1946)- Pubblicazione: Milano, 1946- Descrizione fisica: 54 cm Note Generali: Quotidiano Legami a titoli: [Continuazione] Corriere
d'informazione Paese di pubblicazione: IT Lingua di pubblicazione: ITA Localizzazioni: Bibl. del CIS di Palazzo Maldura
- Univ. Padova - PD343
Bibl. generale Fac. di Scienze Politiche "Ettore Anchieri" -
Univ. Padova - PD316
Bibl. Universitaria di Padova - PD158Codice del documento: IT\ICCU\PUV\0023517
indica che, sebbene la testata esista dal 1946 a oggi, la biblioteca
in questione possiede solo le annate dal 1976 al 1987.
Talvolta si trovano in questo campo anche indicazioni sulle lacune,
ovvero le incompletezze nella raccolta. Per esempio, un'espressione come:
Numerazione: 71(1946)- Consistenza: 101(1976)-112(1987)
indica che sono possedute le annate dal 1959 ad oggi, ma che mancano alcuni
fascicoli dell'annata 1960 e delle annate dal 1964 al 1968; altrove si
può trovare l'espressione "scompl.", di significato analogo.
Consistenza: 1959- ; lac. 1960, 1964-1968
3.2. Le monografie negli opac
Autore: Lorenz, Konrad Titolo: L' anello di re Salomone / Konrad Lorenz Edizione: 19. ed. Pubblicazione: Milano : Adelphi, 1984 Descrizione fisica: 274 p. ; 22 cm Collezione: Biblioteca Adelphi Note Generali: Trad. di Laura Schwarz. - Cont. anche:
Storie di cani. Nomi: Lorenz, Konrad Altri titoli collegati: [Pubblicato con] Storie
di cani
[Altro documento correlato] Er redete mit dem Vieh, den Vogeln und den
Fischen
[Altro documento correlato] So kam der Mensch auf den HundPaese di pubblicazione: IT Lingua di pubblicazione: ITA Localizzazioni: Biblioteca comunale - Busto
Arsizio (VA) - VA29
Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi - L'Aquila (AQ) - AQ47Codice del documento: IT\ICCU\LO1\0446315
3.3. Le pubblicazioni in più volumi negli
opac
3.4. Le collezioni negli opac
Per esempio, richiedendo biblioteca adelphi si può
ottenere
una lunga serie di record che descrivono singoli volumi della collana
avente questo
titolo, come i seguenti:
60/62. Weil, Simone. 2 / Simone Weil ; a cura di Giancarlo Gaeta. - 2. ed.
- Milano :
Adelphi, 1991. - 364 p. ; 22 cm. - (Biblioteca Adelphi ; 155)
Fa parte di: Quaderni / Simone Weil ; a cura di Giancarlo Gaeta61/62. Wittgenstein, Ludwig. Lezioni e conversazioni sull'etica,
l'estetica, la psicologia e la credenza religiosa / Ludwig Wittgenstein ; a
cura di Michele Ranchetti. - 5. ed. - Milano : Adelphi, 1985. - 169 p. ; 22
cm. - (Biblioteca Adelphi ; 1)
62/62. Lorenz, Konrad. L'anello di re Salomone / Konrad Lorenz. -
19. ed. - Milano : Adelphi, 1984 . - 274 p., [1] c. di tav. ; 22 cm. -
(Biblioteca Adelphi ; 15)
4.0. L'interrogazione degli opac
4.1. Utilizzare i diversi campi
4.2. Le modalità di ricerca: per liste e
per parole
4.3. Come inserire le richieste
4.4. Cercare più parole: gli operatori
logici
anemia mediterranea
anemia AND mediterranea
anemia OR mediterranea
Soggetto = terreno OR suolo
Titolo = valutazione
anche un grande numero di record riguardanti la valutazione di
impatto ambientale, che non interessano. Si potrà allora
ripetere la ricerca inserendo:
Titolo = valutazione NOT impatto
in modo da escludere dai risultati i record che contengono
la parola "impatto".
Titolo = comportamento OR Soggetto =
etologia
4.5. Ricerche raffinate con gli operatori logici
Titolo = impatto NEAR ambientale
Titolo = impatto NEAR3 ambientale
Titolo = valutazione OR impatto AND
ambientale
Titolo = valutazione OR (impatto AND
ambientale)
Titolo = (valutazione OR impatto) AND
ambientale
4.6. Parole troncate
Titolo = bovin$ [dove $ = simbolo
di troncamento]
Titolo = bovina OR bovine OR bovini OR bovino OR bovins
OR ...
4.7. Se non si ottengono risultati soddisfacenti
4.8. Se si ottengono troppi risultati
5.0. Piccola bibliografia
Creato 1998-06-29, seconda edizione 1999-04-03, ultimo
aggiornamento 1999-04-03.
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