L'anno scolastico 2011-2012 si apre, per le biblioteche scolastiche italiane, tra luci e ombre. Diciamo subito che vi sono, tra le ombre che rischiano di trasformarsi in una buia notte, la questione non risolta del riconoscimento della professione bibliotecaria in ambito scolastico e quella dell'incombente dispersione delle professionalità disponibili, impiegate a tempo pieno. Si tratta dei cosiddetti "centotredicisti", gli insegnanti inidonei all'insegnamento utilizzati in biblioteca che, se motivati e riqualificati professionalmente, costituiscono un grande beneficio per la didattica, la lettura, la ricerca, nonché per la realizzazione di progetti in collaborazione con altre realtà (scolastiche, bibliotecarie, associative ecc.) del territorio. Il DM 79/2011, in applicazione della manovra finanziaria L. 111/2011, art. 19, commi 12, dispone infatti il loro passaggio nei profili "ATA" (personale ausiliario, tecnico e amministrativo) per lo svolgimento di mansioni di tipo amministrativo nelle segreterie delle scuole o, ricorrendo alla mobilità intercompartimentale, di altri settori della pubblica amministrazione. In passato è toccato registrare la fine progressiva di esperienze interessanti di impiego di personale bibliotecario professionale provinciale (fino al 31.12.1999) e di docenti soprannumerari, formati a cavallo degli anni '80-'90 secondo il modello francese, per farne dei docenti documentalisti e rendere la biblioteca scolastica un dinamico centro di informazione e documentazione. Ora viene messo in crisi anche il servizio a tempo pieno che i "docenti bibliotecari" assicurano. Piuttosto che procedere con la solita miope politica dei tagli indiscriminati, si potrebbe utilizzare del sano buon senso, per esempio, valutando la rispondenza del servizio svolto dai docenti bibliotecari con gli obiettivi indicati nel POF (piano dell'offerta formativa) della scuola di appartenenza. Il nuovo provvedimento di inquadramento risulta forzoso (se ci riferisce ai commi 13-14 della citata legge) e comporta quel dimensionamento di cui già soffrirono pesantemente, passando dalla biblioteca alla segreteria, i bibliotecari "provinciali" della scuola. Sarebbe bene, perciò, che non venisse applicato soprattutto laddove tale personale risulta oggettivamente essere una preziosa risorsa come lo è stato per i vari progetti ministeriali del passato e lo è anche per "Bibliorete21", di recente avviato dal MIUR.
Questo nuovo progetto ministeriale, di durata triennale, è il frutto della rinnovata collaborazione tra AIB e MIUR. Particolarmente nel corso del 2010, prima che finisse il proprio mandato, l'AIB CNBS, coordinata da Donatella Lombello (Università di Padova), sollecitò il MIUR in vari modi, tra i quali anche l'invio di una lettera avente quale oggetto "La biblioteca scolastica multimediale per le competenze del XXI secolo", con cui si proponeva al MIUR un'ipotesi progettuale. A questo si affiancavano alcuni stimoli internazionali di ambito IASL per promuovere una biblioteca e un bibliotecario-documentalista scolastico in ogni scuola, la diffusione del mese internazionale della biblioteca scolastica, il progetto collaborativo di information literacy "GiggleIT" ecc. Lo scopo era quello di sollecitare il MIUR a non vanificare quanto realizzato nell'ultimo decennio nel settore e a considerare il ruolo educativo delle biblioteche scolastiche nel processo di formazione di ciascun allievo, particolarmente nell'acquisizione di competenze chiave, come quella informativa e quella digitale, con particolare riferimento al quadro definito dall'Unione Europea il 18.12.2006, competenze fondamentali per poter esercitare appieno il diritto di cittadinanza (anche digitale). La proposta iniziale trovò un positivo accoglimento presso la direzione che già si era occupata del progetto "Amico Libro", la quale emanò un nota ministeriale con cui le scuole erano invitate a candidarsi per far parte del nuovo progetto. La risposta è stata positiva, registrando l'adesione di circa 130 reti per un totale di circa 800 scuole, il cui insieme fornisce dati interessanti, per esempio, la dotazione libraria complessiva ammonta a 4milioni di volumi (si rimanda alla relazione di Anna Cristini, all'URL: http://www.bibliorete21.it/documenti/relazioni/relazione_2010-2011/relazione_2010_2011.php). All'inizio del 2011 è stato costituito un Comitato tecnico - composto da alcuni docenti degli atenei di Padova, Roma Tre e della Tuscia, dirigenti scolastici, referenti MIUR e AIB -, che nel corso dei vari incontri di lavoro ha definito i diversi aspetti del progetto (attività, risorse informative e documentarie, portale ecc.). Di recente, ai primi di settembre, è stato presentato ai referenti regionali, molti dei quali provenienti dal precedente progetto "Amico Libro", il portale (http://www.bibliorete21.it), in continua implementazione. Un aspetto interessante del progetto è, in un certo senso, la "emersione" della vitalità progettuale della scuola, molto spesso in collaborazione con le agenzie del territorio, in tema di promozione della lettura e di educazione alla ricerca e all'uso esperto delle tecnologie. Le scuole interessate a formare una rete oppure a unirsi a una già esistente possono candidarsi riempiendo un apposito modulo di richiesta, purché dispongano di alcuni requisiti minimi: collezioni librarie (almeno 3mila volumi), multimediali e digitali, attrezzature tecnologiche (almeno 2 postazioni multimediali, collegamento a internet, LIM o impianto di videoproiezione da PC), un referente incaricato a seguire il progetto per i prossimi tre anni. Non è previsto un formale percorso formativo per i docenti, i referenti e i coordinatori delle reti, ma saranno a breve aperte nel portale delle aree tematiche laboratoriali, in cui, utilizzando gli strumenti di condivisione sociale, quanti interessati potranno confrontarsi, collaborare e aggiornarsi, condividere risorse ed elaborarne di nuove. Il progetto intende promuovere la competenza informativa e la cultura della documentazione, stimolare l'impiego delle tecnologie per creare appositi ambienti di apprendimento, valorizzare il ruolo delle biblioteche scolastiche come fattori di cambiamento verso un maggiore habitus collaborativo, in ottica di progetto e di rete. La cultura di rete si rivela inoltre fondamentale per sperimentare percorsi educativi nuovi e arricchire la didattica. Nel sito IASL vi è un'area interessante in cui sono disponibili risorse che dimostrano come "School Libraries Make a Difference" (http://www.iasl-online.org/advocacy/makea- difference.html), ma non c'è bisogno di guardare molto lontano per vedere come le biblioteche scolastiche possano contribuire all'apprendimento e alla costruzione di una solida rete che valorizzi l'offerta di lettura sul territorio: basta infatti soffermarsi sulla realtà bolzanina, in cui la Provincia Autonoma di Bolzano legiferò più di vent'anni fa in materia di biblioteche e bibliotecari scolastici (L. prov. 7 agosto 1990, n. 17 "Interventi per la promozione delle biblioteche scolastiche"), istituendo il ruolo di bibliotecario scolastico, curando la formazione del personale, costituendo una rete di biblioteche scolastiche (http://www.provincia.bz.it/cultura/temi/biblioteche-scolastiche.asp), ben integrata con quella di pubblica lettura (http://www.provincia.bz.it/cultura/biblioteche/biblioteche-pubbliche-scolastiche.asp). I positivi risultati che gli studenti bolzanini conseguono sistematicamente nelle indagini internazionali dovrebbero far riflettere sull'efficacia della didattica svolta anche con l'aiuto delle biblioteche.
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