Cities Spaces Libraries: tendenze architettoniche

Serena Sangiorgi

Lo spazio fisico della biblioteca negli ultimi anni ha ritrovato ampio interesse sia nella comunità professionale che fuori di essa; da una parte la firma delle più note "archistar" su tanti dei progetti più recenti, dall'altra l'evolversi della percezione del "luogo" come fattore di successo (si veda il modello Idea Store) hanno riportato l'attenzione su questo aspetto, messo in secondo piano dalle problematiche generate dalla nascita e dall'affermazione del web e del mondo digitale.

Il CNBA (Coordinamento Nazionale Biblioteche Architettura) per sua natura ha sempre seguito con particolare attenzione l'architettura delle biblioteche, dedicando già nel 2005 le 9. Giornate di studio alle biblioteche italiane: ha quindi accettato con entusiasmo di condividere l'organizzazione del convegno Cities, Spaces, Libraries con il Goethe-Institut di Roma, la prestigiosa organizzazione internazionale dedicata alla cultura tedesca nel mondo. Il convegno si è svolto il 26 e 27 maggio a Roma in due momenti diversi e complementari: una giornata dedicata a relatori nazionali e internazionali, e una giornata di workshop progettuale per gli studenti delle facoltà di architettura di Roma Tre e della Sapienza. Nel foyer della sala convegni è stata inoltre allestita una mostra, curata da Annamaria Atripaldi dell'Università di Catania, sulle più recenti realizzazioni di biblioteche tra la fine e l'inizio dei due millenni.

I lavori della prima giornata - presso l'auditorium del Goethe Institut - si sono aperti con la relazione del prof. Giovanni Carrus (Università degli Studi Roma Tre) che ha messo in luce un aspetto molto particolare dell'architettura, interdisciplinare con la psicologia: l'interazione tra ambiente fisico (naturale e costruito) e benessere delle persone. Questa interazione inizia ad essere studiata solo nel secolo scorso, partendo da edifici con funzioni speciali (ospedali, carceri, manicomi) per poi allargarsi a tutto il ventaglio dell'ambiente di vita dell'uomo: ancora poco approfondita in Italia, se non per aspetti quali l'illuminazione e il colore, è materia destinata a importanti sviluppi anche nel nostro paese.

Tra le biblioteche presentate nella prima giornata è praticamente impossibile scegliere "la migliore", per le differenti caratteristiche di progetto e di servizi di ciascuna: non si può che rimandare ai materiali messi in rete sia dal Goethe Institut di Roma (http://www.goethe.de/ins/it/rom/acv/arc/2011/it7408652v.htm) che dal CNBA (www.cnba.it) per constatare quanto siano tra loro diversi e tutti interessanti. Ad esempio, la nuova Biblioteca Centrale di Vienna di Ernst Mayr, realizzata nell'esiguo spazio tra due arterie di grande traffico cittadino, la cui forma rettangolare allungata con scalinata a tutta facciata su uno dei lati corti richiama Villa Malaparte a Capri; oppure il progetto di riuso dell'intera area berlinese dell'aeroporto Tempelhof, che ospiterà la nuova biblioteca centrale civica, esposto dall'architetto responsabile Jonas Fansa; ma anche la biblioteca civica di Delft presentata da Raffaella Inglese del CNBA, innovativa per forma e funzioni all'interno di una cittadina.

Nella seconda giornata, ospitata presso la sede dell'Ordine degli Architetti di Roma (Casa dell'architettura), un nutrito numero di studenti di architettura di Roma Tre e della Sapienza, sotto la guida del prof. Mario Panizza, si sono confrontati con un progetto reale: il riuso interno di una palazzina nell'area ex Mattatoio, per farla diventare una biblioteca. Basandosi su una serie di dati specifici fissi (metri quadri e cubi; finestre; ecc.) e di richieste da soddisfare (posti a sedere; metri di scaffalature; ecc,) i ragazzi si sono con entusiasmo cimentati nell'impresa producendo cinque elaborati diversi. A sorpresa, nel pomeriggio si è aggiunto ai docenti valutatori italiani anche uno dei relatori del convegno, l'architetto Robert Miller, che ha commentato amichevolmente con gli studenti i risultati della prova: un'esperienza importante per i ragazzi, che preannuncia loro la necessità di un confronto internazionale nel futuro lavoro.

serena.sangiorgi@unipr.it