Nel 2009 la Queens Library ha vinto il premio "Library of the year", un programma annuale promosso dal periodico «Library Journal». La motivazione per l'assegnazione dell'importante riconoscimento fu «ability of the managers and staff to provide an incredibly diverse set of services and continue the constant modernization of the 62 libraries&lraquo;. Le 62 biblioteche dislocate nel quartiere servono un bacino di utenza di circa 2.2 milioni di persone, tutte abitanti nell'area urbana della città di New York, e di un quartiere come il Queens con un'alta percentuale di immigrati. Per loro, quasi sempre, i centri di educazione per adulti che forniscono servizi importanti (corsi di inglese e alfabetizzazione informatica gratuiti) rappresentano il primo approccio con la società americana e svolgono il delicato compito dell'accoglienza. In particolare a Long Island City, recentemente inaugurato, è attivo il Jeanne Elmezzi Adult Learning Center in cui volontari gestiscono gruppi eterogenei di New Americans che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro. Nella sede principale della Queens Library, a Jamaica, i bibliotecari supportano gli utenti nell'utilizzo di un pc, nella fase di ricerca di un posto di lavoro, fino alla redazione di un curriculum. Una funzione sociale fondamentale. Abbiamo incontrato il CEO della Queens Library, Thomas W. Galante a cui abbiamo rivolto alcune domande.
La Queens library offre un servizio specifico per ogni utente: bambini, studenti, immigrati, anziani, etc. Come siete riusciti ad individuare le diverse esigenze?
La mission della Queens Library è offrire servizi a tutti nella nostra comunità. Visto che la popolazione del Queens è molto eterogenea, i nostri servizi devono esserlo allo stesso modo. Identifichiamo i bisogni secondo diversi parametri. Sicuramente uno dei più importanti è il feedback rilevato dal personale che lavora nei diversi contesti. Accade spesso che venga a conoscenza della partenza o dell'arrivo di nuovi gruppi nella comunità. Altre volte, gli utenti chiedono direttamente al bibliotecario l'attivazione di un nuovo servizio. Analizzando i trends demografici, ricavati dai censimenti periodici, è possibile anticipare le diverse esigenze. La creatività e attivismo del nostro staff è sicuramente la nostra migliore risorsa. Si sentono autorizzati a soddisfare, e non solo a osservare, le numerose richieste. Per esempio, nel caso in cui vedano molti bambini non accompagnati frequentare la biblioteca, cercano di tenerli impegnati in programmi a loro riservati e se si accorgono della presenza di nuovi immigrati li invitano a proporsi per i laboratori di lettura così da farli sentire benvenuti nella biblioteca. Tra tutti, la sezione health information ambisce a far divenire la biblioteca, un posto in cui soprattutto i "nuovi" cittadini americani, con poca dimestichezza con la lingua inglese, trovano risposte.
Che risultati avete avuto? C'è stata una risposta immediata o avete dovuto pubblicizzarla tra gli abitanti?
Il programma Health information ha avuto un forte impatto sulle persone che ne utilizzano i servizi e ancora di più su coloro che sono appena arrivati nel quartiere. Abbiamo promosso l'attivazione dell'iniziativa con inserzioni nei periodici locali, in lingua inglese e in altre lingue, ma spesso i "new Americans" sono restii a interagire con le istituzioni che loro percepiscono governative (nonostante la Queens Library sia un'organizzazione no-profit). Per esperienza, una rapida diffusione della conoscenza di nuovi servizi avviene con il passaparola tra amici o parenti. Infatti la biblioteca nel tempo si è costruita la reputazione di un luogo su cui poter contare e trovare un appoggio, tanto da diventare il motivo principale per cui le persone la frequentano.
I vostri dati parlano di 23 milioni di prestiti all'anno tra libri e risorsa elettronica. Un chiaro dato di come la biblioteca sia inserita nella vita quotidiana dei cittadini. Quale, secondo lei, tra le molteplici iniziative intraprese, ha contribuito maggiormente al risultato?
La nostra mission deve seguire i mutevoli bisogni degli utenti e per questo la biblioteca deve essere sempre pronta ai cambiamenti e abile a modificare le sue scelte: flessibilità è certamente la nostra più importante qualità. Se la richiesta del momento è quella di avere la possibilità di poter utlizzare un pc, noi provvediamo a fornire più accessi ai pc e a organizzare degli incontri formativi che li aiutino a ottenere le conoscenze necessarie per un uso appropriato. Se si manifesta la necessità di un aiuto per reperire un impiego, noi ci concentriamo affinché avvenga. Dobbiamo essere sempre pronti e disponibili a proporre nuovi programmi e servizi secondo quelle che sono le richieste.
In quale proporzione la Queens library Foundation determina il vostro sostentamento?
Solitamente, la Fondazione Queens Library provvede a finanziare l'1,5% del nostro budget annuale. La città di New York invece sostiene una percentuale che varia dal 85% al 87%. Il progetto "Buy-a-book gift" vorrebbe contrastare la morsa dei tagli e contribuire ulteriormente ad integrare la biblioteca con la comunità.
Avete riscontrato interesse? In che misura?
Il progetto è finalizzato a reperire materiale per la biblioteca al di fuori dei finanziamenti pubblici e la comunità partecipa alla sua realizzazione anche con piccole donazioni. Da poco abbiamo raggiunto il numero di 10.000 donatori. Nel 2011 è prevista l'inaugurazione del Children library discovery Center, un luogo in cui i bimbi dai 3 ai 12 anni possono scoprire, imparare e approfondire il mondo della scienza grazie a numerosi giochi pratici e il supporto di bibliotecari specializzati. Il progetto è nato dalla collaborazione con la National science Foundation.
In base alla vostra esperienza, quanto è importante per una grande biblioteca pubblica, la collaborazione con altri enti pubblici?
Le partnerships con altre istituzioni sono fondamentali per ampliare la nostra offerta di programmi innovativi e di servizi all'utenza. La Queens Library si avvale di molti esperti e giovani preparati provenienti anche da altre istituzioni per poter migliorare i servizi dei nostri utenti e questo dona assoluta credibilità e autorevolezza ad ogni nostro programma. E ottenere finanziamenti è molto più semplice quando il progetto è supportato da più partner istituzionali.
cargini@aib.it