Nella "società liquida" contemporanea di cui tanto ha teorizzato Zygmunt Bauman quasi si avrebbe voglia di pensare che le biblioteche ormai hanno raggiunto la loro meta finale: per secoli sono state considerate strumento per arrivare alla conoscenza e fonte di informazione primaria per ogni tipologia d'utente. Oggi tutto questo è in mano alla Rete delle reti. Oggi una piccola biblioteca cosa avrebbe d'offrire al proprio utente-cittadino?
In questa breve intervista ad un bibliotecario che da anni lavora nell'ambito si è voluto dimostrare che è sempre sul singolo, sull'uomo che si deve spostare la propria attenzione affinché le biblioteche, soprattutto locali, non perdano la loro battaglia con una macchina, ben organizzata e veloce, questo è certo, ma pur sempre composta di cavi elettrici ed ingranaggi. Parlando con Alfredo Romano, dirigente della Biblioteca comunale "Enrico Minio" di Civita Castellana (provincia di Viterbo), si ha come l'impressione di avere davanti un amico che non si vedeva da tempo e la sensazione è quella di voler instaurare da subito una serena conversazione tra due vecchie conoscenze, il suo tono pacato e calmo, poi, ti dispone l'anima al sorriso. Nel suo racconto di 40 anni trascorsi a essere bibliotecario ed a dare tutti i giorni il meglio del servizio ai suoi utenti c'è tanta umiltà e rispetto. Tutto questo si può condensare in una frase detta direttamente da lui durante la nostra intervista: "L'impiegato che si duole fa funzionare tutto bene", e questo ci vuol far comprendere il senso del dovere che ha accompagnato fin dall'inizio il bibliotecario Alfredo Romano. Quando mi sono messa in contatto con lui tramite e-mail sono rimasta colpita dalla notizia che da lì a due giorni dalla nostra intervista, Alfredo Romano sarebbe andato in pensione avendo maturato i suoi 40 anni di lavoro presso l'"azienda biblioteca". Già nell'e-mail mi dava da subito le indicazioni su dove trovare tutto ciò che mi occorreva direttamente dal sito della biblioteca.
Ed in effetti il sito corrisponde all'idea di semplificazione e chiarezza che dovrebbero avere tutti i siti incentrati sui requisiti di qualità. Dall'home page (http://bibliotecacomunalecivitacastellana.blogspot.com) è immediatamente possibile accedere alle prime informazioni utili: orari ed indirizzo della biblioteca, volumi presenti nel catalogo online (circa 44.823 opere), storia della biblioteca, servizi offerti all'utente. Il sito è stato creato tramite un'applicazione per creare blog e si presenta all'apparenza come un vero e proprio blog; nel piè di pagina vi è la possibilità di iscriversi ai post di aggiornamento e di postare un commento. La biblioteca è anche Casa Editrice dal 1994, pubblica soprattutto opere che trattano della storia, del folklore e della vita di Civita Castellana. Questa iniziativa è stata ideata in prima battuta dal Alfredo Romano per creare una vera e propria documentazione locale, poiché all'apertura dell'istituzione bibliotecaria nel lontano 1970 non esisteva un solo documento sulla città di Civita Castellana, questo perché il paese era fin dai suoi primi albori via vai di saccheggi e distruzioni da parte di lanzichenecchi, spagnoli e francesi che attraversavano la via Flaminia, lasciando solo rovine e macerie; l'incuria delle varie e trascorse amministrazioni locali ha fatto il resto della storia. All'inizio, scrivevamo, è stato proprio questo il primo cruccio del bibliotecario: racimolare quanto più possibile qualsiasi tipo di documentazione, che trattasse del passato di Civita Castellana, perché il passato di una città è un po' come il passato di un uomo: se non c'è, non c'è futuro cui guardare per andare avanti. Ti guardi indietro e non trovi nulla: non è una bella sensazione. Nel sito le opere edite dalla biblioteca sono state rese fruibili tramite l'applicazione Scribd, dov'è possibile scaricare in PDF un documento e leggerlo on line dalla propria postazione Internet, naturalmente con i rispettivi accorgimenti per i diritti d'autore. Inoltre alcune opere possedute dalla biblioteca e non più coperte dai diritti d'autore sono state digitalizzati ed altre sono in fase di digitalizzazione.
Dal di fuori la biblioteca comunale di Civita Castellana sembra quasi l'entrata di una chiesa anche se la costruzione prima era stata destinata ad ospitare un mercato coperto. L'intitolazione ad Enrico Minio è stata data nel 1975, un uomo che è stato un personaggio importante nella storia della città: antifascista, carcerato per 12 anni per le sue idee, durante la prigionia ha studiato da autodidatta opere della filosofia e della politica tedesca, ma non solo, si è elevato così dal suo grado di operaio a persona autorevole ma sempre rispettosa, umile ed al servizio del prossimo; primo cittadino dopo la seconda guerra mondiale, era conosciuto come "il sindaco di tutti".
Dopo questa breve ma importante nota entriamo nell'edificio Biblioteca: essa si sviluppa su due piani, in 1600 metri lineari di scaffali rigorosamente aperti. Il patrimonio librario è vario e vasto: si possono trovare opere sull'etruscologia (tematica non rara in un territorio come la Tuscia viterbese), sull'emigrazione degli italiani all'estero, sull'agricoltura, sulla storia salentina, sulla storia delle fabbriche di ceramica che hanno rappresentato lo sviluppo industriale di Civita Castellana, inoltre vi sono libri rari e di pregio risalenti a 40 anni fa e libri contemporanei di narrativa e così via discorrendo. Parlando del prestito bibliotecario, egli ha messo in evidenza due aspetti caratteristici non solo della biblioteca di Civita Castellana, ma in un certo senso frequenti in tutte le altre istituzioni bibliotecarie dei giorni nostri. Il primo aspetto riguarda un forte concentramento sul prestito interbibliotecario, sottolineando così l'importanza di un servizio che vada incontro alle esigenze dell'utente anche senza avere una propria disponibilità fisica del libro ricercato. L'altro aspetto è inerente la tipologia della risorsa data in prestito: aumenta notevolmente il materiale multimediale come DVD e CD Rom.
Per concludere: sono le biblioteche di enti locali, quelle che operano nello spazio quotidiano del cittadino a dover ancora dimostrare di essere strumento utile, libero e gratuito per arrivare alla conoscenza, al sapere e all'informazione attraverso il loro operato quotidiano fatto di risorse fisiche ma anche virtuali e sono sempre quest'ultime che daranno filo da torcere all'avvento della grande rete. Qui non si intende affatto discriminare il progresso che è la linfa della vita futura, ma si vuole affermare con prepotenza la prerogativa dello strumento umano nell'uso delle tecnologie più avanzate.
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