Questa relazione prende l'avvio dalla conferenza promossa da Firenze University Press dal titolo L'innovazione per la diffusione della ricerca: eBook, ePub, Open Access, tenuta a dicembre 2010 all'Università di Firenze. Come si evidenzia dal titolo stesso, parola-chiave dell'incontro è stata "innovazione", che proviene dalle rilevanti e rapide trasformazioni tecnologiche più recenti applicate all'editoria. Tale aspetto è stato sottolineato subito nella introduzione da Giovanni Mari (Presidente FUP), il quale ha spiegato che "occasione dell'incontro è un processo di innovazione e trasformazione". Probabilmente, nella diffusione della conoscenza siamo ad una svolta "epocale". Infatti stanno cambiando i supporti di circolazione del sapere, e quindi saranno destinati a cambiare anche i nostri modi di leggere e soprattutto di studiare. Per esempio stanno nascendo nuove piattaforme per la distribuzione di e-book.
Il tema è stato approfondito da Fulvio Guatelli (Responsabile editoriale FUP), che ha definito il trascorso 2010 come "l'anno del Big Bang per le piattaforme di distribuzione". Basterebbe anche solo fare riferimento a Kindle, il lettore di libri elettronici commercializzato da Amazon, e ancor più a iPad, il tablet computer con interfaccia multi-touch, che permette di gestire e visualizzare non solo e-book ma anche vari altri contenuti multimediali. Soprattutto sta prevalendo l'importanza di ePub (electronic publication), un formato aperto per la pubblicazione di e-book, basato su XML nativo, e che si sta diffondendo sempre più.
A questo proposito corre l'obbligo di parlare dei distributori di tali nuovi prodotti e in particolare di e-shop anche collegati a FUP, quali ibs.it, bol.it, laFeltrinelli.it, Simplicissimus, pilade.it, e-book.it: cercando un titolo editato da FUP tramite un motore come Google Books, lo stesso titolo risulta direttamente accessibile nei siti di questi rivenditori. È evidente come nel settore editoriale si stiano dilatando le possibilità di visibilità e di fruibilità; e come questa estensione di supporti innovativi e di contenuti multimediali stia quasi inaspettatamente esaltando la figura dell'editore, anziché scoraggiarlo, data la necessità di selezione da operare nella vastità del web e delle nuove tecnologie.
In questo articolato panorama Firenze University Press si è conquistata un ruolo rilevante nell'ambito editoriale italiano e anche dei partners europei. In tale contesto, è stata ribadita l'importanza della valutazione di qualità certificata dei contenuti pubblicati, il peer-review da compiersi prima dell'uscita dell'oggetto editoriale.
Per il futuro in generale, i progetti di sviluppo di FUP vanno verso direzioni ben individuate: la produzione standardizzata di ePub, la elaborazione di e-book "avanzati" (cioè ipertesti adattabili a diverse forme multimediali), la creazione di oggetti editoriali finalizzati a eLearning e Lifelong Learning, cioè quindi anche e-book utili alla didattica. Tutti questi proponimenti si innestano su un punto fermo: la produzione e diffusione di pubblicazioni in formato digitale non dovrà sostituire, ma anzi dovrà integrare la produzione e distribuzione di libri in formato cartaceo tradizionale.
Nella stessa ottica si immettono i progetti di FUP in particolare, tra i quali troviamo attualmente OAPEN e Palamede. Il primo, Open Access Publishing in European Networks, è un programma europeo portato avanti da un consorzio di sette case editrici universitarie europee e rivolto a monografie di ambito umanistico e sociale. Sul versante invece dei periodici, Palamede si basa sulla piattaforma di gestione Open Journal System che vuole sviluppare "un'infrastruttura multi-editore per i periodici elettronici scientifici" (http://www.fupress.com/detail.asp?IDN=348&IDSezione=30). Tali programmi editoriali si rivolgono a ricercatori e studiosi in genere, ma anche alle istituzioni per i finanziamenti, e alle biblioteche accademiche per il loro compito di indicizzazione di questi nuovi materiali. Entrambi i progetti si inseriscono nella strategia di Open Access, che è nato all'interno della comunità scientifica internazionale "proponendo un modello alternativo di circolazione dei contenuti scientifici con la messa in rete di pubblicazioni integrali e gratuite; [e] si basa sul principio che il sapere non deve essere vincolato da barriere commerciali ma essere messo a disposizione del più ampio numero possibile di fruitori" (http://www.fupress.com/detail.asp?idsezione=38&IDN=33). Le linee-guida dell'OA sono state dettate nella ormai famosa Dichiarazione di Berlino (2003), la quale indica anche come attori della nuova strategia le istituzioni scientifiche, i finanziatori, le biblioteche, gli archivi ed i musei. Tali impostazioni sono state confermate nel Documento Italiano a sostegno della Dichiarazione di Berlino (2004), firmato a Messina dai Rettori di molti Atenei. A quest'ultimo si è richiamato nel suo intervento Mauro Guerrini (Docente di biblioteconomia all'Università di Firenze), il quale ha riferito che di fatto però il progetto OA non è stato finora adeguatamente sostenuto a livello istituzionale dalle Università italiane. Dopo avere spiegato che per ora non si è nemmeno arrivati a definire i criteri contenutistici di un repository, ha auspicato che l'adesione al programma possa ancora essere oggetto per l'Italia di una campagna di sensibilizzazione. Tuttavia, anche arrivando a un incremento delle pubblicazioni in OA, occorre l'applicazione di metadati da parte di bibliotecari che devono impiegare competenze e tempo: insomma, servono comunque risorse economiche, al momento difficili da reperire.
Si arriva così al problema dell'aspetto economico, che ha fatto da contraltare all'aspetto tecnologico per tutta la Conferenza. Le nuove strategie di diffusione del sapere per via digitale hanno costi certamente inferiori a quelli dei canali tradizionali; ma hanno pur sempre dei costi minimi, che nella situazione attuale delle università italiane sono comunque difficili da sostenere. Già nell'introduzione Mari aveva notato che quello odierno non era un convegno di studio, ma piuttosto "un'operazione di marketing" imposta dalla particolare fase economica. Quindi l'innovazione, se vorrà realizzarsi compiutamente, dovrà procedere parimenti su due fronti: uno è l'applicazione di tecnologie sempre più elevate in un contesto di libera circolazione del sapere; l'altro è la capacità di escogitare strategie nel contenimento dei costi e nel reperimento dei finanziamenti, anche ricorrendo a soggetti nuovi. Ognuno dei due non può avanzare senza l'altro. In questi termini sarà la scommessa a partire dal 2011.
paola.faggi@unifi.it