Lo spunto per questa breve nota proviene da un contributo a cura di S. Manetti, C. Panza, G. Tamburlini dal titolo "Strumenti per i pediatri delle cure primarie" pubblicato sul numero 3/2011 di «Medico e Bambino» http://www.medicoebambino.com/?id=1103_167.pdf. Si tratta di un testo scritto da medici e rivolto al mondo medico, la cui lettura risulta preziosa anche per i bibliotecari. In esso vengono illustrati con dettaglio scientifico i vantaggi acquisiti dal bambino quando è "sottoposto" alla lettura precoce. Gli effetti positivi di una esposizione alla lettura svolta nei primi due-tre anni di vita, si ripercuotono sulla struttura cerebrale essendo proprio in questo periodo che lo sviluppo neuronale è massimo. La stimolazione ambientale delle funzioni legate al linguaggio, e in generale alla sfera cognitiva, produce risultati rilevabili anche a molti anni di distanza in termini di literacy e quindi di rendimento scolastico migliore e, da adulto, di più ampie opportunità lavorative. Ad ottenere risultati positivi sono però anche i genitori. Essi vedono aumentare la loro autostima grazie ad uno strumento che permette loro di interagire efficacemente con il proprio piccolino: leggere un libro insieme. La lettura "dialogica" - nel senso del dialogo che si stabilisce tra l'adulto che legge e sfoglia il libro e il piccolo che lo segue con sguardo, gesti e voce - genera momenti di intimità che sono un mix di affettività, educazione, empatia, piacere. Detto altrimenti, con linguaggio molto tecnico, la lettura a voce alta costituisce un "vettore di competenze genitoriali" che aiuta il genitore a svolgere il suo ruolo con naturalezza e, soprattutto, provando grande soddisfazione.
Il suggerimento del pediatra si allarga perciò su di un fronte che va oltre il solo aspetto sanitario per divenire, come è giusto che sia, un consulente dell'evoluzione psico-affettiva del bambino. Ma c'è di più. L'autorevolezza del pediatra, o del sanitario perché - non dimentichiamolo - gli uffici distrettuali e vaccinali del Servizio Sanitario Nazionale sono coinvolti nel Progetto NPL a pari titolo degli ambulatori pediatrici, trova realizzazione pratica grazie all'offerta libraria che le biblioteche possono, e anzi devono, garantire. È qui che la forza delle due professioni alleate, genera un prodotto che è maggiore della sua somma. La selezione di bibliografie di qualità, differenziate per le varie fasce d'età, la disponibilità di un'ampia scelta di testi, l'aggiornamento continuo, la gratuità, etc. (in due parole: il lavoro del bibliotecario), dà concretezza all'asserto teorico del medico. Lo rende "vero" e fruibile. Per il genitore, dopo il suggerimento del sanitario, avere l'opportunità di prendere un libro e provare la sera stessa ad addormentare il figlioletto leggendogli una storia, è un modo concreto per verificare subito la "potenza" della lettura.
Sulla scorta di queste considerazioni, in alcune biblioteche di quartiere di Verona abbiamo istituito dei "Punti prestito NPL" collocati presso studi pediatrici o consultori. L'organizzazione è molto semplice ed è ovviamente basata su quell'intesa culturale che è uno dei punti di forza del Progetto NPL: essere una rete. Il rapporto di fiducia e sinergia tra bibliotecario e pediatra, o sanitario, è dunque il vero elemento fondante. Concretamente i PP NPL si configurano come uno scaffalino, collocato in un angolo ben visibile e contornato dalla tipica pubblicistica NPL, con circa 30/50 libri adatti alle varie età dei bambini che frequentano lo studio. Il sanitario, dopo aver spiegato il valore della lettura a voce alta, propone al genitore di prendere un libro in prestito, ed oltre al pieghevole NPL offre anche i depliant della biblioteca. Unica condizione: andare in biblioteca a restituirlo; sarà poi il bibliotecario stesso a proporre l'iscrizione ed avviare così il rapporto diretto con questi nuovi utenti (bambino e … genitore!). Successivamente il libro verrà riportato nello studio per ripristinare la consistenza delle raccolte (a margine viene riprodotto il volantino distribuito dal medico ad ogni prestito). Questo tipo di collaborazione, peraltro non nuova - nel nostro caso l'esperienza è stata mutuata dal trevigiano, provincia nella quale il radicamento di NPL è ben più sviluppato - fa sì che il pediatra sia sollevato dall'incombenza di procurarsi e scegliere i libri e permette d'altro canto al bibliotecario di entrare in contatto con un'utenza potenziale alla quale molto spesso non è in grado di arrivare. Un vantaggio reciproco, quindi, ottenuto con risorse finanziarie ed organizzative davvero risibili a fronte di un grande risultato.
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