Una delle più belle e famose dimore reali, visitata ogni anno da turisti italiani e stranieri, è senza dubbio la Reggia di Caserta con il suo superbo parco. Questa nostra "Versailles italiana", massima espressione del barocco meridionale, fu voluta da Carlo III di Borbone, re delle due Sicilie e sorse con disegni dell'architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), napoletano, di origine olandese. I contatti tra il Vanvitelli e Carlo III iniziarono nel 1750 e l'anno successivo verranno presentati al Re i disegni principali per la costruzione della Reggia che proseguiranno fino al 1759, anno in cui Carlo III dovrà abbandonare Napoli e Caserta in quanto chiamato sul trono di Spagna. Gli successe Ferdinando IV, che preso da una politica di economia, si mostrò poco sensibile alle richieste del Vanvitelli. A dare nuovo impulso ai lavori, vi fu l'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 1767.
Questo evento spaventò molto il sovrano, che risiedeva a Portici e che sentì l'esigenza di allontanarsi dalla zona ed avere una dimora più sicura. I lavori proseguiranno a fasi alterne per tutto il secolo XIX. Il Vanvitelli muore nel 1773 nella sua casa di Caserta sepolto nella chiesa di San Francesco di Paola accanto al "suo" palazzo non ancora terminato. L'edificio verrà ultimato all'esterno nel 1774 e si passerà, poi, alla decorazione interna.
La reggia, che comprende ben 1200 stanze, fu costruita su una pianta rettangolare, con quattro cortili uguali e copre un'area di 44.000 metri quadrati. Sotto il regno di Ferdinando IV il palazzo fu teatro di feste, ricevimenti, cacce e rappresentazioni e tra i visitatori illustri ebbe Wolfang Goethe (1787) e Ferdinando II che morirà qui nel 1859. Durante la mia visita, oltre ad ammirare gli appartamenti reali (purtroppo solo quelli che erano aperti al pubblico), la pinacoteca e il presepe borbonico, come bibliotecaria, non ho potuto fare a meno di interessarmi alla biblioteca, che si snoda in tre sale contigue e nacque per volere di Maria Carolina (1752-1814), donna colta e raffinata, moglie di Ferdinando IV. Fondata nel 1768, fa parte degli appartamenti della Regina e conta circa 14.000 volumi che abbracciano diversi campi del sapere: religione, filosofia, scienze, arti, diritto, storia ecc. La prima sala è decorata con medaglioni che raffigurano ritratti di filosofi e poeti dell'antichità classica: Euripide, Platone, Archimede, Cicerone. Scene dell'antica Grecia sono dipinte sulle porte e sugli scaffali in mogano, dove sono posti vasi in stile etrusco. La volta raffigura, invece, gli emisferi della terra, su disegno di Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, intorno ai quali vi sono le costellazioni e i segni dello zodiaco. La seconda sala, più piccola, ha scaffali in noce, una scrivania in mogano e una poltroncina che funge da scaletto per raggiungere i libri posti più in alto, il tutto in stile Luigi XVI.
Le decorazioni della volta rappresentano affreschi simili a quelli che vennero alla luce dagli scavi di Ercolano. All'epoca di Maria Carolina gli scaffali contenevano la raccolta di molti libri tedeschi che la Regina si faceva mandare dalla sua terra d'origine, l'Austria. La terza sala, che è la più ricca, presenta la volta dipinta da Francesco Pascale su disegni di Carlo Vanvitelli con medaglioni sulle porte che ritraggono Omero, Virgilio, Dante Alighieri, Torquato Tasso. Le pareti, invece, splendidamente affrescate da Heinrich Friedrich Füger nel 1782 rappresentano il Parnaso con Apollo e le tre Grazie, la Protezione delle Arti, l'Invidia e la Ricchezza, e il discacciamento dell'Ignoranza. Gli scaffali, in stile Luigi XVI, sono in mogano con intarsi di legno nero e le ante superiori in vetro. In questa sala sono esposti un cannocchiale in ottone, due globi, uno terrestre e uno celeste eseguiti rispettivamente nel 1764 e nel 1773 a Parigi da Robert de Vaugondy in legno stuccato e una piccola libreria girevole in mogano per rendere più comoda le lettura alla Regina. La biblioteca, formatasi nel corso dei decenni, possiede opere di valore e pregio elegantemente rilegate.
Dando un rapido sguardo d'insieme ai libri che oggi costituiscono la Biblioteca Palatina, come è stato detto sopra, possiamo notare come tocchino un po' tutte le classi del sapere. Nella sezione dedicata alle scienze religiose vi sono, opere morali, ascetiche, messalini e libri di preghiera, alcuni dei quali in caratteri gotici, appartenuti alla regina, e numerose agiografie. Nella sezione filosofica e giuridica vi sono, solo per citarne alcune, opere di Bacone, Cartesio, Leibniz, Montesquieu, la raccolta dei codici e le costituzioni inglese e francese e la "Collezione delle leggi del Regno delle Due Sicilie". Per quanto riguarda la Pedagogia e l'Educazione, va ricordata l'opera di Fènelon "Les aventures de Télémaque" e testi sull'istruzione del Principe. Non mancano, poi, opere riguardanti le scienze matematiche, fisiche, chimiche astronomiche e mediche e tra queste ultime, testi che trattano il colera. Numerosi sono anche gli erbari del Settecento e dell'Ottocento italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, che ci danno un quadro delle flora dei vari paesi del mondo. La zoologia è, invece, rappresentata da altrettante opere di rilievo, tra le quali spiccano quelle di Linneo e Buffon. Tra le opere letterarie non mancano gli autori antichi e classici quali: Omero, Cicerone, Orazio Virgilio, Cesare, Dante, Tasso, Ariosto, Alfieri, Foscolo, solo per nominarne alcuni. Nelle sezione dedicata alla bibliografia e biografia troviamo l'opera del Brunet "Manuel du libraire", "Le vite dei re di Napoli" e "La biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli".
Vista la passione dei Borboni per lo spettacolo, non possono non mancare in biblioteca anche libretti d'opera, di balli e di musica. Su progetto di Luigi Vanvitelli, verrà, infatti, costruito lo stupendo Teatro di corte (che purtroppo non ho potuto visitare in quanto chiuso al pubblico) che riproduce in proporzioni ridotte il San Carlo di Napoli e che verrà inaugurato nel 1769. Prima di terminare qualche informazione pratica per chi desiderasse visitare questo gioiello architettonico.
Il primo consiglio che ci è stato dato, è stato quello di vedere il palazzo nel pomeriggio, in quanto c'è meno gente e di chiedere, o una guida o l'utilizzo dell'audioguida, che permette ugualmente di ascoltare bene la storia della reggia. Il sito internet http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it/ offre numerose informazioni – le notizie sulla biblioteca si trovano però con la funzione "cerca nel sito" - fra cui una visita virtuale (http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it/guida_reggia/index.htm) in varie lingue e una webtv: (http://www.livestream.com/reggiadicasertatv).
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