Il mio intervento intende tracciare brevemente un quadro generale delle biblioteche scolastiche in Europa, sottolineando come la preparazione e il riconoscimento del personale bibliotecario scolastico, politiche adeguate di sviluppo, la collaborazione a vari livelli - locale, nazionale e internazionale - siano aspetti fondamentali per costruire una rete integrata che renda possibile e sostenga il processo di apprendimento dei nostri ragazzi e li aiuti a diventare cittadini consapevoli e partecipi.
In Europa, i vari paesi stanno cercando non soltanto di contrastare la crisi e la recessione, ma anche di rilanciarsi, collocandosi in una migliore posizione nel quadro economico internazionale: essi sono perciò in una fase di cambiamento per diventare più competitivi, attrarre investimenti, offrire condizioni di lavoro e di vita interessanti. L'Unione Europea cerca da diversi anni di stimolare politiche inclusive e di sviluppo, tali che sia possibile competere in un mondo globalizzato e interconnesso. è in aumento la mobilità all'interno dell'Europa, così come quella verso l'Europa (soprattutto dall'Africa settentrionale, dal medio e dall'estremo Oriente), di quanti cercano migliori condizioni di vita e di lavoro. Pur non essendo così scontato, i diritti umani dovrebbero essere garantiti sempre e ovunque; l'istruzione dovrebbe essere considerata un diritto chiave e, in particolare, l'istruzione scolastica dovrebbe assicurare, in ogni paese, a ciascun individuo "nessuno escluso", una buona preparazione, per una piena realizzazione a livello personale, sociale, culturale e professionale. Questi diritti fondamentali dovrebbero essere assicurati anche mediante un curricolo scolastico attuato avvalendosi di una biblioteca scolastica in condizione professionale, in grado perciò di sostenere il processo di apprendimento in maniera efficace.
Dal momento che la diversità è una caratteristica dei paesi europei, contraddistinti da una varietà di lingue, culture, tradizioni ecc., anche i loro sistemi scolastici presentano differenze, così come, conseguentemente, le loro biblioteche scolastiche. Se si considerano le sollecitazioni provenienti dall'UNESCO e dall'IFLA, così come i risultati di studi e ricerche riguardo al ruolo delle biblioteche per una cittadinanza consapevole e, funzionale a questa, nella competenza informativa e multimediale, una maggiore attenzione dovrebbe essere dedicata proprio alla situazione e allo sviluppo delle biblioteche scolastiche in tutta Europa. Stimolare un'attenzione meno sporadica e azioni a sostegno delle biblioteche scolastiche e dei loro professionisti fu lo scopo che mosse un gruppo di rappresentanti di diversi paesi europei a riunirsi ad Amsterdam, nell'ormai lontano marzo del 2003, per fissare alcuni principî base sintetizzati nella dichiarazione riportata in epigrafe. I concetti di fondo, validi tuttora, erano che le opportunità di apprendimento dovrebbero essere date in maniera equa in tutta Europa, e che il bibliotecario - documentalista scolastico dovrebbe essere opportunamente e adeguatamente formato a livello accademico (per esempio, a livello di laurea specialistica): disporre di personale bibliotecario scolastico qualificato è un fondamentale pre-requisito perché la biblioteca - centro risorse possa fornire dei programmi efficaci alla comunità scolastica e territoriale - che apprende.
Alla base del successo in una società complessa e "fluida", ogni individuo dovrebbe acquisire sin dalla più tenera età - e via via sviluppare - le cosiddette life skills, il complesso di abilità che concorrono all'acquisizione di competenze vitali e trasversali che poggiano sulle dimensioni del sapere, saper fare, saper collaborare, saper essere. In tale prospettiva, la competenza informativa va considerata diritto umano e life skill cruciale, che può essere acquisita nella biblioteca scolastica, attraverso uno stimolante processo di ricerca che impegna lo studente in una costruzione attiva del sapere. Il ruolo del bibliotecario nell'educazione alla competenza informativa è ampiamente analizzato e riconosciuto: molte associazioni bibliotecarie hanno elaborato linee guida e standard per la competenza informativa, come l'Association of College and Research Libraries (ACRL, http://www.ala.org/ala/acrl/aboutacrl/aboutacrl.cfm), l'Australian School Library Association (ASLA, http://www.asla.org.au/), l'Australian and New Zealand Institute for Information Literacy (ANZIIL, http://www.anziil.org/), la Society of College, National and University Libraries (SCONUL, http://www.sconul.ac.uk/) ecc.
Dovendo qui sintetizzare, basti dire che vi sono ormai letteratura ed evidenze di spessore anche in Europa sui seguenti punti:
Pur con sfumature diverse, a seconda della specifica realtà, la biblioteca scolastica, comunque sia, ha un chiaro compito educativo: il fatto che essa sia un mezzo utile per raggiungere gli obiettivi formativi della scuola dovrebbe di per sé motivare la sua istituzione e il suo sviluppo in ogni scuola, così come legislazione e politiche specifiche dovrebbero sostenere la biblioteca scolastica come un fattore vitale nell'apprendimento lungo il corso della vita. Nonostante ciò non è possibile trovare linee guida o raccomandazioni emanate in questo campo dall'Unione Europea. Può quindi accadere che in un paese le biblioteche scolastiche siano finanziate o aiutate dall'amministrazione locale (come in Norvegia e Danimarca) o nazionale (come in Francia e Portogallo). Più spesso esse sono finanziate dalla scuola stessa ma ciò, in virtù - o a causa - dell'autonomia scolastica (come in Italia o in Inghilterra), può comportare una grande varietà, incertezza di situazioni, difformità di servizi. Va anche tenuto ben presente che un ruolo fondamentale è giocato dal dirigente scolastico il quale ha una grande influenza sullo sviluppo e sulla integrazione delle biblioteche scolastiche nel curricolo, anche laddove esse sono istituite per legge.
La generale mancanza di un riconoscimento formale della biblioteca scolastica, sia nella legislazione scolastica sia in quella bibliotecaria, ha ripercussioni negative sullo sviluppo dei servizi bibliotecari della scuola, che possono variare notevolmente sia in termini "geografici" (a livello locale e nazionale), sia in termini di qualità e del loro effetto sull'apprendimento. In alcuni casi le politiche sono contraddittorie: per esempio, in Spagna e in Italia sono stati avviati progetti per la lettura o le biblioteche, ma la figura del bibliotecario scolastico il tali paesi non esiste (a differenze di Francia, Portogallo, Croazia, Polonia, Danimarca) e ciò rende difficile una programmazione a medio o lungo termine o la possibilità di monitorare più precisamente l'andamento dei processi e valutare i risultati.
La cooperazione tra biblioteche scolastiche e biblioteche pubbliche è una questione controversa a causa del perdurare di tanti (reciproci) pregiudizi, quando una cooperazione efficiente ed efficace potrebbe sostenere sia i lettori più giovani sia quelli adulti e aiutare entrambi a diventare consapevoli e critici e comportarsi di conseguenza, assumendo decisioni informate. Iniziative congiunte nella formazione professionale dei bibliotecari di diversa tipologia possono aiutare a costruire nuove strategie di collaborazione, purché si consideri attentamente, in quanto fattore cruciale, la piena condivisione: nella progettazione, nella pianificazione finanziaria, nel fissare i criteri di misurazione e valutazione ecc.
La maggior parte dei progetti di promozione della lettura (a livello nazionale e locale) sollecitano la collaborazione tra le biblioteche pubblica e scolastica. La biblioteca pubblica offre spesso alla scuola la possibilità di visite personalizzate, prestiti extra di materiali, attività di lettura, incontri o laboratori con autori e illustratori. La biblioteca scolastica deve imparare a collaborare con le biblioteche pubbliche senza però dimenticare o snaturare il suo compito educativo (non va dimenticato che, tra l'altro, il bibliotecario scolastico dovrebbe avere competenze pedagogiche). Può accadere che si sviluppino in alcune aree biblioteche combinate, come in alcune regioni tedesche, o i recenti "Bibliopoint" nel Comune di Roma, spesso più per necessità finanziarie che di condivisione vera degli obiettivi educativi e culturali. Un nuovo e interessante concetto di servizi di comunità con la biblioteca al centro è quello sviluppato nell'ultimo decennio in Olanda la brede school (cioè la scuola allargata), che diventa un crocevia di varie istituzioni e servizi, dal nido alle scuole primarie, dai giovani alle famiglie ecc., come accade a Woerden, nello Schilderskwartier, vicino a Utrecht (http://www. regiobibliotheekhetgroenehart.nl/adult/index?h=70).
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