[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 5
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Wikimedia Italia intervista Umberto Eco (I parte)

Andrea Zanni

Fra i più importanti esponenti del mondo culturale italiano, lei à stato tra i pochi a mettersi di fronte a un'esperienza come Wikipedia senza pregiudizi, sperimentandola, criticandola, utilizzandola. Ha scritto vari articoli a riguardo, l'ultimo nel 2009. Potrebbe provare a rispiegarci la sua opinione in merito?

Sono un utente compulsivo di Wikipedia, anche per ragioni artrosiche: quanto più mi fa male la schiena, quanto più mi costa alzarmi e andare a cercare la Treccani. Quindi, se posso trovare la data di nascita di qualcuno su Wikipedia, faccio prima. Ho fatto una volta una distinzione fra le cose che fan bene ai poveri e quelle che fan bene ai ricchi, dove poveri e ricchi ha una connotazione in termini di evoluzione culturale... Diciamo, un laureato à un ricco, un analfabeta à un povero. Il computer in generale, e Internet, fa bene ai ricchi e fa male ai poveri. A me Wikipedia fa bene perché trovo le informazioni che mi sono necessarie, ma non mi fido, perché si sa benissimo che, come cresce Wikipedia, crescono anche gli errori. Ho trovato su di me delle follie inesistenti, e se qualcuno non me le segnalava, avrebbero continuato a restare lì. I ricchi sono coltivati, sanno confrontare le notizie. Vado a vedere la Wikipedia in italiano, non sono sicuro che la notizia sia giusta, poi controllo quella in inglese, poi un'altra fonte, e se tutte e tre mi dicono che quel signore à morto nel 371 d.C. comincio a crederci. Il povero invece becca la prima notizia che gli arriva e buonasera. Quindi c'à per Wikipedia, come per tutto Internet, il problema del filtraggio della notizia. Il controllo collettivo serve sino ad un certo punto: à pensabile che se uno dà una falsa lunghezza dell'equatore prima o poi qualcun altro venga e la corregga, ma su questioni più sottili e difficili à più complicato. Il controllo interno redazionale mi pare sia minimo, non può controllare i milioni di notizie che entrano. Tutt'al più, può controllare proprio se un pazzo ha scritto che Napoleone à un cavallo da corsa.

Il principio di Wikipedia à che in più gente interessata c'à, meglio funziona. C'à stata qualche ricerca a riguardo, basata su Wikipedia inglese, che diceva che le pagine più modificate sono in media quelle di qualità maggiore. Poi c'à il discorso della coda lunga, le tante pagine importanti, o problematiche o contraddittorie. La sua pagina ricade nell'insieme delle pagine importanti ma non troppo, oltre ad essere una biografia. Le biografie, in genere, sono un problema: in quelle dei personaggi storici c'à più accordo; le biografie dei viventi invece hanno il problema del recentismo, del reperimento delle fonti, ecc. Per argomento quali il creazionismo, l'intelligent design, nella Wikipedia inglese sono chilometriche, perché le persone discutono non su interi paragrafi ma sui singoli termini, l'incipit, le parole. Più occhi ci sono meglio à. Riprende un po' la teoria della "saggezza della folla" di Surowiecki: quando sono presenti 4 parametri (indipendenza, diversità d'opinione, aggregazione, decentramento), il giudizio di una folla supera mediamente quello degli esperti.

Qui correggerei. Sono un discepolo di Peirce, che sostiene che le verità scientifiche vengono, in fin dei conti, approvate dalla comunità. Il lento lavoro della comunità, attraverso revisioni ed errori, porta avanti "la torcia della verità". Il problema à la definizione della verità: se alla verità fossi obbligato a sostituire "folla" non sarei d'accordo. Bisogna trovare un altro criterio, che à quello della folla motivata. Chi collabora a Wikipedia non à soltanto un'aristocrazia, ma neanche la folla indiscriminata: à quella parte della folla che si sente motivata a collaborare a Wikipedia. Sostituirei alla teoria della "saggezza della folla" una teoria della "saggezza della folla motivata". In Wikipedia non si inserisce lo zappatore o l'analfabeta, ma qualcuno che fa parte, per il fatto stesso di usare il computer, di una folla colta.

Credo che ora sia difficile discriminare fra i "veri" esperti: un titolo accademico non fa di un esperto un vero esperto. Wikipedia ha visto, in partenza, uno shift fra autorità e autorevolezza. Nella comunità di Wikipedia non c'à l'autorità delle gerarchie comuni: quello che dici in questo momento garantisce la "tua" autorevolezza, si dà ascolto più spesso al contenuto di un messaggio che non al suo mittente. In questo senso, si può arrivare ad un meccanismo diverso che porta avanti la torcia della verità, in cui si guardi all'informazione, al messaggio, non a chi l'ha mandato. Non so se lei sia d'accordo.

Wikipedia ha due funzioni secondo me: una à permettere la veloce ricerca di informazione, e allora à soltanto la moltiplicazione delle Garzantine. L'altra, à se il controllo dal basso non possa essere, molte volte, più fruttuoso del controllo dall'alto. Siccome il mondo à pieno di esperti idioti, certo che può esserlo. Continuo a dire che questo mi espone al rischio dell'incapacità di filtrare la notizia. Ultimamente mi ero messo ad annotare alcune notizie false, alcuni errori che uno può trovare in Wikipedia. In uno stesso articolo per esempio c'erano due notizie contraddittorie, segno che c'era stato un amalgama.

Lei non modifica le pagine?

No. Ho solo modificato le mie, quando c'era scritto che avevo sposato la figlia del mio editore, perché, as a matter of fact, non l'ho fatto. Poi, un'altra che diceva che ero il primo di 13 fratelli.

zanni.andrea84@gmail.com; http://aubreymcfato.wordpress.com/


ZANNI, Andrea. Wikimedia Italia intervista Umberto Eco (I parte). «AIB notizie», 22 (2010), n. 5, p. 18

Copyright AIB 2010-10, ultimo aggiornamento 2010-11-01 a cura di Ilaria Fava
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