La città di Bologna, sede della più antica Università e famosa per gli studi giuridici e medici, ospita sui colli bolognesi il complesso monastico di San Michele in Bosco. Sarà questo uno degli edifici che farà parte di una nuova struttura museale pronta per la primavera del 2011 e che andrà sotto il nome di "Genus Bononiae". Promotori di questo progetto sono l'ex rettore dell'Università di Bologna e oggi Presidente della Fondazione della Cassa di risparmio di Bologna Fabio Roversi Monaco e il noto giornalista e critico d'arte Philippe Daverio. Un percorso storico-culturale che permetterà a tutti di conoscere meglio la città di Bologna.
In questo complesso monumentale ha sede l'Istituto Ortopedico Rizzoli. Ospedale di fama internazionale, specializzato nel campo dell'ortopedia e della traumatologia, venne fondato per la benefica opera di Francesco Rizzoli (Milano, 1809 - Bologna, 1880). Tra le opere che fanno parte del complesso di San Michele in Bosco troviamo il chiostro ottagonale affrescato da Ludovico e Paolo Carracci e da Guido Reni, l'ex refettorio dei monaci Olivetani, detto anche Sala Vasari, ornato da Giorgio Vasari e la bellissima Biblioteca centrale intitolata al re Umberto I, che la inaugurò nel 1896, 16 anni dopo la morte del Rizzoli. Questa sorge nelle aule cinquecentesche, una volta abitate dai monaci Olivetani, i quali abbandonarono per sempre il loro convento con la soppressione degli ordini monastici da parte di Napoleone nel 1797, che la trasformò in fortezza militare. Secondo alcuni la data di edificazione della biblioteca risalirebbe alla fine del XV secolo, mentre altri indicano come data il 1517. Verrà chiamato ad affrescarla Amico Aspertini (Bologna, 1474 circa – Bologna, 1552), considerato tra i maggiori esponenti della Scuola bolognese. Verso la metà del 1600 il priore del convento Taddeo Pepoli decise a proprie spese di "ricostruire" la biblioteca affidando la parte architettonica a Gian Giacomo Monti, la parte decorativa ad un allievo di Guido Reni, Domenico Maria Canuti (Bologna, 1620-1684), in quanto gli affreschi dell'Aspertini non si adattavano al gusto dell'epoca, ed infine gli ornati, le prospettive architettoniche e i fregi verranno affidati allo svizzero Enrico Haffner.
Con l'avvento di Napoleone, le antiche scaffalature seicentesche della biblioteca furono distrutte e i codici miniati, gli incunaboli e i manoscritti furono trasferiti in parte nella Biblioteca Universitaria di Bologna e in parte nella Biblioteca Estense di Modena. La biblioteca centrale odierna si snoda attraverso tre sale, di cui la centrale è la maggiore. Nella prima sala il Canuti ha rappresentato negli angoli i quattro elementi naturali: acqua, fuoco, aria e terra a cui corrispondono nella volta i quattro caratteri dell'uomo: flemmatico, collerico, sanguigno, melanconico. Questa sala è destinata alla consultazione dei periodici in corso, disposti su massicci mobili in noce, e al servizio di informazione e ricerca bibliografica fornito dai bibliotecari. La sala centrale è costituita da tre volte: nella prima è raffigurata la Curiosità tenuta per mano dal Desiderio, ma velata dalla Religione, nella seconda è rappresentata la Sapienza Divina che sovrasta quella umana, e nella terza volta è raffigurato il genio delle Arti e delle Scienze che insieme ad un Amor virtuoso, scaccia i Vizi, personificati da una donna, un fauno e un cupido. Ai margini vi sono le allegorie della vita attiva e della vita contemplativa. Nelle lunette sono rappresentate le Scienze con personaggi rappresentativi di ciascuna: la Teologia fra San Tommaso e Scoto, la Filosofia tra Aristotele e Platone, la Matematica fra Euclide e Tolomeo, la Filosofia morale fra Seneca ed Epiteto, la Storia fra Giuseppe Ebreo e Tito Livio e la Legge fra San Silvestro e Giustiniano. Nella lunetta di fronte alla porta è rappresentato il Canuti e il ritratto di Guido Reni e nei sottarchi delle volte sono rappresentate le quattro parti del mondo conosciute sino ad allora: l'America con il coccodrillo, l'Africa con il leone, l'Asia con il cammello e infine l'Europa con il cavallo. Sotto i quattro continenti sono raffigurate le quattro arti liberali: Pittura, Retorica, Poesia e Scultura.
In questa magnifica sala adibita a sala di lettura, con scaffalature e tavoloni di noce, troviamo una grande sfera armillare opera dal frate olivetano Francesco Vassalli che nel 1792 padre Rosini da Lendinara porterà a termine avvalendosi di cartografi e viaggiatori esperti. Durante la prima guerra mondiale questa sala fu utilizzata come corsia per i feriti, mentre oggi accoglie volumi, opuscoli e raccolte di periodici di ortopedia. Nella volta della terza sala denominata "Museo Rizzoli", è rappresentata la Divinità biancovestita, l'Arcangelo Michele che supplica di assistere alle Scienze e alle Virtù Cardinali, mentre da sotto la nube, fugge la Superbia percossa dai Cherubini. In questa sala sono disposte a sinistra delle bacheche in cui sono contenuti diplomi, documenti, oggetti personali, strumenti chirurgici e il testamento di Francesco Rizzoli, mentre nella bacheca centrale vi sono oggetti, manoscritti e strumenti chirurgici del primo direttore dell'Istituto Alessandro Codivilla, considerato il padre dell'ortopedia. Nella bacheca di destra vi sono libri di medicina e medaglie appartenuti alla Donazione Putti. Il Putti oltre ad essere un eminente chirurgo, nonché direttore dell'Istituto dal 1912 al 1940, fu anche un appassionato bibliofilo e collezionista. Al centro della stanza vi è il busto del Rizzoli. La biblioteca possiede un numero considerevole di monografie, volumi di annate di periodici, in diverse lingue, rilegate ed estratti di riviste. Fra i volumi del Rizzoli spicca la pregevole raccolta di atti dell'Accademia delle Scienze di Bologna, la raccolta, invece, di libri ed opuscoli appartenuti al Codivilla fu donata dalla vedova Emilia Ferretti Codivilla.
La biblioteca è riservata al personale medico, infermieristico e agli studenti di medicina e di corsi parauniversitari. Per richiedere materiale in visione o fotocopie, è necessario compilare un apposito modulo da consegnare al personale addetto al pubblico. Il libero accesso agli scaffali è proibito. Il personale della biblioteca è a disposizione di tutti coloro che hanno bisogno di ricerche in campo medico. Per qualsiasi informazione si può inviare una mail a biblioteca@ior.it oppure consultare la pagina web all'indirizzo http://www.ior.it/Sito/frmDefault.aspx interamente dedicata a questo Istituto con tutte le indicazioni utili relative alla ricerca scientifica, didattica e formativa.
Penso che per i medici e i paramedici, le bellezze artistiche e l'atmosfera avvolgente della biblioteca, facciano dimenticare per qualche istante il luogo di sofferenza e di dolore nel quale svolgono la loro missione.
Le foto che accompagnano l'articolo sono state scattate all'interno della Biblioteca per gentile concessione del Direttore Scientifico, prof. Francesco Antonio Manzoli, e della Dr.ssa Benedetta Dolcini della Fondazione Carisbo, che ringrazio sentitamente. Un ringraziamento inoltre alle bibliotecarie, Dr.sse Anna Viganò e Patrizia Tomba.
mariagrazia.cupini@unibo.it