[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 5
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Qui Europa
Essere bibliotecari in Francia

Ilaria Fava

In questo numero della rubrica vi propongo una chiacchierata con Rémi Mathis, bibliotecario alla BNF e Wikimediano.

Perchè hai deciso di diventare bibliotecario? È successo per caso o per una decisione precisa?

In realtà, volevo studiare storia senza però diventare insegnante... Mi sono sempre piaciuti i libri, ho cominciato a collezionare libri antichi a 15 anni. In quel periodo ho scoperto che il mio poeta preferito (Jose-Maria de Heredia, XIX sex.) aveva studiato in una scuola chiamata École des chartes, i cui studenti sarebbero diventati curatori di biblioteche, musei e archivi. Ho subito pensato che fosse interessante, e naturalmente ho scelto le biblioteche! Quindi diventare bibliotecario è stata la mia prima scelta; il lavoro, poi, è talmente vario che credo potrei continuare a fare il bibliotecario per altri due secoli!

Che tipo di formazione hai avuto?

Per prima cosa, mi sono iscritto alla École des chartes: entri alla scuola dopo due anni di preparazione (khâgne) e una selezione rigida (25 studenti l'anno).Èstato uno dei momenti più importanti della mia vita, ho studiato di libri, bibliografie e IT. Da quel periodo deriva una convinzione che ho ancora: non esiste innovazione senza conoscenza del passato e non ha senso conoscere il passato senza utilizzare strumenti e tecniche moderni. Dopo la scuola, mi sono specializzato in Biblioteconomia e Scienze dell'Informazione con un corso di 18 mesi alla École nationale supérieure des sciences de l'information et des bibliothèques (ENSSIB) a Lione. Naturalmente, ho fatto pratica in biblioteche diverse: pubbliche, speciali (Bibliothèque de l'Arsenal a Parigi, Biblioteca del Museo Correr di Venezia), nazionali. Ho trascorso gli ultimi 4 mesi di tirocinio alla Biblioteca Nazionale Olandese, da sempre un luogo di innovazione e di programmi internazionali.

Riconoscimento della professione: che ne pensi?

Dopo la ENSSIB, ho lavorato in una biblioteca di scienze sociali a Parigi, a capo di uno staff di 12 persone. Un lavoro stimolante e impegnativo; alla richiesta delle bibliografie dei corsi ai vari docenti, ho ricevuto solo poche risposte. La ragione? "Vengo poco in biblioteca, i libri che mi servono ce li ho a casa", nonostante, solo per la sociologia, in biblioteca ci fossero 80000 monografie e 600 periodici. Ho un buon rapporto con quei professori e credo apprezzino il lavoro che ho portato avanti; il fatto è che non gli interessava molto della documentazione contenuta in biblioteca, e pensavano che i libri fossero per gli studenti. E per gli studenti la biblioteca, più che altro, è un posto dove lavorare in pace! Ora lavoro come conservatore nella sezione "Incisioni" della BNF, e qui diventa molto più facile essere utili alle persone, che ci considerano specialisti.

Raccontami del tuo coinvolgimento con la comunità di Wikimedia: come l'hai scoperta? E cosa fai di preciso?

Il lavoro per Wikimedia è lo stesso che in biblioteca: prima impari il più possibile su un argomento, poi aiuti le persone (il maggior numero possibile, gratis, con una licenza free) con le conoscenze acquisite, cercando di essere rigoroso ed esatto. La prima volta che ho sentito parlare di Wikipedia ero all'École des chartes, il pensiero è stato: "Ma che senso ha lasciare che chiunque modifichi un articolo?". Poi ho avuto bisogno di elementi biografici dei consiglieri dello stato svedese del XVII per la mia tesi e ho realizzato che le stesse informazioni contenute nell'enciclopedia alla Biblioteca nazionale erano su Wikipedia, raggiungibili da ovunque io fossi. Non erano così malvagie, così ho cominciato a scrivere articoli sul XVII secolo, sulla storia del libro. Assieme alle persone che ho incontrato "virtualmente", abbiamo lavorato molto per far comprendere al grande pubblico che il problema, se esiste, non è tanto Wikipedia, quanto l'approccio critico a ciascun articolo. Una volta migliorata la reputazione di Wikipedia, mi è stato proposto di candidarmi al board di Wikimedia France: sono stato eletto nel 2009 e rieletto nel 2010, per due anni. Ora continuo a scrivere per Wikipedia, ma come membro di Wikimedia France cerco soprattutto di trovare partner che contribuiscano con risorse utili. Sono stato il project manager dell'accordo che Wikimedia France ha firmato con la BnF, che è un esempio perfetto delle strategie da intraprendere. La BnF ha le risorse economiche e tecnologiche, Wikimedia le conoscenze. Non basta l'immagine della pagina di un libro, serve anche il testo: OCR però non riconosce bene i caratteri dei testi più vecchi, ed ecco che entra in gioco la comunità di Wikisource a correggere 1400 libri (immagini e OCR) dalla biblioteca digitale della BnF, Gallica (http://fr.wikisource.org/wiki/Wikisource:Dialogue_BnF/Liste_de_textes_fournis). Inoltre, la BnF ci ha messo a disposizione la banca dati di authority file, così possiamo linkare a una fonte autorevole gli articoli di Wikipedia. È un segnale positivo del fatto che i progetti di Wikimedia sono "degni" di considerazione da parte di istituzioni importanti. E ne siamo davvero orgogliosi. Sto anche cercando di migliorare la presenza delle biblioteche sul web: abbiamo fotografato alcune biblioteche (le foto hanno una licenza Creative Commons), tra cui la Bibliothèque Mazarine, una delle più belle di Parigi http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Biblioth%C3%A8que_Mazarine. Wikipedia non viene più avvertita come una minaccia, ma piuttosto come un'opportunità in più data alla cultura.

fava@aib.it


FAVA, Ilaria. Qui Europa. Essere bibliotecari in Francia. «AIB notizie», 22 (2010), n. 5, p. 8

Copyright AIB 2010-10, ultimo aggiornamento 2010-11-01 a cura di Ilaria Fava
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