[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 1
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Le biblioteche tra complessità e opportunità

Francesco Langella

In questa fase tutte le professioni legate alla sfera dell’informazione-comunicazione, e più in generale, alla diffusione della cultura, attraversano scenari marcati da grande complessità, opportunità e sfide. La professione del bibliotecario, inteso da un lato come operatore culturale "a tutto tondo", dall’altro come information specialist all’interno della comunità scientifica non si sottrae a questa complessità.

Le biblioteche pubbliche e accademiche, accanto alle attività di conservazione del patrimonio (non solo librario) che la tradizione loro assegna, assumono in modo sempre più accentuato il ruolo specifico – e la responsabilità – di facilitare l’accesso ai contenuti culturali e scientifici. Il diritto di accesso alla cultura è declinato in modo esplicito nel Manifesto Unesco delle biblioteche pubbliche.

Esso si concretizza, in ambito bibliotecario, in alcuni punti chiave che sono pre-condizioni della concreta realizzazione, da parte delle biblioteche, di questo diritto:

Se questa è la complessità delle sfide che attraversiamo, dobbiamo pensare a figure professionali in grado di rispondere ad esse, o comunque di elaborare strategie e pratiche adeguate e di lunga durata.

Certamente si tratta, per l’Associazione, di continuare a lavorare sull’offerta formativa, proponendo ai soci opportunità di qualificazione ed aggiornamento professionale: attività tradizionale e "di successo" dell’AIB.

Ma il tema del diritto alla cultura eccede quello, sia pure cruciale, dell’aggiornamento professionale, e interroga le trasformazioni che – negli ultimi 20 anni – hanno investito il mondo del lavoro e delle professioni.

Non possiamo non registrare che l’accesso alla professione avviene ormai dopo anni di precariato; che l’esternalizzazione dei servizi (e quindi l’alternarsi delle aziende che si aggiudicano gli appalti) non sempre permette di dare continuità e coerenza strategica alle politiche di sviluppo di una piccola biblioteca; che non sempre gli appalti formulati dagli Enti premiano la professionalità, ma piuttosto restano legati al meccanismo dei ribassi; che i percorsi concorsuali che, negli Enti locali, permettono di accedere ai primi livelli del lavoro in biblioteca non sempre si basano su requisiti rigidamente orientati alla professionalità specifica.

Non si tratta di "contrastare" questi processi (precarizzazione, dequalificazione, frammentazione dell’esperienza professionale) in modo velleitario, o comunque inefficace: essi sono infatti legati a eventi più generali, globali e complessi.

Si tratta invece di interrogarsi su come questi fenomeni, che sono il dato di fatto che quotidianamente registriamo, impattano sull’identità professionale dei lavoratori dell’informazione/documentazione, e quindi dei bibliotecari.

Ma si tratta anche di prevenire che, all’interno del nostro ambito professionale, si crei un gap – che è innanzitutto generazionale – tra chi è portatore di un percorso professionale "tradizionale" e, in fondo, lineare, e la "generazione dei trentenni" (e oltre...) sospinta tra percorsi infiniti di invisibilità, precarietà e incertezza.

Obiettivo di questa giornata di studio promossa dall’AIB è quindi interrogarsi su due complessità:

L’operazione culturale che l’AIB intraprende con questo seminario è leggere insieme questi due aspetti ed esplorarne gli intrecci, collegati dall’evidenza che, solo attraverso una vision condivisa e alta dell’identità professionale, è possibile affrontare adeguatamente le sfide della complessità.


LANGELLA, Francesco. Le biblioteche tra complessità e opportunità. «AIB notizie», 22 (2010), n. 1, p. 6

Copyright AIB 2010-02, ultimo aggiornamento 2010-02-05 a cura di Ilaria Fava
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n22/0103.htm3

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