Il programme di quest’anno, seguito da circa 250 colleghi, è stato dedicato agli e-book , con sei relazioni che hanno approfondito la situazione nel Paese ospitante, con lo studio di Agnese Perrone (vincitore del primo IFLA LIS Student Award), poi in Cina, con un esame dello sviluppo degli e-book (Zheng e Tan) e il caso di studio di ERALL a Hong Kong (Nesta, Tam e Tang), del quale sono stati esaminati i sistemi di analisi dei duplicati, di gestione del workflow e la generazione di record MARC.
Infine gli immancabili Stati Uniti sono stati indagati sia da una relazione più generale di Kay Cassell, sia attraverso la sperimentazione, presso la University of Texas, di un modello combinato di browsing/pay-per-view/acquisto legato alle scelte degli utenti (Safley). Infine è stato presentato un sondaggio dettagliato realizzato da Barbara Genco sulla presenza degli e-book nelle principali biblioteche pubbliche americane, da cui risulta, ad esempio, che il 97,6% delle biblioteche intervistate posseggono e-book e/o altri contenuti scaricabili, e che nessuna utilizza Kindle.
Lo standing committee si è riunito due volte, con membri provenienti da Europa e Nord America, e osservatori da Libano e Sud Africa; ha eletto un nuovo chair, Judy Mansfield (Library of Congress); ha analizzato l’ultima bozza delle linee guida sulle risorse elettroniche, ora più inclusive e meno “americano-centriche”, e sta valutando la possibilità di pubblicarle come wiki su IFLANET.
Per quanto riguarda Göteborg 2010, la Sezione sulle Biblioteche pubbliche ha inoltrato, tramite il sottoscritto, la proposta di organizzare con la Sezione un programme sulle collezioni nelle biblioteche pubbliche, ma il comitato ha deciso di rifiutare e gestirsi la sessione da sé. A tal fine un brainstorming è approdato a una bozza di titolo: “Opening doors to spectacular collections: access to multi-sensory, multimedia, and mobile materials”.
L’agenda è fitta: la terza conferenza sulle repository library a Kuopio (Finlandia) il 29-30 ottobre, sponsorizzata dalla Sezione, il prossimo mid-winter meeting a Mosca a fine febbraio o inizio marzo, mentre si sta valutando di organizzare un satellite meeting a Cuba per il 2011.
Tra le altre sessioni, quella della Sezione sulle Biblioteche pubbliche con la Sezione sulle Biblioteche metropolitane ha mostrato la collaborazione delle biblioteche pubbliche a Queens (New York) con varie strutture del territorio (ad esempio con i consolati sull’acquisizione della cittadinanza americana, con gli enti della sanità per iniziative sulla prevenzione, l’alimentazione e l’esercizio fisico), l’utilizzo di adolescenti come assistenti retribuiti (o volontari) e di un demografo fisso nello staff.
Dalla relazione di Inga Lunden è emersa infatti la necessità di includere nel personale nuove figure, come narratori, curatori, tecnici IT, scenografi. È stato anche analizzato lo scenario futuro delle collezioni nelle biblioteche pubbliche, con alcuni dati sentinella: ad esempio il calo dei prestiti nella fascia 15-49 anni, l’introduzione di banche dati e e-book, la prossima scomparsa degli audiovisivi e un robusto declino del libro a stampa previsto dal 2015 (!).
Da segnalare la relazione di Wayne Finley e Joanna Kluever, che hanno offerto ai manager delle nuove generazioni suggerimenti su come valorizzare il personale più anziano e affrontare eventuali criticità nelle relazioni lavorative tra di loro.
A otto anni dall’ultimo satellite meeting (“Subject retrieval in a networked environment“, Dublin, Ohio, 2001), la sezione Classificazione e indicizzazione ha offerto un importante incontro pubblico con la preconferenza “Looking at the past and preparing for the future” (Firenze, 20-21 agosto 2009): una quindicina di contributi, tutti di area europea e nordamericana; una cospicua presenza italiana a illustrare il nostro sistema, e un’originale riflessione sulla classificazione differenziata dei “punti di vista”.
Gli altri contributi hanno focalizzato esperienze nazionali di rinnovamento attente al Web, alla Dewey in Scandinavia, alla libera attribuzione di indici da parte del pubblico, con confronti e suggerimenti per renderli meno imprecisi con il supporto dei linguaggi strutturati, e l’impiego dell’automazione nel lavoro sulla terminologia fra diversi sistemi.
Partecipazione attenta e qualificata e un buon dibattito hanno dato un senso di convergenza sulle problematiche fondamentali. Sintesi riuscita dello stato dell’arte? Non abbastanza ampia per la complessità di situazioni in movimento, non abbastanza esplicita sulle direzioni di sviluppo, la conferenza ha offerto molti spunti positivi e riflessioni su interrogativi centrali, riassumibili nei quesiti sulla giusta quantità e qualità del lavoro di indicizzazione (pre- o post-coordinazione) e sulla migliore integrazione tra tecniche professionali e informatiche.
In proposito è stata suggerita una collaborazione stabile con la sezione Information Technology.
A Milano la sessione aperta “Foundation to build future subject access” ha ospitato la presentazione della nuova bozza dei Functional requirements for subject authority data (FRSAD) e della soggettazione italiana, tradizionale vetrina del paese ospitante l’IFLA conference, con una doppia faccia: sia l’adesione alla classificazione più diffusa (Dewey italiana) sia una via originale alla soggettazione verbale, il Nuovo soggettario.
Il rapporto FRSAD è stato illustrato in modo sommario (poco è modificato dalla precedente bozza), verificandone piuttosto la compatibilità con altri modelli come SKOS. Il documento ha ricevuto nella world wide review appena chiusa molti commenti, tuttora al vaglio del FRSAR Working Group per una messa a punto prima della pubblicazione. Dovrebbe completare FRBR e rappresentare il parallelo di FRAD per l’aspetto dei soggetti, ma pare ancora insoddisfacente rispetto alla specificità dell’indicizzazione semantica e non abbastanza preciso come modello per i dati d’autorità.
Un incontro aperto del FRSAR Working Group ha permesso di proseguire una discussione che rimane aperta, verso una revisione complessiva di FRBR che incorpori i dati d’autorità.
Lo standing committee ha affrontato varie questioni operative e aspetti più generali, come la probabile chiusura della newsletter «International cataloguing and bibliographic control» nella versione a stampa, la riforma delle divisioni dell’IFLA e la fine della Bibliographic Control Division (ora siamo nella III, Library Services), con l’impegno a perseguire, insieme alle altre sezioni, la specificità e il ruolo dell’IFLA nella produzione e manutenzione di standard per la professione.
Al termine dell’open forum della Bibliographic Control Division, un brindisi ha suggellato la conclusione di una lunga stagione di lavoro in comune, con un pizzico di nostalgia e l’aspettativa di nuove collaborazioni.
Il gruppo di lavoro sui thesauri multilingue ha concluso l’attività e ha presentato le linee guida a stampa. Il gruppo su Subject Access in National Bibliographies è stato rilanciato con l’obiettivo di riprendere l’indagine conoscitiva, per definire quindi la struttura e stendere un documento di raccomandazioni che vada a completare lo studio sulle bibliografie nazionali pubblicato ora dalla sezione di Bibliografia.
A proposito della presenza italiana, mi sembra necessario promuovere ancora le specificità salienti, anche se ora l’approccio teorico è poco sentito, ma pure dedicare studio e sperimentazione alle applicazioni pratiche e affrontare la sfida al rinnovamento che la tecnica oggi richiede, perché il Web non evolva contro principi ancora validi senza che riusciamo ad applicarli con più intelligenza ed efficacia.
Il 2009 è stato anno di elezioni per la Sezione e la sottoscritta rientra tra i neo-eletti. Lo standing committee (SC) a Milano ha tirato le somme sulla conferenza satellite organizzata a Bologna insieme con lo Special Interest Group (SIG) dei New Professionals, dal titolo “Moving in, moving up and moving on: strategies for regenerating the LIS profession”.
Si è trattato di giornate molto intense e vivaci, incentrate sui temi del reclutamento, del mantenimento in servizio e della gestione di personale appartenente a diverse generazioni. Valentina Comba ha riferito di due diverse esperienze di e-learning, e in una sessione fuori programma è stato chiesto a due bibliotecarie di raccontare il loro ingresso nella professione. È seguito uno scambio vivace: il nostro sistema di reclutamento ha destato molta curiosità.
Lo SC ha sottolineato gli aspetti più positivi: l’organizzazione impeccabile coordinata da Enrica Manenti e Marialaura Vignocchi; l’ospitalità offerta dall’Università di Bologna e dalle biblioteche cittadine; le visite alla Biblioteca dell’Archiginnasio e a Sala Borsa; più di 30 borse a “nuovi” bibliotecari; gli atti disponibili già durante le giornate del convegno (Strategies for regenerating the library and information profession, edited by Jana Varlejs and Graham Walton, Munich: K.G. Saur, 2009).
A Milano, la sessione del 24 agosto ha permesso di continuare la discussione iniziata a Bologna e di condividerla con una platea più ampia ed eterogenea (i testi della quasi totalità delle relazioni si trovano in linea a partire dall’URL http://www.ifla.org/annual-conference/ifla75/programme2009-en.php). W. Finley e J. Kluever hanno parlato di gestione del personale in una biblioteca pubblica; la sottoscritta ha riferito dell’introduzione del blended learning nella formazione del personale, e Vanessa Warren ha raccontato di un sistema messo in atto per uscire da un vicolo cieco professionale.
Il 26 agosto, in collaborazione con la Sezione Management of Library Associations, è stato organizzato un programma dal titolo “Librarians on the catwalk: communicating for advocacy to influence policy and practice”. Al mattino, relatori da diversi paesi hanno riferito storie di successo, e nel pomeriggio si è svolto un coinvolgente laboratorio di comunicazione ai fini dell’advocacy .
Da segnalare la sessione presentata dall’E-learning SIG, dove si è discusso di e-learning e biblioteche. Interessante la presentazione sull’ampio progetto preparato dall’E-learning Centre della Biblioteca nazionale di Taiwan.
Ulrike Lang ha poi presentato il poster Ensuring the future of libraries through the continuing learning of librarians.
Durante il secondo incontro dello SC si è stabilito che il prossimo satellite meeting si svolgerà a Helsinki, e si è votato sull’istituzione della figura del co-presidente: Ulrike Lang affianca ora Susan Schnuer. La Sezione si impegna inoltre a concludere a breve le linee guida per le presentazioni, e intende costituire un database di opportunità per stages e scambi internazionali.
Per Göteborg 2010 si organizzerà una sessione dal titolo “Retention and job satisfaction: can continuing professional development make a difference?”. In essa 6 relatori saranno chiamati a esporre uno o due punti chiave sull’argomento in oggetto, per lasciare spazio al dibattito.
Nel 2008, in occasione del congresso IFLA di Québec, ha avuto luogo l’incontro di un gruppo di bibliotecari accomunati dalla convinzione che il mondo delle biblioteche debba confrontarsi in maniera sistematica con il tema critico della sostenibilità ambientale e che questo tema debba trovare accoglienza formale all’interno della struttura dell’IFLA.
Il lavoro svolto presso gli organismi di governo e le sezioni dell’IFLA ha portato alla costituzione di uno special interest group (una struttura che si occupa di questioni emergenti o di interesse di un numero limitato di membri IFLA, che non siano già comprese nell’ambito di intervento di sezioni esistenti) dal nome Environmental Sustainability and Libraries SIG e alla disponibilità di una sessione sul tema della sostenibilità all’interno del congresso di Milano. La sessione, cui è stato dato il titolo Library and awareness about sustainability, ha avuto lo scopo di presentare le finalità del SIG, il lavoro svolto e alcune realizzazioni orientate alla sostenibilità che, in luoghi diversi del mondo, hanno avuto le biblioteche come protagoniste.
La sessione, a testimonianza dell’interesse che il tema dello sviluppo sostenibile sta acquistando anche nel mondo delle biblioteche, ha visto una grande partecipazione e si è conclusa con un breve lavoro, che ha coinvolto tutti i presenti, per l’individuazione degli ambiti e delle linee di azioni possibili del Gruppo.
Le presentazioni sono reperibili all’URL http://www.ifla.org/annual-conference/ifla75/programme2009-en.php (al numero 168), mentre le informazioni sulle finalità e le iniziative dello Special interest group sono illustrate nel settore a esso dedicato del sito IFLA (http://www.ifla.org/en/about-environmental-sustainability-and-libraries
nonché sul sito informale http://ecotheques.ning.com).
La Sezione Information Literacy (IL) dell’IFLA (http://www.ifla.org/en/information-literacy) è relativamente giovane, essendo nata nel 2002 sulle ceneri della Round Table on User Education.
Obiettivo principale della sua attività è quello di favorire la diffusione delle azioni di alfabetizzazione all’informazione in tutti i tipi di biblioteche. Allo stesso livello di importanza si situa la promozione della cooperazione internazionale su questo tema.
Da quest’anno la ridefinizione della struttura organizzativa di IFLA ha portato l’Information Literacy Section nella Divisione 3 dedicata ai Servizi. Ciò consentirà di stringere ancora di più i rapporti già ben avviati con altre articolazioni di questa stessa Divisione, in particolar modo quella relativa ai servizi di reference. Il legame con i servizi di reference esprime molto bene il fatto che la Sezione IL lavora concretamente perché si crei, all’interno dell’offerta dei servizi di reference delle biblioteche, uno spazio apposito dedicato alle attività di istruzione alla ricerca e all’uso consapevole delle informazioni (information literacy instruction) per tutti, innanzi tutto per i cittadini. A questo scopo da sempre è attiva una collaborazione con l’Unesco e in particolar modo con il suo programma “Information for all”.
Il Congresso IFLA 2009 di Milano è stato un’occasione per confrontarsi sulle proposte di attività per i prossimi anni e i principali obiettivi specifici. La Sezione ha lavorato a “porte aperte” durante due importanti momenti di confronto, a cui sono stati invitati tutti i bibliotecari presenti.
Il primo appuntamento è stato lunedì 24, con un incontro intitolato “Libraries promoting twenty-first century literacies”, promosso congiuntamente con la sezione Literacy and Reading.
L’idea di fondo proposta è che oggi non sia più sufficiente per nessuno, né per gli studenti né tanto meno per i cittadini, considerarsi alfabetizzati se si sa leggere e scrivere: per non essere analfabeti è necessario andare oltre.
L’alfabetismo odierno coinvolge la capacità di comprensione di una molteplicità di tipologie documentali e l’utilizzo di un insieme vasto di differenti mezzi. Un livello tale di capacità si può raggiungere solo attraverso un’azione proattiva dei cittadini. L’istruzione obbligatoria non è più sufficiente.
A tal proposito, quale è ruolo per le biblioteche? Qui di seguito diamo alcune delle proposte emerse (gli interventi sono online all’URL http://www.ifla.org/annual-conference/ifla75/programme2009-en.php#monday): Susie Andretta, nella sua relazione Transliteracy: take a walk on the wild side, ha enfatizzato la necessità di cambiare il modello di biblioteca. Citando “Mindspot”, progetto della Aarhus Public Library in cui si è puntato molto sul coinvolgimento dei giovani nella progettazione dei servizi di biblioteca (http://www.mindspot.dk), Andretta ha mostrato come solo in una biblioteca dove non ci sia mai silenzio, dove si parli, si usi la rete, si mangi, ci siano relazioni non solo con i libri ma anche con le persone è possibile attuare processi di istruzione alle competenze oggi indispensabili.
Sean Cordes ha introdotto la sua multimodal library per significare una biblioteca che collabora a realizzare le multimodal literacies. Secondo l’autore, essere alfabetizzati oggi comprende varie forme di alfabetismo, le cosiddette “modern literacies”: «information literacy, visual literacy, multicultural literacy, media literacy».
Il termine multimodal literacy consente la sintesi di tutto ciò, o meglio sottolinea l’interconnessione tra tutte queste forme di alfabetismo. Il discorso di Cordes non manca di risvolti pratici. I bibliotecari devono essere pronti a fornire non solo un buon libro, ma immagini, filmati registrazioni sonore, tutto quello che è necessario per creare appunto un elaborato multimodale. Siccome di fronte a documenti multimediali la semplice offerta non basta, il suggerimento è che la biblioteca metta a disposizione dei cittadini anche corsi e strumenti, e che i servizi di reference siano in grado di indirizzare gli utenti anche riguardo a documenti non testuali.
Julie Brittain ha parlato invece di media literacy, sostanzialmente come la capacità di fare un uso critico dei vari media grazie a un atteggiamento non ingenuo di fronte alla sempre più vasta offerta informativa. L’attenzione in questo caso si sposta alle azioni da compiere per alfabetizzare i cittadini all’uso di diverse fonti e lo scopo diventa quello di renderli capaci di giudicarle. L’analisi è stata condotta a vari livelli, ma soprattutto con riferimento alla televisione e ai quotidiani, che richiedono, secondo Brittain, un approccio molto più critico di quello usualmente impiegato.
Sul versante della visual literacy, interessante è stato il contributo di Leone Tiemensma riguardo l’impiego dei fumetti per migliorare la capacità di lettura, comprensione e uso delle immagini.
La giornata ha sicuramente posto in evidenza la difficoltà di definire i confini tra queste forme di alfabetismo.
Alle biblioteche si propone di agire in tutti questi ambiti.
Per fare ciò non c’è un solo modo, anche se certamente l’offerta di corsi risulta essere la modalità più diretta e diffusa. Altrettanto certo è che ai bibliotecari è richiesta molta flessibilità, perché i percorsi di information literacy possono essere anche parecchio differenti a seconda dei destinatari e delle competenze in entrata. Un secondo momento, mercoledì 26, ha riguardato gli aspetti comunicativi delle iniziative di alfabetizzazione alla ricerca e all’uso dell’informazione che si attuano nelle biblioteche. La proposta della Sezione è che le biblioteche, quando promuovono un corso, impieghino il logo appositamente studiato da IFLA e Unesco, disponibile online e scaricabile, in modo che a livello internazionale sia garantita la riconoscibilità (http://www.infolitglobal.info/logo/en/home).
Prima del comunicare viene ovviamente il fare. Le biblioteche devono porre in atto azioni pratiche di information literacy per i loro utenti.
È importante sottolineare che questa esortazione non si riferisce solo alle biblioteche universitarie e a quelle scolastiche, perché le competenze in questione non si apprendono una volta per tutte in ambito educativo.
Quotidianamente ognuno di noi, cittadino, studente, lavoratore, si trova a dover risolvere problemi o prendere decisioni per cui è necessario trovare, capire e confrontare documenti; se le biblioteche non agiscono per accrescere le capacità di individuarli, sceglierli e interpretarli si rischia che siano altri a decidere per noi.
La Sezione Knowledge Management è solita organizzare più sessioni congressuali e satellite meetings annuali, anche in collaborazione con altre sezioni dell’IFLA.
In occasione del Congresso di Milano, un seminario pre-conference si è tenuto il 21 agosto e ha avuto come tema “Removing barriers to knowledge sharing”.
Nel contesto del congresso i temi del knowledge management sono state esplorati in due open sessions, la prima delle quali è stata un’iniziativa congiunta delle sezioni Knowledge Management, Library and Research for Parliaments e Information Technology e ha avuto come tema Social computing tools for learning and knowledge sharing.
La seconda sessione, dal titolo Knowledge advocacy, ha dovuto fare i conti con le difficoltà causate dalla crisi economica, che hanno costretto molti bibliotecari a rinunciare alla partecipazione al Congresso. Dei sei interventi selezionati e annunciati, solo tre hanno infatti potuto essere presentati dai loro autori.
Parveen Babbar e Seema Chandok (Indira Gandhi National Open University di Delhi) hanno proposto un modello di grande interesse per lo sviluppo di un sistema integrato di gestione della conoscenza degli utenti delle biblioteche universitarie.
Manuela D’Urso, della Biblioteca dell’Università Bocconi di Milano, ha illustrato un modello di organizzazione, fondato su trasformazione del lavoro, rotazione sui compiti, formazione/addestramento, visibilità della conoscenza, applicato per far fronte alla necessità di mantenere e incrementare la qualità del servizio, facendo uso anche di risorse umane non permanenti.
L’intervento di Lourdes Feria (Università di Colima, Messico), ha presentato il lavoro di innovazione richiesto alla comunità universitaria e in particolare alle biblioteche accademiche perché possano proporsi come strutture di elezione per la produzione e la ricerca di conoscenza a generazioni “digitali” di utenti che hanno sviluppato un approccio strutturalmente diverso da quello tradizionale all’informazione, alle sue fonti, alla sua valutazione e al suo uso.
Il 2009 era anno di rinnovo di coordinatore e segretario dello standing committee. Sono risultati eletti Xuemao Wang e Sally McCallum. Jane Dysart e Christel Mahnke continueranno a svolgere le funzioni, rispettivamente, di information officer e curatrice della newsletter.
Nel pianificare le attività per il prossimo anno, si è deciso di continuare a esplorare le possibilità di riflessioni interdisciplinari proposte da diverse altre sezioni (Education and Training, Management and Marketing, Law Libraries e Official and Government Publications) per una possibile sessione in collaborazione e di riservare le due ore a disposizione della sezione per tornare a riflettere sui fondamenti del knowledge management, evitando estensioni dispersive e talora improprie.
Nelle pagine web della Sezione nel sito dell’IFLA (http://www.ifla.org/en/km/) è possibile avere tutte le informazioni desiderate sull’attività della Sezione, anche attraverso la newsletter, pubblicata due volte l’anno.
Le relazioni presentate nella open session della Sezione sono, invece, disponibili all’indirizzo web della conferenza IFLA di Milano: http://www.ifla.org/annual-conference/ifla75/programme2009-en.php.
La Sezione Library and Research Services for Parliaments dell’IFLA ha individuato nell’ultimo biennio nuovi obiettivi per potenziare la propria funzione di network dei servizi informativi parlamentari e ha perseguito nuove strategie d’azione per il loro raggiungimento.
Tra gli obiettivi dichiarati: perseguire una maggiore inclusività e partecipazione, e un incremento del numero di iscritti; valorizzare i network regionali; porsi come tramite per iniziative di formazione e di crescita professionale; incoraggiare un confronto diretto dei bibliotecari parlamentari con la propria utenza istituzionale e il contesto parlamentare nel suo complesso; approfondire la riflessione sui compiti e le specificità delle biblioteche parlamentari; potenziare le proprie capacità d’azione anche attraverso accordi di cooperazione interistituzionale con organizzazioni affini; orientare il dibattito interno verso temi attuali e comuni al mondo bibliotecario, al di là degli specifici ambiti di applicazione.
La conferenza satellite svoltasi a Roma dal 19 al 21 agosto, nella sede del Polo bibliotecario parlamentare (cfr. http://www.preifla2009.parlamento.it), è stata l’occasione per una verifica dello stato di attuazione di alcuni di questi obiettivi.
Durante i tre giorni c’è stato modo infatti di confrontarsi, in particolare durante una sessione guidata dalla chair e dedicata alla Sezione in quanto tale, su diversi fronti: le attività dei network regionali (con particolare riferimento all’europeo ECPRD e all’africano APLESA); i contenuti delle nuove Linee guida per le biblioteche legislative in corso di pubblicazione a cura della Sezione; i risultati di una prima conferenza organizzata insieme all’Unione interparlamentare e all’Associazione dei segretari generali dei parlamenti nell’ottobre 2008 per costruire un dialogo aperto con i legislatori e le amministrazioni parlamentari che fruiscono dei servizi informativi; sul contributo dato dalla Sezione alla redazione delle nuove Linee guida per i siti Internet dei parlamenti; infine, sul rapporto di cooperazione avviato con il Global Centre for ICT in Parliament (http://www.ictparliament.org), struttura nata nel 2005 per volontà del Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite (UNDESA) e dell’Unione interparlamentare, con lo scopo di promuovere l’informatizzazione dei processi parlamentari, la comunicazione tra parlamenti e cittadini e una maggiore cooperazione interparlamentare per l’uso delle tecnologie informatiche.
Grazie al sostegno economico e al contributo programmatico garantito da questa collaborazione, in particolare, la Sezione ha potuto promuovere, a ridosso della conferenza, il 18 agosto, una giornata di formazione destinata a 45 bibliotecari e informatici da più di 20 paesi in via di sviluppo (che hanno poi seguito anche i lavori della conferenza), sull’uso delle nuove tecnologie per potenziare i servizi informativi parlamentari, con particolare riferimento alle soluzioni open source e all’uso dell’intranet per lo sviluppo di servizi informativi digitali.
Un sondaggio circolato lo scorso inverno tra i membri della Sezione sulle esigenze di formazione ha costituito una buona base per la scelta dei temi affrontati. Tra i docenti invitati a parlare, anche un collega della Sezione IFLA-IT, esperto di open source.
Esito non secondario di questa iniziativa di training è stata la significativa differenziazione dei paesi rappresentati alla conferenza (170 i delegati stranieri presenti) diversi dei quali, in particolare, provenienti dal mondo arabo e dall’Africa, alla loro prima esperienza IFLA.
Sul tema, attuale e condiviso nel mondo bibliotecario a più livelli, delle nuove tecnologie, del loro impatto e dei loro possibili usi, con particolare riferimento alla gestione digitale dell’informazione, si è incentrato il programma dei lavori (“Digital information for democracy: management, access and preservation”).
Durante le tre giornate, attraverso la presentazione delle evoluzioni in atto nel parlamento italiano e la condivisione delle esperienze internazionali più innovative, sì è approcciato in modo trasversale il tema dell’uso del digitale per sviluppare servizi informativi più efficaci, con particolare riferimento all’uso del Web e dei siti dei parlamenti (intranet e Internet) per rendere facilmente accessibile e fruibile – all’interno ma anche dall’esterno dell’istituzione – l’informazione prodotta o gestita dai parlamenti stessi attraverso le loro strutture bibliotecarie e di documentazione. Per dare maggiore concretezza al dibattito, su impulso del Parlamento italiano, si è inoltre chiesto agli iscritti alla conferenza, nei mesi precedenti, di rispondere a un questionario sull’uso di alcune tecnologie all’interno dei rispettivi servizi bibliotecari e di ricerca, allo scopo di disegnare in merito un quadro attendibile e attuale.
Le riunioni dello SC, rinnovato quest’anno di 7 membri e che a Milano ha eletto i nuovi chair e secretary, hanno convalidato questi obiettivi e strategie d’azione come base ottimale per il disegno del prossimo piano strategico della Sezione. Per il momento si segnala un promettente tema per il satellite meeting dell’anno prossimo, a Stoccolma, che in linea con il tema scelto per il congresso generale dovrebbe essere Open Access to parliamentary knowledge.
Le riunioni di lavoro e gli incontri dello standing committee della Sezione IFLA Literacy and Reading si sono concentrate sullo stato di attuazione degli impegni già assunti in precedenza e sui progetti e le future opportunità di collaborazione con altre sezioni per il congresso IFLA del 2010. Parte del tempo della prima riunione è stata dedicata alle elezioni delle cariche interne. Le cariche della Sezione sono state in parte confermate, in parte redistribuite.
Chair della Sezione è stata confermata Ivanka Stricevic (Croazia).
Segretaria e tesoriere è Gaynor Eyre (Galles), mentre information coordinator sarà nuovamente Brioni Birdi (Inghilterra).
Newsletter editor (e vincitrice del premio per la migliore newsletter presentata al Congresso IFLA 2009) è Leikny Haga Indergaard (Norvegia).
Nonostante il comitato abbia rappresentanti da molti e diversi paesi del mondo, uno degli obiettivi rimane quello di avere almeno corrispondenti da paesi e continenti dai quali non pervengono solitamente notizie di progetti e attività di promozione della lettura.
Nel corso delle riunioni, si è potuto contare sulla partecipazione di rappresentanti dal Senegal e dallo Zimbabwe, che sono stati inclusi nella lista dei corresponding members. Si è discusso inoltre delle possibili modalità per mantenere più stretti contatti con i soci e con i rappresentanti delle altre Sezioni.
Uno dei punti fermi della Sezione resta la partecipazione di propri rappresentanti alle conferenze internazionali che riguardano direttamente l’alfabetizzazione e la promozione della lettura, soprattutto nel caso di conferenze che vedono la partecipazione di partner ufficiali della Sezione (IBBY e IRA in primo luogo).
Dopo aver rivisto i documenti ufficiali da aggiornare sul sito web, attualmente la Sezione sta lavorando alla stesura di un programma per una preconferenza e per una sessione da organizzare nell’ambito del prossimo congresso IFLA.
Ulteriori informazioni saranno disponibili quanto prima sul sito web della Sezione (la n. 33 nell’elenco generale delle Sezioni IFLA sul sito http://www.ifla.org) con aggiornamenti, per quanto possibile, anche in lingua italiana.
I contributi sono disponibili alla pagina web: http://www.ifla.org/annual-conference/ifla75/programme2009-en.php.
Dopo aver organizzato una pre-conferenza a Roma (“Raising a nation of readers”) con la Sezione IFLA Children and Young Adults, il Goethe Institut e le Biblioteche di Roma, la Sezione Literacy and Reading, insieme alla Sezione Information Literacy, ha realizzato al Congresso di Milano una sessione dal titolo Libraries promoting twenty-first century literacies, tenutasi il mattino del 24 agosto 2009.
L’intenzione degli standing committes delle due Sezioni era quella di stimolare la discussione sul concetto di “literacies”, volto al plurale: in ambito internazionale infatti si sono diffusi ormai da tempo, accanto al concetto di “information literacy”, quelli di “media literacy”, “cultural literacy”, “print literacy”, “visual literacy”, per giungere ai più recenti “multimodal literacy” e “transliteracy”.
È su quest’ultimo concetto che ha esposto alcune interessanti considerazioni Susie Andretta della London Metropolitan University, nel suo contributo, Transliteracy: take a walk on the wild side, che ha aperto e guidato tutta la sessione. Il termine “transliteracy”, non ancora molto diffuso, è stato spiegato da Andretta in due modi, a seconda dell’accezione che si vuole attribuire al prefisso “trans”.
Da un lato, la capacità di interagire con i vari media, di muoversi agevolmente fra l’uno e l’altro; dall’altro, la capacità di andare oltre il linguaggio scritto. La biblioteca del futuro, secondo Andretta, dovrà essere concepita come uno “urban mediaspace”, un luogo dove le dinamiche fra utenti e bibliotecari saranno una sorta di full immersion nelle conversazioni di ciascuno.
Naturalmente i bibliotecari dovranno saper utilizzare gli strumenti che molti utenti usano nella vita privata: Twitter, Second Life, blog e altri social network.
La posizione di Andretta, a metà fra l’attualità delle biblioteche più avanzate e la visione di un prossimo futuro, è stata condivisa per alcuni aspetti da Sean Cordes (Western Illinois University, Macomb, USA), che ha approfondito, rispetto all’intervento precedente, il concetto di “multimodal literacy” nel suo Broad horizons: the role of multimodal literacy in 21st century library instruction. Nel ribadire che, nel XXI secolo, è necessario appropriarsi di capacità e “alfabetismi” specifici a seconda dell’attività svolta, Cordes ha anche sottolineato il nuovo ruolo assunto dai bibliotecari e dalle biblioteche in questo contesto, ovvero quello di essere una comunità interattiva, dove gli utenti possono trasformarsi in persone più consapevoli di sé e maggiormente alfabetizzate, nelle discipline desiderate, attraverso multiformi modalità di apprendimento.
Gli interventi successivi hanno mostrato esempi e buone pratiche attraverso le quali trasformare le biblioteche in luoghi dove non solo si ottengono informazioni o “prodotti finiti”, ma si acquisiscono anche le abilità e le capacità per ricercarle e ottenerle autonomamente.
Un possibile metodo per sviluppare l’auto-consapevolezza informativa è stato presentato da Mark Hepworth (Loughborough University, UK), nel suo contributo scritto con Julie Brittain (Institute of Development Studies, Brighton, UK), A method for the design, delivery and evaluation of an information literacy power and social change. Safiqul Islam ha presentato le attività dei Community Learning Centres (CLC) in Bangladesh, dove l’analfabetismo supera ancora oggi il 50%.
Huang Qunqing e Xu Yixing (Biblioteca Sun Yat-Sen, provincial del Guangdong), in Promote popular cultural literacy throughout the countryside in China, hanno illustrato come il governo cinese intende diffondere la cultura popolare nelle varie province, dove la presenza di media è ancora poco diffusa.
Patrick Lo (Hong Kong) ha presentato un’indagine sugli effetti degli audiolibri online sull’utilizzo della biblioteca e sulle preferenze e pratiche di lettura di alunni delle scuole elementari della sua città.
Successivamente, Kim E. Moody (Queensland University of Technology, Brisbane) ha parlato di un approccio costruttivista per educare all’interazione critica con i media, e del ruolo delle biblioteche in questo contesto.
Da ultimo, l’intervento di Leoné Tiemensma (Midrand Graduate Institute, Kempton Park, Sudafrica), ha ricondotto l’attenzione dei partecipanti verso un contesto nel quale l’alfabetizzazione primaria è ancora il fine primario del sistema dell’istruzione, del quale fanno parte anche le biblioteche (Visual literacy: to comics or not to comics? How libraries can promote literacy using comics).
La Sezione Statistics and Evaluation (http://www.ifla.org/en/statistics-and-evaluation) dell’IFLA ha lo scopo di promuovere la raccolta e l’utilizzo delle statistiche a supporto di una efficace gestione delle biblioteche, con il fine ultimo di dimostrare il loro effettivo valore e l’impatto dei servizi bibliotecari sulla crescita economico-sociale di un paese. A Milano, la Sezione Statistics and Evaluation ha organizzato due open sessions: “Statistics for cultural heritage” e “Statistics on the agenda”, più una sessione speciale dedicata alle statistiche della biblioteca digitale.
In quest’ultima si è discusso del progetto E-metrics (http://www.arl.org/stats/initiatives/ emetrics/index.shtml) dell’Association of Research Libraries (ARL), delle nuove metriche per le risorse e i servizi elettronici dell’ISO e del tema delle “virtual visits”.
La Sezione, insieme all’ARL e alla Northumbria University, è stata anche la promotrice della pre-conference “Libraries plus: adding value in the cultural community”, che si è tenuta a Firenze dal 17 al 20 agosto (http://www.ifla2009satelliteflorence.it/meeting1/meeting1.html).
Lo standing committe Statistics and Evaluation, presieduto da Colleen Cook della Texas A & M University, si è invece riunito a Milano sabato 22 e mercoledì 26 agosto.
Queste sono le principali future linee di azione della Sezione, discusse durante le riunioni del gruppo:
1) la pubblicazione di un Library Statistics Manifesto per promuovere l’importanza di adottare nei vari paesi sistemi di misurazione e valutazione delle biblioteche che rispettino gli standard e siano rigorosi e comparabili. Obiettivo principale del Manifesto è di sostenere, attraverso le attività di misurazione e valutazione, il valore delle biblioteche per i vari stakeholders: enti finanziatori, organi di governo interno alle varie istituzioni, media e comuni cittadini. Il Manifesto, che dovrebbe essere firmato congiuntamente da IFLA e Unesco, ribadisce l’importanza di combinare sempre la valutazione quantitativa con quella qualitativa e lancia un appello agli organi di governo nazionali per istituire fondi centrali a sostegno delle attività di misurazione e valutazione.
2) L’avvio della seconda fase dell’ambizioso progetto Global statistics for the 21th century (http://archive.ifla.org/VII/s22/project/GlobalStatistics.htm), un progetto triennale che l’IFLA sta portando avanti insieme all’Unesco Institute of Statistics e l’ISO Committee TC 46/SC8 per la costruzione di un set di indicatori che possano essere utilizzati per fare benchmarking tra i sistemi bibliotecari di vari paesi del mondo. La prima fase del progetto si è conclusa da poco con la raccolta di una serie di dati nella regione pilota dell’America Latina e nei Caraibi. Grazie alla collaborazione con l’Unesco, i dati sui servizi e le collezioni delle biblioteche verranno incrociati per ogni paese con quelli relativi alla popolazione – suddivisa per fasce di età –, al livello di istruzione, al numero di utenti connessi a Internet e al numero di università e istituti di istruzione superiore.
3) Infine, una collaborazione con la sezione Libraries Serving Persons with Print Disabilities (http://www.ifla.org/en/lpd) è stata attivata a Milano dalla sezione Statistics and Evaluation per individuare un set di dati statistici utili a misurare e valutare i servizi erogati dalle biblioteche per questo particolare gruppo di utenti disabili (ciechi e ipovedenti).
Il piano strategico 2008-2009 e i documenti programmatici dello standing committe sono pubblicati sulla pagina del sito IFLA dedicata alla Sezione all’indirizzo http://www.ifla.org/en/about-the-statistics-and-evaluation-section.