[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 6
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World Library and Information Congress
75th IFLA General Conference and Assembly
“Libraries create futures: building on cultural heritage”


La voce dei volontari

a cura di Ilario Ruocco

He Huan è una ragazza cinese di 29 anni, che abita da un anno a Parma, dove studia all’università giornalismo ed editoria culturale, seguendo in particolare i corsi di editoria digitale di Anna Maria Tammaro.
Come hai deciso di fare la volontaria?
Ho visto l’annuncio alcuni mesi fa su «Biblioteche oggi» e ho subito mandato la mia candidatura.
Che effetto ti fa indossare quella maglietta di volontaria?
All’inizio ero molto preoccupata, perché pensavo che ci sarebbe stata troppa gente da tutto il mondo, e che avrei dovuto trovare molto coraggio per affrontare i miei compiti di volontaria e riuscire a essere loro utile; ma poi mi sono accorta che non c’era alcun problema, anzi è stato il periodo più bello che ho passato da quando sono in Italia; ho conosciuto molti volontari simpatici di tutto il mondo: italiani, spagnoli, tedeschi... Mi hanno aiutato tanto, e grazie a questo ho smesso di preoccuparmi.
Inoltre mi ha fatto piacere incontrare i delegati del mio paese, ho conosciuto il processo di sviluppo della biblioteca digitale in Cina, e nel frattempo ho condiviso con loro la terribile esperienza del terremoto del Sichuan del 2008, sul quale ho anche realizzato un articolo per la newsletter del congresso IFLA Express .
Al momento della scossa mi trovavo già in Italia, a Perugia, a frequentare i corsi di italiano: io e i miei amici (anche stranieri) piangevamo tutti e abbiamo donato denaro. C’è ancora un bisogno enorme di aiuti per ricostruire case, scuole e biblioteche.
Ti piace Milano?
Sì, mi piacciono i suoi monumenti, ma devo girare con una guida esperta per il rischio di sbagliare strada!


Elena Vimercati ha 27 anni e da gennaio 2009 lavora come assistente bibliotecaria nella Biblioteca comunale di Cavallasca. IFLA 2009 è stato il suo primo congresso IFLA, grazie a una borsa di studio della Regione Lombardia per i bibliotecari laureati under 35.
Hai incontrato colleghi? A quali sessioni hai partecipato?
Non posso dire di avere incontrato molti colleghi che già conoscevo, eccetto un collega che ha lavorato come volontario e un’altra che è venuta solo per una giornata. Ho visto altri colleghi responsabili dell’organizzazione del congresso, che conoscevo però solo per nome.
Ho assistito a diversi eventi: la opening session, le sessioni dedicate a Public Libraries and Metropolitan Libraries, Art Libraries, E-learning, Libraries for Children and Young Adults, Building and Equipment, Prison Libraries, Bibliography e altre ancora.
Hai effettuato delle visite?
Ho partecipato alla visita alla biblioteca per ragazzi di Rozzano. Sono stati incontri sicuramente molto interessanti e utili per conoscere e capire le realtà in cui lavorano i bibliotecari di tutto il mondo. Un po’ difficile forse rapportare queste realtà (comunque molto grandi e importanti) alla piccola realtà della biblioteca in cui lavoro.
La Exhibition era interessante?
Sì, soprattutto perchè rappresentava bene la visione internazionale del congresso. Mi sembra però oggettivamente difficile partecipare, per cinque giorni consecutivi, a un congresso che si svolge sempre in parti del mondo diverse e che comporta anche una certa spesa.


Lucía Armas è una volontaria di 38 anni, arrivata dall’Uruguay dopo un viaggio di 24 ore. Là lavora come bibliotecaria da dodici anni alla Biblioteca y Centro de Documentación della Universidad de Montevideo, occupandosi di acquisizioni, classificazione e soggettazione di alcune discipline. Notiamo subito che si trova a suo agio fra noi e parla un ottimo italiano, avendo vissuto tre anni a Roma.
Le tue esperienze IFLA?
Sono alla mia seconda IFLA Conference, dopo Buenos Aires nel 2004, anche allora come volontaria. Qui i miei compiti sono assistente a IFLA Express, accoglienza ai delegati e accoglienza al desk di registrazione.
Hai incontrato qualcuno dal tuo paese?
Nessuno che conoscessi.
Hai assistito a qualche evento?
Grazie allo status di volontaria, ho potuto accedere gratuitamente a diverse conferenze: Las bibliotecas crean futuros partiendo de la herencia cultural, Library collections throughout the ages e molte altre.
Ho stretto contatti professionali con persone di istituzioni molto importanti per il mio lavoro: Universidad Autónoma de Santo Domingo, Centro de Información Forestal de la OEA, Library of Congress, Humboldt Universitat zu Berlin, Oficina de comunicación de la IFLA, British Library.
Che cosa hai trovato nella Exhibition?
Ho scoperto di tutto: diversi tipi di scanner, macchine per pulire i libri, macchine per ricoprire i libri con plastica ecc. Ho potuto anche fare prendere contatti con editori (Springer, University of California Press, Oxford University Press, Cambridge University Press, Publishers Communication Group), istituzioni (World Bank), espositori di prodotti e servizi del settore (3M, Rails, OCLC, Baratz, Lib-chip, EKZ Service for Libraries, Rea Design). Tutto molto importante per il mio lavoro alla Universidad de Montevideo.
E le visite?
Soltanto l’ultimo giorno ho fatto visita, per mio conto e senza guide, alla Biblioteca comunale centrale Sormani: bellissima e molto aggiornata. Mi ha colpito vedere come una biblioteca comunale possa essere cos buona con un patrimonio documentale particolarmente ricco e con eccellenti servizi.
Nel mio paese le biblioteche comunali sono povere e non possono permettersi acquisti di un tale livello di giornali, riviste, CD-ROM e audiovisivi; la microfilmatura, poi, là è impensabile!
Un giudizio generale sul congresso?
Penso che sia stata un’esperienza unica e molto ricca, perché mi ha dato l’opportunità di incontrare colleghi di tutto il mondo, trovare idee di qualcosa da fare nel mio paese, stabilire contatti con biblioteche e altre istituzioni. E inoltre ho potuto praticare molto l’inglese e l’italiano, e fare anche nuove amicizie, sopratutto fra i volontari.


Alice Cazzaniga è una volontaria di 28 anni che viene da Meda, in provincia di Milano.
Dove lavori?
Lavoro come catalogatrice a Milano.
Come hai deciso di fare la volontaria?
Un po’ per caso e un po’ per scelta. Mesi fa stavo studiando su un manuale per concorsi, quando lessi che nell’anno 2009 l’IFLA Conference si sarebbe tenuta qui. Quindi pensai che potesse essere un’ottima occasione per conoscere l’ambiente lavorativo nel quale volevo entrare e magari propormi. Nel frattempo, a giugno, ho cominciato a lavorare come catalogatrice, quindi ora sono contenta di essere qui da bibliotecaria!
Che cosa ti interessa maggiormente?
Ho fatto un lungo giro fra gli stand, in particolare delle case editrici specializzate, per cercare testi utili; però ho notato che gli stand italiani sono pochi, mentre gli stranieri – rappresentanti anche piccole realtà – sono impegnati a farsi conoscere, distribuendo anche semplici pieghevoli.
I tuoi compiti di volontaria?
Faccio assistenza tecnica nell’Internet point, al centro stampa e alle sale, e sto al banco di registrazione all’ingresso. Parlo inglese tutto il giorno, anche questo è utile! Ma ancor più utile è il “sentito dire”, il condividere esperienze e opinioni fra colleghi. Ad esempio è bastato cominciare una semplice discussione e una collega appena conosciuta mi ha promesso di mandarmi via mail dei documenti tecnici e una bibliografia.
Cosa ti è rimasto?
Le presentazioni alle quali ho assistito mi hanno restituito l’immagine di una biblioteconomia fresca e innovativa, costantemente focalizzata alla ricerca dell’utilità e usabilità per l’utente finale. In ogni ambito di applicazione, in ogni progetto presentato è stata sempre sottolineata l’importanza dei software, soprattutto quelli open source che, oltre a essere più duttili, possono venire incontro all’imperativo di abbattere i costi, una necessità in tutte le parti del mondo. Tutti i progetti e le esperienze di cui ho sentito parlare, oltre a entusiasmarmi, mi hanno lasciato un forte desiderio di continuare a studiare e migliorarmi nella mia professionalità.


Ilaria Bigelli ha 28 anni, lavora come bibliotecaria da 5 anni, di cui l’ultimo presso il Comune di Turate (Como), occupandosi della gestione del servizio bibliotecario.
È stata la tua prima esperienza a un congresso IFLA?
Sì, e spero non sia l’ultima! Sono stata sia delegata sia volontaria, e ciò mi ha permesso di vedere molte sfaccettature di IFLA 2009.
Hai incontrato molti colleghi che già conoscevi?
Ne ho incontrati diversi che conoscevo e che non vedevo da molto tempo, ma soprattutto ho riallacciato contatti con il mondo universitario e ho conosciuto nuovi colleghi, italiani ma anche provenienti da altre parti del mondo: è stato bello scambiarsi opinioni ed esperienze, mi sono sentita parte di una grande famiglia.
A quali eventi hai assistito? Ritieni che siano stati utili?
Ho cercato di partecipare a tutto ciò che era stato organizzato: la serata in Galleria, le cerimonie di apertura e di chiusura del Congresso, oltre chiaramente alle varie sessioni formative… Eccezion fatta per l’estrema formalità e “pomposità” dei momenti ufficiali, ancora una volta mi sono sentita parte di un’unica famiglia: incrociare per le strade di Milano altri delegati e sorridersi, riconoscendosi, è veramente pittoresco.
L’esposizione commerciale era significativa?
Sì, soprattutto gli stand stranieri: il mondo dell’informazione che io conosco, quello italiano, è purtroppo molto arretrato: vedere le soluzioni proposte da altri Paesi mi ha fatto capire che di strada, davanti, ne abbiamo ancora tanta.
In quale modo l’esperienza IFLA potrebbe entrare a far parte della “normalità” nel contesto professionale italiano?
Questa è la domanda più difficile: a mio parere in Italia la mentalità è ancora troppo chiusa. IFLA mi ha dato la possibilità di capire le reali potenzialità di chi lavora nel campo dell’informazione; da noi però la professionalità del bibliotecario non è valorizzata, forse perché i governi e le amministrazioni non hanno compreso quanto bene si possa fare soltanto cambiando l’ottica. Finchè guarderemo soltanto al passato, alla nostra storia, alla cultura e alle tradizioni non riusciremo mai completamente a recepire il messaggio di IFLA.
Credo che occorra accettare, e far capire alle istituzioni, che il mondo, e quindi gli utenti, si aspettano altro da noi, ovvero che possiamo essere i principali veicoli di informazioni, notizie, svago e socializzazione. Non è soltanto questione di possibilità economiche, di investimenti, di opportunità: è la prospettiva, l’ottica che deve cambiare. Vorrei che a tutti i bibliotecari venisse data la possibilità di partecipare ai congressi IFLA, a me ha aperto gli occhi.


La voce dei volontari , a cura di Ilario Ruocco. «AIB notizie», 21 (2009), n. 6, p. 23-25

Copyright AIB 2009-12, ultimo aggiornamento 2009-12-11 a cura di Zaira Maroccia
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n21/0623.htm3

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