Il World Library and Information Congress 2009 di Milano è ormai, finalmente, alle nostre spalle. Finalmente, perché si è trattato di un evento di portata storica (dopo ben 45 anni dall’ultima edizione in Italia) e di dimensioni, complessità organizzativa e visibilità tali da essere considerato, oltre che una straordinaria opportunità, anche un grave rischio in caso di fallimento. Finalmente, perché lo sforzo del Comitato organizzatore e di tutta l’Associazione è stato intenso e prolungato nel tempo.
Finalmente, infine, perché possiamo dire, con soddisfazione, che il Congresso IFLA di Milano può essere definito un successo per il comitato organizzatore e per l’intera comunità bibliotecaria italiana, e un evento molto apprezzato dai colleghi stranieri.
Si tratta certo di un giudizio a caldo, con l’evento congressuale ancora troppo vicino per essere analizzato nei suoi molteplici aspetti, ma con le impressioni ancora forti di un’avventura, professionale e umana, certamente unica. E tuttavia la partecipazione di quasi 4500 bibliotecari (circa 400 erano italiani) provenienti da 136 paesi diversi è un numero importante, soprattutto rispetto ai timori di una bassa partecipazione a causa della crisi economica mondiale.
La macchina organizzativa ha funzionato bene (ma per una valutazione complessiva si rinvia al resoconto completo, che verrà pubblicato nel prossimo fascicolo di «AIB notizie»); in ogni caso l’impressione è stata di un generale gradimento, sia per quanto riguarda la parte scientifica (relazioni, standing commettees ecc.) sia per la parte relativa alle attività sociali.
Un successo che si deve al lavoro di tutte le componenti dell’Associazione impegnate nell’organizzazione del congresso e dei numerosi satellite meeting, gli appuntamenti scientifici organizzati a margine del congresso IFLA di Milano.
Va inoltre sottolineato l’importante ruolo dei circa 200 volontari, italiani ma anche
provenienti da varie parti del mondo, che hanno contribuito con dedizione al buon esito dell’evento.
Per quanto riguarda i contenuti scientifici del congresso, il tema portante era, fin dal titolo “Libraries create futures: building on cultural heritage”, quello della biblioteca come patrimonio culturale, come luogo di mediazione tra il passato e il presente (e il futuro). Se, come recita la seconda delle Tesi di Viareggio, «identificare le biblioteche come beni culturali snatura la loro vera funzione di servizi informativi», era anche inevitabile che, di fronte ai bibliotecari di tutto il mondo, l’immagine e l’identità dell’Italia, paese tanto ricco di arte e cultura, fosse centrata sul proprio patrimonio culturale, facendone inevitabilmente il proprio punto di forza.
E tuttavia, nonostante questa forte connotazione, il comitato organizzatore è riuscito ad allontanare lo stereotipo della biblioteca come “museo”, legato esclusivamente alla conservazione, attraverso un programma scientifico di alto livello centrato sulle tematiche più importanti e più avanzate della professione: la formazione professionale, l’accesso all’informazione, il management e il marketing delle biblioteche, l’information literacy, le biblioteche digitali, le più recenti novità relative alla catalogazione.
Un altro aspetto importante di ogni Congresso IFLA, non secondario rispetto all’aspetto scientifico, è la straordinaria occasione di incontrare bibliotecari di tutto il mondo, di potersi confrontare con realtà e con modi di affrontare i temi della professione talvolta molto diversi dai nostri. La vita sociale di questo congresso IFLA è stata contrassegnata dalla partecipazione a una serie di eventi culturali di grande qualità, a partire dai concerti alla Scala, al Duomo e nella Basilica di Santa Maria della Passione,
fino alla visita ad alcune mostre (una su Monet, una sulla Scapigliatura, una del fotografo e artista americano Robert Wilson) allestite a Palazzo Reale e tenute aperte la sera del 25 agosto, in onore dei delegati IFLA. Per non dimenticare, sempre in tema di socializzazione, il primo “Campionato di calcio IFLA”, in cui l’Italia si è fatta onore, pur perdendo in finale con la Germania per 2-1.
In conclusione, un altro aspetto va senz’altro sottolineato. Nei giorni del congresso, ma anche nelle settimane precedenti, si è registrata un’attenzione da parte dei media (giornali, radio e TV) per il congresso IFLA e per le biblioteche italiane come forse non è mai successo in precedenza. Si tratta di un risultato importante, da non sottovalutare, sia per far conoscere ai cittadini e pubblicizzare i servizi offerti dalle biblioteche, sia per dare maggiore visibilità alle biblioteche italiane, primo passo (certo non sufficiente, da solo) per la loro promozione e il loro sviluppo.
Ora IFLA 2009 Milan è alle nostre spalle, e non ci resta che rimboccarci le maniche.
ponzani@aib.it