AIB notizie 21 (2009), n. 2
La Bibliomediateca dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia al Parco della musica
Annalisa Bini
L’Accademia nazionale di Santa Cecilia è una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. Fondata ufficialmente nel 1585 e trasformatasi nei secoli da sodalizio di musicisti di valenza “locale” a moderna accademia ed ente concertistico sinfonico di fama internazionale, unisce un corpo accademico composto di 100 membri (70 effettivi e 30 onorari) eletti fra i più illustri esponenti della cultura e dell’arte musicale a un’orchestra e un coro sinfonici fra i più accreditati in campo internazionale.
Solo esempio fra le accademie italiane di origine rinascimentale ad avere assunto la fisionomia di un’azienda moderna e produttiva, l’Accademia attuale, diventata fondazione dal 1998, per vocazione statutaria unisce quindi un’attività di promozione della cultura musicale – attraverso la valorizzazione di un patrimonio storico ricchissimo, riflesso della sua storia plurisecolare – a una tradizione didattica di altissimo livello e soprattutto a una attività concertistica di fama internazionale in continua espansione.
Dal 2002 l’Accademia nazionale di Santa Cecilia è approdata al Parco della musica, dove tre sale da concerto – una delle quali attrezzata a teatro – per complessivi 5700 spettatori, e un anfiteatro all’aperto con 3200 posti a sedere, rappresentano il fulcro di un complesso che ospita anche la bibliomediateca, e spazi espositivi e commerciali. Una sede ampia, modernissima e funzionale, firmata da Renzo Piano, circondata di verde e collocata in un quartiere centralissimo che si avvia a diventare uno dei più importanti poli culturali della capitale. Nuove sfide ma grandi opportunità per un’istituzione che è da più di quattro secoli fra i protagonisti della vita culturale di Roma.
Nel corso del tempo l’Accademia ha raccolto un patrimonio musicale articolato, ricco di più di centoventimila volumi della biblioteca, a cui si aggiungono un’audioteca con migliaia di dischi e nastri (fra musica colta, archivio delle registrazioni dei propri concerti e archivio delle musiche di tradizione orale nazionali ed estere), una fototeca (testimonianza visiva della musica e dello spettacolo a Roma, unica nel suo genere), un archivio storico con centinaia di metri lineari di documenti dal 1600 a oggi, e una collezione di quasi trecento strumenti musicali antichi e moderni, fra cui il celebre Stradivari detto “Il toscano”.
Un patrimonio di riferimento imprescindibile per chiunque voglia approfondire lo studio della vita musicale a Roma, delle istituzioni concertistiche in Italia e dell’organizzazione dell’attività concertistica internazionale a partire dall’inizio del nostro secolo. Digitalizzato con le più moderne tecnologie e catalogato secondo i criteri attualmente in uso per i beni librari, archivistici e audiovisivi, è ora consultabile nella nuova bibliomediateca, comodamente accessibile anche per i disabili e dove salette riservate per la consultazione di rari e manoscritti e ampie sale di lettura con numerose postazioni multimediali accolgono il pubblico di studiosi e appassionati. Gli stessi servizi sono offerti anche online, in un sito web che a ottobre 2008 è stato interamente rinnovato.
Fin dal 1874 l’Accademia aveva istituito e aperto al pubblico una biblioteca musicale specializzata, raccogliendovi anche il patrimonio librario dell’archivio partiture dell’antica Congregazione. In seguito il patrimonio si è continuamente arricchito con lasciti e doni di importanti compositori, interpreti e studiosi, molti dei quali membri del corpo accademico ceciliano. Dal 1919 al 2005 il così detto Fondo accademico antico (la collezione originale, costituita da circa 36.000 fra monografie, spartiti, partiture e manoscritti) è rimasto depositato presso la Biblioteca governativa del Conservatorio di Santa Cecilia.
A suo tempo, in occasione del trasferimento del Fondo accademico più antico presso la nuova sede al Parco della musica, si è parlato di rischio di smembramento dei fondi appartenenti alla biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia. In realtà solo una parte minima (36.000 volumi sui 120.000 totali) del patrimonio librario dell’Accademia era depositato presso la Biblioteca del Conservatorio, in base alla convenzione del 1911 che imponeva comunque di considerare tale patrimonio come collezione a parte, con proprio inventario, e lasciava all’Accademia la libertà di scegliere la possibilità del deposito o di gestire autonomamente la propria biblioteca.
Il resto delle collezioni, per obiettive carenze di spazio della sede di via dei Greci, si era accumulato in via della Conciliazione nel locali dell’Archivio musicale dell’Accademia, in attesa di essere riordinato e reso disponibile al pubblico. L’archivio musicale di un ente lirico-sinfonico infatti non è mai aperto al pubblico, in quanto custodisce i materiali d’esecuzione destinati ai direttori d’orchestra, all’orchestra stessa e al coro, perciò molte collezioni attualmente consultabili erano ignote agli studiosi.
Aver riunito tutti i fondi di proprietà accademica in un’unica sede, insieme all’archivio storico, la fototeca e l’audio-videoteca, è quindi da considerare un necessario ricongiungimento di parti diverse di un unico patrimonio storico, considerato anche che nel fondo più antico sono presenti parte del carteggio dell’archivio storico accademico (fra cui lettere di musicisti famosi e i compiti di ammissione dei congregati), e parte dell’archivio fotografico del Conte di San Martino, lo storico presidente dell’Accademia per più di un cinquantennio. In ogni modo, i cataloghi di ambedue le biblioteche – quella accademica e quella del Conservatorio – sono presenti sullo stesso polo del Servizio bibliotecario nazionale, il Polo capitolino messo a disposizione dal Comune di Roma, il che equivale ad avere un catalogo virtuale unico.
Inoltre sono già allo studio diverse forme di collaborazione fra Accademia e Conservatorio per potenziare la digitalizzazione (da parte dell’Accademia si è già fatto molto), e avere così attraverso le nuove tecnologie un’unità “virtuale” dei due fondi antichi che comunque – va sottolineato – non sono complementari l’uno con l’altro. Lo sarebbero invece, e molto, i due archivi storici, e anche su quello potremo lavorare in futuro.
Consapevole di tanta ricchezza di documentazione, fin dai primi incontri con Renzo Piano, nel definire il progetto del nuovo auditorio, l’Accademia ha sempre dato grande importanza alla presenza di ampi locali idonei per poter ospitare l’intero patrimonio storico della fondazione. È naturale quindi che, una volta conquistata una moderna sede all’interno del Parco della musica, l’Accademia abbia fatto ogni sforzo per rendere tale patrimonio accessibile al pubblico nel più breve tempo possibile, tramite le più moderne tecnologie. Il termine “bibliomediateca” indica infatti che si tratta di una biblioteca e mediateca insieme, dove i libri tradizionali e i supporti sonori analogici convivono con la documentazione digitale e su supporto multimediale.
Se lo si vuole riassumere in cifre, il patrimonio della bibliomediateca dell’Accademia riunisce i seguenti fondi:
- Biblioteca: 120.000 volumi (fra cui 3000 libretti, 7000 manoscritti, più di 1000 edizioni databili fra il XVI secolo e il 1830). Tra libri rari, moderne enciclopedie, libretti, programmi di sala e riviste, lo studioso e il normale visitatore possono accedere a un materiale che, per qualità e quantità, è tra i più importanti in Italia nel settore musicale.
Tra i fondi dell’Ottocento, il più importante è quello appartenuto al tenore Giovanni De Candia, in arte Mario, ricco di manoscritti e autografi, e di edizioni dei secoli XVI-XIX, molte delle quali inglesi e francesi. Di gran pregio anche i fondi appartenuti a Ettore Pinelli e Tito Monachesi, due fra i maggiori esponenti della scuola violinistica romana dell’Ottocento, e pionieri con Giovanni Sgambati della riscoperta e diffusione del repertorio sinfonico e cameristico tedesco presso il pubblico romano.
Grazie poi alle donazioni e alle acquisizioni di biblioteche di celebri direttori e compositori (come Vincenzo Bellezza, Bernardino Molinari, Fernando Previtali, Virgilio Mortari, Alessandro Bustini, Goffredo Petrassi, Franco Caracciolo), musicologi (come Fedele D’Amico) ed etnomusicologi (come Diego Carpitella e Ivan Vandor), è possibile avere uno spaccato del gusto interpretativo, della critica e delle ricerche che hanno caratterizzato la cultura musicale del Novecento.
- Archivio storico: ricco di più di un chilometro lineare di documenti dal 1650 a oggi; la sua recente inventariazione, tuttora in corso per la documentazione più recente, consente un lungo percorso attraverso i verbali della Congregazione di Santa Cecilia, i libri contabili, i carteggi artistici, ma anche la rassegna stampa completa dal 1910 a oggi, locandine e manifesti, e fornisce un vivace spaccato della vita musicale romana dei secoli scorsi.
All’archivio storico dell’Accademia si sono aggiunti in tempi più recenti anche gli archivi aggregati provenienti dai fondi donati da musicisti e accademici.
- Fondi sonori e audiovisivi: circa 12.000 ore audio e audio-video provenienti da Archivi di etnomusicologia (la più importante raccolta di musica di tradizione orale in Italia), Fondi discografici e Archivio dei concerti. Tra i materiali più interessanti spiccano le raccolte di canti popolari (dalla pizzica salentina ai trallalero genovesi, dai canti ebraici a quelli calabro-albanesi) frutto del lavoro sul campo svolto fra gli anni ’50 e gli anni ’70 del Novecento da pionieri dell’etnomusicologia italiana e internazionale (Ernesto De Martino, Giorgio Nataletti, Diego Carpitella, Alan Lomax, Paul Collaer) e rare incisioni discografiche del passato provenienti dai fondi Eminente, De Agostini e Fassini.
Recentemente l’archivio si è arricchito di numerose registrazioni audiovisive degli spettacoli prodotti dall’Accademia, realizzate dalla RAI, che dal 2001 assicura la registrazione sonora di tutti i concerti.
- Fototeca: più di 20.000 fotografie (dal dagherrotipo al formato digitale), fra cui curiose immagini di attori e cantanti della fine dell’Ottocento, rivivono accanto alle più suggestive foto degli interpreti di oggi.
Comprende anche il fondo appartenuto a Leopoldo Mugnone e quello donato dal Conte di San Martino, ambedue con importanti fotografie di celebri compositori e interpreti, autografate e con dedica. Comprende inoltre le campagne fotografiche svolte sul patrimonio iconografico musicale (circa 150 fra dipinti su tela, incisioni e sculture, per lo più ritratti di musicisti) e sulla collezione di strumenti musicali attualmente esposta nel Museo degli strumenti musicali, inaugurato nel febbraio del 2008.
La piattaforma di gestione dei contenuti: caratteristiche innovative della sua struttura e del suo funzionamento
L’elemento più innovativo sono i criteri sui quali è stata strutturata la complessa piattaforma informatica di gestione dei contenuti, sulla quale poggiano le numerose basi dati, in tutto dieci, sei delle quali già consultabili (Cronologia delle manifestazioni dell’Accademia, Biblioteca, Archivio storico, Archivio fotografico, Archivi di etnomusicologia, Strumenti musicali in un proprio portale), altre quattro (Audio-videoteca, Archivi sonori, Rassegna stampa, e Iconografia musicale) già disponibili in back office ma consultabili per il pubblico a partire dalla fine del 2008.
Il sistema informativo realizzato dall’Accademia in collaborazione con l’ENEL e la società Regesta.exe, utilizzando la piattaforma documentale Extraway&supTM;, della 3D Informatica di Bologna, prevede l’uso del linguaggio XML e di tecnologie web.
Ciascuna di queste basi dati è stata costruita tenendo presente le caratteristiche specifiche del patrimonio di riferimento, e gli standard nazionali e internazionali di catalogazione. Essendo l’Accademia di Santa Cecilia una fondazione dedita alla promozione dell’arte musicale in tutte le sue forme (produzione, formazione, divulgazione, conservazione e valorizzazione dei beni musicali), l’intero sistema di gestione del suo patrimonio – che tiene ben presenti i principi dell’interoperabilità – può costituire un modello per analoghe strutture in Italia e all’estero (il progetto è già attivo, ha preso il nome di Note in archivio e viene illustrato più oltre).
In particolare, il sistema è stato strutturato in modo che sia prima di tutto sistema di gestione dell’attività corrente: fa perno infatti su tre portali, uno di back office (intranet) per il personale della Fondazione, un portale intermedio di interfaccia con l’utente residente, e un portale web per la consultazione remota online. L’attività di alimentazione si avvale di una serie di liste di autorità (per i nomi personali e collettivi, i titoli, i luoghi ecc.) condivise anche dagli strumenti di back office (protocollo informatico, cerimoniale, segreteria didattica, archivio musica) e fa sì che l’intera filiera quotidiana della produzione contribuisca a stratificare la memoria e il patrimonio storico dell’Accademia.
Un altro aspetto innovativo, questa volta con valenza più “locale”, è proprio il suo essere biblioteca e mediateca musicale: Roma si è recentemente dotata di un’importante mediateca dedicata al cinema, presso il Centro sperimentale di cinematografia, inserita nel progetto Mediateca Roma delle Biblioteche del Comune di Roma, ma non possedeva un analogo polo musicale.
L’apporto dell’Accademia consente di aggiungere un importante tassello nella storia e nell’offerta musicale della città. Dal gennaio 2008 inoltre, grazie a una convenzione sottoscritta fra la RAI e l’Accademia, è possibile consultare la base dati di Rai-Teche attraverso cinque accessi presso le postazioni multimediali della sala lettura. Il Parco della musica si è dotato così di un nuovo servizio che lo avvicina sempre di più ad analoghe strutture europee, per esempio la Cité de la musique di Parigi che proprio nel 2005, in contemporanea con la Bibliomediateca dell’Accademia, ha inaugurato la sua Médiathèque, ispirata a criteri assai simili a quelli della piattaforma di Santa Cecilia.
Attualmente attraverso il portale dell’Accademia (http://www.santacecilia.it) o direttamente all’indirizzo della Bibliomediateca (http://bibliomediateca. santacecilia.it) sono consultabili la cronologia dei concerti e tutti i cataloghi finora disponibili: biblioteca, archivio storico, archivio fotografico, archivi di etnomusicologia e museo degli strumenti musicali, che dispone di un proprio portale. L’accesso ai contenuti digitali è attualmente possibile per la maggior parte delle risorse digitali (circa 100.000 documenti d’archivio, 1500 manoscritti musicali e 350 edizioni antiche); entro l’anno saranno accessibili anche circa 40 anni di rassegna stampa a partire dal 1910 e sarà possibile ascoltare un brevissimo estratto in MP3 per le fonti sonore. Naturalmente fin d’ora è possibile attraverso una e-mail richiedere i libri in visione per i giorni successivi e richiedere la riproduzione dei documenti.
Sempre attraverso il portale è possibile accedere al catalogo editoriale dell’Accademia, che comprende le collane L’Arte armonica, EM-Quaderni degli Archivi di etnomusicologia e 19-21, e i periodici, "Studi musicali" (del quale stiamo pubblicando gli indici dei primi 30 anni) e l’Annuario. Recentemente è stata poi avviata una collana discografica dedicata al patrimonio di musica di tradizione orale degli Archivi di etnomusicologia, mentre entro il 2009, nell’ambito del programma celebrativo per i 100 anni dell’orchestra dell’Accademia, apparirà un cofanetto contenente 8 CD, con registrazioni rare e talvolta inedite.
Servizi, statistiche e affluenza 2006-2007
Il catalogo multimediale è il nucleo dell’intero sistema e permette all’utente locale (uffici dell’Accademia e lettore in sala) e all’utente remoto (connesso via Internet) di trovare informazioni e documenti digitali interrogando contemporaneamente tutte le basi dati che compongono il sistema. In questo modo la Bibliomediateca non è più soltanto una struttura di conservazione, posta ai margini dell’attività corrente, ma diventa una struttura dinamica al servizio dei concerti e delle manifestazioni di ogni giorno, delle quali riporta puntualmente dal 1895 ai nostri giorni storia, avvenimenti, immagini e suoni.
Quanto all’utenza esterna, residente o remota, la Bibliomediateca offre servizi di riproduzione analogica e digitale per tutti i tipi di documenti, nel rispetto delle regole sancite dalla legislazione vigente in termini di diritti d’autore e di esecuzione. Il prestito, solo locale, è limitato alle pubblicazioni possedute almeno in duplice copia.
A due anni dall’apertura, infine, siamo in grado di fornire alcune cifre relative all’affluenza dell’utenza interna, locale e remota:
2006, totale accessi 16.619 (14.230 online e 2389 visitatori divisi fra 1687 esterni, 476 interni e 226 remoti) per un totale di 3707 richieste.
2007, totale accessi 36.534 (34.162 online e 2372 visitatori divisi fra 1512 esterni, 394 interni e 466 remoti) per un totale di 7097 richieste.
“Note in archivio”
“Note in archivio” è un’iniziativa nata dalla collaborazione tra l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, Regesta.exe e 3D Informatica, per promuovere il “riuso” delle metodologie e delle soluzioni tecnologiche sviluppate in questi anni per informatizzare e rendere accessibile in rete il patrimonio documentario dell’Accademia.
La piattaforma documentale risponde alle esigenze di chi lavora nel mondo delle biblioteche e degli archivi. È uno strumento potente e innovativo, interamente basato su tecnologie Internet, in grado di descrivere, gestire e comunicare in modo integrato diverse tipologie di archivi: storici, fotografici, audiovisivi e sonori, collezioni strumentali, raccolte di etnomusicologia, biblioteche, eventi, comunicati, news e rassegna stampa.
Una piattaforma immediatamente operativa, di facile accesso, pensata per organizzare, gestire e comunicare contenuti digitali e archivi multimediali sul web, una soluzione aperta e flessibile, che adotta lo standard XML e sfrutta componenti software open source.
Con il progetto Note in archivio l’intera piattaforma applicativa viene resa disponibile, in modalità Application Service Model, a tutti i protagonisti, grandi e piccoli, della conservazione del patrimonio storico e artistico del nostro Paese.
Sarà possibile disporre in tal modo di un servizio di alto livello qualitativo a costi contenuti, in grado di garantire la piena autonomia di ciascuna struttura nella gestione e pubblicazione delle proprie risorse documentarie consentendo, al tempo stesso, il recupero delle banche dati preesistenti realizzate in altri formati.
Il sistema offre una piattaforma tecnologica e documentale che consente l’accesso agli archivi, la ricerca su multipiattaforma, la gestione degli allegati digitali e – se si desidera – l’hosting delle banche dati. Gli standard in uso sono: XML, EAD-EAC, ISAD-ISAAR, norme ICCD, norme FIAF, Unimarc, Dublin Core. Attualmente il sistema permette di gestire archivi storici, fotografici, sonori di tradizione orale, sonori e audiovisivi, archivi di rassegna stampa, biblioteche, patrimoni museali (dipinti, stampe, strumenti musicali, sculture), cronologie di eventi, authority files.
Hanno aderito a Note in archivio diverse importanti istituzioni e archivi, quali l’Accademia nazionale di S. Luca, l’Archivio capitolino di Roma, alcuni archivi privati di musicisti; il Teatro Regio e il Teatro stabile di Torino sono in fase di definizione dell’accordo, mentre il Teatro alla Scala di Milano ha mostrato interesse richiedendo una presentazione della piattaforma, avvenuta nell’estate 2007.
BINI, Annalisa. La bibliomediateca dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia al Parco della musica. «AIB notizie», 21 (2009), n. 2, p. 14-17: ill.