[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 5
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L’AIB prossima ventura
Alcune domande a Mauro Guerrini, riconfermato presidente AIB per il triennio 2008-2011

a cura di Vittorio Ponzani

Mauro Guerrini, presidente AIB dal 2005, è stato riconfermato in queste ultime consultazioni elettorali con un buon risultato personale (un singolare numero “tondo” di preferenze ottenute: 1000!). Gli chiediamo, innanzi tutto, un commento su questi risultati: pensi che la nuova formazione che va a costituire questo CEN sposti il baricentro del precedente esecutivo? E in che termini?

La riconferma non era scontata e pertanto mi ha fatto molto piacere. Sono molto contento anche per il successo personale di Claudio Leombroni, vice presidente. L’alto numero di preferenze convalida certamente la linea politica del triennio scorso. Negli incontri elettorali con numerose sezioni regionali sono emerse situazioni dissimili.
Molte di esse sono riuscite a superare la crisi del 2004, hanno recuperato il legame territoriale e la credibilità verso i bibliotecari, organizzando seminari e incontri scientifici, con conseguente incremento del numero di iscritti all’Associazione.
Ho notato purtroppo anche alcune situazioni negative (rissosità interna, autoreferenzialità, incapacità a relazionarsi con tutti gli associati), che hanno provocato l’allontanamento di molti associati e addirittura, in qualche caso, una preoccupante bassa affluenza alle elezioni; altro dato preoccupante è costituito dalla mancata espressione di candidature per le cariche nazionali da parte di sezioni importanti.
Nonostante queste carenze, gravi, su cui il CEN e i nuovi CER dovranno intervenire, nel complesso la reputazione e la credibilità dell’Associazione sono cresciute sia all’interno che all’esterno: nuovi associati stanno assumendo responsabilità e l’AIB è divenuta interlocutore stabile e stimato di numerose istituzioni.
Molti candidati ai CER e due candidati al CEN erano alla loro prima prova elettorale e il loro impegno è stato apprezzato; in numerose sezioni vi è stato un ricambio generazionale e molti nuovi eletti presentano una dimensione professionale elevata; vi è stato un bel rinnovamento, dunque.
Ciò non significa rinunciare all’esperienza degli associati di lungo corso, che è fondamentale non per perpetuare l’occupazione oligarchica delle cariche associative, bensì proprio per far crescere una nuova generazione di dirigenti AIB, competenti e desiderosi di impegnarsi a vantaggio della professione bibliotecaria, magari con ancora maggiore dedizione e spirito di servizio di chi li ha preceduti ed è stato loro maestro.
Il CEN esprime una rappresentatività significativa delle componenti che caratterizzano l’Associazione all’inizio del terzo millennio. Manca però una rappresentanza dei precari, e ciò evidenzia quanto l’AIB debba lavorare per recuperare un rapporto con queste figure.
L’Associazione dovrà rafforzare il confronto con le autorità statali, regionali e locali, e con i sindacati, per il pieno riconoscimento professionale del bibliotecario, nell’ambito del movimento per la riforma delle professioni a livello europeo, nazionale e regionale e per l’affermazione della professionalità in tutti gli ambiti di lavoro, pubblici e privati, con attenzione alle criticità delle nuove forme contrattuali; queste problematiche dovrebbero essere inserite nell’agenda delle politiche pubbliche.
Non solo: l’AIB dovrà intervenire per introdurre negli appalti pubblici meccanismi che non favoriscano l’individuazione del contraente a scapito del trattamento economico e dell’inquadramento contrattuale dei bibliotecari.
È difficile intuire quale sarà il baricentro del nuovo CEN.
Chi viene da esperienze regionali dovrà assumere una visione nazionale dei problemi: l’Associazione vista dal centro ha responsabilità diverse e molto più complesse.
Quattro nuovi membri sono parecchi; tuttavia con diversi di loro il CEN precedente lavorava da tempo, con altri esistono legami stabili di collaborazione e amicizia e ciò, sono certo, favorirà la funzionalità del nuovo gruppo.

Quali saranno i primi impegni nel calendario del CEN e, più in generale, i temi centrali della politica dell’AIB per il prossimo triennio?

Nella prima riunione il Presidente, eletto all’unanimità, ha attribuito le deleghe a ciascun membro del CEN; il CEN ha quindi concordemente nominato i responsabili delle Commissioni, molti dei quali alla loro prima esperienza. Esso ha stabilito quattro priorità: IFLA 2009; advocacy (con attenzione particolare alla tutela della professione e alla normativa, e la proposta di riscrittura della direttiva 92/100 della UE sul “prestito a pagamento”); potenziamento dei servizi agli associati; risanamento del bilancio.
È confermato l’impegno verso l’editoria (in tutti i vari aspetti, riviste comprese) e i seminari di formazione.
L’impegno per l’advocacy significa che l’AIB afferma e tutela i diritti delle biblioteche, opera affinché le biblioteche – soggetti essenziali per l’affermazione e il mantenimento della democrazia – entrino nell’agenda delle attività politiche di ogni governo nazionale e locale quali elementi imprescindibili di qualsiasi politica di sviluppo sociale e culturale.
Significa inoltre che l’AIB opera in difesa dei diritti degli utenti; con l’advocacy, infatti, la biblioteca e le relative associazioni difendendo i loro diritti sono “lo scudo” per la soddisfazione dei fabbisogni di ogni singolo utente. I diritti della biblioteca coincidono pertanto con i diritti degli utenti ad avere un’informazione libera e ampia.
L’attività di advocacy è uno dei compiti principali svolti dalle associazioni bibliotecarie in tutto il mondo e riguarda la tutela, la valorizzazione delle biblioteche, la promozione dell’identità professionale dei bibliotecari per accrescere il loro prestigio e ottenere il massimo riconoscimento della professione. L’advocacy a favore dei bibliotecari e delle biblioteche è condizione necessaria per la sopravvivenza stessa della professione e per la difesa dei valori che la professione incarna traducendoli in servizio pubblico: libertà di accesso ai documenti, senza discriminazioni o manipolazioni, libertà di opinione, circolazione dell’informazione, tutela e salvaguardia della memoria culturale registrata.
Molto è il lavoro che ci attende perché ancora troppe biblioteche permangono in una situazione di difficoltà, troppi enti non riconoscono l’identità professionale dei bibliotecari (che deve essere d’altra parte sempre dimostrata nei fatti).
L’AIB, insomma, proseguirà e rafforzerà la propria azione di tutela dei bibliotecari nel loro lavoro quotidiano.
L’Associazione dovrà rivolgere maggiore attenzione al lavoro delle Commissioni e dei Gruppi di studio, in quanto luoghi di elaborazione scientifica, strutture agili che hanno il compito di elaborare i contenuti della professione bibliotecaria in Italia.
Perciò abbiamo delegato un membro del CEN a coordinare la loro attività. Sono le Commissioni e i Gruppi che dovranno suggerire al CEN la politica da seguire nel settore di loro competenza.
Non dobbiamo infatti dimenticare che l’AIB è un’associazione professionale e che suo compito primario è definire e diffondere standard di servizio e di qualità.

Non possiamo non parlare di IFLA 2009, soprattutto perché sarà proprio questo esecutivo che porterà l’Associazione a questo importante appuntamento. Come procedono i lavori?

L’impegno per l’IFLA 2009 caratterizzerà certamente l’attività dell’AIB fino all’agosto del prossimo anno. Come abbiamo cercato di affermare numerose volte, la dimensione locale dovrebbe essere sempre inquadrata in una dimensione internazionale, e la dimensione internazionale dovrebbe esaltare sempre le singole esperienze locali. Dobbiamo ragionare tenendo presenti queste due dimensioni; la prima senza la seconda porta a una visione “condominiale” dei problemi e delle soluzioni; la seconda senza la prima porta a una visione astratta delle questioni e delle indicazioni.
Il Congresso IFLA è un evento storico, l’evento più importante che interessa l’Italia da decenni. Credo che occorra in primo luogo avviare un programma di sensibilizzazione per i bibliotecari italiani, creare aspettativa in tutti, soprattutto in chi non si sente già naturalmente coinvolto.
Il periodo preparatorio al congresso dovrà essere occasione di stimolo ai nostri governanti a privilegiare le strutture stabili come archivi, biblioteche e musei; soprattutto a sciogliere quei nodi cruciali che si trascinano irrisolti da anni (per esempio la costituzione della Biblioteca nazionale italiana, la costituzione di un vero sistema bibliotecario nazionale), l’adeguamento dei finanziamenti ai bisogni delle biblioteche, il reclutamento stabile di personale qualificato.
La parte dei lavori assegnata al Comitato italiano per IFLA 2009 procede, seppure non manchino criticità a causa dei cambiamenti avvenuti nell’ultima fase politica: gli interlocutori del governo nazionale cambiano e occorre ricominciare daccapo.
Non solo: fra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 al MiBAC vi sono stati mutamenti importanti anche a livello gestionale, quali la nomina di un nuovo Direttore generale per i beni librari e gli istituti culturali, e di altri direttori di importanti istituti nazionali. Ciò ha creato una situazione di stallo momentaneo nell’organizzazione del congresso IFLA di Milano. Siamo ottimisti, ma occorre che l’ottimismo abbia qualche riscontro. Il MiBAC aveva promesso finanziamenti che ancora non sono giunti.
Il Comune di Milano sta lavorando con la massima determinazione e ha già stanziato una cifra congrua per il finanziamento delle iniziative; la Regione Lombardia sta impegnandosi per l’organizzazione della promozione di Milano 2009 al congresso IFLA di Quebec City del prossimo mese di agosto. La Provincia di Milano ha garantito un supporto finanziario per facilitare la partecipazione dei bibliotecari provenienti dalle aree più povere del Nord Africa e del bacino del Mediterraneo.
Il Comitato esecutivo di IFLA 2009 ha già predisposto il programma delle visite guidate alle biblioteche e dei social tours e sta lavorando alla definizione degli eventi culturali per l’agosto del prossimo anno. I membri italiani nelle sezioni IFLA hanno proposto e stanno proponendo nomi di esperti del nostro Paese per le open session e i workshop da esse promossi, in modo da illustrare ai delegati provenienti da tutto il mondo le principali esperienze italiane. “Libraries create futures: building on cultural heritage”, il titolo del congresso IFLA 2009 (Milano, Fiera City, 23-27 agosto 2009), vuole richiamare la capacità delle biblioteche di assicurare il diritto alla conoscenza per ciascuno, basandosi sulla nostra ricca tradizione culturale e bibliotecaria.
Sono in gestazione alcuni satellite meeting. Per favorire la partecipazione dei bibliotecari italiani sono in corso incontri con vari interlocutori istituzionali e invio di lettere esplicative.
Da settembre il Comitato esecutivo promuoverà una serie di iniziative di formazione e di sensibilizzazione nei confronti di IFLA 2009 rivolte a tutti i bibliotecari italiani. Il Comitato sta entrando nella fase in cui è richiesto il massimo impegno di concretezza e di operatività da parte di tutti. Il ruolo dell’AIB è determinante e si configura quale elemento di stimolo e di coordinamento delle iniziative in corso.

In questi mesi sono stati pubblicati (o stanno per essere ultimati) alcuni strumenti di lavoro fondamentali per il bibliotecario: è stato ultimato il Nuovo Soggettario, sono in preparazione le nuove RICA, la traduzione italiana dell’edizione consolidata dell’ISBD e la Classificazione decimale Dewey (edizione 22). Mi sembra un momento particolarmente stimolante per quanto riguarda la catalogazione. Cosa ne pensi?

Com’è stato autorevolmente scritto, da qualche anno si è tornati a parlare di catalogazione, seppure occorra precisare che non si era mai smesso di studiarla, per fortuna; in Italia non vi sono mai stati atteggiamenti di superficialità con il conseguente innamoramento per soluzioni semplicistiche e prive del necessario supporto teorico. Il ruolo di noi italiani si caratterizza in ambito internazionale proprio per il richiamo ai fondamenti teorici di ogni discussione e decisione; stupisce che personaggi, che pure godono di prestigio, siano privi di conoscenze che in Italia sono possedute dagli studenti di biblioteconomia. Il 2008 potrebbe configurarsi come l’anno mirabile della catalogazione in Italia con l’uscita degli strumenti richiamati nella domanda. Il Nuovo Soggettario è un prodotto che dovrebbe inorgoglire tutti noi per la qualità del risultato e per le radici in GRIS, un gruppo di lavoro dell’AIB. Le nuove RICA (le REICA) testimoniano lo sforzo di rigore e di elaborazione scientifica dei redattori.
La traduzione italiana della nuova ISBD dovrebbe caratterizzarsi per la resa del testo. La traduzione della DDC, edizione 22, sono certo confermerà la qualità del lavoro del gruppo della BNI, riconosciuto a livello internazionale.
Gli strumenti richiedono un approccio critico nel momento della loro applicazione, pertanto implicano una formazione adeguata dei catalogatori. Questi temi, così importanti, saranno motivo di riflessione al prossimo congresso AIB che si svolgerà a Firenze, Palazzo dei congressi, dal 29 al 31 ottobre, e sarà dedicato proprio al “Servizio bibliotecario nazionale: gli strumenti. Controllo bibliografico”.


L’AIB prossima ventura. Alcune domande a Mauro Guerrini, riconfermato presidente AIB per il triennio 2008-2011, a cura di Vittorio Ponzani. «AIB notizie», 20 (2008), n. 5, p. 10-11.

Copyright AIB 2008-05, ultimo aggiornamento 2008-05-07 a cura di Zaira Maroccia
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n20/0510.htm3

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