Il tema del 54° congresso nazionale, il sistema bibliotecario nazionale, è un tema tradizionale dell’azione politica dell’AIB: fu il tema che l’AIB di Angela Vinay sollecitò per la Conferenza nazionale delle biblioteche che si tenne a Roma nel 1979, ma fu anche il tema discusso nei congressi di Perugia (1971) e Alassio (1975).
La discussione verteva sull’integrazione dei servizi bibliotecari in uno scenario caratterizzato dall’avvento delle Regioni, sulla razionalizzazione dell’intervento statale anche mediante la cessione di un certo numero di istituti bibliotecari alle autonomie regionali, sul problema dei servizi bibliografici nazionali con l’annessa questione delle due biblioteche nazionali centrali, sul rapporto fra servizi nazionali e servizi locali, sulla scelta regionalista dell’AIB.
La persistenza, e per certi aspetti l’attualità, di questi temi nell’agenda politica dell’Associazione, ma anche nelle politiche pubbliche, dimostra per un verso come certi nodi dell’organizzazione bibliotecaria del nostro paese siano tuttora irrisolti. Per un altro verso, invece, richiede un rilettura consapevole di quei temi, perché si innestano in un contesto profondamente diverso da quello degli anni Settanta.
È inutile soffermarsi sui cambiamenti intercorsi, sulla loro profondità e pervasività. È cambiata anche la nostra professione e anche l’Associazione ha avviato un percorso di adeguamento. È invece più utile rilevare come nel contesto socio-politico attuale anche la locuzione “sistema bibliotecario nazionale” abbia acquistato sfumature semantiche diverse e più complesse.
Anzitutto la parola “sistema”, che non può coincidere nella realtà italiana attuale con qualcosa di organico, di gerarchicamente strutturato, ma deve essere intesa come un ambiente cooperativo popolato dalla pluralità, dalla diversità delle culture organizzative, delle istituzioni, delle pratiche e sorretto da finalità condivise, da un lessico comune, da un grammatica condivisa con il cittadino-utente.
Poi la parola “nazionale”, che non significa statale, o in un’accezione più articolata, statale e regionale, ma, alla luce del nuovo titolo quinto della nostra Costituzione, include necessariamente tutti i livelli istituzionali coinvolti nella gestione in senso ampio delle biblioteche.
I rappresentanti dell’intera filiera istituzionale sono stati presenti al Congresso e sono stati protagonisti della sessione di chiusura. L’occasione è stata utile per constatare che la tradizione politica dell’AIB è una tradizione alta, fatta di idee e valori difesi nell’interesse del paese, ma anche di punti di riferimento per l’azione politica del futuro.
Con questo spirito l’agenda politica dell’Associazione, discussa nell’ultima sessione del Congresso con i principali attori istituzionali, comprende le seguenti voci:
L’agenda politica dell’AIB è l’esito di un processo collettivo e in quanto tale dovrà arricchirsi di altre voci. E così sarà, con l’obiettivo di costruire il futuro, il nostro futuro, anche grazie alla nostra tradizione, ai nostri maestri, a Luigi Crocetti, cui il congresso è stato dedicato.