In concomitanza con la rassegna annuale dell’editoria “Pagine del Garda”, il 15 e 16 novembre 2007 l’AIB Trentino Alto Adige, in collaborazione con l’Università di Trento, ha organizzato il convegno “Collezioni digitali di periodici in Italia e in Europa: standard, applicazioni, valutazioni, prospettive”.
Le due intense giornate di studio si sono avvalse dell’ospitalità del Comune di Arco, disteso tra la ripida parete rocciosa coronata dal castello (nota a tutti gli appassionati di free climbing) e l’estremità settentrionale del Garda, i cui effetti sul clima ne fanno un giardino mediterraneo in provincia di Trento.
Le prime due sessioni del convegno si sono tenute nella storica sede del Palazzo dei Panni, e sono state incentrate su presupposti teorici, metodologie e problematiche di ordine generale da un lato, e sulla presentazione di alcune iniziative di censimento e di singoli progetti di digitalizzazione già ben avviati dall’altro.
Klaus Kempf (Bayerische Staatsbibliothek di Monaco) ha impressionato i colleghi con le cifre relative alla mole dei dati archiviati a tutt’oggi presso il Centro di digitalizzazione di Monaco di Baviera, e con l’illustrazione delle tecnologie avanzatissime di cui esso dispone; tuttavia l’aspetto più pregnante della sua relazione è stato quello metodologico; già dovrebbe indurre alla riflessione il fatto che, prima di dare avvio al piano di digitalizzazione, la BSB abbia intrapreso una riorganizzazione interna delle sue strutture, a seguito della quale il Centro è stato incardinato nel Dipartimento di sviluppo delle raccolte e catalogazione, mentre si avvale della collaborazione sistematica del settore di patologia.
Ma l’invito più pressante di Kempf a chi deve gestire un progetto è concentrarsi sulla predisposizione di un corretto flusso dei lavori, a partire dalle fasi preliminari di selezione e ritiro dei materiali e formalizzazione dell’ordine di scannerizzazione, per finire con l’individuazione delle procedure per l’archiviazione nel lungo termine.
Lungo il percorso, ci avverte Kempf, il ruolo chiave dell’indicizzazione tramite metadati deve renderci consapevoli che questa «è l’epoca dei bibliotecari», mentre le vere sfide (anche al fine di ottenere e mantenere quei finanziamenti che garantiscono la sostenibilità dei progetti) si giocano al livello della presentazione e dell’accessibilità dei risultati.
Insieme a molti altri stimoli, su aspetti teorici, tecnici e relativi ai diritti, segnaliamo che la BSB ha intrapreso una serrata trattativa con Google, giungendo infine a un accordo che dovrebbe condurre – senza pregiudizio delle scelte e delle prerogative dell’istituzione – a entrare in sinergia con le potentissime risorse del primo motore di ricerca mondiale.
Non è potuta intervenire purtroppo la collega francese Frédérique Joannic-Seta, cosicché non si è potuto svolgere il confronto, opportunamente previsto dal programma, tra la risoluzione tedesca e il modello francese Google-antagonista.
Cristina Magliano ha illustrato il lungo e coerente percorso dell’ICCU per lo sviluppo di metadati e linee guida per la digitalizzazione, sempre con riguardo al contesto internazionale, fino ai recenti progetti di aggancio, da una parte a Internet culturale e dall’altra al portale MICHAEL e alla Biblioteca digitale europea; ribadendo come, in tema di digitalizzazione di periodici, è essenziale fare riferimento a un centro di coordinamento tanto più che l’Italia, coerentemente con il modello SBN, non è partita grazie a un impulso centralista bensì censendo e recuperando il non poco che molte biblioteche autonomamente già avevano avviato – in testa la Biblioteca Braidense, con la quale è in atto una collaborazione che potrà valere da esempio per altri, al fine di testare la possibilità di caricare i metadati in Internet culturale.
Ancora dalla Magliano viene l’avvertimento, avvalorato da tutte le altre relazioni, che ormai il bagaglio culturale del bibliotecario non può prescindere da alcune nozioni fondamentali relative ai metadati.
Luca Martinelli (Commissione europea, DG Società dell’informazione e media) ha allargato la prospettiva all’iniziativa della CE “i2010 Biblioteche digitali”, che mira a promuovere le “condizioni quadro” per la creazione delle biblioteche digitali (al plurale!) in ventisette Stati membri, discutendo insieme ai principali attori alcuni temi critici relativi all’accessibilità, come copyright, conservazione, partnership pubblico-privato; mentre, a livello operativo, lavora alla creazione della (singolare!) Biblioteca digitale europea, in collaborazione con la Conference of European National Librarians (CENL) e nella prospettiva di un allargamento al settore degli archivi e dei musei.
Su questo sfondo tendenzialmente unitario diventano essenziali le iniziative di censimento, e quelle tendenti a dare visibilità ai singoli progetti: e così a questo punto le relazioni di Cecilia Furlani e Katia Piccoli hanno opportunamente illustrato il ruolo del Centro di ateneo per le biblioteche dell’Università di Padova, e del Sistema bibliotecario dell’Università di Trento all’interno del progetto europeo MICHAEL: quest’ultimo è proprio uno strumento di censimento, e un portale che, come è stato ben spiegato, individua il livello delle collezioni di oggetti digitali.
Un’accurata riflessione di Valdo Pasqui sulla conservazione del digitale, attraverso il concetto di trusted repository, è intervenuta a sottolineare nuovamente l’importanza dell’aspetto organizzativo della digital preservation, laddove le biblioteche non possono pensare di conseguire da sole una garanzia di sostenibilità rispetto a strategie complesse e costose – delle quali sono stati portati ad esempio alcuni modelli di approccio (PORTICO, LOCKSS, e-Depot, PubMed Central) – comunque basate su alcune specifiche ormai fisse: formato XML e modello OAIS.
La prima giornata si è conclusa discorrendo di due “biblioteche digitali” già costituite e in via di implementazione: CIRCE, il Catalogo informatico delle riviste culturali europee (Francesca Rocchetti) e l’Emeroteca digitale della Biblioteca Augusta di Perugia (Claudia Parmeggiani).
Poco prima, nel suo intervento, Cecilia Furlani aveva esposto i risultati di un’indagine mirante a quantificare le collezioni di periodici (parole-chiave: giornali, riviste, spogli...) censite in MICHAEL: se il dato ricavato è corretto, 49 collezioni di periodici su un totale di 1537 risultanti dall’interfaccia italiana appaiono davvero troppo poche.
Chi scrive è intervenuto nella discussione per sollecitare una maggiore attenzione a promuovere la digitalizzazione della stampa d’informazione di livello nazionale: una documentazione tanto fondante della nostra identità culturale, quanto fragile e poco accessibile, anche perché priva di qualunque forma di indici, e tanto più suscettibile pertanto di ricevere valore aggiunto dalle potenzialità del digitale.
La seconda giornata, ospitata nei luminosi interni del Palazzo del Casinò municipale, ha visto ancora i partecipanti discutere di esperienze concrete, come la digitalizzazione dei giornali della Biblioteca “F. Tessmann” (August Ploner), e quella dei periodici del periodo a cavallo tra XIX e XX secolo della “Claudia Augusta” (Valeria Trevisan), le due biblioteche provinciali di Bolzano; e infine del progetto ANNO, Austrian Newspaper Online (Christa Müller).
Trattando di quotidiani, si è toccata con mano la necessità di un accurato lavoro preliminare di preparazione del materiale, nonché di un’altrettanto impegnativa fase di controllo successiva alla scannerizzazione, cui possono utilmente contribuire i metadati strutturali.
Il progetto ANNO, avviato nel 2003, ha le dimensioni di un’iniziativa “di massa”, le cui cifre evidenziano tra l’altro anche l’apprezzamento degli utenti.
Particolarmente apprezzata è stata l’interfaccia delle emeroteche digitali di Vienna e Bolzano, che consente di accedere alle testate da una griglia organizzata in base alle annate; con il corollario, emerso nel corso della discussione, che è opportuno ricordare sempre ciò cui mira l’utente finale, ovvero il download dell’item “articolo”.
Un pomeriggio di workshop paralleli ha concluso il convegno.
Ma prima di ringraziare i nostri organizzatori e ospiti, non può passare sotto silenzio la serata di giovedì 15 novembre, durante la quale il Casinò di Arco ha riunito sul palco del suo salone “delle feste”, a beneficio dei partecipanti alle due giornate, un piccolo gruppo di colleghi tanto professionali nelle vesti – più che inaspettate – di attori (Elena Leveghi, Ivana Saltori), musicisti (Roberto Munari & C., Luca Martinelli, Franco Girardelli, Adriano Corà), ballerini (Loretta Grisenti, con Claudio Travaglia), presentatori (Gianko Nardelli, Paolo Domenico Malvinni), da far pensare che esercitino per diletto la professione di bibliotecari... e che non si sono limitati al loro repertorio ma, complice il travolgente Gianko, hanno coinvolto i partecipanti fino a un colorato sventolìo di bandierine sulle note di Bandiera gialla!
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