Nell'Assemblea svolta il 6 novembre 2007, durante il Congresso di Firenze, il CEN ha portato a conoscenza dei soci presenti una grave situazione di carattere finanziario, emersa negli ultimi mesi.
Riteniamo essenziale, coerentemente con la politica di chiarezza e trasparenza che abbiamo fin dall'inizio cercato di perseguire, riportarla in modo esteso sulla nostra stampa, in modo che tutti possano essere informati e resi partecipi.
Siamo ormai alla fine di un mandato che ha sofferto, sul piano organizzativo e amministrativo, di molti episodi problematici, e che ha anche dovuto fare i conti con i disagi lasciati in eredità dalla grave e lacerante crisi dell'ottobre 2004, che ha portato alle elezioni anticipate degli organi associativi. Questo ha sicuramente rallentato la nostra azione, ma non ci ha impedito di svolgere un importante lavoro di analisi e di individuazione dei punti critici, e di gettare le basi, crediamo, per una loro soluzione.
Infatti, grazie alla chiusura del processo di riorganizzazione della Segreteria nazionale, e alla stabilizzazione di cariche importanti come quelle di Segretario e Tesoriere, è stato finalmente possibile, fra il 2006 e il 2007, procedere a controlli e a conteggi più accurati su una serie di situazioni che da tempo preoccupavano l'Associazione (basti ricordare che uno dei primi provvedimenti dell'attuale CEN, preso a Giulianova nel 2005, consistette proprio nel rinvio dell'approvazione del bilancio, a causa del fatto che i dati disponibili apparivano del tutto privi di attendibilità).
Da questi controlli è risultata una situazione fortemente debitoria nei confronti dell'Erario. In pratica negli ultimi anni (in particolare dal 2002 al 2004, con episodi minori che risalgono fino al 1997) l'AIB ha omesso la maggior parte dei pagamenti dovuti allo Stato per tasse e imposte quali IRES, IVA, IRAP, pur avendo correttamente proceduto a presentare le dovute dichiarazioni annuali (in questo stesso numero di «AIB notizie» pubblichiamo un rapporto che contiene una ricostruzione accurata e completa).
L'aspetto più grave è quello della mancata registrazione di molti di questi debiti nel bilancio fiscale dell'Associazione, che ha avuto come conseguenza quella di falsare gravemente la situazione patrimoniale, facendola apparire assai più rosea di quanto non fosse in realtà. Il mancato pagamento ha comportato inoltre, negli anni, l'accumularsi di debiti supplementari per sanzioni e interessi, che non erano mai stati contabilizzati. I numeri, che ritroverete nel rapporto, sono importanti, tali da condizionare fortemente l'attività dell'AIB nei prossimi mesi e forse anni. Basti pensare, a titolo di esempio, agli oltre 30.000 euro di debito non registrato per il solo periodo del 2003, insieme a un totale di 25.000 euro di sanzioni e interessi, sempre relativi allo stesso periodo.
Il compito che ci troviamo ad affrontare va in due direzioni: la prima è rivolta all'indietro, e ha a che fare con il tentativo di capire come questo sia potuto accadere, e per opera di chi; la seconda guarda in avanti, alla ricerca delle soluzioni migliori e soprattutto per creare le condizioni perché questo non debba più accadere (pena la morte della nostra associazione).
Per quanto riguarda il passato, da un punto di vista politico sono evidenti le responsabilità di una gestione certamente non fraudolenta ma ugualmente approssimativa e disattenta. La concezione di un'associazione forte commercialmente, che si doveva porre come referente primario per gli operatori economici nel settore, si è scontrata negli anni con carenze strutturali per quanto riguarda le competenze gestionali e finanziarie, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti noi.
Da un punto di vista tecnico, sono molti gli errori compiuti, sia dai consulenti fiscali, evidentemente scelti con poca oculatezza, sia dalla struttura interna. In questo senso occorre sottolineare come l'errore sia stato quello di cercare di gestire una organizzazione di tipo privatistico (come è l'AIB) con gli strumenti culturali, gestionali e contabili dell'ente pubblico (come è caratteristico della maggioranza dei nostri soci, e in particolare di coloro che hanno rivestito cariche sociali).
Per quanto riguarda il futuro crediamo che quanto fatto in questi ultimi due anni (creazione di una struttura organizzativa stabile, che nel tempo acquisti professionalità, abbandono dei vecchi consulenti e individuazione di nuove e più efficaci procedure gestionali, richiamo al rispetto delle regole amministrative interne per tutti gli organi) tracci la strada per evitare di ripetere gli errori passati. Resta da affrontare comunque l'opera di risanamento, che richiederà una gestione attenta e rigorosa delle spese, non facile perché non possiamo permetterci di ridurre troppo le attività e l'azione politica.
Per questo l'operazione dovrà essere graduale e attentamente programmata, e dovrà risultare da un'azione collettiva e fortemente condivisa da tutti, a partire dalle istanze locali, e cioè dalle Sezioni. I presidenti regionali sono sempre stati coinvolti e consultati dal CEN, e intendiamo proseguire su questa direzione, anche in questi ultimi mesi di lavoro.
Mai come in questo momento è importante, comunque, l'apporto e il contributo di tutti i soci, non solo quello economico quanto, anzi soprattutto, l'impegno e il sostegno attivo al lavoro dell'AIB per le biblioteche e i bibliotecari.